"Una piccola sagoma di Bohemian Rhapsody" Fonte: QueenOnline.com, 29 ottobre 2015 di Patrick Lemieux Traduzione in italiano di Claudio Tassone «Voglio sfatare alcune illusioni, è solo una delle canzoni che ho scritto per l'album» ─ Freddie Mercury, dalla rivista Sound del gennaio 1976 |
È una canzone che per molti fan definisce tutto ciò sono i Queen. "Bohemian Rhapsody" è stata due volte una hit al n.1 nel Regno Unito: nel 1975 e di nuovo nel 1991. L’analisi e le interpretazioni del suo testo alimentano infinite discussioni, nonostante il suo autore abbia dichiarato di non sapere di cosa si tratti. Freddie Mercury ha scritto gran parte della canzone in un momento di turbolenze professionali, quando gli avvocati dei Queen stavano combattendo con la loro casa discografica, la Trident, per la libertà finanziaria del gruppo. Mentre l'estate del 1975 volgeva verso l’autunno, Freddie ─ insieme a Brian May, John Deacon e Roger Taylor ─ era consapevole che pubblicare questo brano come primo singolo dal loro ultimo album era un rischio, ma sapeva anche che bisognava osare, perché la band aveva pochissimo denaro, pur avendo singoli di successo racchiusi nei tre album sugli scaffali dei negozi di dischi.
«Sapevamo che era molto rischioso, ma abbiamo avuto tanta fiducia in quella canzone – ma comunque ce l’ho fatta. Sotto sotto sentivo che in caso di successo avremmo guadagnato un sacco di rispetto», disse Freddie alla rivista Sound nel 1976.
Guardando alla storia della composizione di Bohemian Rhapsody, la prima interpretazione giunge da Chris Smith, il tastierista live degli Smile, la band pre-Queen. Nel documentario Days Of Our Lives, Smith afferma che Freddie aveva una canzone alla quale stava lavorando negli anni precedenti ai Queen, che Smith aveva ascoltato e denominato "The Cowboy Song". Questa canzone conteneva la familiare melodia e il passaggio "Mamma, ho appena ucciso un uomo". Questa idea del testo per la canzone di Mercury che ha atteso tutto quel tempo per essere definito non è senza precedenti. Ad esempio, la sua canzone Liar, dall’album di debutto Queen, ha una storia che si è evoluta in parte da un precedente brano degli Ibex, dei Wreckage e dei Sour Milk Sea dal titolo "Lover" e "Green". Inoltre, nello stesso periodo in cui Freddie scriveva Bohemian Rhapsody per quello che sarebbe diventato il loro quarto album in studio (A Night At The Opera), aveva composto anche una canzone chiamata "We Are The Champions", che sarebbe stata lasciata inutilizzata, per poi riaffiorare non prima del 1977.
Così, nel mese di agosto del 1975, durante la preparazione dell'album, Freddie ha portato i testi e le note di una canzone che stava componendo. Molto è stato detto nelle interviste su come Freddie avesse Bohemian Rhapsody chiara nella sua testa per poi darle forma in studio, prima al Rockfield, nel Galles, e poi in vari studi a Londra, in Inghilterra. In un'intervista del 1984, Mercury dice di aver combinato tre canzoni per formare questo unico epico brano. Una di queste sembrerebbe essere la "Cowboy Song" che Chris Smith ha descritto, siccome Roger Taylor ha notato più volte che è stato immediatamente colpito dalle parole di apertura "Mama, just killed a man”. Durante le sessioni di registrazione iniziate al Rockfield Studios, Bohemian Rhapsody non aveva ancora un nome proprio, così il produttore Roy Thomas Baker etichettava i primi take con i titoli provvisorio "la cosa di Fred", come si può sentire nel documentario The Story Of Bohemian Rhapsody della BBC. In questo documentario (dal DVD “Greatest Video Hits vol.1”), Brian dice che non fu prima delle sessioni dell'album Opera che Freddie decise per il nome "Bohemian Rhapsody".
«Nella fase iniziale l’avevo quasi rifiutata, ma poi è cresciuta. Abbiamo iniziato decidere sul primo singolo verso circa la sua metà. Ci sono state alcune contese - stavamo pensando a The Prophet’s Song ad un certo punto, ma poi Bohemian Rhapsody è sembrata quella giusta», racconta ancora Freddie nel 1976 su Sounds. John Deacon detto su InnerView nel 1977 che «Quando abbiamo finito l'album, A Night At The Opera, quella fu la canzone che avremmo pubblicato come singolo».
