«Non diventerò una rock star… Diventerò una leggenda»
Disse così Freddie Mercury al suo amico e tastierista Chris Smith nel 1969 mentre bevevano una birra in un pub londinese. Farrokh Bulsara (nome di nascita) non avrebbe però immaginato che sarebbe diventato uno dei più grandi cantanti del XX secolo.
Insieme a Roger Taylor, Brian May e John Deacon ha donato al mondo una delle più grandi band della storia della musica. Era il 1970 e il gruppo si chiamava Queen.
Il quartetto di Londra è odiato e amato, osannato ed ostacolato.
Molto dipende dai gusti musicali delle persone ma non si può negare l’immenso lavoro della band nell’arco di venti anni. Sicuramente Freddie Mercury ha contribuito in maniera fondamentale al suono tipico del gruppo, non mettendo mai però in secondo piano il resto del gruppo. I Queen erano una squadra con quattro forti personalità, tutte alla pari. L’affermazione “Freddie Mercury ed i Queen” è totalmente scorretta. Questa era un’espressione che Freddie non sopportava, in un team si lavora tutti INSIEME. Ironizzando sul lavoro in studio, disse in un’intervista del 1984
«Siamo quattro galli da combattimento!»
Non era esente da difetti, infatti Brian May afferma che «Aveva un animo gentile ed altruista, era molto umile, ma poteva essere pignolo, insofferente e suscettibile… era molto emotivo».
Ciò si evince dalle interviste, soprattutto nelle ultime quando si stancò di fare conferenze stampa.
Roger Taylor, il batterista dei Queen, nel 2005 disse di lui: «Sì, OK, era un grande performer, ma era un musicista ispirato, era una vera gioia lavorare con lui. […] Aveva tantissime idee, ai tempi di Queen II non riusciva a fermarsi!».
Bisogna ascoltare molto attentamente la discografia dei Queen, soprattutto i primi album. Anche se il loro lavoro col multitracking e le sovraincisioni era assolutamente pionieristico, furono fortemente ispirati da tanti artisti come Beatles, Jimi Hendrix, Led Zeppellin, Elvis Presley, Liza Minelli, Aretha Franklin, Little Richard e tanti altri.
Il loro sound era un fusione di hard rock, opera, musica sinfonica, blues e vaudeville. Sperimentarono elettronica, metal, disco funk, latin music e pop funk. Sono considerati i fondatori dell'”Arena Rock”, ossia il rock da stadio che in tanti artisti oggi si fregiano di usare. Per Freddie interagire col pubblico era fondamentale, bisognava lasciare agli spettatori un’esperienza indimenticabile nella propria vita.
Mercury stesso aveva visto tanti concerti da giovane, in particolare di Hendrix. Adorava sentire la gente cantare durante i suoi live.
«I concerti sono come le Olimpiadi: tutti credono in te, è una sensazione fantastica»
Tra il 1979 e il 1982 Freddie Mercury raggiunse il suo apice vocale regalando al mondo concerti storici, come l’immenso tour in sud America nel 1981. I Queen, inoltre, furono la prima band della storia a fare un tour degli stadi.
I Queen fecero spettacolari concerti (circa 700) in 16 anni. Purtroppo a causa del virus del HIV diagnosticato a Freddie nel 1987, la band dovette fermare i tour continuando a lavorare solo in studio.
Il lavoro solista di Mercury con Mr. Bad Guy (1985) e Barcelona (1988) è sicuramente di grande spessore, ma non ai livelli del materiale anni ’70 creato coi Queen. Nonostante ciò Freddie continuò a lavorare sino agli ultimi mesi della sua vita, creando due grandi album con la band, The Miracle (1989) e l’ultimo Innuendo (1991).
Ricorda Brian May di quel periodo: «Non ho mai sentito Freddie lamentarsi del sua malattia. È stato estremamente coraggioso, fino all’ultimo. Ha continuato a cantare con energia sino agli ultimi mesi finché non ha più potuto».
Basta ascoltare Winter’s Tale, Mother Love, You Don’t Fool Me e Bijou.
Ricorda il grande critico musicale e radiofonico della BBC Bob Harris: «Non appena sentite qualcuno che prova a cantare una canzone di Freddie Mercury capite subito quanto fosse grande».
