Prima che i Queen+ Adam Lambert salissero sul palco dell'Izod Center, nel New Jersey, Eddie Trunk ha avuto il privilegio di intervistare a caldo Brian May in esclusiva nel backstage. Brian parla del tour in corso, dei suoi chitarristi preferiti e dell'influenza dei Queen nel metal; e aggiunge che hanno scelto Adam Lambert per rendere omaggio alla memoria di Freddie Mercury. Trascrizione di Jen Tunney su www.brianmay.com Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Questo sulla destra è il podcast dell'intervista. | |
Sono Eddie Trunk e mi ha raggiunto il Dr. Brian May. È bello vederti, Brian.
BRIAN MAY
Grazie Eddie.
─ Ah, grazie per avermi dedicato del tempo. Per cominciare, come sta andando con Adam Lambert? Ha superato le vostre aspettative?
Si, posso tranquillamente dire che sta superando ogni aspettativa. Incredibile. Non posso credere a quello che stiamo facendo, davvero. È grandissimo e pieno di gioia. Semplicemente molta gioia, divertimento e, sai, è davvero molto simile ai vecchi tempi e so che Freddie amerebbe tutto questo. Vorrei soltanto che fosse qui con noi a goderselo. Adam non è in nessun modo uno che copia Freddie, ma credo che nella sua personalità Adam abbia degli approcci molto simili a quelli di Freddie. Non ha bisogno di apparire divertente. Non deve cercare di essere camp o altro. Apparentemente, non ha bisogno di far sembrare che abbia una voce straordinaria, e intendo dire che la sua è una voce oltre ogni aspettativa. Non credo che la gente… beh, sai, qualcuno se n’è accorto… ma non credo che tutto il mondo abbia compreso quanto Adam sia già uno strabiliante cantante e non sto esagerando. Lo direi anche se non fossimo in tour.
Quello che ha è un’incredibile strumento e si impegna a ad utilizzarlo e a svilupparlo, proprio come faceva Freddie. Lui capisce il suo potenziale e si dedica completamente ad esso in un modo molto piacevole. È bello stargli intorno, perché è divertente, lui l’adora e non c’è finzione. Per noi è straordinario e penso che ci renda nuovamente giovani, sai, a me e a Roger. Abbiamo visto passare gli anni. Abbiamo dedicato noi stessi a questo e io e Roger stiamo suonando meglio di quanto non avessimo mai fatto, e fortunatamente riusciamo ancora a farlo. I nostri corpi riescono ancora a gestire questo genere di energia.
È uno spettacolo altamente energico. Non so se lo hai già potuto vedere, ma…
─ No, aspetto di vederlo stasera.
Si, dura circa 2 ore e 20 minuti, ma è altamente energico e molto colorato, un range di emozioni, un range di stili, e si, moltissimo come ai vecchi tempi.
Ti racconto una strana storia. Mi sono incontrato con il mio vecchio addetto alla sicurezza un paio di settimane fa. Lui ha lavorato con noi per qualche anno e ci ha sempre seguiti da allora. Sai, lui ha un lavoro, fa altre cose, e ha detto «Ah Brian, Ho visto un sacco degli spettacoli che avete fatto. Ho seguito ogni cosa che avete fatto dal 1986», e poi ha detto «stanotte ho visto i Queen». Io ho detto «Wow». Era piuttosto commosso e gioioso, e io ho pensato, si hai ragione quando dici di aver visto i Queen, perché qui c’è ancora tutto lo spirito di Freddie e John, devo dire, e in più noi siamo ancora qui e, in qualche modo, organicamente abbiamo trovato questo ragazzo chiamato Adam Lambert che si mette all’opera. Lui è come… sai, come se lo mettessimo nel ruolo e non ci fosse bisogno di chiedergli altro, non c’è bisogno di pianificare le cose. È proprio il giusto genere di persona. È strabiliante.
─ Hai detto che tu e Roger suonate meglio di quanto non abbiate mai fatto, ed è una bella affermazione considerando la storia di questa band. Pensi che Adam giochi un ruolo in questo? Voglio dire, ho parlato di recente con i Judas Priest, i quali hanno un nuovo chitarrista giovanissimo e ne parlano come di uno che ha iniettato una nuova vita. Stavano per ritirarsi e ora hanno questa nuova, giovane e fresca linfa che li ha rinvigoriti.
Si.
─ Senti che per voi c'è stato lo stesso impatto?
Si, assolutamente. Penso che si sia svegliato giusto in tempo. (ride) Appena in tempo.
