Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Imperial College, il luogo in cui Brian May è entrato in contatto con il batterista Roger Taylor e lo studente d'arte Freddie Mercury, che ─ con l'aggiunta di John Deacon ─ hanno costituito la formazione dei Queen rimasta invariata durante 20 anni di carriera.
Ha esordito con una band nel 1963 e ha spianato la strada per una nuova corrente artistica che ha reso la musica rock in una forma d'arte unica e completamente nuova. Il modo innovativo di suonare la chitarra da parte di Brian è diventato un marchio di fabbrica nelle canzoni dei Queen e ha influenzato una generazione di chitarristi. Il quarto LP della band, A Night At The Opera, conteneva la canzone per eccellenza dei Queen, Bohemian Rhapsody, e li ha trasformati in un gruppo di fama mondiale. I Queen hanno anche suonato per alcune delle più vaste platee di tutto il mondo e sono l'unica rock band oltre ai Beatles ad avere scritto con tutti e quattro i membri delle canzoni di successo che hanno raggiunto il primo posto nelle classifiche.
Il 24 novembre 1991 muore Freddie Mercury, un giorno dopo aver annunciato di avere l'AIDS. Brian e gli altri membri dei Queen hanno organizzato un concerto-tributo in suo onore, i cui proventi hanno contribuito a combattere l'AIDS. Oltre a ricoprire il ruolo di direttore musicale per una serie di concerti di cinque giorni nel 1991, caratterizzata dalla presenza di alcuni dei più grandi chitarristi rock, Brian ha trascorso gli ultimi cinque anni a lavoro al suo primo album solista, Back To The Light, che uscirà nel mese di febbraio su etichetta Hollywood Records.
Ancora una volta grazie per essere venuti. Mettetevi comodi e godetevi una delle figure più leggendarie del rock: Brian May. Diamo il benvenuto uno dei più grandi chitarristi del rock: Brian May.
Grazie. Grazie mille. Va bene, grazie a Robert John per questa calorosa introduzione... e spero di sopravvivere a questa cosa.
Grazie per avermi invitato qui. È per me un grande privilegio e penso che sarà un piacere... Ve lo dirò dopo [ride, ndt]
Felice Halloween ! È una cosa divertente.
Sì ! Ero un po' in trepidazione a venire qui perché ho pensato che fosse passato troppo tempo da quando sono stato in giro a fare questo genere di cose per l'ultima volta e ho pensato che forse il rock' n 'roll sia cambiato. Capite cosa intendo dire...? Ma quando sono entrato da quella porta poco fa, c'era una signora a piedi con la sua T-shirt promozionale preferita sulla quale c'era scritto "Total F**king D**kheads", quindi so di essere nel posto giusto. Va bene. Le cose non sono cambiate più di tanto. [Ride, ndt] Strano, sì...
Prima di tutto non pensavo che sarei stato in grado di parlarvi per molto tempo, perché ho pensato che ovviamente saprete bene quello che state facendo. Voi ragazzi siete davvero già professionisti del settore. Cosa posso dire...? E poi ho sfogliato questa grande cosa qui e mi sono reso conto che in realtà viviamo in mondi molto diversi e, sapete.. il mondo è ancora un posto grande a dispetto di tutta questa meravigliosa comunicazione, e Londra è ancora lontanissima da New York; e il fatto che la cittadina in cui sono nato, Feltham nel Middlesex, sia un milione di miglia ancora più lontana da qualsiasi piccola città degli Stati Uniti, sapete... credo sia una cosa buona. C'è ancora l'individualità e così sono giunto alla conclusione che in realtà ho un punto di vista molto diverso da voi ragazzi riguardo il business. Quello che dico può essere grezzo in qualche modo, ma almeno avrete un punto di vista diverso. Per cui, anche se avevo intenzione di tagliare corto, poi la mia mente ha iniziato a mettersi in moto e ho pensato che avrei potuto parlare per secoli.
