Ha compiuto 20 anni nel 2015 l'ultimo album in studio dei Queen. Per tantissimi è il disco più melodico della loro carriera. Per Brian May è uno dei due che preferisce, insieme a Queen II. Per tanti è un capolavoro. Per alcuni è artefatto o eccessivamente sovrapprodotto. Il nostro approfondimento. |
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Fra il 1993 e il 1995 Brian May, Roger Taylor e John Deacon vi lavorano con discontinuità, talvolta insieme (specie gli ultimi due), talvolta ognuno per contro proprio. Brian segue con particolare attenzione il completamento delle registrazioni, impegnato fino al 1993 con la propria carriera solista in giro per il mondo. Poi arriva in studio e decide di cambiare radicalmente i brani suonati e prodotti fino ad allora. L'assolo di chitarra in You Don't Fool Me, ad esempio, è stato cambiato più volte, e la versione definitiva precede di una manciata di ore la stampa del prodotto finale.
Le canzoni incluse nell'album provengono da un periodo che spazia dal 1980 al 1995. Alcune sono state iniziate da gennaio a giugno 1991 al Mountain Studios di Montreux, e sono state successivamente ultimate fra la fine del 1993 e il 1995 negli studi privati dei membri della band nel Surrey ─ a Allerton Hill e Cosford Mill ─ e al Metropolis Studios di Londra. Per le fasi finali prima della masterizzazione definitiva il gruppo si ritrova nuovamente nell'intimo studio di registrazione in Svizzera.
Ciò nonostante Made In Heaven appare coerente e ben assortito, come se fosse nato da un unico concept di registrazione.
Ad aprire l'ultimo canto della Regina c'è It’s A Beautiful Day, un'improvvisazione al piano registrata da Freddie al Musicland Studios di Monaco nel 1980. L'orchestrazione che la accompagna è principalmente opera di John Deacon.
Con impeto e pomposità degni di un annuncio regale segue Made In Heaven, una rielaborazione della canzone di Freddie dal suo primo album solista Mr. Bad Guy. Dopo averne isolata la voce, Roger, John e Brian aggiungono il classico sound alla Queen, impreziosito dal tocco di David Richards.
La ballata Let Me Live ha le proprie radici dalle sessioni di The Works a Los Angeles, ed era quasi completa prima di essere rivista per questo album. Rod Stewart e Jeff Beck sembrerebbe che ci abbiano messo sopra le mani in quel periodo; del primo ci sono anche le prove, con circa 8 secondi di take vocale apparso ufficialmente nei documentari del gruppo. Nei cori, che richiamano al classico di Janis Joplin (inizialmente la canzone si chiamava proprio Piece Of My Heart), cantano dei coristi esterni, comprese Catherine Porter della Brian May Band e la sudafricana di nascita Myriam Stockley, già collaboratrice nell'album Back To The Light e al Freddie Mercury Tribute Concert. Un intro e un intramezzo gospel a-cappella vengono rimossi dalla versione definitiva.
A ricoprire un significato unico e irripetibile c'è Mother Love, la canzone scritta da Brian May e Freddie Mercury che contiene l'ultima parte vocale mai registrata da quest'ultimo fra il 13 e il 16 maggio 1991. L'autocitazione che chiude la traccia comprende parti accelerate di tutte le canzoni del repertorio Queen, montate con sezioni più nitide di One Vision e Tie Your Mother Down dal live a Wembley '86 e la cover del classico Goin’ Back, in precedenza presente sul lato B del primo singolo della band dal 1972 sotto lo pseudonimo Larry Lurex.
My Life Has Been Saved di John Deacon era stata pubblicata come lato B del singolo Scandal, ma il nuovo arrangiamento resituisce un'atmosfera molto più vellutata e delicata della canzone.
I Was Born To Love You è il secondo brano solista di Freddie ripescato per ques'album, originariamente presente in Mr. Bad Guy del 1985. Risulta molto più heavy e a farla da padrona è la chitarra di Brian May. Nel finale vengono aggiunti dei campioni vocali di Freddie presi da A Kind Of Magic e Living On My Own.
Dalla penna di Roger arriva Heaven For Everyone. Freddie canta, anzi, pretende di cantare il pezzo durante le sessioni dell'album Shove It dei The Cross, ma la sua vera origine risiede nelle sessioni di A Kind Of Magic del 1986. All'epoca viene però scartata, e il produttore David Richards la definisce "la più grande hit che i Queen non hanno avuto ". Sì, ma... fino al 1995, quando diventa un successo come primo singolo che anticipa Made In Heaven nel mese di ottobre. Il fraseggio di Brian e John nell'intramezzo strumentale che precede il finale è pura classe.
