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Freddie Mercury - intervista per il New Musical Express [2 novembre 1974]

2/11/1974

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Il contenuto dei pantaloni di Freddie Mercury è tutto suo. Appartiene a lui e a nessun altro.
Julie Webb sonda incessantemente i meandri e il profilo del "primo pantalone" dei Queen
.
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana

È buffo come cambino i tempi. Sembra ieri che la gente derideva i Queen. Ovviamente c’era qualcuno che contava nel fatto che avessero un autentico talento e che sarebbero venuti alla ribalta, ma per tanti erano semplicemente un fuoco di paglia.


A distanza di due album e due singoli di successo, la band può permettersi una risata nei confronti dei detrattori giornalistici. Questa settimana i Queen cominciano il loro secondo tour maggiore in Gran Bretagna.  La volta precedente avevano appena fatto uscire Seven Seas Of Rhye, stavolta c’è il nuovo album Sheer Heart Attack, ma stranamente non il loro nuovo singolo Killer Queen, poiché il cantante Freddie Mercury lo ritiene «non necessario aggiungerlo a quello che faranno sul palco».


Come ricorderete, era Mercury ad essere tanto fiducioso sulle probabilità di successo della band, e non è cambiato.. Queen II sarebbe potuto diventare disco d’argento, ma lui contava che «diventerà disco di platino» molto in anticipo. Quattro mesi fa avreste sorriso, ma ora è tempo di dargli ascolto.

Il vero punto di svolta per la band è il nuovo singolo: «Un doppio lato A, anche se nessuno sembra rendersene conto dal momento che continuano a mandare "Killer Queen"», si interpone Mercury. È un punto di svolta per il fatto che non ha assolutamente quel rumoroso sound heavy metal consueto dei Queen, che giustifica la loro precedente affermazione di "versatilità". È più un misto di Beach Boys, primi Beatles e musica da camera degli anni ’20; piuttosto bonario, effettivamente.

Dice Mercury:

«La gente è abituata all’energica musica hard rock dei Queen, tuttavia in questo singolo vi immaginereste che canti Noel Coward. È uno di quei numeri da bombetta e bretelle nere – che Noel Coward non indosserebbe».


E tu?

«Oh no cara, è solo una piccola commedia nera».

È evidente che il successo (in ogni aspetto e forma) non abbia cambiato Mercury, il quale ancora insiste nell’usare il suffisso "cara" alla fine di molte delle sue frasi. È anche molto attento a mantenere l’immagine da "star".

Tanto per cominciare, non porta mai molti soldi in giro con sé. Non è che sia al verde e neppure che lo sembri. Semplicemente gli torna difficile portare il contante nelle proprie scarpe. Da vera star, veste pantaloni senza tasche e tiene le proprie finanze nella zona dei propri piedi.
 
Sottolinea, «Odio le tasche ai pantaloni. Ovviamente sotto non ho un tubo. Il tubo che si vede è mio… Nessuna lattina di Coca-Cola, non c’è nessun oggetto lì sotto».

Ovviamente Freddie…

Comunque restare fermamente nell’immagine da star ha i propri svantaggi. I pantaloni satinati non durano molto («Ne ho strappato uno la settimana scorsa») e il velluto con i lustrini hanno la cattiva abitudine di rovinarsi con la pioggia. Eppure hanno creato l’effetto desiderato di farsi osservare dalla gente. Mercury adora ancora essere osservato, naturalmente. Ha insistito tutto il tempo di essere una star e pensa di doversi vestire di conseguenza. Ma nonostante tutta quella effeminatezza, c’è della materia grigia nella sua testa.

Dopotutto, Mercury è colui che ha scritto sei delle tredici incisioni del nuovo disco, ed essendo incline artisticamente ha fornito l’idea per la copertina dell’album.

«Dio, che agonia riuscire a fare quelle foto, mia cara. Immagina il cercare di convincere gli altri a ricoprirsi di vaselina e poi farsi spruzzare d'acqua con un tubo».

Pura agonia, Freddie… Il risultato finale sono i quattro componenti della band che sembrano decisamente non regali, sani e abbronzati, e inzuppati come se avessero sudato per una settimana.


