«Freddie avrebbe odiato invecchiare» Roger intervistato dalla rivista Clarin prima del debutto dei Queen+ Adam Lambert in Argentina, al GEBA di Buenos Aires. Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana |
«Ero a pranzo con Taylor Hawkins dei Foo Fighter, un amico; quasi un fratello».
Hawkins avrà imparato di sicuro qualcosa da voi...
Non lo so. Di sicuro ci ha visti suonare quando era molto giovane... e noi lo eravamo meno.
A 66 anni, il batterista dei Queen, in occasione del concerto al Geba (Gimnasia y Esgrima de Buenos Aires) si ritroverà per la terza volta insieme al pubblico argentino. Il tema del tempo che passa è un argomento ricorrente dell'intervista.
Quando si avvia un percorso, non si può mai sapere per quanto durerà... Nel 1971 non avremmo mai potuto pensare che avremmo fatto ancora la stessa cosa a 40 anni di distanza, così come non avremmo potuto immaginare di fare (per 18 mesi) questo fantastico tour con Adam Lambert... e constatare che la gente ha ancora voglia di ascoltare la nostra musica.
Questo ci rende molto felici ed orgogliosi di quello che abbiamo fatto e che stiamo ancora facendo, e ci spinge a suonare finchè riusciremo.
[Chiede Taylor: ]
Perché dovrei…. smettere? Un pittore non smette di dipingere quando invecchia! Perché dovrebbe farlo un musicista?!
In ogni caso il punto è che Brian May e Roger Taylor stanno proseguendo una storia iniziata quando insieme a Freddie Mercury e successivamente con John Deacon fondarono quella che sarebbe diventata una delle più grandi band della storia del rock.
Esistono dei punti in comune tra Adam e Freddie?
Sicuramente. Adam ha un grande senso dell’umorismo e non si prende troppo sul serio, tranne quando fa musica, proprio come Freddie.
Inoltre è uno dei migliori cantanti che abbia mai sentito, interpreta benissimo le nostre canzoni e inoltre siamo diventati molto amici. Ha portato una ventata di gioventù in me e Brian.
Considerando la sua teatralità e istrionicità, non temete che Lambert possa diventare un clone di Freddie Mercury?
No, perché Adam non ha mai cercato di imitare Freddie; ha un proprio stile. È qualcosa che abbiamo notato fin dall'inizio della nostra collaborazione, nel 2009, e da allora va sempre meglio.
Venti giorni fa Freddie Mercury avrebbe compiuto 69 anni, e tante persone sulla rete e in ogni dove lo hanno ricordato. Che effetto ti fa questa devozione a quasi 25 dalla sua morte?
È incredibile. In un certo senso, quando qualcuno muore prematuramente, il pubblico conserva per sè l'immagine della sua giovinezza.
Da parte mia, sono sicuro che non avrebbe mai voluto arrivare a 69 anni. Freddie avrebbe odiato invecchiare.
E tu?
A volte fatico a ricordare la mia età, perché non riesco a capacitarmene. Sto benissimo.
Provi nostalgia del periodo in cui eravate sulla vetta del mondo?
No. ogni cosa ha un suo ciclo vitale. Non so oggi possa considerarsi sulla vetta del mondo. Forse i Foo Fighters. Non lo so. Sono amici miei e vedo in loro lo stesso atteggiamento che avevamo noi. Non credo che le cose siano cambiate molto, al di là di qualche nuovo stile musicale. Ma la buona musica avrà sempre il dovuto spazio.
Hai dovuto pagare un prezzo elevato per raggiungere quei livelli?
A quel tempo era difficile condurre una vita normale. La cosa più dura era stare lontano da casa, dalle persone che ami e che ti amano.
Allo stesso tempo tutti pensano che sia qualcosa di meraviglioso, ma che ad un certo punto potrebbe darti alla testa. Oggi siamo più maturi e con i piedi bene ancorati per terra, ma ovviamente all’epoca ci fu un prezzo da pagare. C'era un prezzo... eravamo più giovani. Freddie aveva una vita sociale molto intensa. In ogni caso, la vita è stata davvero generosa con noi. Non possiamo lamentarci.
Qual è stata la formula che vi ha permesso di stare insieme così tanto tempo?
Eravamo un vero gruppo. Questo ci ha aiutato molto, soprattutto nei momenti più difficili. Quando Freddie stava morendo ci isolammo dal mondo, unendoci ancora di più. Riguardando a quei tempi andati penso che abbiamo avuto una carriera fantastica.
Come si potrebbe definire Brian May: un amico, un fratello, un collega?
Tutto quello che hai detto. Siamo come due fratelli. A volte penso che sia pazzo, ma alla fine siamo come fratelli di madri diverse.
È cambiato il vostro modo di fare musica?
No, Sono molto orgoglioso della nostra storia e del nostro percorso musicale. Sono orgoglioso delle canzoni che abbiamo composto e del fatto che dopo tanti anni la gente la ricordi ancora... e di essere ancora sul palco a fare questo mestiere insieme a mio fratello.
Hai parlato di nuove canzoni. Pensi che ci siano già brani a sufficienza nel repertorio dei Queen o nel tuo da solista?
Questa è una bella domanda! Non è facile capirlo ed alla fine il troppo stroppia. Ad un certo punto mi piacerebbe scrivere insieme a Brian canzoni per Adam, ma dubito che in futuro ci sarà musica nuova dei Queen. Abbiamo già fatto molto.
L’Argentina per voi ha un significato speciale...
L’Argentina ha un significato speciale per noi. Non dimenticheremo mai la nostra prima visita qui nel 1981. Fu un tour "alla cieca". Non sapevamo cosa aspettarci, era qualcosa di nuovo. C’è stato un pubblico favoloso che conosceva i testi delle nostre canzoni in un paese dove la lingua era molto diversa. È stato davvero fantastico.
Una delle immagini di quel tour, con la band scortata dalla polizia armata sui mezzi blindati all’uscita dallo stadio del Velez ha fatto bella mostra di sé al Dominion Theatre, dove è andato in scena il musical We Will Rock You.
La situazione politica in quel momento era molto delicata e credo anche che allora pochissimi in Europa compresero la portata del nostro tour. E la risposta fu straordinaria. Sono bei ricordi ...Ed poi c'era il calore del pubblico, che la nostra seconda visita nel 2008 non ha fatto altro che confermare.