Too Much Love Will Kill You, scritta da Brian, rappresenta con un testo dalle connotazioni intime un sentimento universale. È una delle canzoni più struggenti dei Queen, anche se fin dalla sua versione originale in Back To The Light viene accreditata a Frank Musker ed Elizabeth Lamers. Inizialmente era stata destinata all'album The Miracle dallo stesso Brian, ed è da quelle sessioni che giunge la voce di Freddie, ma poi ─ a causa di limitazioni dovute al copyright ─ non rientra neanche in un singolo; questo fino al 1992, quando diventa la portabandiera del primo vero album solista di Brian. Questo brano vince nel 1997 un premio Ivor Novello come “Miglior canzone musicalmente e per il testo".
Il nome del produttore David Richards è una omissione nella canzone You Don’t Fool Me, della quale è artefice della struttura. Deriva da alcuni disparati take vocali ai quali comincia a dare una forma, per poi condividere e far completare il lavoro a Brian, Roger e John. Rappresenta il ritorno dei Queen a un singolo dance music dai tempi di Another One Bites The Dust. un discorso a parte l'ho già dedicato all'assolo di chitarra, uno dei migliori in assoluto di tutta la carriera di Brian. È lungo quasi un minuto.
L'ultima traccia inedita originale dell'album è A Winter’s Tale, scritta da Freddie dopo aver osservato le rive del Lago di Ginevra a Montreux. Nella calda (paradossalmente) atmosfera autunnale delle musiche si fonde un testo che sembra tendere la mano verso la speranzosa spensieratezza dell'infanzia, e al passato in generale, reclamando una sospirata serenità.
A chiudere la parte "regolare" di Made In Heaven c'è It’s A Beautiful Day (reprise), rielaborazione rock del brano di apertura, stavolta con un incalzante ritmo e scale di chitarra dall'atmosfera arabica. Nel finale c'è tecnicamente anche la traccia "Yeah", un isolamento vocale che è il modo per far dire l'ultima parola a Freddie.
Nella versione CD ─ e nel secondo vinile pubblicato come parte della Studio Collection (2015) ─ c'è anche la "Track 13" (di fatto senza vero titolo), contenente loop di suoni ambientali e piccole parti vocali di Freddie, elaborata da David Richards mentre testa un nuovo impianto ASR10 al Mountain Studios, poi apprezzata, condivisa con la band e arricchita di altri effetti.
Il 23 ottobre esce il nuovo singolo, Heaven For Everyone, che scala la classifica britannica, dove vende oltre 200.000 copie, ottiene lo status di disco d'argento e raggiunge la posizione numero due, diventando poi finalmente una hit in tutto il mondo.
Due settimane dopo arriva l'attesissimo album, che vola al primo posto delle classifiche di Regno Unito, Austria, Finlandia, Germania, Italia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Svezia e Svizzera. Raggiunge anche il secondo posto in Belgio e Norvegia, e il terzo in Australia.
Ottiene lo status di disco d'oro negli USA e 4x platino in patria. Vende il numero più alto di copie in Germania (1.500.000), e in Italia risulta l'ottavo disco più venduto dell'anno, nonostante fosse uscito solo a novembre.
Il lavoro finito viene fatto ascoltare in anteprima al Fan Club Internazionale Ufficiale dei Queen, durante un evento speciale al Labat's Apollo di Londra (ex Hammersmith Odeon e attuale Hammersmith Apollo).
Insieme al CD viene pubblicato anche il vinile che ha la particolarità di avere la cover esterna ed interna diverse, raffiguranti i tre supersiti e la statua di Freddie di fronte al tramonto e all'alba dalla prospettiva della duckhouse a Montreux, un luogo simbolico per la band. Il disco esce in vinile versione nero e avorio. Per via dell'effettiva tiratura, quella apparentemente più esclusiva di colore chiaro è invece la più diffusa.
Contemporaneamente all'album esce anche l'home video Champions Of The World, un documentario che celebra Freddie, così come tutto il gruppo dopo quello che appare essere il loro "canto del cigno".