─ Quindi, questo mi spinge a fare un’altra domanda: dove pensi che vi porterà? Intendo, volete registrare un disco? Prevedete di fare un tour più lungo? Come tu stesso hai detto, con Roger suonate ancora benissimo, ma ovviamente il tempo non aspetta nessuno, quindi vedete la fine di questa cosa o vi piace così tanto da voler continuare?
Sai, viviamo alla giornata, come abbiamo sempre fatto, quindi non lo so. Ora c’è una grande richiesta per fare più spettacoli. Stiamo ricevendo un sacco di chiamate da tutto il mondo, in cui ci dicono «Sentiamo che questo sia incredibile, è straordinario e vogliamo questo spettacolo», quindi c’è una buona possibilità che faremo altri spettacoli. E, oltre a questo, io penso che vedremo quello che succede, ma è una bella cosa. Sai, mi sento così fortunato a fare tutto questo.
Non pensavo che potesse succedere di nuovo.
Quando Freddie se ne andò, pensai «Nooo, è tutto. L’abbiamo fatto. È stata una vita grandiosa. Ora è il momento di fare qualcosa di diverso» e per anni non abbiamo cercato di essere Queen in nessun modo e, sai, ricordo che guardavo il Forum di Los Angeles il Madison Square Garden pensando cose del tipo «Eh, quelli erano bei tempi»; ritornarci ora dopo tutti questi anni, riempire questi posti e sentire quel frastuono è come una rivendicazione del fatto che dovessimo suonarci ancora. Dovevamo andarci per spingerci oltre di nuovo. È stato bellissimo e penso che abbiamo davvero superato tutto. E si, un giorno moriremo tutti oppure le mie dita smetteranno si muoversi (ridacchia). È un dato di fatto ed è difficile. Ai vecchi tempi riuscivo a fare due ore di spettacolo senza affaticarmi. Ora è dura, è davvero dura, e passo il resto del fottuto giorno a fare massaggi ai piedi, alle gambe, alle ginocchia, ai glutei e a queste dita. Ho un sacco di infiammazioni alle dita, in particolare negli sforzi ripetitivi necessari a strimpellare come fanno tutti i chitarristi. E si combatte con questo. Sai, io combatto contro problemi ai polpastrelli. Sembra che stia davvero bene in questo momento guardando la loro pelle, ma c’è voluto molto tempo per tornare in forma. In qualche modo al tuo corpo piace. È come tenere un regime di esercizio che ti mette sempre più in forma, ma a un certo punto inizia anche a stancare. Anche il corpo inizia a protestare. Sai, le mie dita sono doloranti al mattino quando mi sveglio. Devo fare un sacco di cose per farle muovere correttamente.
Detto questo, poi ci sono oltre due ore sul palco dove diamo il massimo.
─ Bene, hai menzionato due luoghi, due iconici luoghi, il Forum e il Madison Square Garden, in entrambi i quali avete suonato in questo tour; e siete ancora in giro questa estate. Un sacco di band sono in tour. Non tutti se la passano così bene, e un sacco di gruppi si organizzano per suonare coalizzandosi insieme negli stessi luoghi. Voi andate in giro nelle arene, senza nessuno che vi apra gli spettacoli, suonando per due ore, in un posto come l’America, dove anche se i Queen sono certamente iconici e amati, ma penso che tutti siano d’accordo sul fatto che globalmente, al di fuori dell’America, siate perfino più conosciuti e apprezzati. Intendo che sia una cosa ancora più grande ed è davvero sbalorditivo che nel 2014, con questo ragazzo di nome Adam Lambert, voi stiate facendo questo genere di cose.
Ah, ah. È incredibile e nessuno di noi ne aveva la certezza. Ci stiamo davvero divertendo. È una cosa straordinaria e in questi giorni sono ancora più connesso. Sai, io seguo le cose dei social network.
─ Io ti seguo su Twitter.
Davvero?
─ Si.
Mi fa piacere. È bello ricevere i pareri della gente e alcune volte istruire. Quindi è un nuovo mondo e, sai, io mi sento molto fortunato a esserne parte.
─ Fammi fare una domanda. Tu parli di come ti tieni in forma fisicamente. Come si fa con la chitarra? LA CHITARRA. L’iconica chitarra di Brian May. Come fa ad essere in uno stato così buono dopo tutte queste decadi?
È la stessa cosa come per me. (ride) Si fa e basta. Sai, lei ha ancora la potenza e la gloria ed è davvero parte del mio corpo. Si, è la tastiera non è stata mai rifatta.
─ Davvero?!