C'era un problema, però: la canzone era lunga quasi sei minuti, molto più di qualunque altra cosa che le stazioni radio potessero pensare di trasmettere. John continua dicendo «Ci abbiamo pensato, anche per l’Inghilterra [si riferisce al fatto che tagliare le canzoni sui singoli era già prassi della Elektra Records nei mercati da loro gestiti, ndt] , forse a editarla, ma l’abbiamo ascoltata più e più volte e non c'era modo di cambiarla. Abbiamo provato un paio di idee, ma comunque la si modificava si andava sempre a perdere una parte del senso della canzone, così l’abbiamo dovuta lasciare tutta».
Deacon stesso ha tentato di appore una modifica, come confermato da Brian May in The Story Of Bohemian Rhapsody, eliminando dalla sezione "l’opera" e la sezione heavy con "l’headbanging", lasciando solo le parti di ballata. Alla fine la modifica è stata accantonata, ma non prima che la band avesse discusso la questione. Nel frattempo, a loro insaputa, il loro nuovo manager, John Reid (che, insieme con l'avvocato [e più tardi manager] Jim Beach, ottenne l’annullamento del precedente contratto dei Queen con la Trident), aveva autorizzato la stampa della versione integrale inedita della canzone, fiducioso che la band avrebbe raggiunto la decisione che l'unico modo in cui il pubblico avrebbe sentito la canzone era così come si presentava fin dalla registrazione originale. Reid aveva fatto sentire la canzone a dei colleghi, tra cui Elton John, e tutti espressero la propria incredulità rispetto al fatto che dovesse essere il nuovo singolo dei Queen.
Uno dei primi sostenitori del brano è stato il DJ Kenny Everett, che ha mandato la canzone più volte nel suo programma radiofonico durante un fine settimana, ed era addirittura prima della sua uscita ufficiale (e notoriamente contro le indicazioni da parte della band di non farla sentire). La cosa però funzionò, e al momento della pubblicazione del singolo il 31 ottobre 1975 ha iniziato a vendere scalando la classifica. I Queen erano insabbiati fino al collo per le finiture in studio dell’album A Night At The Opera, il cui titolo viene scelto dalla band guardando il film dei fratelli Marx dallo stesso nome, e si resero conto che di adattava alla perfezione al tema che loro stavano seguendo per le sessioni di registrazione dell'album.
Nel mese di novembre il disco è stato completato, ma incombeva un tour e non c'era praticamente nessun modo per rilassarsi. Le prove del tour iniziano subito all’Elstree Studios, Herfordshire, e durano tre giorni e mezzo. Con il loro impianto di illuminazione al completo e gli effetti creati in studio da provare, e sapendo che non potevano partecipare al programma Top Of The Pops della BBC per promuovere Bohemian Rhapsody durante il tour, venne deciso di girare un video promozionale per la canzone, in modo da colmare la lacuna. Fu così che i Queen e l’equipe video, tra cui il regista Bruce Gowers, crearono l'ormai famoso video promozionale della canzone. È stato girato in modo rapido ed economico, e subito dopo averlo messo su nastro, la band salì sul tour-bus diretto a Liverpool per il concerto del giorno successivo. Pochi giorni dopo a Cardiff, poterono guardare il primo montaggio del video, prima che questo venisse diffuso in giro per il mondo.
Il video contribuisce a portare il singolo al numero 1 delle classifiche prima della fine del 1975. La canzone l’avrebbe rifatto di nuovo [con la pubblicazione del…, ndt] nel 1991, dopo la morte di Freddie Mercury, quando è stata abbinata come un doppio lato-A con These Are The Days Of Our Lives. Tornando al Natale del 1975, i Queen erano più grandi di quanto non lo fossero mai stati, e il 24 dicembre dello stesso anno, alla vigilia di Natale, la band ha fatto un concerto all'Hammersmith Odeon di Londra, per il programma The Old Grey Whistle Test della BBC. Questo concerto viene commercializzato dai Queen il 20 novembre 2015, ricorrenza del suo 40° anniversario.
I fan continuano a discutere sul significato della canzone e le intenzioni di Freddie nelle parole. In quella stessa intervista del 1984 riportata in precedenza, Freddie afferma esplicitamente che anche se la gente ancora gli fa domande a questo proposito, lui stesso non ha la risposta. Sono circolate voci secondo le quali Roger Taylor conoscerebbe il segreto della canzone, e Brian May ha detto che non lo sa e che comunque, anche sapendolo, non l’avrebbe detto (in The Story Of Bohemian Rhapsody). Tutto ciò che Roger afferma (nello stesso documentario) è che il significato non è un mistero così grande, e che dovrebbe essere abbastanza ovvio. Con queste ipotesi che persistono anche dopo 40 anni, Bohemian Rhapsody continua a fare presa sugli ascoltatori e a far sognare.
Patrick Lemieux è un artista e scrittore Canadese, collaboratore di QueenOnline.com e co-autore del libro The Queen Chronology