• David Richards (1995) ─ «Abbiamo esaudito l'ultima volontà di Freddie. Voleva fare musica fino all'ultimo secondo; voleva cantare, Per tutti noi è stata una situazione difficile, ma specialmente lo è stata per Freddie. Ma voleva che questo progetto venisse completato, anche se sapeva che l'album sarebbe stato pubblicato dopo la sua morte»
• Il titolo "It's a Beautiful Day" era quello già dal principio. Non era sato mai considerato un nome provvisorio, come invece lo era la canzone.
• La progressione crescente delle strofe di Heaven For Everyone è opera di David Richards. La versione dei The Cross, anche quella cantata da Freddie, è molto più piatta.
• Crystal Taylor, ex assistente di Roger (1987), disse a quest'ultimo che avrebbe dovuto pubblicare Heaven For Everyone con i Queen, e non con i The Cross, perchè sarebbe stato un gran successo. Non si sbagliava.
• La produzione in serie delle copie dei supporti fisici dell'album è iniziata solo sei settimane prima della messa in vendita.
• Brian May (1998) ─ «Gli altri avevano già iniziato senza di me, quindi per me in origine fu piuttosto stressante. Dopo il mio arrivo ho speso i successivi due anni della mia vita seduto davanti ad un computer per tirare fuori il massimo dagli scarti che ci rimanevano delle parti vocali di Freddie, oppure ad arrangiare e produrre, suonando per riempire tutti i gap. Era un progetto enorme, e lavorare insieme ai ragazzi della band avrebbe facilitato le cose, ma non è la situazione che si era creata, sebbene lo scopo fosse comunque creare un album che suonasse come noi eravamo. Ognuno di noi arrangiava e produceva quello che facevano gli altri, ed in questo compito ci siamo riusciti bene. È come se i Queen fossero ancora esistiti... perchè a quel punto non c'era più nulla di tutto questo. Ci sono stati momenti di grande gioia e di scoperte, ma anche un sacco di parti fortemente emozionali e di dura fatica»
• Alcuni vedono nella "Track 13" l'influenza della traccia Carnival Of Light dei Beatles, diffusa solo come bootleg.
• Brian May non riusciva a venire a capo del riarrangiamento del brano Made In Heaven, così chiese l'intervento del produttore David Richards, che risolse il problema al Metropolis Studios di Londra.
• Nei cori di Let Me Live, oltre a Catherine Porter e Myriam Stockley, cantano anche Rebecca Leigh-White ─ corista in alcune sessioni dei Pink Floyd ─ e Gary Martin ─ che ha invece lavorato con la soprano inglese Sarah Brightman.
• Brian May ha riferito che a Freddie piaceva la canzone Wicked Game di Chris Isaak. Così scrisse per lui su un foglietto di carta la base di quella che sarebbe poi diventata Mother Love. Soprattutto il lavoro di chitarra e l'arrangiamento essenziale sembrano effettivamente ispirati a quel brano.
• In Mother Love la chitarra suonata da Brian May è principalmente una Parker Fly Deluxe, e solo in misura minore la Red Special.
• Too Much Love Will Kill You è l'unica registrazione analogica all'origine dell'album Made In Heaven (David Richards ─ Rolling Stone, 1995).
• La voce di Freddie che chiude con un "Yeah" la prima edizione in vinile e la cassetta di Made In Heaven ─ e che precede la track 13 nella versione CD e l'ultimo LP del 2015 ─ proviene dal minuto 2 (circa) di Action This Day..
• I campionamenti audio presenti nella Track 13 sono stati selezionati dall'assistente ingegnere del suono Ash Alexander e montati da David Richards a partire dalle tre del mattino di venerdì 8 settembre 1995.
• Durante le sessioni al Metropolis Studios di Londra, il gruppo e lo staff tecnico andavano a pranzo in un vicino ristorante italiano della zona. La sua titolare, una donna che si faceva chiamare "Mamma Rosa", non aveva idea nè di chi fossero i Queen, nè tantomeno di chi fosse Roger, che era sicura di aver già visto da qualche altra parte.

─ Manuele Bellissari
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Infine Freddie disse "Lasciatemi cantare"
Esce oggi in tutto il mondo «Made in Heaven», l'album che contiene le ultime registrazioni realizzate insieme dai Queen: un disco pubblicato a quattro anni di distanza dalla morte di Freddie Mercury, avvenuta il 14 novembre del 1991.
