durante una trasferta dei Matia Bazar a Tokyo, l’allora tastierista Sergio Cossu accennò al piano una b-side dei Queen, e Freddie Mercury che era insieme a loro si complimentò.
Il co-fondatore dello storico gruppo italiano aggiunge:
«Abbiamo una foto dell’incontro, e anche questo è Matia Bazar».
Le immagini menzionate circolano già da diversi anni sulla rete, ma ora ─ grazie a questa dichiarazione ─ si aggiunge un altro dettaglio. E io, armato dalla solita passione e curiosità, non ho potuto fare a meno di contattare Sergio per approfittare della sua immensa gentilezza. Sergio Cossu mi ha raccontato, probabilmente per la prima volta, alcuni dettagli di quella sera in cui il gruppo genovese ha ricevuto il plauso di un certo Freddie Mercury.
Quello che propongo qui è anche un racconto che aiuta il lettore ad ambientarsi nello scenario di quella vacanza nipponica in cui si verifica l'evento, principalmente basato sul libro "Mercury and me" di Jim Hutton (tradotto in italiano con il titolo "I miei anni con Freddie Mercury").
Faccio questo perchè si tratta di un periodo cruciale per la vita di Freddie: al suo rientro in Inghilterra, il reporter Hugh Whittow del Sun era ad attenderlo all’aeroporto di Heathrow. Chiede a Freddie informazioni sull’indiscrezione di stampa secondo cui si sarebbe sottoposto al test per l’HIV in una clinica a Harley Street. Lui nega di aver contratto alcun virus.
Come ha poi dichiarato il suo ex partner Jim Hutton, l’infezione gli fu diagnosticata subito dopo Pasqua del 1987 (anche se Mary Austin disse in seguito che già ne era a conoscenza fin da prima del Magic Tour).
Sarebbe stato il viaggio di tutta una vita, e costa a Freddie oltre un milione di Sterline.
Joe Fanelli gli prepara due valige: una con le camice e l’altra con giacche, pantaloni e jeans.
Freddie era già stato in Giappone più volte negli undici anni precedenti. Adorava girarlo nel periodo in cui fiorivano le azalee, in primavera.
Un altro dei suoi obiettivi era quello di acquistare oggetti da tenere a Garden Lodge, ora che era deciso a trasformare la nuova lussuosa abitazione in una vera casa, rendendola accogliente come si conviene.
A organizzare il cerimoniere in Giappone lo attende la fidata impresaria Misa Watanabe, che ha già curato gli affari dei Queen in tour nel paese fino all'anno precedente. Magari non quindici anni, come si legge nel video Magic Years, ma di sicuro per un bel pezzo. A lei, Freddie voleva regalare un vaso francese di Lalique, pregiato e anche costoso in Inghilterra, ma del tutto proibitivo in Giappone. Avrebbe dovuto portarlo come bagaglio a mano, perché era troppo delicato per andare nella stiva. Come per ogni comune turista, Freddie viene fermato per un controllo aeroportuale, dopo che i raggi X avevano rivelato la presenza del vaso nel bagaglio. È una noia, ma viene superata con qualche normalissima spiegazione.
Si imbarca così nel volo della Japan Airlines con Joe Fanelli ed il suo compagno, per un viaggio di 12 ore in prima classe alla volta di Tokio. Ad attenderli nel tiepido pomeriggio nipponico c’è Misa con un piccolo contingente di fans. Jim Hutton le viene presentato come il suo nuovo partner.
Dopo 4 ore di shopping fra i vari piani e reparti, con in mente lo slogan “compra finché ne hai”, alle casse Misa fa in modo che a Freddie venga riconosciuto uno sconto del 25%. Poco gli interessava… Avrebbe continuato a comprare tutto quello che gli era a tiro, anche per tutta la notte.
Appena finito di pagare, si ritrovano di nuovo all’esterno, fra la classica ordinata frenesia delle persone locali. Si dirigono verso l’hotel Ocura, dove una suite imperiale attende la coppia.
Solo prima di cena, Freddie consegna a Misa il vaso francese, scusandosi del fatto che fosse ormai parzialmente senza confezione (a causa del controllo in aeroporto). Poco conta; Misa è deliziata dalla sorpresa.
