FILM
Nel 1970 Farrokh Bulsara è uno studente d'arte britannico di origini parsi che lavora come scaricatore di bagagli all'Aeroporto di Londra-Heathrow. Nel tempo libero gli piace vivere quella società che sembra considerarlo un qualunque manovale "pachistano", e scarabocchiare testi di poesie per possibili future canzoni. A casa vive un rapporto turbolento con il padre, rigorosissimo Parsi che vorrebbe dal ragazzo dimostrazione di costante diligenza e integrità di etichetta, proprio come sembra essere la servizievole e rispettosissima figlia più giovane, Kashmira. La madre, invece, aveva assecondato le ambizioni artistiche del figlio già da tempo, pagando anche (negli anni del collegio in India) un extra affinchè seguisse lezioni di musica e pianoforte. Freddie, che ormai non vuole più essere chiamato Farrokh, assiste a una delle esibizioni di una band locale chiamata Smile, in un locale (o forse un college) della zona. Quella stessa sera conosce una ragazza di nome Mary, che lavora come commessa da Biba; i due si interessano reciprocamente. Dopo lo spettacolo, Freddie incontra nel parcheggio il chitarrista e il batterista del gruppo, rispettivamente Brian May e Roger Taylor, e si offre di sostituire il loro cantante Tim Staffell, che proprio quella notte aveva lasciato la band. Nonostante l'evidente scetticismo dei due musicisti, Freddie va via sicuro di un loro interesssamento, dopo avergli dato un saggio delle sue doti canore. Recandosi da Biba con il vero fine di rivedere Mary, Freddie viene da lei incoraggiato ad osare con l'abbigliamento e il trucco, dando spazio alla propria originale creatività. Con l'aggiunta del bassista John Deacon la band - che di lì a breve, sempre su idea di Freddie, cambierà nome in "Queen". Dopo un anno di concerti in attesa del grande passo, Freddie forza i componenti del gruppo a vendere il loro furgone per incidere l'album di debutto, in cerca della svolta che cambierà per sempre le loro vite. Il brano che gli procurerà più attenzioni è Seven Seas Of Rhye. |
REALTA'
Siamo nella seconda metà degli anni 60. Farrokh Bulsara si è appena trasferito a Feltham con la propria famiglia, originaria di Zanzibar. Il ragazzo lavora nelle cucine del vicino aeroporto di Londra-Heathrow. In seguito passerà a fare il magazziniere presso la North Feltham Trading Estate, a 3 miglia dallo scalo aeroportuale londinese, ma i suoi colleghi si dimostrano premurosi e gli evitano i lavori più pesanti. Con quelle mani così delicate non ce l'avrebbe mai fatta. Piuttosto ambiva a diventare un musicista, avendo già studiato e dimostrato interessamento per il pianoforte durante gli anni in collegio alla St. Peter School in India. Farrokh si fa chiamare Freddie e cambia scuola passando all'Ealing Art College. Qui conosce un altro studente: Tim Staffell. Tim è il cantante solista e bassista di una band locale dal nome Smile. Freddie è assiduo frequentatore dei loro spettacoli dal vivo nei club. Fa così conoscenza con il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor, e non si risparmia mai suggerimenti e idee per rendere i loro spettacoli più originali. Brian ha avuto una breve relazione con una commessa della boutique Biba: la giovane e bionda Mary Austin, figlia di un manovale tappezziere e di una cameriera saltuaria (entrambi sordomuti). Fra i due ragazzi, però, non scocca la scintilla del vero amore e i due restano solo buoni amici. Ed è grazie a questo che Freddie conosce Mary, ne resta attratto, e la cosa si dimostra reciproca. Quindi, se Freddie si fa spesso notare all'interno del Biba, Mary non evita mai di concedergli le attenzioni del caso. I due ragazzi finiscono così per innamorarsi, ma ci vogliono ben sei mesi prima che Freddie si dichiari all'amata. Quando questo avviene, il loro legame è già talmente ferrato da indurli a iniziare una convivenza. Intanto, diventati amici inseparabili, a partire dal 1969 Roger e Freddie iniziano a gestire uno stand di abbigliamento e calzature usate al Kensington Market. Nel 1970 Staffell annuncia ai due colleghi la propria intenzione di lasciare gli Smile. È a quel punto che Freddie, conoscendo già il background del gruppo e i due membri rimasti orfani del solista, si propone come nuovo