Intervista di Allison Hagendorf su Rock This - 7 maggio 2021
Trascrizione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
[Brian May] Il nostro 50° anniversario? Lo ignoriamo [ride]
[Roger Taylor] Sembra assurdo, ma davvero cerchiamo di non dargli conto nella speranza che passi presto e sentirne meno il peso l'anno prossimo. Rivedere in queste settimane su YouTube i nostri filmati storici della serie The Greatest è stranissimo. Avevamo completamente dimenticato moltissime cose di quel materiale. Trovo davvero interessante rivederci com'eravamo tantissimi anni fa. E' anche un po' shockante. Mia madre organizzò il primissimo concerto a cui presero parte i Queen, è vero. Suonavamo negli spazi pubblici delle varie località più piccole. Non credo che la gente avesse alcuna idea di chi fossero i Queen o di chi fosse Freddie Mercury. Forse già in quei giorni si chiamava così. O forse mi sbaglio.
[B] Credo che ancora si facesse chiamare Bulsara... Ricordo benissimo la mamma di Roger che lo riprendeva dicendo "Roger, datti una sistemata a quei capelli!! Non ti puoi presentare con quella testa messa così!". Sua madre era un personaggio eccezionale.
[R] Freddie spesso si tratteneva in zona dormendo a casa dei miei in quel periodo. Dormiva quasi sul pavimento, con solo un semplice materasso. Mia madre era sconcertata dal fatto che ogni mattina i suoi pantaloni erano perfettamente in piega e immacolati. Lui li metteva sotto il materasso prima di coricarsi, così venivano ben stirati per tutta la notte. I suoi pantaloni erano sempre perfetti. Lui diceva: "Dobbiamo essere di tendenza". E, ragazzi, lo siamo diventati per davvero.
[B] Ci sono tanti momenti diversi in cui noi ed io personalmente abbiamo avuto la sensazione che la nostra carriera si stesse orientando nel modo migliore. Uno di essi fu la prima volta in cui suonammo in modo ben organizzato all'Imperial College di Londra. Era uno dei primi spettacoli dal vivo in cui John Deacon era il nostro bassista; forse proprio il primissimo. Ricordo che il pubblico conosceva le nostre canzoni e ci seguiva. Capitava che ci chiedessero di suonare Paranoid... No, scherzo. A quel punto erano desiderosi di ascoltare e vederci all'opera con quello di nostro che avevamo da offrire. Ricevemmo la nostra prima recensione sulla rivista Disc e ricordo che pensammo "Oddio, parlano di noi!". Ricordo un'altra volta in cui suonammo in un college del Nord. Il pubblico lì non era granchè interessato alle nostre cose. Avrebbero preferito sentire piuttosto qualcosa dei Led Zeppelin. Durante una pausa la donna che si occupava dell'organizzazione venne da noi e ci disse: "Grandi ragazzi. E' davvero tutto bellissimo. Abbiamo ricevuto una richiesta speciale dal pubblico: se potessimo mandare la disco music al posto vostro nella seconda parte...". E noi le dicemmo: "Ma certo! Dateci i nostri soldi e arrivederci...".
[R] Ma ricordo anche un altro aneddoto in un college di Londra, il Bedford college. Andammo sul palco e... non c'era un'anima viva a vederci. Nessuno. Facemmo un concerto che per noi fu come delle prove libere. Credo che la convinzione che avevamo nei nostri mezzi sia stato l'elemento principale che ci ha permesso di arrivare al successo. Quando oggi penso al fatto che siamo in giro da 50 anni è davvero incredibile.
[B] Killer Queen per noi fu la vera svolta. Funzionò perchè era una canzone pop perfetta. Ci rendemmo conto che non avremmo potuto fare di più per migliorarla. Aveva davvero tutti gli ingredienti necessari per funzionare. Il testo di Freddie è magnifico. E un altro elemento che l'ha portata al successo fu che era davvero molto leggera rispetto a tutto quello che avevamo fatto fino a quel momento. Devo ammettere che da parte mia non credevo che fosse all'epoca la cosa giusta da fare, ma alla fine devo riconoscere che ci aprì la strada al grande successo e catalizzò l'attenzione di un larghissimo pubblico su di noi, in tutto il mondo.
[R] Credo che Killer Queen avesse il giusto livello di sofisticatezza. E c'è un meraviglioso assolo di chitarra da parte di Brian, pieno di inventiva...
[B] Grazie Rog!!
[R] ...Prego. E' un disco di cui andavamo molto orgogliosi all'epoca e ci portò al successo.
[B] Roger ha usato il termine "sofisticata". Ecco, all'epoca non era una cosa normale essere sofisticati. Addirittura era non alla moda essere sofisticati. Per cui quello fu un altro elemento che fece percepire al pubblico di avere a che fare con qualcosa di speciale.