Terminata la cena, Freddie crolla dal sonno, mentre Jim fa i conti col jet lag.
La mattina seguente, ultimata la colazione, il primo pensiero era tornare a fare acquisti. Alcuni fans attendevano compostamente Freddie per qualche autografo e fotografia. Quei ragazzi avevano seguito i Queen ovunque nel mondo. Dopo averli salutati, lo shopping può proseguire in un negozio di abbigliamento chiamato Beverly Hills.
Accompagnati da un bodyguard, si spostano poi in una zona della città chiamata Ginza, molto simile all'area di Soho a Londra. La merce in vendita è prevalentemente elettronica all’ultimo grido. Freddie non era molto incline a questo genere di cose, ma riesce comunque a spendere una mezza fortuna in agende elettroniche.
Al rientro in hotel, nella hall c’era ad attenderli il carico di oggetti acquistati la sera prima: 250.000 Sterline di spese.
Presto, continuando di questo passo, era lampante che neanche la suite imperiale sarebbe stata abbastanza capiente da contenere tutti gli acquisti di Freddie. Quindi Joe Fanelli viene incaricato di gestire la lista di oggetti da far pervenire direttamente a Garden Lodge su spedizione.
In una di quelle sere i tre vengono invitati a cena da Misa in un ristorante all’aperto situato su di un edificio. Freddie vuole indossare una camicia nuova per l'occasione. Quando se la ritrova addosso tutta stropicciata, non gli resta che affidarsi al genio di Jim e Joe. Con uno stratagemma glie la stirano al volo, usando una piastra riscaldata. Freddie, incredulo, gli dice qualcosa del tipo «Che puttanelle intelligenti che siete…». Jim risponde «Ho i miei trucchetti».
Dopo una cena costosissima, vanno a fare un giro in alcuni gay club del posto, compreso un bar per travestiti, dove vengono accolti da un cabaret drag.
Ora, questo è lo scenario in cui avviene l'incontro con i Matia Bazar. Come anticipavo, ho contattato direttamente il grande Sergio Cossu chiedendogli dettagli sui momenti in cui vengono scattate quelle famose fotografie insieme, ormai 29 anni fa. Ho fatto riferimento alla recente intervista per Radio Italia con i suoi ex compagni d'avventura. Questo è ciò che lui ha ricordato. «Ciao Claudio. Il luogo era la casa della signora Watanabe, con la quale avevamo rapporti professionali sia noi che Freddie Mercury. Come riportavi tu stesso, la circostanza in cui ci incontrammo è esattamente quella indicata nel libro. La canzone che ho suonato a Freddie era Lily Of The Valley, dall'album Sheer Heart Attack, brano che amo molto. Sono un fan anche io. |
Anche se non si sente per nulla a proprio agio, era davvero splendido vestito in modo elegante.
Al momento della torta, di fatto ne arrivano due: una a gelato bianca per Misa, e l’altra per Freddie con la bandiera inglese. Misa gli spiega «Visto che mi sono persa la tua festa di compleanno, ho pensato di organizzare questo party anche per te».
Era l'ottobre del 1986. Da qualche parte su internet ci devono essere delle foto di quell'incontro».
Ma torniamo a questa vacanza da sogno.
In un’altra occasione, la Watanabe organizza un’uscita a sorpresa per Freddie. Quello che non gli dice è che lui sarebbe stato l’ospite d’onore alla prima esibizione del musical Cats di Andrew Lloyd Webber.
Tutto bello, tutto OK, ma Freddie si guarda bene da non dover incontrare tutta la squadra della produzione nel backstage… Sarebbe stato come lavorare, mentre lui doveva godersi la vacanza. Macchè! Con suo sommo orrore, Freddie si ritrova a conversare con tutto il cast giapponese!
Durante il viaggio di ritorno in macchina, Freddie è adirato con Misa per la sorpresa troppo imprevista, e le chiede di avvisarlo le volte successive. Se non altro avrebbe almeno indossato abiti più eleganti.
Le uscite successive hanno carattere maggiormente turistico. Misa organizza una visita nel parco imperiale del Golden Palace a Kyoto.