cantante. I due sono dapprima scettici, ma accettano la proposta e iniziano a suonare insieme nella stessa cerchia di locali in cui si esibivano ormai da tempo. Al basso si alternano in successione Mike Grose, Barry Mitchell e Doug Bogie. È di Freddie l'idea di chiamare la nuova band "Queen"; un nome breve, immediato e grandioso, già parte dell'ideale collettivo. Non importa con quali connotazioni. E, forte del diploma artistico che ha conseguito, disegna anche lo stemma dei Queen. Il gradimento durante le esibizioni non sembra tuttavia favorire l'interessamento dei discografici. Serviva un diverso biglietto da visita. E quindi i quattro, fra i quali nella primavera del 1971 aveva infine trovato posto John Deacon al basso, le provano tutte pur di registrare dei demo in studio. Accade nel successivo mese di dicembre ai De Lane Lea, un nuovo impianto di Wembley, al quale hanno accesso grazie a una vecchia conoscenza di Brian May. Per la "prestazione" non gli sarebbe stato corrisposto un solo penny, ma avrebbero ricevuto in cambio i dischi di acetato con tutte le incisioni. I ragazzi non si lasciano scappare l'occasione. |
FILM
Nel frattempo il gruppo si cementa sempre di più come una vera e propria famiglia. Anzi, proprio in occasione del compleanno di Freddie, si riuniscono a casa dei Bulsara, dove vengono scoperte le carte sulle rispettive vite personali. Mary è accompagnata dal padre, un distinto signore sordomuto che sa leggere quel che dicono gli altri osservando il labiale. È la signora Jer a raccontare agli altri che Freddie si chiama in realtà Farrokh e che è nato a Zanzibar. Bomi, suo padre, non perde occasione per rimpiangere quel figlio che sembra non poter avere, non trovandolo disposto a seguire i rigidi insegnamenti tradizionali della loro cultura di origine zoroastriana. Qui Freddie annuncia di aver cambiato non solo il nome, ma anche il cognome, che ora è Mercury. Ma non è l'unico annuncio della giornata. Arriva infatti una telefonata che la giovane Kashmira passa a "Freddie Mercury", suo fratello maggiore. Grazie alla loro personalissima sperimentazione musicale, alla quale viene dato spazio in piena notte con il supporto del produttore Roy Thomas Baker (nelle ore in cui l'impianto di registrazione non è utilizzato dagli artisti maggiori), la band fa colpo su John Reid, un famoso manager dell'etichetta discografica EMI, che procura loro un manager (Paul Prenter), un contratto discografico e la visibilità in TV al programma Top Of The Pops della BBC (dove si presentano con il singolo Killer Queen). Freddie e Mary sono innamoratissimi, e la ragazza riceve in dono un meraviglioso anello con la proposta di matrimonio. Intanto l'album scala le classifiche. Il sogno sembra realizzarsi, e la band parte alla volta del Nord America per un grandioso ed acclamato tour. Ed è quì, lontano dalla sua amata Mary, che Freddie inizia a mettere in discussione la propria sessualità. Rientrati in patria vengono ricevuti da Ray Foster, manager della EMI, che si attende nuove garanzie per l'album successivo. Nel 1975 i Queen si trasferiscono ai Rockfield Studios, nella campagna inglese, e registrano A Night At The Opera. Il nuovo lavoro propone pezzi di indubbio valore artistico e alcune delle canzoni più sentite a livello personale da Freddie Mercury. È "un disco rock and roll con la grandezza dell'opera". Ma subito dopo lasciano l'EMI, poiché proprio Foster rifiuta di pubblicare la canzone Bohemian Rhapsody come singolo di lancio, lamentandone l'ermetismo del testo, la struttura non convenzionale e l'eccessiva lunghezza. Al suo posto preferirebbe un singolo più accessibile al grande pubblico, come I'm In Love With My Car, che tuttavia il gruppo considera troppo scontata, oppure You're My Best Friend. I Queen rompono definitivamente con la EMI sbattendo la porta (e spaccando un vetro...) e Freddie fa trasmettere in radio dal suo amico DJ Kenny Everett la canzone che, nonostante le recensioni generalmente negative della critica, diventa un grandissimo successo. |
REALTA'