Il disco è stato realizzato nei Mountain Studios di Montreux, la città svizzera in cui nel 1979 i Queen trascorsero un anno di volontario esilio per sfuggire alla pressione del fisco inglese.
Era stato Jim Beach, il loro manager, a suggerire di scegliere Montreux. Mercury, Brian May, John Deacon e Roger Taylor si innamorarono a tal punto di questa cittadina adagiata sul lago che decisero di comprare i Mountain Studios, i più noti studi di registrazione svizzeri, e poco dopo realizzarono «Live Killers».
A Montreux Freddie Mercury ha lasciato le tracce finali della sua carriera. Racconta Jim Beach, che ha curato la realizzazione del disco con May, Deacon e Taylor:
«Nell'ultimo anno di vita Freddy era diventato prigioniero della sua casa a Londra assediata dai paparazzi e così affittava una villa sul lago di Montreux, perché qui veniva trattato con più rispetto. I suoi unici piaceri erano cantare quando la salute glielo permetteva e cenare nei suoi ristoranti preferiti».
È stato proprio Beach a presentare, nei Mountain Studios, l'album "Made in Heaven": gli altri tre non hanno voluto parlare della loro ultima collaborazione con Mercury.
«Freddie ci chiedeva: "fatemi cantare qualsiasi cosa perché voglio lasciare quanto più materiale è possibile". Quel che è miracoloso è che, nonostante la malattia, la sua voce era rimasta intatta. "Made in Heaven" è la celebrazione della vita e dell'arte di Mercury».

─ Manuele Bellissari
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May nuova voce del gruppo dopo Mercury
E Freddy canta ancora insieme ai suoi Queen
Che ne sarà dei Queen, dopo la morte di Freddy Mercury?
Molti parlano di un nuovo disco. Con quale cantante?
Brian May, gran virtuoso della chitarra e membro fondatore del gruppo, non ha dubbi:
«Con Freddy. O meglio, con la voce di Freddy che prima di morire registrò alcune canzoni su un nastro. Tocca a noi ora scriverne le musiche, arrangiarle e metterle su vinile».
Vuol dire che uscirà un disco postumo?
«Proprio così. Sarebbe un peccato lasciare la voce di Freddy su un nastro. Sono sicuro che anche lui avrebbe voluto incidere quei brani».
In attesa di questo lavoro, esce domani l'album di esordio di Brian May. Il titolo del disco, che ha vissuto un periodo di gestazione di poco inferiore ai cinque anni, è «Back to the light» (Ritorno alla luce).
«L'uomo che oggi ha terminato questo ellepì, è molto diverso dall'uomo che lo cominciò cinque anni fa», ha confidato May, «e la vita ci ha messo di fronte a situazioni che nessuno di noi si sarebbe minimamente aspettato. Il periodo di tempo che ho passato in terapia presso uno psicanalista mi ha permesso di guardare meglio dentro me stesso e i problemi che per tanto tempo, vivendo come una rock star, avevo evitato d'affrontare. Sono guarito, e subito il destino mi ha messo di fronte la morte di Freddy».
Registrato alla «Allerton Hall» di Windlesham in Inghilterra, l'album segue da vicino l'uscita del 45 giri «Too much love will kill you» (Troppo amore ti ucciderà) che sta già ottenendo un buon successo. Un brano dedicato all'amico scomparso?
«Tutti lo hanno pensato perché "Too much love..." è stata la canzone che ho scelto per partecipare al Freddy Mercury Tribute allo stadio di Wembley. Invece io volevo solo scrivere una ballata rock. Il mio disco», ha aggiunto May, «è ispirato al tema universale dell'amore ed è stato alimentato dalle mie recenti esperienze personali. Qui dentro c'è tutto quello che volevo ci fosse. Sembra strano ma spesso con il carattere dei membri dei Queen non era facile raggiungere delle decisioni comuni. Per fare da catalizzatore c'era Freddy, che oltre al genio artistico aveva anche una grande diplomazia, e i Queen ─ bisogna dirlo forte ─ sono rimasti insieme tutto questo tempo forse solo grazie a lui».
Ultimamente i giornali, specialmente quelli americani, parlano di un nuovo cantante per i Queen e fanno spesso il nome dell'ex leader degli Who Roger Daltrey. Cosa c'è di vero?
«Probabilmente questa è una voce che ha messo in giro proprio Daltrey; ho visto Roger Taylor e John Deacon proprio due giorni fa per discutere del nostro futuro e nessuno ha parlato di un nuovo cantante».