Personalmente andavo spesso a vedere i gruppi dal vivo, un po' perché mi piace vedere suonare dal vivo e un po' perché producevo una serie per Radio One, "In Concert", quindi dovevo capire se ci sapessero fare e piacere al pubblico.
Ma a volte prendevamo un gruppo in base a una buona registrazione che qualcuno magari ci portava.
Nel caso dei Queen, ricordo di averli sentiti per la prima volta su un nastro portato da Ronnie Beck, che credo lavorasse per la Felton Publishers. C’eravamo io e Bernie Anders. Bernie è l'altro produttore di Radio One. Ronnie sapeva quale musica ci piaceva e pensava che fossero bravi e che quindi li avremmo scelti.
Ci raccontò quanto fossero bravi. Ma all'epoca non suonavano live da nessuna parte e quindi non si poteva andare a vederli.
Ad ogni modo, Bernie gli prenotò una session nel '73 e un paio di mesi dopo li feci andare al programma di Bob Harris.
E tutto partì da lì.
Anche se non avevano fatto molto e non li avevo visti dal vivo, era ovvio che facessero molte prove, perché quando vennero in studio erano già pronti e sapevano quello che volevano fare, e anche come farlo.
Noi trasmettevamo in stereo. I Queen, specialmente per lo stile con cui suona Brian May, erano perfetti per l'effetto stereofonico. Avevano anche una serie di stratagemmi particolari... Ma in fondo erano un gruppo rock davvero capace. L'unica cosa che posso dire è che sapevo fossero molto bravi e pensavo che Freddie avesse del potenziale, anche se all'epoca non era assolutamente quel cantante forte che diventò in seguito.
Basta vedere la sua esibizione al Live Aid, nella quale saltava da una parte all'altra del palco come se fosse il padrone del posto. E in quei pochi minuti lo è stato davvero.
C'era una certa pomposità, ma ascoltando la musica era davvero un buon rock. Quindi, se proprio bisogna definirlo, direi che erano pomp-rock.
Il loro sound era molto complesso, come si capiva già dal primo album e poi anche sul secondo.
Alcune persone erano convinte che avessero usato dei sintetizzatori.
Infatti una volta, anche se non ricordo le parole precise, John Peel disse che non gli piaceva molto il suono del sintetizzatore, perché quelli di allora erano analogici. Ma se proprio bisognava usarli, quello era un buon modo per farlo. Credo che sull'album successivo e forse già su Queen II, non ricordo, scrissero chiaramente "Non sono stati usati sintetizzatori".
Era semplicemente Brian May che faceva sovraincisioni con la sua chitarra.
A queste persone faccio sempre presente che c'erano gruppi come i Queen che avevano un enorme successo, e anche il Reggae. La fine degli anni '70 era l'epoca di Bob Marley e dei Wailers, Peter Tosh e altra gente di questo rango.
Ero in un club con un mio amico forse nell'agosto o nel settembre del 1977, e vennero Brian e Roger con un paio di loro amici. Ci salutammo. Era da molto che non ci vedevamo.
Chiacchierando, Brian disse:
«Ci piacerebbe fare un'altra session per Radio One».
Ero convinto che stesse scherzando, perché la band era già un fenomeno enorme, con grandi successi... Bohemian Rhapsody era stata un grandissimo numero 1, ecc. ecc.
E gli chiesi: «Perché volete andare su Radio One adesso?»
Non ricordo la risposta precisamente, ma disse qualcosa del tipo:
«Tutti pensano al punk in questo momento, e dimenticano che ci sono in giro gruppi come noi. Ci piacerebbe fare una session per John Peel».
Beh, io non ero il produttore di John Peel, ma lo era John Waters. Avevo il mio programma e facevo anche alcune sessioni in studio per John Peel, ma non spettava a me prendere quella decisione.
Quindi lo dissi a John Waters e a John Peel quando lo vidi il mattino seguente e accettarono.
Onestamente credo che fossero eccitati all'idea. Ma quando andai a trovare Waters il giorno dopo disse: «Mi sembra interessante. Non sono sicuro di come la pensi Peel. Ci parlo io».
Parlò con John Peel e lui fu davvero stupito che i Queen a quel punto volessero andare a registrare una session per lui, disse: «Certo! Perché no?!». Quindi la fecero e andò benissimo.
Ma una volta arrivati i Queen, Freddie con la sua personalità magnetica... Se chiedi a chiunque dei presenti quel giorno... e in fondo allo stadio di Wembley c'era mia moglie... La personalità di quell'uomo arrivò in ogni punto.
Pensai che fosse incredibile. Non sapevamo quanto sarebbero stati bravi, ma furono assolutamente fantastici. Credo che abbiano davvero
sconvolto tutti.
Fu un'esibizione trionfale.
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