Alla fine arriva un interessamento da parte della Trident, di proprietà dei fratelli Sheffield, che affidano i nuovi ragazzi al manager americano Jack Nelson. Oltre a garantirgli la possibilità di sperimentare in uno fra i migliori studi di registrazione dell'epoca, quelli della Trident riescono anche a chiudere un contratto di distribuzione con la EMI Records. Durante le sessioni Freddie cambia definitivamente il proprio cognome in "Mercury" e nel 1973 viene finalmente pubblicato il primo album della band, chiamato semplicemente "Queen". Purtroppo, però, si rivela una totale delusione dal punto di vista commerciale. La loro musica inizia ad interessare al pubblico nord-americano, grazie a un primo tour come gruppo spalla dei più conosciuti Mott The Hoople. Pochi mesi più tardi arriva il nuovo lavoro, Queen II che, seguito a stretto giro anche da Sheer Heart Attack, portano il gruppo alla ribalta grazie a due singoli da top 10: Seven Seas Of Rhye e Killer Queen, che gli valgono altrettante apparizioni televisive a Top Of The Pops. Il rapporto con la Trident non si dimostra proficuo dal punto di vista economico. Pertanto i Queen si affidano all'avvocato Jim Beach per recedere dal contratto, e si lasciano gestire da John Reid, già manager di Elton John. Sotto questa nuova ala protettiva, la band da sfogo alla propria creatività, tirandosi fuori per qualche settimana dalle distrazioni della city e andando a registrare ai Rockfield Studios, nella campagna inglese. Qui nasce il loro album più eccessivo, A Night At The Opera, che contiene Bohemian Rhapsody, emblematico e rappresentativo pezzo d'autore. I Queen riescono a vincere lo scetticismo della EMI nei confronti del loro capolavoro facendolo trasmettere in segreto su Capital Radio, grazie all'amicizia con il DJ e presentatore Kenny Everett. Il brano si rivela immediatamente un clamoroso successo discografico, ma non sfonda il muro di snobbismo della critica sulla stampa musicale. |
FILM
Dopo il tour mondiale, che ha visto il momento topico a Rio de Janeiro durante Love Of My Life (cantata inaspettatamente dal pubblico più numeroso mai registrato a un concerto rock), Freddie rafforza la relazione professionale con Paul Prenter, diventato sempre più il suo manager personale. A causa della propria eccentrica intimità, Freddie è costretto a fare coming out dicendo a Mary di essere bisessuale. Lei, nel frattempo ha già intuito invece la sua omosessualità. La coppia resta ad ogni modo sempre legata, soprattutto per insistenza di Mercury, il quale non sembra in grado di andare avanti senza la persona di cui si fida maggiormente. Nel 1980 Freddie, cambia il look tagliando i capelli e facendosi crescere i baffi, e si trasferisce a Garden Lodge, una villa ottocentesca nel centro di Londra, che arreda per sè e i propri amati gatti, sistemando Mary in un appartamento a vista dalla finestra della sala principale.. Aumentano le tensioni all'interno della band, alimentate dagli eccessi di Freddie. La conseguenza è un suo progressivo allontanamento dagli altri tre, appoggiato ed indotto da Prenter. Dopo una sontuosa festa nella nuova casa, Mercury fa la conoscenza di Jim Hutton, uno degli addetti al catering. Entrano in confidenza, ma Jim lo rimanda a una fase successiva, dicendogli di andare a trovarlo quando imparerà ad apprezzare davvero sé stesso. Nel corso di quei festeggiamenti, Roger, Brian e John si allontanano contrariati con Freddie per lo stile eccessivo raggiunto dai suoi atteggiamenti. Continua invece la cavalcata della band, che trova in We Will Rock You un motivo di riunificazione interna e di sempre maggiore coinvolgimento del pubblico. Nel backstage di un grande show al Madison Square Garden di New York, Freddie riceve la visita di Mary, scoprendo con sorpresa che ora è fidanzata con un certo David e notando che non indossa più il suo anello. Nel frattempo Prenter suggerisce a John Reid di valutare una cospicua offerta ricevuta dalla CBS Records riguardante un lavoro solista di Mercury senza i Queen. Reid gli da ascolto, e alla prima occasione ne parla con Freddie in auto a New York. Quest'ultimo però interpreta la cosa come un tentativo di minare l'unità della band e licenzia in malo modo il manager senza neppure parlarne prima con i compagni di gruppo. Al contrario, Paul Prenter coglie al balzo l'occasione per entrare ancora di più nelle grazie di Freddie, garantendogli un servizio