Ma quello che ho intenzione di fare è di parlare per qualche minuto e poi lasciare la discussione aperta che mi piacerebbe davvero instaurare con voi, perché io sono qui sia per imparare che per dire la mia, e mi piacerebbe molto a scambiare qualche idea con voi ragazzi.
Mi è stato dato anche un po' di spazio per disegnare delle immagini. Sono davvero contento di questo. Questo va molto bene. Su richiesta speciale...
Bene. Dove siamo?
Già, il mio tema... Se di tema si tratta, è fondamentalmente "Cos'è tutto questo? Perché siamo qui?"
Sappiamo tutti quello che facciamo. Stiamo iniziando a capire il senso del nostro lavoro, ma a cosa serve. Perché stiamo facendo tutto questo? Ne vale la pena? E se è così e vale la pena, perché lo vendiamo e non lo regaliamo? Capite il senso di questo genere di domande. Vorrei che ci facessimo un sacco di domande, non necessariamente per darci delle risposte.
Torno al disegno di prima, OK?
Ora, in questi giorni ci sono le università per diventare Rock Star. Quando ero piccolo io si vede che non ce n'era bisogno. Ci siamo dovuti crescere da soli per farcela, quindi sono sicuro che ci siano università per l'apprendimento del Business Record. Sono certo di vederlo in modo molto ingenuo, ma spero che mi perdoniate, OK? Questo è solo il modo in cui la vedo io. Ho pensato di basare la mia discussione sul mio tipo di riferimento grezzo nel Business Record, quindi ecco qui, OK.
Mi date un altro microfono! Benissimo!!
Riuscite a sentirmi? Ci riuscite? Aspettate un minuto... No? Questo è acceso? Sì, meraviglioso... la "Tecnologia".
Bene, quindi ecco com'è che va. Si prende un foglietto di carta e scrivete tutto.
Mi sa che tutto inizia nella nostra mente, con il germe di un'idea, e a mio avviso queste sono le cose più preziose. Questo è il punto di partenza. Sapete, si può fare tutto ciò che si vuole. Si può essere molto tecnici, ecc., ma se non si dispone di quel tipo di idea, si può buttare giù una piccola parte di una melodia o di una piccola parte di testo... o qualsiasi altra cosa... Se non ce l'avete, allora vi manca il punto di partenza.
Quindi, si dice che questo è quello che fa un cantautore. È tutto qui - e questo è il germe di un'idea, giusto!? Ora il passo successivo ...
Mi sentite bene? Va bene...
Il passo successivo è andare in studio di registrazione e interagire con altre persone, altri musicisti. Quando questa cosa diventa una canzone, sta per diventare anche un disco.
Per cui ho messo qui lo studio e questa è l'interazione [mostra il suo schema, ndt].
Dunque, ciò che avviene qui è un processo di selezione. Qualcuno, sia l'artista o altri al di fuori, in modo graduale ─ io adoro questa fase ─ decide ciò che è utile e ciò che non lo è. Si tratta di una raccolta e di un processo di selezione e questo è il momento in cui si fanno le prime scelte. Ecco, questo è il punto di cui vi sto parlando. In sostanza, a questo stadio in genere si ha un album con delle canzoni, che di solito è il formato classico di una pubblicazione.
La fase successiva è la casa discografica. Perdonatemi se sto facendo disegni troppo grandi. Ho rovinato tutto... Comunque, ecco la casa discografica, giusto? [ridono, ndt] Io vedo la casa discografica sostanzialmente come due parti: c'è una metà di essa che interagisce in questo modo con gli artisti e, in alcuni casi cercheranno di influenzare l'arte, ma non necessariamente; e c'è l'altra metà che interagisce con nell'altra direzione. Quindi, qui si ha un'interazione con le radio... Qui. [si rumoreggia, ndt]
E la radio interagisce direttamente con l'ascoltatore - che è qui, con i suoi auricolari o qualsiasi altro sistema. Questo è... il papà di Bart Simpson, OK?! [lunghe risate, ndt] Già! [si schiarisce la voce, ndt]
Si tratta di una semplificazione eccessiva, ma per il momento vi chiedo di perdonarmi. ...E poi la casa discografica interagisce anche con i negozi. Proprio qui, in modo che i punti vendita e i negozi interagiscano direttamente con la persona che acquista il disco.