«Tutti si aspettavano qualche genere di copertina, magari una in stile Queen III. Ma questa è una cosa completamente nuova. Non vuol dire che siamo cambiati completamente, è solo una fase che stiamo attraversando».

Ma i devoti fan dei Queen non saranno leggermente preoccupati da questa nuova immagine?

«La adoreranno. Siamo ancora più esagerati che mai. Siamo sempre i dandy di prima. Stiamo solo mostrando alla gente che non siamo semplicemente un branco di checche, e che siamo capaci di altro».

L’album, come anticipato sopra, vanta 13 brani, la maggior parte dei quali dura appena tre minuti.

«Non è una raccolta di singoli, mia cara, sebbene potremmo pescarne un altro e pubblicarlo più in avanti, anche se non ne sono molto sicuro. No, non tutti i pezzi durano in eterno. C’erano tantissime canzoni che volevamo fare, ed il fatto che siano brevi è un cambiamento. È talmente vario che abbiamo potuto spaziare fra gli estremi. Ho avuto solo due settimane per scrivere le mie canzoni, quindi abbiamo dovuto lavorare [*imprecazione rimossa*] sodo.»
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Da notare che la BBC sembra aver preso Killer Queen molto a cuore, visto che l'ha praticamente distrutta. Mi chiedo se sarebbero appassionato allo stesso modo se solo si fossero resi conto della vera storia narrata nel singolo.

Mercury chiarisce: «Parla di una ragazza squillo di alto rango. In essa cerco di dire che anche la gente di classe sa essere una puttana. È di questo che parla la canzone, anche se la gente preferisce associargli la propria interpretazione e leggerci quello che meglio gli pare».


Il tour britannico è la loro prima esperienza dal vivo sa quando la cattiva sorte gli ha imposto di rientrare in anticipo in patria dopo che il chitarrista Brian May ha contratto l'epatite.

Come se ciò non bastasse, May è stato poi informato di avere un'ulcera. Attualmente è ancora circondato da una certa aria di fragilità, ma lui afferma di sentirsi "meglio che mai".

Mercury suggerisce: «Brian dovrà badare meglio a se stesso in futuro. Tutti vogliamo fare in modo che una cosa del genere non accada mai più. Per cui dovrà mangiare le cose giuste ed evitare gli hamburger».

La cosa meno opportuna, come possiamo immaginare, è stato interrompere a metà il loro primo tour negli Stati Uniti. Tuttavia Mercury è sicuro come mai delle possibilità della band in America:

«In ogni caso abbiamo fatto il nostro dovere. Certo, un tour intero ci avrebbe aiutato un po' di più, ma non c'è nulla che ci indichi che "abbiamo perso la nostra occasione". Credo che per noi il momento sia ancora quello giusto e contiamo di tornarci molto presto. Davvero, perchè una volta rientrati abbiamo letto le loro recensioni. Erano buone e non vedono l'ora che torniamo, al più presto possibile. Lì sono in attesa del nostro nuovo prodotto».


In particolare, una recensione negli Stati Uniti salta nella mente di Mercury poichè era sulla sfera personale, in un certo senso:

«Suonammo in un teatro a New York con i Mott, e questo curioso pollastro (o meglio, dovremmo chiamarlo "brufolo sul culo", mia cara) ha scritto di aver notato che dopo un mio cambio costume ho cambiato anche scarpe e calzini. Ha anche aggiunto che era così vicino al punto da poter dire di quale religione fossi e che io non indossavo le mutande. Ha anche sottolineato che Ian Hunter aveva delle mutande. Ian stava per crepare...».

Infatti.


Dal momento che il mercato americano sta suscitando tutto questo interesse per i Queen, sembra il Giappone lo segue molto da lontano.
Queen II è stato recentemente votato l'album dell'anno e tutti i membri della band sono arrivati in alto nei riconoscimenti ai musicisti: «Un bel cambiamento per un paese che di recente era apparentemente ossessionato da artisti del calibro di ELP e gli Yes. Abbiamo in programma di andare in Giappone nel nuovo anno», afferma Mercury, «Effettivamente Non vedo l'ora. Ci sono tutte quelle ragazze geisha... [ride, ndr] e i ragazzi».