totale e affidabile in qualsiasi evenienza. Il successo del quartetto sembra comunque non conoscere fine, incalzato tra l'altro dal nuovo singolo Another One Bites The Dust. Ma nella realtà all'interno dei Queen nascono delle tensioni altissime a causa della direzione presa dalla loro musica e dai cambiamenti nell'atteggiamento di Freddie. Lui e Roger vengono addirittura alle mani prima della sessione di registrazione del brano scritto da John Deacon. Jim Beach accetta la proposta di diventare il nuovo manager della band, ma la situazione precipita quando a una conferenza stampa organizzata per promuovere l'album Hot Space (del 1982) Freddie viene incalzato con domande sulla sua vita personale e sulla sua sessualità, ignorando qualsiasi tentativo di parlare piuttosto delle nuove canzoni. Il successivo album, The Works (1984), non fa che girare con il dito nella piaga: MTV censura il divertente video di I Want To Break Free in quanto i Queen vi compaiono travestiti da donne, e la stampa, anziché tirare in ballo l'autore del singolo (Deacon) o chi ha effettivamente avuto l'idea di vestirsi da donne (Taylor), scarica tutte le responsabilità sul solo Freddie Mercury. |
REALTA'
La visibilità derivante dal successo dei Queen rende Freddie sempre più esposto a nuove avventure. Queste favoriscono l'emergere della sua omosessualità, che porta così alla fine della convivenza con l'amatissima Mary in seguito a un dolorosissimo coming out. Ad ogni modo nessuno dei due sembra poter fare davvero a meno dell'altro, e fra di loro resta viva una complicità destinata a non consumarsi mai. Freddie le compra un appartamento a pochi minuti da casa, assicurandosi che non venisse a mancargli nulla. Nel frattempo la band si consolida a livello globale, ma decide di svincolarsi dalla gestione del manager John Reid. Quest'ultimo era di fatto impossibilitato a seguire contemporaneamente due nomi come Elton John e i Queen, dimostrandosi a volte un limite. Jim Beach diventa così il loro nuovo e definitivo manager, mentre si trovano pacificamente le condizioni per una separazione consensuale con Reid. La band procede incessantemente nella pubblicazione di album e conseguenti tour promozionali in tutto il mondo. L'apice del loro successo arriva attorno al 1980, quando si ritrovano a godere del successo globale dell'album The Game e conquistano tutto il pubblico con i loro concerti spettacolari. Questo vale sia in patria che nel resto del mondo, dove nel frattempo si sono aggiunti i paesi del Sud America e dell'America Centrale. Con grande sorpresa di Freddie e Brian, il pubblico di Buenos Aires canta in coro Love Of My Life già al primo concerto in Argentina. Tenendo fede alla loro vocazione di sperimentare sempre nuovi ambiti musicali, i Queen decidono di svoltare verso il genere disco e funky, scelta appoggiata maggiormente da Deacon e da Mercury (quest'ultimo incoraggiato dal suo manager Paul Prenter). L'album risultante, Hot Space, non tradisce completamente in classifica, ma si rivela un flop commerciale, amplificato dai successi clamorosi che l'avevano preceduto fino a pochi mesi prima. Travolti dagli eccessi della sfrenata vita notturna a Monaco di Baviera (dove si erano trovati per registrare), i Queen convengono nel prendersi un anno sabbatico tra la fine del 1982 e l'estate del 1983. Nel frattempo Brian registra un EP insieme a Eddie Van Halen e altri colleghi, mentre Freddie approccia Jim Hutton (barbiere presso l'hotel Savoy di Londra), che però ricambierà l'interessamento solo un paio di anni più tardi. Inoltre inizia a paventare una esperienza solista senza l'ingombrante presenza della band. Ma ad affacciarsi per primo fuori dalle mura di casa Queen è stato Roger, con un singolo nel 1977 e un album nel 1981 (al quale ne seguirà un altro, già in lavorazione, nel 1984). Per propria ammissione, John Deacon si dedica alla vita familiare, non avendo la dote del saper cantare. Le attività del gruppo riprendono con i migliori auspici nella soleggiata Los Angeles, dove viene avviata la lavorazione del nuovo album The Works. Purtroppo però i Queen sono ormai quattro separati in casa, e la crisi interna è accentuata dalla censura del video di I Want To Break Free da parte di MTV nel Nord America (a causa della quale perderanno per sempre quell'importantissimo territorio) e della grandinata di critiche piovute sui quattro dopo la serie di esibizioni live a Sun City, in pieno apartheid. A risollevare in parte il morale dei quattro c'è solamente la doppia esibizione al festival Rock In Rio, nel mese di gennaio a Rio de Janeiro, di fronte a un pubblico fra i più numerosi di tutti i tempi. |