Oggi la grande eredità di Mercury sopravvive grazie a suoi di dischi, ai suoi video ed ai suoi concerti. Anche se il percorso della band è finito con la sua morte nel 1991, il suo grande lascito musicale ha ancora grande seguito ed influenza.
Inizialmente disprezzati da molti critici, soprattutto negli Usa e in Inghilterra, i Queen sono stati in seguito rivalutati per aver influito su vari artisti di vari generi. Molti musicisti, di differente stile, nazione o generazione, hanno dichiarato di ispirarsi in buona parte al gruppo londinese.
Tra gli artisti che hanno citato la band per la loro influenza vi sono Def Leppard, Dream Theater, Extreme, Foo fighters, Guns N’ Roses, Judas Priest, Kansas, Katy Perry, Keane, Iron Maiden, Metallica (ispirati dal pezzo proto-trash Stone Cold Crazy e da Ogre Battle dall'album Queen II), George Michael, Mika, Muse (che hanno definito i Queen la più grande band del pianeta), My Chemical Romance, Radiohead, Robbie Williams, The Ark e The Darkness… solo per citarne alcuni.
Michael Jackson, amico di Mercury nei primi anni ’80, citò l’album Hot Space come ispirazione per Thiller, a cui doveva partecipare anche Mercury stesso. Inoltre Lady Gaga, nel 2009, ha dichiarato che il suo nome d’arte è un chiaro riferimento a Radio Ga Ga dei Queen.
Quel giorno May disse: «Freddie adorava il lago e la montagna, era un luogo di ritiro spirituale per lui. Qui Abbiamo inciso gli ultimi album ed ha vissuto gli ultimi mesi a Montreux, prima di tornare a Londra. Aveva una casa con la vista sul lago, lo adorava… ora lo avrà per sempre».
Purtroppo molta della popolarità di Freddie aumentò con la sua morte. In vita non gli venne riconosciuto tutto il suo grande talento.
I Queen dopo 46 anni continuano ad avere ancora buon successo. Con la sua morte è finito tutto, ma ciò non preclude alla gente di accedere alla sua preziosa eredità nella storia della musica.
Nel 1992 Brian May e Roger Taylor ritirarono un premio postumo per il loro defunto amico. Brian May disse delle parole che racchiudono lo spirito immortale di Freddie Mercury: «Se Freddie fosse qui direbbe "Vai tu a prenderlo, caro, mettilo sul camino, lì...". Ma dopo direbbe "Mamma, Papà, guardate cosa ho fatto… ne sono orgoglioso". Siamo incredibilmente fieri per ciò che Freddie ha fatto e sentiamo che il suo spirito è ancora qui».
«Non me ne frega niente di quello che dice la gente di me, non ho rimpianti. Io sono solo me stesso… solo me stesso. […] Quando morirò non me ne fregherà niente. A chi importerà? Non a me…»
─ Freddie Mercury
Valentino Billeci
Nonostante questo è riuscito a condurre in porto una tanto desiderata quanto magnifica collaborazione con la soprano spagnola Montserrat Caballe, due dischi in studio fino al 1991 con i Queen e un ulteriore album postumo, Made In Heaven, che contiene le ultime sue incisioni vocali, registrate con artistica voracità e spirito combattivo. Freddie ha raccomandato la propria arte a Jim Beach, lo storico manager della band inglese ─ «Puoi fare quello che vuoi con la mia musica, ma non rendermi mai noioso» ─ ed ha lasciato come testamento alla band l'incitazione a non mollare e andare avanti.
Dopo lunghe pause, lavori solisti, il completamento dell'album "fatto in paradiso" e qualche comparsa in occasione di eventi benefici seguiti al Freddie Mercury Tribute Concert, i Queen si chiusero in studio per l'ultima volta nel 1997. Registrano il brano No-One But You (Only The Good Die Young), loro personale commiato da tutta l'epoca vissuta insieme fino a quel momento. In seguito a un ulteriore evento dal vivo a Parigi all'inizio del 1998, John Deacon si ritira dalla scena musicale e dalla vita pubblica.
Si alterneranno momenti di silenzio tombale, qualche apparizione occasionale e alcune collaborazioni, quasi sempre discutibili. Infine, proprio dopo un evento in Italia ─ il Pavarotti & Friends a Modena del 2003 ─ torna la motivazione di rimettersi in gioco e portare avanti l'eredità dei Queen.