[R] ...come Paranoid, sì... [ridono] Durante le registrazioni dell'album successivo, A Night At The Opera, ad un certo punto ci trovammo a lavorare contemporaneamente in quattro studi di registrazione diversi. Quel processo produttivo ci portò a lavorare per tempi più lunghi. Lo facemmo perchè sentivamo che il risultato era un album molto eclettico e ne sarebbe valsa la pena perchè nessuna canzone somigliava a quella precedente.
[B] Fu davvero la nostra ultima occasione per sfondare. Avevamo appena cambiato il nostro management, prendendo con noi John Reid che all'epoca lavorava per Elton John. Lo facemmo perchè doveva risolverci dei problemi che ci impedivano di lavorare come volevamo. E di problemi da risolvere ne ebbe davvero tanti. Ma ci disse: "Ragazzi, voi pensate solo a fare il migliore album che abbiate mai registrato". E così facemmo.
[R] E il nostro successo ancora oggi è incredibile, anche con Bohemian Rhapsody. Mi sorprende tantissimo quanto ne stiamo avendo negli USA. Non so se, ad esempio, i Beatles ne abbiano mai avuto tanto. Credo che sia il caso di mandargli un bel fax, così da tenerlo bene a mente... [ride] E poi c'era il video di Bohemian Rhapsody... All'epoca era comune andare in televisione a promuovere i propri singoli per il lancio. Ma noi eravamo impelagati nelle prove del nostro tour. Non potevamo andare a quei programmi. Ci chiedemmo come potessimo fare a non mancare in quei programmi senza esserci fisicamente presenti. Così impiegammo una squadra di riprese a spasso che si occupava di riprese esterne per degli eventi sportivi per farci registrare in un video. Non era assolutamente una cosa usuale in quegli anni. C'erano già state esperienze di qualcuno che aveva realizzato dei video professionali su bobile da 16mm, ma l'uso e la destinazione di quei lavori erano del tutto diversi da quello che serviva fare a noi. Il nostro video musicale diventò l'impronta digitale che diede origine al fatto di mandare una singola canzone in promozione per tutto il pianeta senza che noi fossimo costretti ad essere presenti fisicamente. In questo senso fu il primo della storia.
[B] Poi MTV colse l'idea e andò avanti... A noi costò qualcosa come 5.000 sterline o meno. Davvero poco. Sia noi che il regista avevamo chiaramente in mente cosa volevamo ottenere. Il gioco di luci in cui ci si vede in ombra all'inizio del pezzo fu una di quelle idee. Costò pochissimo ed era un concetto semplice da realizzare, ma funzionò alla grande.
[R] Non molti anni dopo si iniziarono a spendere vagonate di soldi per realizzare i video musicali. Michael Jackson se non sbaglio polverizzò tutti i record ai tempi di Bad, o giù di lì. Trovo davvero assurdo spendere quelle somme per un video. Non so se ne valesse davvero la pena.
[R] Ho iniziato a suonare quando avevo 8 anni, forse 7 addirittura. Facevo finta di suonare l'ukulele, ma non sapevo suonarlo per niente. L'idea di tenere a mente tutti gli accordi non faceva per me. Però avevo un gran senso del ritmo. Suonavo lo skiffle in una band chiamata The Bubblingover Boys.
[B] Credo di aver iniziato a suoanare più o meno alla stessa sua età. A casa avevo dei dischi di Elvis e una chitarra giocattolo. Ascoltavo molto Buddy Holly, che fu il vero elemento scatenante della mia passione. Volevo davvero riuscire a fare quelle stesse cose.
[R] Ricordo di aver visto Buddy Holly in televisione e suonava la primissima Fender Stratocaster che abbia mai visto. E... wow! Era forte. Buddy Holly era uno dei miei preferiti, ma... era tantissimo tempo fa ormai... mi piacevano anche Elvis, Little Richard. Erano quelli i generi che più mi appassionavano.
[B] Furono quegli artisti ad influenzare maggiormente i Queen o almeno me. Gente come Jimi Hendrix, Eric Clapton, Jeff Beck. Con Roger andavamo a vedere tantissimi concerti insieme.
[R] Ci piacevano molto i The Who. Andammo a vedere il tour promozionale dell'album The Who Sell Out, uno dei loro dischi più celebri. Un album meraviglioso! Erano davvero una band straordinaria, con un'energia esplosiva.
[B] Nel periodo di Killer Queen mi contattarono gli Sparks per chiedermi di unirmi a loro. All'epoca loro avevano già un grandissimo successo. Forse in quei giorni erano addirittura al primo posto nelle classifiche. Mi dissero in modo fraterno che si stavano accingendo a sfondare a livello mondiale, mentre i Queen invece avevano già dato il meglio che potevano. Gli dissi che magari non era proprio quello il momento di fare una scelta del genere.