Quindi il tizio si trova qui. Sto mettendo il simbolo del dollaro su di lui, perché questo è il ragazzo che per davvero ci mette il denaro e che è essenzialmente ─ credo che tutti lo possiamo capire ─ lo stesso altro ragazzo che vediamo qui. Bene. L'ascoltatore è lo stesso acquirente. E fin qui direi che ci siamo capiti.
C'è una persona che mi sono perso, e questo è il Manager. Si trova qui. Lui è il unico neo di tutto [risate, ndt] e influenza in modo sostanziale l'intera faccenda, ma soprattutto ha influenza l'interazione tra l'artista qui e la casa discografica e queste parti qui. Il Manager influenza il modo in cui le altre parti interagiscono. Bene, quindi questo è ciò che io chiamo "il Meccanismo".
Si tratta di un tipo di meccanismo che si è evoluto nel corso degli ultimi 40 anni, suppongo. In origine, quando le persone facevano musica, come è noto, c'era il Troubadour, uno che se ne andava in giro a suonare le proprie cose per chiunque l'avesse voluto ascoltare. Quindi, questo meccanismo è un mezzo per portare la musica ad un pubblico più ampio, e credo che sia cominciato con Thomas Eddison o giù di lì. Quindi ragazzi, direi che voi sappiate molto meglio di me come funziona questo sistema. Ma ancora una volta mi interessa perché, davvero, sono interessato alle scelte che tutte queste persone fanno in questi ambienti e la motivazione che essi hanno, e anche capire qual è il loro obiettivo finale. Dove ci porta tutto questo? Mi piacerebbe che ci pensaste realmente.
Tutte le persone coinvolte in questa catena hanno un ruolo. Si mettono in gioco per guadagnare qualcosa, altrimenti non ne farebbero parte, sia che si tratti di denaro, sia per il potere, e forse per il sesso, potrebbe essere divertente! O qualsiasi altra cosa, ma io fondamentalmente credo che tutti quelli che ne fanno parte lo facciano perchè provano una qualche emozione dalla musica, perchè ─ credetemi ─ c'è altro modo per ottenere tutte quelle altre cose di cui parlavamo. [fa una pausa, ndt]
E il tizio più importante, naturalmente, è il ragazzo alla fine della catena, perché determina il modo in cui tutti gli altri operano, come sappiamo, soprattutto perché tutti loro hanno iniziato come quello alla fine. Siamo tutti in questo business penserei perché a un certo punto nel lontano passato eravamo seduti lì e qualcosa ci bit. Direi che tutti abbiamo sentito un brano musicale e pensato "Ah, ecco cosa voglio diventare!"
E molti di noi, come sappiamo, si sono fatti coinvolgere da questo business al punto da non volerlo abbandonare mai più, cosa che credo possa essere positiva.
Quindi, il punto principale per tutte queste persone è la comprensione del ragazzo che sta all'ascolto. Il ragazzo che paga i suoi soldi e, auspicabilmente, ottiene ciò che desidera.
Ha senso quello che ho detto fino ad ora? [ride, ndt] Va bene.
[schiarisce la voce, ndt] Dove sono? Ah, sì.
Io ci sono dentro a tutto questo. Intendo dire che mi sono fatto coinvolgere in età molto precoce e lo trovo ancora emozionante. Sono ancora innamorato della musica, tanto quanto lo sia stato in passato, e questo è il motivo per cui sono ancora qui in piedi. A volte è l'unica cosa che può mantenere in vita una persona, perchè la vita in seguito diventa straba... fatevelo dire. [ride, ndt]
Tutto questo mi conduce al punto "Cosa c'entro io"?
Beh, vi racconto una breve storia. Probabilmente saprete qualcosa su chi sono, ma ho fatto un lungo viaggio in questa direzione. Sono coinvolto in tutto questo sistema da 20 anni o giù di lì e ora sono in procinto di fare un nuovo salto in una specialità diversa, perché ho fatto un album solista. E voglio di nuovo servirmi di questo sistema. Voglio che il mio disco venga ascoltato. Così, ancora una volta, è per questo che sono qui. Gente, è per questo che voglio interagire con voi.