Intendo che quelli sono i tasti originali di 40 anni fa; più di 40 anni orsono. 50 anni! Si, quindi c’è un pizzico di magia in essa. Si, la chitarra è bellissima. Ne ho alcune copie, su tutte una di Andrew Guyton che uso in “Fat Bottomed Girls”, la quale è accordata in drop D, e ne ho una che suona straordinariamente in acustico per “Crazy Little Thing Called Love”, ma per lo più uso la chitarra originale e va benissimo. Si, ha ancora tutte le qualità che ha sempre avuto. Ha la sua voce, che è la mia voce.
─ Ero produttore di uno degli spettacoli del Rock Honours a cui avete preso parte nel 2006 a Las Vegas con Paul Rodgers e ricordo tutte quelle band che vi suonarono che, se ricordi, Kiss, Judas Priest e Def Leppard e tutti loro trasportavano quei carrelli con attrezzature e chitarre; poi arrivasti tu e avevi solo una custodia con una chitarra… (ride)
Era tutto lì.
─ …e c’era quasi come un’aura intorno ad essa, la chitarra. Quindi è davvero forte che sia ancora qui con te.
Si, la amo.
─ Qual è stato il processo di scelta della set list? Avete un certo catalogo di musica e ora avete Adam che è chiaramente un fan del gruppo e della storia della band; ha dato degli input?
Oh si.
─ Come avete fatto? Voglio dire… c’è un sacco ci musica da cui attingere.
Si. Abbiamo avuto… “ci sono troppi successi”, come direbbe Prince. C’è un numero imbarazzante di successi. Ovviamente non possiamo suonarli tutti, sai, è difficile. E poi non vogliamo suonare soltanto i successi. Si vuole suonare della musica prendendosi degli spazi per creare degli eventi unici, in un certo senso.
Quindi, beh, veramente abbiamo semplicemente fatto una selezione. Eravamo molto influenzati dal fatto che noi tutti avevamo appena ascoltato il concerto al Rainbow del 1974, che come saprai sta per uscire in DVD, e pensammo «Mio Dio, eravamo pesanti, rivisitiamo qualcosa di questo». E penso che un sacco di persone che ci hanno seguiti negli anni ricordino quei primi tempi quando eravamo pesanti. Era molto veloce, furioso, grande e nella visione originale. Quindi in questi giorni, si, in questo tour stiamo suonando “In The Lap Of The Gods… Revisited” e “Stone Cold Crazy”…
─ E anche “Now I’m Here”.
…a una velocità ridicola. Si, si, “Now I’m Here”, un sacco del primo materiale. È bello e sto rivisitando alcuni dei miei assoli che feci in quei giorni. Non è mai lo stesso, ma sono in ordine. È un genere di spettacolo retro-aware, se sai quel che intendo. Non vogliamo restare bloccati nel passato, ma allo stesso tempo facciamo tesoro di quello che abbiamo costruito insieme a Freddie e riportarlo in modo piuttosto differente con un rinnovato vigore è da brivido.
─ Hai menzionato il termine “heavy” quando parlavi dei Queen e della pesantezza della musica e una larga parte dei miei ascoltatori che servo sono fans dell’hard rock e dell’heavy metal che amano i Queen. Siete consapevoli dell’impatto… Dovete essere consapevoli dell’impatto dei Queen e della loro musica nei confronti dei gruppi metal? Ovviamente i Metallica hanno eseguito “Stone Cold Crazy, ma intendo anche gruppi come i Testament, Anthrax, Dream Theatre e oltre ancora. Tutti loro hanno suonato delle cover e hanno parlato di quanto i Queen li abbiano influenzati. Vi sorprende in qualche modo, oppure vi rendete conto della connessione?
Mi scalda il cuore. Sono bravissimi perché io amo tutte quelle cose, amo le cose heavy e uno dei miei più grandi amici è Paul Crook, il quale mi ricorda sempre «Hey, non puoi capire cosa significhi, non puoi capire…». È un grande. Lui è il ragazzo degli Anthrax.
─ Paul è un mio vecchio amico ed è la persona che ci ha messi in contatto qui ora.
È stato lui?
─ Si, conosco Paul da sempre.
Si, è un ragazzo eccezionale. Amo il fatto che la gente si emozioni con noi e che abbiamo ispirato quel che fanno. Non c’è tributo più grande, non c’è un piacere più grande che sapere di aver ispirato delle persone a fare grandi cose. Sono molto felice di questo.
─ Brian, ci sono chitarristi che oggi ascolti, che ti emozioni veramente? Qualcuno…?