Sembra che il mercato giapponese li abbia compresi piuttosto in fretta e ora inviano alla band anche dei regali. Tramite la EMI, Mercury ha ricevuto un pettine di legno giapponese «per il tuo compleanno, con la preghiera di venire qui al più presto».

Prima del tour britannico, la priorità principale sono state le prove. Questa volta, il suono dovrebbe migliorare sostanzialmente, dal momento che suoneranno in strutture più grandi rispetto al passato, più adatte al loro vasto sistema audio.


«Speriamo solo di avere abbastanza tempo a disposizione. Stiamo mettendo insieme brani fa tutti e tre gli album. Il repertorio sarà costruito intorno a questi. Ma la cosa principale è metterci tutta l'energia della band e, ci auspichiamo, la loro versatilità. Mia cara, odio fare solo hard rock per tutto il tempo. Dovrebbe riuscire bene, perchè ora abbiamo luci migliori, il meglio di tutto».

Parte di questa intervista è stata condotta in un'osteria dove vendevano liquore. In precedenza Mercury sembrava un po' in apprensione rispetto al genere di rango a cui appartenga: «È un posto proletario?», aveva chiesto in quello che sembrava un atteggiamento elitario. No, non era particolarmente grezzo, ma in ogni caso la gente tendeva a osservarlo quando è entrato. Aveva commentato «In realtà mi piace», apparendo in evidente disagio di fronte agli sguardi di un anziano vicino, i cui occhi sembravano lasciare le proprie orbite.

«Volevo solo sapere che tipo di posto fosse, perchè non voglio trovarmi in mezzo a una massa di assassini. Mi chiedo cosa ne pensino. Voglio dire, è da quando siamo entrati che gli occhi di quell'uomo sono quasi usciti dalla sua testa...».

Non hai mai ricevuto commenti strani camminando per strada?


«No, non proprio. Ci sono state persone che hanno cercato di afferrarmi una o due volte, ma non ho intenzione di cambiare e mettermi in jeans per questo motivo. Ci ho provato un paio di settimane fa e le persone che conoscevo mi hanno osservato molto più con questi addosso di quanto non lo facessero con quelli che porto di raso o di velluto».

Ad ogni modo ho abbastanza fiducia nel fatto che Mercury possa superare ogni occasione con il tipico aplomb. Proprio poco tempo fa si trovò in una situazione alquanto imbarazzante e ne è miracolosamente scampato. Ma lasciamogli spiegare di cosa si è trattato:


«Avevo trascorso una giornata frenetica a "Top Of The Pops" e il nostro promotore Eric Hall ci invitò fuori per un pasto. Purtroppo gli altri della band non potettero venire siccome dovevano tornare in studio. In ogni caso, ho bevuto un po' e mi sembra di ricordare che ad un certo punto della serata qualcuno mi tolse le scarpe e i calzini e li appese su un paralume. Poi ho detto qualcosa sulla falsariga di "Bene, se stai togliendo tutto allora dovrò sfilarmi i pantaloni...».

Immaginate la scena. Il nostro eroe in un night club di tendenza al tavolo con le mani ai fianchi sui pantaloni e un tipo grosso dell'establishment che gli si avvicina:

«
Ho pensato che stesse per buttarmi fuori, ma invece disse "Ho sentito che hai vinto un disco d'oro". Voleva dire d'argento. E poi mi ha regalato una bottiglia di Champagne».

Ora, se Mercury è in grado di gestire una situazione del genere con tale stile, pensate quanto sia facile per lui convincere tutti gli altri che è una vera star.

Foto

L'articolo originale e la sua trascrizione in inglese appartengono a Geir Myklebust.

Visita il suo blog a QUESTO LINK.


Nello stesso numero sono presenti articoli su Peter Gabriel, Fruupp, Leslie Richard McKeown (Bay City Rollers), Steve Harley, Johnny Winter e H.B. Barnum.

─ @claudiobadger
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