FILM
Il rapporto del cantante con i suoi compagni di band si spezza proprio dopo la pubblicazione di I Want to Break Free, quando Freddie, affermando di aver bisogno di una pausa, annuncia di aver firmato un contratto con la CBS Records da 4 milioni di dollari (una cifra di molto superiore a qualsiasi altra sia mai stata pagata ai Queen) per due album da solista. Mercury si trasferisce a Monaco nel 1984 per lavorare al suo primo album da solista, Mr. Bad Guy, e si ritrova spesso coinvolto in feste a base di alcool, droga e orge omosessuali organizzate per lui da Paul. Mary che nel frattempo si era defilata, ora è in attesa di un figlio, ma decide di fargli visita nel suo momento peggiore e lo esorta a tornare nella band, la sua vera famiglia, ed accettare la partecipazione al Live Aid, un mega-concerto di beneficenza per combattere la fame in Africa organizzato da Bob Geldof al Wembley Stadium. Solo in quel momento Freddie scopre che Paul gli ha nascosto questa e moltissime altre notizie, compresi tutti i tentativi di contattarlo da parte di Jim Beach; s'infuria pesantemente e rompe immediatamente la loro relazione. Per pura vendetta, Paul rende pubbliche le numerose esperienze sessuali di Freddie in TV. |
REALTA'
L'estenuante "Works! Tour" termina nel maggio del 1985, con la band che ha solo voglia di un rigenerante e, se possibile, lungo riposo. Parallelamente Freddie era riuscito ad ultimare in Germania le registrazioni del suo primo album solista, Mr. Bad Guy, per il quale la CBS Records gli garantisce un ingaggio milionario. Probabilmente sarebbe potuta essere la fine dei Queen, ma il disco si dimostra un clamoroso fallimento. L'assenza del supporto degli altri tre membri dei Queen aveva sì lasciato a Mercury tutto lo spazio di cui era alla ricerca, ma si era trasformata in un'arma a doppio taglio a danno della creatività indotta dalla competizione all'interno di una vera band. |
FILM
Freddie torna quindi a Londra per chiedere perdono a Brian, John, Roger, dopo aver cercato la mediazione del loro manager Jim Beach. I quattro, dopo una breve discussione e l'ammissione da parte di Freddie di tutte le proprie colpe, si riconciliano e riescono a ottenere un posto all'ultimo minuto nella scaletta del Live Aid. In contemporanea con la crescente diffusione dell'AIDS in tutto il mondo, e dopo aver tossito del sangue durante l'incisione del suo album, Freddie ha deciso di sottoporsi al test e scopre di essere stato infettato. Questo equivale a una condanna a morte certa. Durante le prove del Live Aid rivela la verità unicamente al resto della band, chiedendo, di non parlarne più e di concentrarsi solamente sulla musica. In questo contesto la riappacificazione è totale. |
REALTA'
Freddie, per ammissione del manager Jim Beach, dovette tornare all'ovile "con la coda fra le gambe", cercando e trovando nuova linfa e collaborazione da parte della band. Trovò una porta aperta, anche perchè di fatto i Queen non si erano mai separati. In soccorso ai quattro arriva la proposta insistente da parte di Bob Geldof dei Boomtown Rats che, insieme a Midge Ure degli Ultravox, sta organizzando un colossale evento live con diretta TV in contemporanea dal Wembley Stadium di Londra e dal JFK di Filadelfia (negli USA). Il fine è nobile: raccogliere una grande somma di denaro da destinare alle popolazioni rurali dell'Africa centrale afflitte da una carestia senza precedenti. Da veri perfezionisti, i Queen si riuniscono al Shaw Theatre a Camden per provare il set live da dare in pasto al mondo il 13 luglio 1985. |
FILM
