È un enigma filosofico: la canzone più grandiosa, vincente e trionfale di tutti i tempi in un contesto di grandi brani che sembrano cedere talvolta alle tendenze del momento, dirette e grezze, senza mai alzare bandiera bianca, anzi...
In questa raccolta di articoli c'è la chiave di lettura del successo globale di questo album.
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Storia e aneddoti sul sesto album dei Queen
«Tutto ciò che gira intorno al punk ha rappresentato una fase difficile per noi, e sapevo fin da subito che lo sarebbe stato. Ma se c'è una sfida noi ci mettiamo il massimo dell'impegno, ed è questo che ci fa resistere ed andare avanti».
[ Freddie Mercury ]
«Come è successo alla maggior parte dei musicisti, ci siamo conosciuti in un college e da lì abbiamo cominciato a pensare di formare una band. Adesso i gruppi si formano più frequentemente nei pub perchè il giovane inglese ritiene degradante andare a studiare in un college...!»
[ Roger Taylor ]
«Il materiale contenuto in News Of The World è molto diverso dalle precedenti pubblicazioni e alcune tracce sorpresero per la loro semplicità. Bando alle grandi produzioni che eravamo abituati a sentire. News Of The World ha rappresentato un ritorno all'essenziale ed ha funzionato!»
[ Jim Jenkins ]
«Salve! Sono Roger Taylor dei Queen. Voglio ringraziarvi per il supporto che avete dato al nostro ultimo singolo “Somebody To Love” e di averlo fatto diventare una hit anche qui in Italia. Sono contento di avere la possibilità di dirvi qualcosa riguardo al nuovo album che è intitolato “NEWS OF THE WORLD” e lo farò pezzo per pezzo...»
[ Roger Taylor ]
«Sono state un paio di occasioni ad averci ispirati: una fu al Bingley Hall, dove il pubblico cantava ogni canzone e poi quando lasciammo il palco continuarono a farlo con "You'll never walk alone". Era un momento di transizione per il rock. Si andava a vedere i Led Zeppelin e i The Who, si scuoteva la testa ma non si cantavano le canzoni, non era una cosa cool da farsi. Questo invece era un invito a cantare con noi.»
[ Brian May ]
«Giocai una partita di baseball con altri ragazzini. Perdemmo, ma poi qualcuno mise in sottofondo We Will Rock You e We Are The Champions e improvvisamente non mi sentivo più così male. Per me fu la prima dimostrazione dei poteri curativi della musica»
[ Myles Kennedy ]