Suppongo tutti quelli che mi hanno sempre emozionato, principalmente. Ah… è una domanda difficile, perché amo ascoltarli tutti. Ognuno è differente. Ah… penso sempre tante cose, ma ora mi hai preso di mira, è diffifile. Vedi, ascolto ancora Jeff Beck… a bocca aperta. (ride)
─ È questo che fai?
Sì, suppongo che lo facciamo tutti. Amo ancora il mio Hendrix. Apprezzo tutti i diversi argomenti di ognuno. Sono solo sei corde e c’è molto ancora che ci si può fare. Sai, il mio grande amico Tony Iommi, seguo lui ora, ogni volta che ne ho l’occasione. Mio Dio, quel ragazzo ha delle dita infinite, sai. Lui ha creato l’Heavy Metal.
─ Certamente.
È il padre dell’Heavy Metal.
─ Infatti.
Guardarlo è straordinario e penso… gente… è un grande. Sai che loro stanno facendo un grande tour al momento e sono molto felice di vederli a fare quello che dovrebbero, i Black Sabbath. Sono di grande influenza. Eravamo tutti ragazzi e loro erano quel che erano. Sto pensando ai chitarristi e alle loro cose. Ce ne sono così tanti.
─ Beh, ne hai menzionato alcune grandiose icone… potremmo andare avanti per sempre.
Tantissimi. Joe Bonamassa è incredibile e fa saltare dei battiti al mio cuore.
─ Per te deve essere bello per te pensare a ragazzi come Jeff Beck, come Tony Iommi. Io ho Glen Hughes, che è un mio grande amico e l’ho visto suonare e cantare recentemente. Quel che fanno è mirare alla loro carriera e, anche alla loro età, dimostrano che il rock n’ roll mantiene giovani. Intendo in modo davvero rimarchevole e, ovviamente, metto te ─ che suoni così bene ─ nella stessa categoria. Quindi è di grande ispirazione per me in quanto fan e ti vedrei come musicista al livello di questi ragazzi e di stare in scena in modo così buono.
È grandioso. Penso ogni giorno di essere in dovere di ringraziare Dio per essere ancora in quel corso dal quale pensavo di essermi allontanato, sai?
─ Sì.
Quella è la cosa più grande per me. Poter interagire con i tuoi idoli è il più grande lusso di essere un musicista rock di successo. Quindi occasionalmente mi sono soffermato sul palco con Eric Clapton. Sai, ho lavorato con Eddie Van Halen…
─ Il disco “Star Fleet”. Qualcuno mi ha chiesto su Twitter di domandarti se uscirà mai in CD.
Dovrebbe, si, ma i CD sono defunti, non è così?
─ Non per me. (ride) Non per me. Combatto per farli restare. Sono ancora un ragazzo da CD.
Sì dovrebbe, sì. Dovremmo davvero. Parlavamo con Paul Crook, che è uno strabiliante interprete il quale ha fatto tutte quelle cose con Meat Loaf e ora produce anche. Mi ha fatto sentire davvero modesto (ride), ancora a lavoro. Ci sono grandi band in circolazione. Non abbiamo menzionato Joe Satriani.
─ Ovviamente.
Ah… Steve Vai.
─ Dici che pensavi che non avreste più fatto di nuovo cose del genere e poi avete fatto un album e due tour ben riusciti con Paul Rodgers, ed io ho visto anche la band con Paul Rodgers. Come vedi quella fase della storia post-Freddie dei Queen?
Penso che sia stata molto buona. Anche allora non ce la cercammo. Era un abbinamento naturale e penso che Paul resti un nostro idolo e che sia un incredibile cantante. Penso che quel che è successo sia che ci allargammo per protenderci verso il Blues e le cose che volevamo per accogliere quello che potevamo offrire agli altri e a noi stessi. Penso che abbiamo vissuto dei bellissimi momenti. Ma in quella situazione facemmo tour lunghi e duri. Li facemmo grandi, grandi tour, incluso quello giù in Sud America e, nel momento in cui arrivammo a Rio e a Buenos Aires, fu evidente che… non voglio dire eravamo “tesi”, ma era ovvio che Paul aveva bisogno della propria carriera. Perché avrebbe dovuto abbandonare la sua carriera solo per cantare le canzoni dei Queen? E in qualche modo era chiaro che noi stessimo forzando, forzando e ancora forzando le cose, ma forse era ora di fare semplicemente un passo indietro e tirare di nuovo un bilancio.