Nel giorno del Live Aid, Freddie va a cercare Jim Hutton e si ricongiunge finalmente con la sua famiglia, recuperando i principi della massima zoroastriana di suo padre: "Buoni pensieri, buone parole, buone azioni". Mary si reca al concerto col proprio compagno, David, e conloro c'è anche Jim Hutton. La band attende il segnale del via libera all'interno di un motorhome scambiandosi parole distensive, con in sottofondo l'esibizione in corso dei Dire Straits. Un assistente bussa alla porta: è il momento! Jim Beach, che osserva l'evento dal mixer, alza i livelli del volume oltre il limite di allerta. Freddie, Brian, Roger e John camminano nel backstage alla volta dell'ingresso sul palco. Si trovano alla base della rampa che porta in scena e Freddie saltella allargando le braccia di fronte agli U2 e a Bono Vox che in quel momento stanno andando via. Giunto al livello superiore, Freddie si volta guarda i suoi tre compagni, tesissimi, e gli fa un cenno di intesa. Intanto là fuori il duo comico composto da Mel Smith and Griff Jones intrattiene il pubblico e annuncia l'arrivo del prossimo gruppo: "Her Majesty.... QUEEN !". La band entra in scena già trionfante, mentre nella sala di controllo dell'evento Geldof è in disperata attesa di offerte che tardano ad arrivare. Una ripresa aerea si cala dal cielo su Wembley, sorvola le teste degli spettatori sul prato e arriva al palcoscenico. I Queen hanno preso posto ai loro strumenti. Ancora un attimo in cui quasi gli passa davanti tutta una vita e una intera sudatissima carriera. Freddie ha di fronte Mary, Jim e David, lì a lato del palco. Un sospiro e poi giù con le prime note, seguite dall'immediata acclamazione dei presenti. Fra un pezzo e l'altro si apprezzano la commozione crescente degli spettatori, il coinvolgimento delle persone raccolte nei locali pubblici per seguire il concerto, gli sguardi quasi increduli dei componenti della band di fronte a quel portento... quel miracolo che stanno compiendo. Il Live Aid si rivela un enorme successo. Freddie Mercury trascina la folla su canzoni come Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, Hammer to Fall e We Are the Champions, e spettina letteralmente l'intero stadio con un botta e risposta "Dee-ro!" con il pubblico. Tutti sono come pervasi da una smisurata energia positiva. E proprio durante l'esibizione dei Queen viene superata la cifra di 1 milione di sterline, obiettivo che Geldof e gli altri organizzatori si erano prefissati di donare in beneficenza. L'esibizione si conclude in un assoluto trionfo per i Queen e resterà il culmine della loro carriera dal vivo. |
REALTA'
Il giorno del Live Aid, Brian e Roger sono i primi a sistemarsi sugli spalti, giusto una fila dietro il Principe Carlo e la Principessa Diana. John Deacon si intrattiene in privato con la propria famiglia, mentre Freddie arriva per ultimo e fa qualche chiacchiera con i colleghi VIP nel backstage. Con lui c'è anche il suo nuovo partner Jim Hutton, che gli resterà vicino in tutti gli anni a seguire, ma che non viene mai presentato da Freddie alla propria famiglia in qualità di compagno (proprio Hutton spiega in seguito di essere stato considerato da loro semplicemente un giardiniere), a differenza di quanto era avvenuto molti anni prima con Mary Austin. Ma arriva il momento dell'esibizione dei Queen, alle 18:40. Hanno a disposizione meno di 20 minuti per conquistare tutti, sia il pubblico che la critica. Il tecnico del suono Trip Khalaf, lo stesso che li segue in tour, setta il mixer in modo che i Queen abbiano il suono più potente della giornata. Nei quattro non c'è nessuna voglia di limitarsi a timbrare il cartellino; devono essere i migliori, dei veri campioni. E ci riescono in pieno, perchè quelle performance di Bohemian Rhapsody, Radio Ga Ga, Hammer To Fall, Crazy Little Thing Called Love, We Will Rock You e We Are The Champions, unite dal modo unico che ha Freddie di coinvolgere la folla, vengono certificate dallo stesso Elton John nel backstage con un entusiasta "Bastardi! Avete rubato la scena a tutti!". |
FILM
Il tempo si ferma quel 13 luglio del 1985, mentre si assiste al video originale di Freddie che canta Don't Stop Me Now (non fermatemi proprio adesso), perchè The Show Must Go On (lo spettacolo deve andare avanti). |
REALTA'