Le attrazioni della città antica devono attendere prima lo sfogo shoppingaro di Freddie, che vuole fermarsi a fare acquisti nei vari negozi tipici.
È affascinato dai fiori e dagli alberi particolarissimi che vede nel parco, e scatta innumerevoli fotografie. Solo che non ha per niente dimestichezza con il mezzo fotografico, e Jim si pregusta già l’ennesimo rullino di foto inguardabili, sfocate e storte. Poco male; vedere Freddie così impacciato a fare il turista è troppo spassoso per pensare al risultato degli scatti.
Qui nota anche una vasca con dentro delle carpe Koi.
In albergo Freddie pretende di fare il bagno seguendo l’uso e costume giapponese, cioè lavandosi inizialmente in una bacinella versandosi l’acqua con una specie di tazzona. Solo dopo si poteva fare la doccia vera e propria, giusto per insaponarsi e stare a mollo nella vasca. Freddie ci teneva a seguire l'usanza. In acqua è soddisfatto come un bambino.
A Kyoto, Misa fa visitare a Freddie la scuola per ragazze geisha. In Giappone questa è una vera e propria professione. Servono sette anni di studio per diventarlo. A lui piace tantissimo il trucco delle ragazze e i kimono colorati che indossano.
Nonostante la tentazione di praticare lo stile di vita giapponese, Freddie non fu mai entusiasmato dall’impararne la lingua. A dire il vero non gli interessava capire nessuna lingua oltre l’inglese. Le uniche due parole giapponesi che pronuncia sono “domo” e “mushi, mushi”. Non gli interessa il significato; gli piace semplicemente il suono che hanno.
Il giro di shopping successivo ha luogo a Osaka, in un centro commerciale quasi completamente sotterraneo. Paradossalmente, Freddie non compra neanche uno spillo! L’unica cosa che lo attira è una grande vasca con carpe Koi. Le fa vedere a Jim, che condivide l’ammirazione per quella straordinaria bellezza della natura.
Tornati a Tokio, Freddie scopre al telegiornale che i treni veloci con cui si erano spostati in quelle escursioni fondamentalmente erano rischiosi per la sicurezza. La cosa lo fa chiudere in un lungo silenzio. Lui voleva sempre evitare tutti i rischi prevedibili. Ricordiamo ad esempio che non viaggiava in aerei modello DC-10 da lui ribattezzato “death more like”.
Arrivati a destinazione, Freddie è sconvolto dal fatto che i fans prima presenti all’uscita dell’hotel, erano già arrivati in anticipo ad aspettarli a Chiba!
Nel museo c’era davvero ogni cosa che Freddie avrebbe sognato di comprare. Ben presto però si rende conto che gli oggetti che preferisce sono troppo ingombranti, anche per essere spediti a casa. In ogni caso sembrava che nulla di quella collezione privata fosse in vendita. Freddie prova a convincere il proprietario con delle offerte; non si sa mai che accetti. Prima di andare via, a Freddie viene consegnato un catalogo del museo, scritto in inglese. Pertanto avrebbe avuto una guida da consultare anche in seguito.
A Nagoya, Freddie scopre un negozio di terracotte. Si mette in testa di comprare qualcosa che fosse precisamente come la desiderava. Inizia un tour de force in cui Jim è stremato e Misa resta incredula di fronte alla tenacia e alla resistenza psico-fisica di Freddie. Forse qui si rende davvero conto di quanto lui fosse perfezionista. Quando finalmente trova esattamente ciò che cerca, arriva la domanda fatidica: «ne avete anche un altra uguale?» ... Altro giro di ricerca, ma senza successo. Quindi Freddie si limita a comprare l’unico pezzo di suo gradimento che c'è a disposizione. Del resto Joe Fanelli diceva che fare shopping con Freddie è come pugnalarti ripetutamente il cervello con un punteruolo da ghiaccio... Ci si sente così bene quando è tutto finito!
In un’altra occasione, Freddie contratta di acquistare degli oggetti pregiatissimi solo a condizione che prima venissero esposti con il cartello “Per gentile concessione del Sig. Freddie Mercury, dalla sua collezione privata”!