E, ancora una volta, non pensammo a nessun altro. Non abbiamo cercato Adam Lambert. Non abbiamo cercato un sostituto di Paul. Abbiamo solo detto «Ok, è tutto, è andata. È stato bellissimo, stringiamoci la mano», sai.
─ Quindi quella sarebbe potuta essere la fine.
Si, non immaginavo che l’avremmo rifatto ancora. E poi all’improvviso spunta questo ragazzo…
─ È stato per il tramite di “American Idol” che avete notato per la prima volta Adam Lambert? Era la prima volta che avevate sentito parlare di lui?
Sì, sì.
─ E l’avete visto… do per scontato che l’abbiate visto cantare “Bohemian Rhapsody”.
Sì, sì. Delle persone mi mandarono un link e lo guardai; pensai “Mmmm”.
─ Stavate, sai, ce ne sono un sacco che hanno trovato nuovi cantanti ─ mi vengono in mente i Journey ─ attraverso Youtube e clip del genere. Eravate attivamente alla ricerca di qualcuno cliccando in giro o erano solo delle persone a dire «Hey, dovete sentire questo»?
Assolutamente no. No, non ero alla ricerca. Ho una vita piena e sono diventato un attivista per gli animali, cosa che mi prende molto del mio tempo e ha una grande priorità nella mia vita: provare a cambiare il mondo in modo che trattiamo in modo decente le altre creature di questo pianeta. Sai, ho molto da fare. Sono tornato sull’astronomia. Sono ancora attivamente nell’astronomia e nell’astrofisica. Curo la fotografia stereoscopica e la sua storia.
─ Ho visto le foto che hai postato da, credo, l’Empire State Building.
Sì, sì, sono molto preso da questo. Ho pubblicato alcuni libri sulla storia della stereo-fotografia. Quindi ho assolutamente bisogno di fare queste cose. Ma poi, all’improvviso, ecco che tutti dicono «Devi suonare con questo ragazzo, lui è perfetto». E infatti lui è perfetto. Lui vi si cimenta con grande gioia di vivere. Lo fa con una incredibile voce che è oltre qualsiasi cosa che potessi immaginare. Non abbiamo spinto, non ci siamo buttati in questo. Lui è uscito e ha fatto delle cose ed era all’inizio della sua carriera, e l’ha fatto bene, ma abbiamo avuto l’opportunità di lavorare assieme, prima di tutto a una cerimonia di premiazione in Irlanda. Abbiamo fatto solo un paio di pezzi. Pensammo a “The Show Must Go On”, “Rock You” e “Champions”, qualcosa del genere, e tutti dissero «Hey Hey… ragazzi, dovreste andare in tour. Dovreste farlo…». Ed eccoci qui, un paio di anni dopo.
─ Ho la netta sensazione che tu debba andare, ma ho due veloci domande finali:
I fans cosa possono aspettarsi che esca? C’è qualcosa di nuovo in uscita al momento? Hai menzionato lo spettacolo al Rainbow del ’74.
Quello è il DVD che uscirà entro la fine di quest’anno. Poi abbiamo quest’album in uscita, Queen Forever, nel quale ci sono una selezione di pezzi che sono un po’ inusuali, presi dagli album in studio, ma anche del materiale che la gente non ha mai sentito prima, come “Love Kills”, che potrai sentire in questo spettacolo e che eseguiamo insieme a Adam. È una rilavorazione. Credo che sia ─ beh, ne sono emozionato, è diversa. Abbiamo riscoperto una canzone registrata a Los Angeles negli anni ’80, chiamata “Let Me In Your Heart Again”, che nessuno ha mai sentito, NESSUNO. (ride) È bellissimo in questi tempi in cui tutto trapela dappertutto, su Youtube e altro. Nessuno l’ha sentita e ho i brividi. Abbiamo messo su le multi-traccia analogiche ed era come se fosse stata registrata ieri, Freddie è esplosivo, io suono la chitarra, Roger suona la batteria, John suona il basso ─ sono i Queen in un bellissimo periodo ─ e ho avuto i brividi nell’aver potuto recuperarla e metterla in un disco. Quindi la sentirai. Ci sono un paio di pezzi con Michael Jackson che, ancora una volta, mi soddisfano. Vedremo come andrà.
─ C’è tantissimo che vorrei chiederti, ma non voglio rubarti al tuo sound check. Ho apprezzato il tempo che mi hai dedicato. È bellissimo vederti e parlo a nome di tutti i fans dei Queen. È grande riaverti in giro a suonare musica e sentire queste bellissime canzoni. Quindi grazie per questo tempo.
Grazie a te.