Nei mesi che seguono lo spettacolo, Freddie licenzia in tronco il manager personale Paul Prenter, dopo averne individuato atteggiamenti poco trasparenti. Per tutta risposta, anche se con un anno e mezzo di ritardo, Prenter venderà al rotocalco scandalistico The Sun le proprie confidenze sul contro di Mercury, comprese diverse sue fotografie private. I Queen non riescono a concludere neppure una vacanza separati, in quanto Freddie preme per reincontrarsi ai Musicland Studios di Monaco con l'idea di registrare nuovo materiale. Non passa molto tempo fino a quando la band accetta la proposta di lavorare alla colonna sonora del film Highlander. Il risultato di ciò è l'album A Kind Of Magic, al quale segue il loro più grande tour europeo: il Magic Tour. L'ultimo spettacolo al Knebworth Park di Stevenage, in Inghilterra, rappresenta anche l'uiltimissima esibizione dei Queen insieme a Freddie Mercury. Intanto il mondo stava lentamente prendendo coscienza della piaga dell'AIDS e del virus HIV, di cui erano rimaste vittime anche alcune strette conoscenze di Freddie. È la primavera del 1987 quando finalmente lui riesce a vincere in qualche modo le esitazioni e si sottopone al test. Il timore e la consapevolezza di ricevere un responso così grave lo porta inizialmente a negarsi al proprio medico quando lo cerca per comunicargli la conferma del contagio e la necessità di sottoporsi alle terapie di contenimento (riceverà i farmaci periodicamente da New York, via aerea, con il Concorde. Non avendo un secondo di tempo da perdere, si creano le condizioni per l'incontro tra Freddie Mercury e la soprano spagnola Montserrat Caballe, da lui apprezzata pubblicamente durante il Magic Tour. Quello che doveva essere una sola canzone, Barcelona, diventa il titolo di un intero album solista, il secondo di Mercury, che fonde il mondo dell'opera lirica a quello del pop; una primizia assoluta nel panorama musicale mondiale. A causa delle incerte condizioni di salute dovute alla malattia di Freddie, mantenuta temporaneamente segreta agli altri compagni della band (ma non al manager Jim Beach), il gruppo deve rinunciare alle esibizioni dal vivo e si dedica dopo un anno abbondante di pausa alla realizzazione dell'album successivo. The Miracle vede la luce a metà del 1989 e presenta una importante novità dal punto di vista compositivo: tutte le canzoni vengono attribuite ai Queen e non più ai singoli autori effettivi. Questo è dovuto alla volontà di ritrovare una forma solida di unità all'interno della band, con Mercury che nel frattempo ha confessato anche agli altri tre membri di aver contratto l'HIV e di avere l'AIDS. Nulla che non fosse già evidente, ma da quel momento era chiaro che purtroppo non si sarebbe potuto contare a lungo sulla disponibilità di Freddie. Contro ogni seppur approssimativa previsione (la ricerca scientifica sulla malattia era solamente agli inizi in quegli anni), Freddie riesce a conciliare le prime sperimentali cure all'attività compositiva e alle registrazioni di altri due album. Il primo, l'epico Innuendo, viene pubblicato all'inizio del 1991. Nei pochi mesi a disposizione, la band non spreca tempo e capitalizza la volontà di Mercury, sempre volenteroso di proseguire nella propria attività al servizio della band ai Mountain Studios di Montreux, in quella Svizzera che gli garantisce la serenità per mettere insieme le poche forze rimaste. Spetta a Roger, John e Brian completare gli arrangiamenti dell'album Made In Heaven, che viene pubblicato postumo a quattro anni di distanza dalla scomparsa di Freddie Mercury, sopraggiunta la notte del 24 novembre 1991, appena un giorno dopo la nota stampa in cui aveva confermato di essere gravemente malato. Alla sua memoria e carriera, i tre compagni di vita e di lavoro dedicano il mega-evento Freddie Mercury Tribute Concert for AIDS Awareness, che si tiene al Wembley Stadium il 20 aprile 1992 nel giorno successivo alla Pasqua di Resurrezione cristiana. E sempre in memoria di Freddie, viene fondata la Mercury Phoenix Trust, una fondazione dedita alla raccolta di fondi finalizzati alla realizzazione di opere, ricerca e sensibilizzazione contro la diffusione del virus HIV e dell'AIDS. Perchè lo spettacolo deve andare avanti. |
Home video
|
CD
|
Doppio vinile
|
Libro
|
Documentario
|
Tutte le immagini utilizzate su questa pagina sono di proprietà della 20th Century Fox.
Base per la trama del film tratta da Wikipedia.