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Queen II [8 marzo 1974]

8/3/1974

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Foto
Quasi un concept-album, totalmente un capolavoro: è il secondo grande LP dei Queen
1974 ─ 2014, i 40 anni di "Queen II"


«...un pilastro di grandioso ed assaltante hard rock»

─ Rock and Roll Hall of Fame




Dopo l'uscita del primo disco nel mese di agosto del 1973, il gruppo non si concede pause e torna subito in studio. A disposizione ci sono già pressoché pronti tre brani: Seven Seas Of Rhye, Father To Son e Ogre Battle, risalenti a sessioni di registrazione precedenti svolte a partire dal novembre 1972.

Decidono di comporre delle canzoni più "buone" e melodiche su un lato e altre più "cattive" e hard sull'altro. Con una scelta anticonformista intendono di chiamare il lato A "Side White" e il lato B "Side Black", perfettamente in sintonia sia con la natura delle composizioni che con il look da loro presentato nei concerti.




« Penso che tutti insieme abbiamo avuto questa sorta di idea del tema black-and-white. Eravamo abituati a usare questa logica nei nostri spettacoli. Tutto era o bianco o nero. È stato efficace, perché in quei giorni c'era pochissima produzione sul palco. Così abbiamo pensato di portarlo sull'album e quindi abbiamo dato quella denominazione. Il lato leggermente più dark era il "Side Black" , mentre penso che il "Side White" fosse un po' più arioso e fatato con una bella dose di sentimento. Era un po' una firma per fare risaltare maggiormente il disco. Eravamo molto molto sperimentali nel periodo di 'Queen II.' »

─ Roger Taylor [Ultimate Classic Rock, novembre 2014]

Marlene Dietrich nella famosa scena del film Shanghai Express
Uno degli scatti di Mick Rock per definire l'artwork di Queen II
Le foto di copertina vengono realizzate da Mick Rock, che asseconda in modo artistico le idee di Freddie: doveva esprimere una sensibilità decadente e glam. Alla cover esterna dark e drammatica, raffigurante Freddie in posa alla Marlene Dietrich attorniato dagli altri tre compagni della band, poi utilizzata come concept per il video di Bohemian Rhapsody ─ si contrappone l'immagine del lato interno: una fotografia in cui appaiono vestiti di bianco, quasi come ad essere dei giovani angeli.


Negli anni, Roger Taylor ha poi ironizzato con il Record Mirror su quanto il nome del disco fosse privo di fantasia. Brian ha affermato che a suo avviso si sarebbe dovuto chiamare Over The Top, ma non c'era poi stato accordo con tutti gli altri.


Per la produzione musicale la band si affida ancora al fidato Roy Thomas Baker. Tuttavia non disdegnano del contributo di Robin Geoffrey Cable, particolarmente esperto nella realizzazione del cosiddetto "wall of sound" e con il quale Freddie, Roger e Brian avevano già lavorato sotto lo pseudonimo Larry Lurex.


La grande creatività dei quattro comincia ad emergere in agosto, grazie alla maggiore fruibilità della sala di registrazione al Trident Studios di Soho a Londra.

Il primo disco invece era stato realizzato nei buchi di utilizzo degli altri artisti, spesso in piena notte.
Immagine
Il brano che apre l'album si chiama Procession, un'opera di sovraincisioni realizzata da Brian con la sua Red Special, accompagnato da un loop di sola grancassa.


Poi iniziano due canzoni che si dissolvono una nell'altra, cominciando con l'intensa Father To Son ─ che ricorda un po' lo stile chitarristico di Pete Townshend dei The Who ─ seguita poi da White Queen (As It Began), la cui composizione era stata avviata da Brian May ai tempi degli Smile.




«Probabilmente ci sono elementi che richiamano i Led Zeppelin e i The Who perchè erano fra i nostri gruppi preferiti. Ma la cosa che ci distingueva da tutti gli altri erano questi suoni sovraincisi su più strati musicali. La sequenza introduttiva di apertura con la chitarra era una prerogativa dei The Who e ce n'è un po' in Father To Son, ma il nostro suono è maggiormente basato sulla chitarra distorta, che è utilizzata nel blocco principale della canzone. Volevo anche costruire dei ricami dietro la melodia portante.»

─ Brian May




Si prosegue con Some Day One Day ─ interamente cantata per la prima volta da Brian May, che si accompagna con la chitarra acustica ─, per poi chiudere il "Side White" con The Loser In The End di Roger Taylor, una bizzarra canzone adolescenziale per certi versi anche sperimentale.




Il "Side Black" inizia con un reverse-recording del riff vero e proprio di Ogre Battle, una composizione hard rock epica e visionaria, in cui Brian May si esalta nel ricreare con la sua chitarra i passaggi hard rock scritti da Freddie al piano. Questa cosa viene ricordata da Brian negli anni successivi come grande fonte di stimolo sia tecnico che creativo, linfa vitale della collaborazione fra i due amici e colleghi, accompagnati magistralmente dalla straordinaria sezione ritmica di Roger Taylor e John Deacon.


Un clavicembalo irrompe nella scena all'inizio di The Fairy Feller's Master-Stroke, in cui Freddie fa una attenta rilettura dell'omonimo dipinto di Richard Dadd, accompagnandola con una musicalità davvero eclettica che si dissolve nella breve, intensa e dolce ballata Nevermore.