Ho iniziato nei Queen, quelli che avete visto poco fa nel video. Hanno avuto un immenso successo, ma ovviamente in principio erano qualcosa di molto molto piccolo. Eravamo solo delle semplici persone senza nessun contatto, ma con una convinzione e un insieme di idee, ed è stata una strada molto lunga.
Sono nato negli anni '40, che ancora una volta. Questo, una volta in più, mi rende diverso da voi... [risate, ndt]. Sono nato nel '47 e il genere di cose che ascoltavo mentre crescevo erano rappresentate da Johnnie Ray e tutto il genere di cose che suonavano le grandi band, tutto. E' stato molto... mmmm... eeeeh... [tira un sospiro, ndt] ...direi sicuramente molto retrospettivo. La mia infanzia è stata anche influenzata da molta musica classica, musica leggera classica e canzoni per bambini. Tutte cose che hanno in qualche modo giocato un ruolo in quello che abbiamo fatto. Io, Roger, Freddie e John, come è noto, siamo stati tutti esposti a quel genere di miscuglio, ed è diventato inconsapevolmente una parte di ciò che facciamo.
Ma quello che avveniva negli anni '50 era qualcosa di così incredibilmente diverso, che è difficile a questo punto dipingerne un quadro, perchè c'erano persone che improvvisamente ─ ed il primo di loro che ho ascoltato era Buddy Holly ─ invece di cantare sorta di "Moons & Junes" (cose su cui andare sicuri), in realtà parlavano del proprio dolore, e improvvisamente ci fu una sensazione molto diversa. C'era una realtà per quello che sentivo alla radio. E' stato l'inizio del Rock'n'Roll e mi ritengo molto fortunato ad esserci stato in quel periodo. Ero un bambino, e volevo ascoltare Radio Lussemburgo nelle mie cuffie sotto le coperte, sapete, fingendo di dormire. E tutto questo era come 'Magia' che si propagava nell'aria. Non potevo credere a tutta quella intensità e mi sono fatto una vaga idea che le persone stessero parlando della realtà che vivevano in prima persona, delle proprie emozioni. E ogni minimo dubbio che potessi avere mi è stato spazzato via dal suono e dal fatto che proprio "urlavano" quello che pensavano. Tutto questo era una novità. Nessuno lo aveva mai fatto prima. Sapete, tutta la musica precedente a quella era fatta da persone che avevano ricevuto idee ben formulate. C'era gente chiamata "cantautori", che ha prodotto qualcosa di limpido, ed era nei film, come Frank Sinatra. Non avrei mai abbandonato tutto questo. Ciò che è successo negli anni '50 era una completa rivoluzione, ed è stato l'inizio del Rock'n'Roll, quello che mi ha conquistato e ciò che ancora ho dentro.
Ho ascoltato tutti questi chitarristi sui dischi degli Everly Brothers e di Elvis, ecc. E poi in Inghilterra c'era un gruppo chiamato The Shadows. Appena li ho sentiti mi sono completamente perduto nella loro musica.
Avrei dovuto essere, o meglio, sono stato formato per essere uno scienziato ed era davvero intenzione della mia famiglia che avessi trovato "un lavoro vero e proprio". A loro modo di vedere, essere un musicista non era un buon lavoro. In Inghilterra ancora oggi è così e, può sembrare strano perchè penso che qui sia diverso, ma per lungo tempo ho perseguito lo scopo di diventare un astronomo, ecc. Ho preso una laurea in fisica, ma c'era sempre questa cosa che mi reclamava, quasi in modo fastidioso, e ho sempre saputo che ad un certo punto avrei dovuto impegnarmici.
Quindi, per farla breve, nel periodo in cui sono andato al college ho incontrato prima Roger tramite un annuncio su una bacheca. Abbiamo incontrato Freddie per il tramite di amici e John attraverso un amico di un amico, e ci siamo sentiti di essere qualcuno.