Solo in quella giornata spende qualcosa come mezzo milione di Sterline.
Il giorno successivo Freddie compra due penne e un accendino di Cartier. All’uscita dal negozio, prende una delle penne e la regala all’interprete per ringraziarlo della preziosa assistenza.
Un altro momento topico della vacanza è lo spettacolo tradizionale dei mimo Kabuki a teatro. Freddie ama tutte queste forme di arte così uniche.
Per due o tre giorni Jim si sente male, probabilmente per un avvelenamento alimentare o una indigestione. Freddie non lo molla se non per pochissimo tempo e si prende cura di lui come una madre amorevole.
Prima della fine della vacanza, Freddie regala una spada antica al bodiguard che lo ha seguito in tutte le uscite. Ne compra una anche per regalarla a Terry, il suo autista personale che lo aspetta a Londra.
Per Jim avrebbe riservato un disco d’oro assegnato in Giappone ai Queen per le 100.000 copie vendute di A Kind Of Magic fino a quel momento. Per il suo compagno tiene da parte fino all’arrivo a Londra anche una delle sue tipiche frasi ironiche: «Scommetto che non avresti mai pensato di ricevere un disco d’oro…».
La felicità derivante da quella vacanza da sogno è misurabile dalle espressioni della coppia.
Seppure quasi finito, il viaggio ha ancora mooooooolto da dire… A Londra stanno infatti arrivando gradualmente le spedizioni di tutta la merce acquistata da in Giappone. Miracolosamente nulla andò perduto, ma alcuni oggetti sono rimasti danneggiati dal trasporto.
Il viaggio di ritorno è stato estenuante per Freddie e la sua compagnia. Il programma di volo è stato stravolto più volte da modifiche di itinerario che hanno allungato i tempi di attraversata e di scalo, facendo sì che arrivassero a Heathrow esausti.
La risposta di uno scocciatissimo Freddie al reporter è stata «Ti sembro uno che sta morendo di AIDS? È questa spazzatura a farmi sentire male… Ora andatevene e lasciatemi in pace!».
Freddie era comunque disorientato: come è stato possibile che nessuno della gestione dei Queen a Londra non l’avesse allertato di questa faccenda mentre era in Giappone? Durante il tragitto in macchina verso casa continua a ripetere «Bello essere tornato a casa…». La sua ira si sarebbe calmata solo al pensiero che entro pochi minuti avrebbe ritrovato i suoi veri affetti di casa e i due gatti Oscar e Tiffany.
Lunedì 14 ottobre 1986 Freddie torna ad essere furioso dopo aver letto il titolo sensazionale del Sun: “ESCLUSIVA. Freddie infuriato: «Vi sembro uni che sta morendo di AIDS?»
Lui ribadisce a tutti, e soprattutto a se stesso, che non si era assolutamente sottoposto a quel test, ma in ogni caso la faccenda lo rende irascibile per alcuni giorni. Se ne sta sulle sue e sembrava davvero preoccupato dalla storia.
In genere se ne infischiava di quello che diceva la stampa, ma stavolta forse fra sè e sè ha già dei dubbi sulla propria salute.
La vita sregolata da rock star e le notti trascorse con amanti sconosciuti avevano offerto campo fertile a un possibile contagio.
...E dopo di allora le cose non tornarono mai più come prima.
Crediti e ringraziamenti
Viene riconosciuta la titolarietà dei diritti ai rispettivi proprietari: Radio Italia, Sergio Cossu, Matia Bazar, Freddie Mercury, New Edition.
Ringrazio ancora una volta Sergio Cossu per la passione e la disponibilità dimostrata.
In due delle foto di Freddie con i Matia Bazar si intravede sul margine inferiore il vaso Lalique regalato alla Watanabe. Uno dello stesso tipo è alla sinistra di Freddie in questa intervista. Grazie a Irene Zenarolla per il dettaglio.
Grazie a Ferdy QueenMuseum per la foto di Freddie insieme alle fans e a Giancarlo Calò per l'immagine della tela di seta con tazza da sake acquistata da Freddie durante questo viaggio.
Grazie a Barbara Mucci per l'aneddoto su Joe Fanelli riguardo lo shopping di Freddie.