In questo periodo ha inizio la lunghissima era del musical We Will Rock You, lo spettacolo teatrale scritto da Ben Elton che ancora oggi ─ a 14 anni di distanza ─ porta in giro per il mondo i successi musicali della band.
Nel 2004 Brian May e Roger Taylor avvertono l'alchimia scaturita dall'incontro professionale con il cantautore e musicista inglese Paul Rodgers (ex Free, Bad Company e Firm). Insieme a colui che a loro dire era stato un mito nei primi anni della propria carriera, si gettano le basi per una serie di spettacoli dal vivo in diversi continenti con il fidato Spike Edney alle tastiere, Danny Miranda al basso e Jamie Moses alla seconda chitarra.
Per distinguere questo nuovo percorso professionale viene aggiunto un fondamentale "più" al nome Queen, in modo da mantenere intatta l'identità del gruppo originale e rimarcare che si andava ad assistere a una collaborazione, senza "sostituire" tanto Freddie Mercury quanto John Deacon (il quale ha sempre garantito la propria approvazione).
Questa stagione conduce alla realizzazione di 107 concerti fra il 2005 e il 2008, e alla pubblicazione del primo album di inediti in studio a marchio "Queen" in 13 anni: The Cosmos Rocks.
Poi la magia si interrompe e i percorsi artistici si dividono.
Maggio 2009: Roger Taylor e Brian May si recano a Los Angeles per suonare in supporto a uno dei finalisti del talent show American Idol. Ad aspettarli c'è il cantante Adam Lambert, un giovane ventisettenne di Indianapolis dall'atteggiamento spregiudicato e con una estensione vocale impressionante. Per lui, a differenza di Rodgers, non c'era nessun "pedigree", ma solo una marcata attitudine all'interpretazione teatrale maturata con un'esperienza maturata fin da quando era appena un adolescente.
Nel 2011 per i tre si presenta una nuova occasione a Belfast, alla cerimonia degli MTV Europe Awards. I Queen ricevono il premio Global Icon ed eseguono un medley di quattro delle loro canzoni. Anche grazie alla visibilità ottenuta a questo evento, il trio inizia a ricevere elogi e incoraggiamenti a proseguire con altri spettacoli. Il gruppo viene completato con l'aggiunta di Neil Fairclough al basso, Rufus Tiger Taylor alle percussioni (figlio di Roger) e la conferma di Spike Edney alle tastiere. Nell'estate 2012 vengono organizzati alcuni concerti in Europa. Alla fine dell'anno seguente si propongono al pubblico americano con una breve esibizione a Los Angeles. Poi, a partire dal giugno 2014, inizia una lunghissima serie di concerti in tutto il mondo. Partecipazione e dati di affluenza alla mano, i Queen+ Adam Lambert sono molto apprezzati dal pubblico. Ora siamo alla fine del 2016. L'ultima parte del tour mondiale si è svolta in Asia e Medio Oriente. Come già fatto nei break precedenti, i tre non precludono nessuna opzione al proseguimento della loro collaborazione.
Freddie oggi è un'icona universale. Le sue opere sono apprezzate e riconosciute dal pubblico e dalla critica. Nell'ultimo comunicato stampa diffuso il 23 novembre 1991, Freddie chiedeva di unirsi ai medici per combattere il male che lo avrebbe condotto alla morte dopo una manciata di ore. Il Mercury Phoenix Trust ─ fondato da Jim Beach, Brian May, Roger Taylor e Mary Austin ─ conduce una lotta continua alla diffusione del virus HIV e dell'AIDS. Anche grazie a questa fondazione, oggi i malati di HIV sanno di avere delle buone probabilità di sopravvivenza e di poter trascorrere una vita programmando il proprio futuro. Il tempo sottratto a Freddie ora, in fondo, è a vantaggio di tutte queste persone. Lui non badava molto al passato; pensava sempre a ciò che sarebbe venuto dopo.
A 45 anni dalla formazione dei Queen, 70 anni dopo la nascita di Farrokh Bulsara ed a 25 anni di distanza dalla sua prematura scomparsa, l'arte di Freddie è più fervida, esemplare e viva che mai.
Lunga Vita alla Regina
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Claudio Tassone