La giornata di sabato 31 ottobre 2015 segna il traguardo dei 40 anni dalla pubblicazione del capolavoro scritto da Freddie Mercury e registrato dai Queen nell'estate del 1975. Brian May parla con la BBC di vari aspetti che riguardano questa lunghissima cavalcata musicale. Fonte: BBC News | Entertainment & Arts di Mark Savage, 29 ottobre 2015 Traduzione in italiano di Barbara Mucci per Comunità Queeniana |
Bohemian Rhapsody celebra il suo quarantesimo compleanno il 31 ottobre 2015. Il chitarrista Brian May richiama alla memoria la genesi della canzone, e il perché non si stancherà mai di ascoltarla.
Quante canzoni sono tanto radicate nella cultura popolare da avere un proprio nomignolo? Non molte – ma "Bo Rhap" è una di esse.
È un'opera rock ─ tentacolare ─ di sei minuti, è stata la hit natalizia al numero 1 per due volte, colonna sonora della scena principale in Wayne’s World [il film ‘Fusi di Testa’ del 1992, ndt] ed ha venduto 2,44 milioni di copie nel solo Regno Unito.
Non male per una canzone in riferimento alla quale la casa discografica disse che non sarebbe mai passata alla radio.
Scritta dal frontman Freddie Mercury, Bohemian Rhapsody fu faticosamente messa insieme in sei studi di registrazione, spingendo le tecnologie di registrazione anni ’70 fino ai limiti. Le multitraccia delle parti “Bismillah” e “Scaramouche” sono stati sovraincisi così tanto che il nastro diventò quasi trasparente.
Ma la band non ha mai perso la fiducia in quel brano. «Ci rendemmo conto tutti che era qualcosa di meraviglioso, e che avremmo dovuto darle tutto il nostro cuore e la nostra anima», dice Brian May.
Per dare rilievo al quarantesimo anniversario, il chitarrista ricorda il processo di scrittura, quel video che andava oltre ogni limite, e la risurrezione con il film Wayne’s World.
■ L’INIZIO
Non c’era nessun demo. Era tutto nella mente di Freddie e su piccoli pezzi di carta, dove lui era solito scrivere qualche nota. E intendo letteralmente. Lui metteva le note A♭, C♯, D♭ in piccoli quadretti.
Quindi Freddie aveva tutta la struttura nella sua testa, e lui, Roger [Taylor, batteria] e John [Deacon, basso] hanno impostato ogni parte come una base musicale. Poi ci accingemmo a cucire insieme il tutto.
■ REGISTRARE “QUEL” RIFF
Quella parte heavy e dura rappresentò una grande opportunità per noi di andare a manetta come una rock band. Ma quel grande, forte riff venne da Freddie, non da me. Era qualcosa che lui suonò con la mano sinistra in ottave, al pianoforte. Quindi ho avuto questo come guida – ed era molto difficile da eseguire, perché il modo di Freddie di suonare il pianoforte era eccezionale, anche se lui non la pensava così. Infatti, pensava di essere un pianista mediocre ed ha smesso di suonarlo progredendo nella carriera.
■ FAR PASSARE LA CANZONE ALLA RADIO
Ci venne detto che difficilmente avrebbe venduto, ma finì che invece fu molto facile, perché Kenny Everett rubò il nastro da una sessione di riproduzione che facemmo per il lancio di A Night At The Opera, la prese con sé, e la trasmise fino allo sfinimento.
Questo fece balzare in piedi tutti quanti. Il resto delle radio pensavano: “Oddio, meglio se lo facciamo anche noi, e alla svelta, altrimenti verremo lasciati indietro!”
■ REALIZZARE IL VIDEO
So che è stato chiamato il primo video musicale della storia, ma è difficile determinare davvero queste cose. So per certo che i Beatles fecero film da 35mm dei loro brani – ma il nostro fu più un mini-film.
Venne filmato con la precisa intenzione di passarlo a Top Of The Pops. Per quelli di noi che se lo ricordano, non era proprio un programma di alta levatura. Top Of The Pops non aveva una bella nomea tra i musicisti. Non piaceva davvero a nessuno.