Il pezzo successivo ci propone The March Of The Black Queen, la prima suite scritta da Freddie Mercury, antesignana di quello che avrebbero realizzato l'anno successivo con Bohemian Rhapsody. È composta da ben sette variazioni, nelle quali un hard rock devastante si scontra e incontra con melodie pop, e ancora dopo con sfumature progressive. In questo brano c'è quasi tutta l'essenza artistica dei Queen.


Il tocco di Robin Geoffrey Cable si avverte nettamente nella leggera e pop Funny How Love Is, dal sound riconducibile allo stile dei Beach Boys.


L'album viene infine chiuso trionfalmente da Seven Seas Of Rhye, già apparsa come demo alla fine del long playing precedente e con la quale i Queen centrano il primo piazzamento nella top 10 della Official Charts britannica.


Una menzione a parte spetta a See What A Fool I've Been scritta da Brian May, il quale si è fortemente ispirato al brano That's How I Feel di Sonny Terry e Brownie McGhee. La storia narra che Brian non abbia ricordato per decenni a chi fosse da ricondurre la composizione. Solo negli anni 2000 prima Tim Staffell (ex compagno di gruppo negli Smile) e in seguito una ulteriore fonte ne confermano le origini, risalenti dunque all'era pre-Queen. Il brano viene concepito per la performance dal vivo e non rientra nella track list dell'album, risultando pubblicato solo come lato B del singolo Seven Seas Of Rhye.





A tre settimane dall'ingresso in classifica, Queen II raggiunge la posizione #5 nella classifica discografica del Regno Unito, che la band conosce per la prima volta con un proprio album.


Negli USA non va oltre la posizione #49 dopo la pubblicazione nel mese di aprile, nonostante la fiducia incondizionata da parte della Elektra Records e del suo fondatore Jac Holzman.


Il disco viene rilasciato anche in Italia, dove però ci sarebbero voluti ancora alcuni anni per avere una classifica discografica ufficialmente riconosciuta.

Le vendite decretano per Queen II lo status di disco d'Oro sie negli USA (500.000 copie) che nel Regno Unito (100.000 copie).

John Deacon ha affermato al magazine Music Star che era gratificante avere un album e un singolo nella top 10, ma che il più affezionato ai risultati delle vendite era Roger Taylor.


La rivista Rolling Stone, pur riconoscendo un certo talento ai Queen, ha etichettato il prodotto come "una emulazione poco saggia del peggio che si potesse prendere dai Genesis e dagli Yes, una cosa priva di originalità". Non c'è da sorprendersi se negli anni la band abbia preso le distanze da un certo tipo di stampa.

Alcuni dei numerosi scatti di Mick Rock per definire l'interno di copertina dell'album Queen II

■ Fatti e aneddoti


• L'artwork di copertina raffigura Freddie Mercury in posa come Marlene Dietrich nel film Shanghai Express del 1932

• La data di pubblicazione negli USA slittò a causa della crisi petrolifera

• Al Trident Studios (aperto dai fratelli Sheffield nel 1967) sono stati registrati anche altri successi, come Hey Jude, Space Oddity e Your Song

• Il testo di White Queen (As It Began) è ispirato da un'infatuazione platonica di Brian May per una ragazza al college, con la quale non ha avuto il coraggio di dichiararsi. Contrariamente rispetto a quanto qualcuno pensava, lei non era cieca, semplicemente non notava Brian

• Il bridge di Seven Seas Of Rhye è stato composto da Brian May, ma Freddie disse che l'autore delle loro canzoni sarebbe stato sempre colui che ne scriveva il testo (chi l'avrebbe potuto contraddire?)

• Nel 1974 John Deacon ha dichiarato che la melodia di Procession è un riarrangiamento di quella originariamente pensata per il brano Father To Son

• Il roadie Crystal Taylor ha chiesto per anni a Freddie di eseguire Nevermore dal vivo, ma non è stato mai ascoltato

• Father To Son presenta per la prima volta Brian May in una orchestrazione con sei parti di chitarra sovrapposte, eppure dagli scarti di registrazione il contributo di Freddie è stato molto significativo a dire dell'archivista Greg Brooks

• Brian May canta per la prima volta una canzone per intero, Some Day One Day, ed è il testo stesso a riportare le parole "non avete mai sentito la mia voce in precedenza, la musica era troppo forte"

• Roger Taylor suona la chitarra ritmica nella sua The Loser In The End e fra le percussioni utilizza anche delle marimba

• Il produttore Roy Thomas Baker suona le nacchere in The Fairy Feller's Master-Stroke e lo stilofono in Seven Seas Of Rhye

• Nella traccia di apertura, Procession, Brian May ha usato per la prima volta il Deacy Amp, un piccolo amplificatore a transistor realizzato da John Deacon

• Seven Seas Of Rhye termina con la melodia canticchiata della canzone tradizionale I Do Like To Be Beside The Seaside, che in seguito è stata ripresa con un fischiettio nell'intro di Brighton Rock (prima traccia dell'album successivo Sheer Heart Attack)

• Insieme a Made In Heaven, Queen II è l'album preferito di Brian May in tutta la loro discografia

■ Leggi anche...


     • Mick Rock intervistato dai DoRo: «Freddie, non sarai mai dimenticato»

     • Jac Holzman, il fondatore della Elektra Records, parla di Freddie e di una lettera del 1973

     • "Il nero, il bianco e il grigio di Queen II", di Patrick Lemieux

     • "Agitati? Litighiamo per la lacca..." - intervista del 1974 a Freddie Mercury e Roger Taylor su NME

     • Queen II: numero speciale di Classic Rock magazine di aprile 2014

     • "Queen II": A Review by Rhys Thomas

─ @claudiobadger
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