Era come essere su un livello completamente diverso. Sapete, un conto è essere nella situazione in cui si pensa "Oddio, non potrò mai fare le stesse cose che fanno quelli là...", mentre altra cosa è sentirsi sì piccolissimi, ma pensando "Bene, allora da dove iniziamo? Cosa dobbiamo fare per arrivare a quel punto? Come si registra un disco? Come si 'fa' un disco? Come si fa ad andare in tour?, sapete, perchè a quel tempo era un po' come l'enigma se fosse nato prima l'uovo o la gallina. Credo che sia ancora così: se non si dispone di un disco nessuno ti prenota per suonare dal vivo, ma se non ti vedono dal vivo nessuno ti fa fare un disco... Quindi ce ne stavamo lì seduti. "Che facciamo?". È stato difficile. La soluzione che avevamo era quella di essere pronti quando l'occasione si sarebbe presentata.
Quindi ci siamo attivati, come sapete. Andavamo a vedere i The Who, e nei miei ricordi è uno degli eventi che mi ha influenzato di più. I The Who erano completamente anarchici. Sembra strano a rivederli oggi, perchè a posteriori non sembra che lo fossero tanto, ma erano del tutto irrispettosi verso tutto ciò che era successo in precedenza. Sapete, arrivavano con un paio di ore di ritardo e tiravano giù il locale. Erano devastanti per l'intensità di quello che facevano. Era incredibile.
Jimi Hendrix... Come sapete, suonavo già quando ho visto Jimi Hendrix e pensavo anche di essere abbastanza bravo. Avevo suonato alcune cose alla Clapton. Poi ho visto questo ragazzo, e mi sono sentito di lasciar perdere, oppure di mettermi a fare molta pratica. Quindi, ciò che voglio dire, Hendrix lasciava tutti a testa in giù e in quel momento c'erano i Led Zeppelin, che abbiamo anche apprezzato. Ci sentivamo frustrati perché quello era il genere di cose che volevamo fare. Nelle nostre teste sentivamo già quello che avremmo voluto fare. Volevamo esprimere le nostre emozioni, la nostra rabbia, ma in un modo nuovo. Volevamo infrangere delle barriere. Stavamo già pensando di aggiungere degli elementi di melodia e armonia, cosa che non era normalmente associata a quella nuova tendenza chiamata "musica rock", fondendola in qualcosa di diverso.
In altre parole, volevamo trovare nuove strade e nuovi spazi, che credo sia ancora la chiave di quello che succede in questo business.
Attorno al 1970 siamo entrati in questo calderone, ed era tale già allora. Era nuovo per noi, e veramente lo era per tutti. Si stava ancora amalgamando. Abbiamo firmato un contratto con la Elektra Records e un giovanotto chiamato David Geffin è venuto lavorare per noi appena dopo. Le sue prime parole che ci disse furono: "Beh, ragazzi, non ho idea di cosa stiate facendo, ma sembra gli Eagles, Joni Mitchell e quant'altro. Non ho idea di quello che fate, ma lavorerò per voi nel miglior modo possibile". In realtà fu un approccio abbastanza onesto, e in effetti è quello che ha fatto.
Negli anni '70 abbiamo lavorato in questo sistema. Abbiamo interagito con esso. Abbiamo cercato di piegare le regole. Abbiamo cercato di fare sempre a modo nostro e ho la sensazione che a quel tempo fosse un po' più facile forse, perché le cose erano meno formali. Sapete, per esempio la gente diceva che non di poteva fare uscire un singolo da 6 minuti, Bohemian Rhapsody. Dissero: "Dovete modificarlo" e gli abbiamo detto "No, no, no, no. Lo vogliamo così, oppure niente". Ci sono state molte decisioni prese come quella, nelle quali abbiamo preso dei rischi e nel complesso siamo stati molto fortunati. Non so se oggi saremmo così fortunati.
Più in avanti mi piacerebbe davvero parlare di questo tema.
[PARTE 2 PRESTO IN ARRIVO]