Sembrava sempre come una parodia. Se la tua musica aveva un qualche significato, sembrava scivolare via quando ti mettevano su di un cubo, in uno studio, con un sacco di ragazzini intorno. Ma difficilmente potevi criticarlo, perché era la strada per vendere i dischi.
Probabilmente, Bohemian Rhapsody non era la canzone [di A Night At The Opera] più difficile da eseguire dal vivo. Se provavamo a fare Good Company, per esempio, o The Prophet’s Song, erano molto più difficili.
Quindi, nel mettere insieme il tour, non c’erano particolari preoccupazioni per Bohemian Rhapsody. Ma pensammo che era praticamente inutile per noi quattro da soli cercare di ricreare l’enorme sezione operistica, composta per giunta da molte parti. Così la soluzione a cui giungemmo era che saremmo scesi dal palco, ci saremmo cambiati, e saremmo tornati scatenandoci nella sezione pesante.
La sezione operistica era molto spesso accompagnata da uno show di luci o da filmati – e sicuramente preferisco così piuttosto che inciampare e fare qualcosa che non assomigli al disco. Per me ha più senso considerarlo come una performance artistica.
■ LA PRIMA ESIBIZIONE IN TV
L’abbiamo suonata in TV per la prima volta al The Old Grey Whistle Test, che ha ripreso un intero show [all’Hammersmith Odeon di Londra] alla vigilia di Natale del 1975.
Fu una sfida per noi. Era tutto completamente e totalmente dal vivo. Nessun ritardo o quant’altro. Se avessimo avuto il tempo di pensarci, saremmo diventati nervosissimi, ma in effetti ci siamo fatti strada e abbiamo pensato: “aha, siamo pronti per questo!”. Che ragazzi precoci.
■ WAYNE’S WORLD
Non conoscevo Mike Myers [che ha scritto e recitato nel film], ma lui mi chiamò all’improvviso e disse: “Abbiamo fatto questa scena strabiliante nel nostro nuovo film – possiamo avere la vostra approvazione? E puoi fare in modo che Freddie la veda?”.
Così lui mi mandò una cassetta e la mostrai a Freddie, il quale non stava tanto bene a quei tempi. Lui era… era confinato a letto, ma gliela feci vedere e gli piacque.
La cosa strana è che l’umorismo presente nella scena era molto vicina al nostro tipo di umorismo. Perché anche noi facevamo quel tipo di cose in macchina, saltando su e giù con le nostre stesse canzoni!
■ LA CANZONE DIVENTA UNA HIT PER LA SECONDA VOLTA
C’è un velo di umorismo nelle canzoni dei Queen – e Mike Myers ha fatto in modo da trovarlo in Bohemian Rhapsody. L’ha trasformata in un nuovo genere di classico, guidandola verso una seconda vita negli Stati Uniti.
C’è una grande ironia in questo – perché c’è stato un periodo in cui l’America ci apparteneva completamente, e ci andavamo in tour ogni anno. Sembrava che niente potesse andare storto – e poi abbiamo perso l’America per varie ragioni, che sono storia ormai…
Freddie aveva un senso dell’umorismo molto dark. Era solito dire: “Suppongo che io debba morire prima che ci ridiano indietro l’America”. E, in un certo senso, questo è ciò che avvenne. E fu Wayne’s World – che venne completamente dal nulla – a fare in modo che ciò accadesse.
■ MA CHE COSA SIGNIFICA ?
Credo che Freddie provasse gusto nel fatto che ci fossero così tante interpretazioni del testo. È una canzone bizzarra. Io credo vada oltre ogni analisi. Con questo non voglio essere evasivo. Penso solo che questo sia il motivo per cui amiamo le canzoni. Ci danno qualcosa che una semplice parte di testo non può fare.
Ho le mie personali idee e sensazioni circa Bohemian Rhapsody – ma odio parlarne, e in genere non lo faccio.
■ L’EREDITA’
Non ne sono stanco. Non puoi lamentarti del fatto che la gente voglia ancora parlarne dopo tutti questi anni.
Provo ancora piacere nell’ascoltarla. Se sento le nostre canzoni alla radio, alzo il volume e le ascolto. Ma non faccio “air guitar”. Sono troppo vecchio per queste cose.