[R] Anche io ebbi un paio di offerte, una specie di offerta. C'era un progetto per creare il gruppo Hunter - Ronson - Taylor, pensato dal nostro grande amico Ian Hunter dei Mott The Hoople. Adoravamo i Mott e adoravo Mick Ronson, che aveva suonato con David Bowie. Loro due avevano questo progetto, ma gli dissi che non mi interessava perchè io credevo nelle possibilità dei Queen, di Freddie e di tutti noi messi insieme. Amavo a tal punto i Queen che ci sono rimasto insieme... [ride] ... e anche Brian mi sembra... Alla fine gli Sparks erano in calo... Provarono a rubarci il chitarrista!! [ride]
[B] Sì, ironicamente parlando, gli Sparks erano in declino. Ma gli volevamo molto bene. Non pensai che fosse il momento di lasciare i Queen. Tra me e Roger siamo come fratelli. Stavo quasi per dire che ci vogliamo bene, ma poi sarebbe sembrato come dire che ci amiamo... In ogni caso ormai l'ho detto... [ridono]. Tra noi c'è stata sempre tanta sana competizione. Spesso avevamo delle pesanti discussioni e Freddie arrivava e ci metteva in riga indicandoci cosa sarebbe stato meglio fare per andare avanti. La percezione che il pubblico ha avuto di lui è che fosse un tipo difficile. Non c'è opinione più sbagliata sul suo conto. Era invece la persona tra noi che metteva sempre ordine in tutte le circostanze.
[R] Lui era sempre quello che dava il giusto senso alle cose. E' vero. E il bello è che la parola "compromesso" non è mai esistita nel nostro vocabolario. Freddie lo diceva spesso che non saremmo mai scesi a compromessi.
[B] Credo che la stessa Bohemian Rhapsody ne sia stata un testimone evidente. In tantissimi hanno provato a convincerci che avremmo dovuto modificare o tagliare quella canzone. Sia Freddie che noi tutti eravamo determinati affinchè uscisse come dicevamo oppure non sarebbe stata pubblicata del tutto. Nessun compromesso.
Quello che ho sempre adorato di Roger è che si può immediatamente distinguere quando c'è lui a suonare la batteria. Ed è una caratteristica che pochissimi batteristi possono vantare. Ha quel tocco nell'aprire il charleston che in tempi più recenti è stato preso largamente da ispirazione. Lui ha un suono pastoso che fa da collante a tutto il resto. Non ho mai conosciuto nessuno che sapesse suonare in quel modo. Funziona benissimo con le cose che ho sempre voluto fare. Sono stato fortunatissimo a incontrare un batterista come lui.
[R] Beh, sì... ci siamo scontrati uno con l'altro... [ridono] La prima volta che ho sentito Brian all'opera con una chitarra pensai che il ragazzo avesse un gran tocco, qualcosa che non avevo ancora riscontrato fino a quel momento in nessun altro. Trovavo che avesse un gran effetto comunicativo nel modo di suonare, con quel suono così armonico e deciso, in qualche modo anche tecnico, cosa che non guasta mai. Una cosa che tornò molto utile a noi. Questo è quello che posso dire di Brian dal punto di vista musicale... Non ho davvero nulla da raccontare per il resto di lui come persona [ridono]. Torno a dire che il fatto di vedere quanto successo abbiamo ancora oggi in tutto il mondo mi sorprende molto. Ad esempio, il nostro primo Greatest Hits ha superato ogni previsione. Nel Regno Unito è l'album più venduto di tutti i tempi. I Beatles devono venderne ancora qualche milione prima di raggiungerci... [ride] Credo che Sgt. Pepper's sia al secondo posto, ma... Sì, è straordinario. Ed è ancora più straordinaria la notizia che siamo la prima band inglese ad ottenere lo status di doppio disco di platino negli USA.
[B] E' sempre bello svegliarsi la mattina come capita a me, o anche non precisamente come faccio io, e pensare che tutto questo sia successo per davvero. La cosa che mi rende più felice è che la nostra musica è entrata a far parte della vita delle persone. E canzoni come We Will Rock You, We Are The Champions o Radio Ga Ga sono diventate parte del vocabolario del rock 'n' roll. La nostra musica genera felicità e gioia in chi l'ascolta.
[R] Siamo un'azienda straordinaria! [ridono] Che grande fabbrica che siamo! Se non esistesse bisognerebbe inventarla.
[B] Una sera uscimmo per bere qualcosa. Eravamo a Montreux e c'era David Bowie nei paraggi. Quella notte realizzammo Under Pressure. Certo, non fu un processo facile. Ci furono tante discussioni soprattutto sul missaggio. Ma tutta l'idea venne messa giù davvero in fretta.
[R] Se la memoria non mi inganna, andò proprio così. Fu una sessione davvero creativa. David era un artista molto creativo. Fu bellissimo. Il missaggio venne completato a New York. Iniziammo in Svizzera e finimmo di lavorarci a New York. Fu una collaborazione molto piacevole. Credo che alla fine il disco potesse riuscire meglio dal punto di vista tecnico, ma avemmo alcuni problemi.
[B] E' che giustamente siamo dei perfezionisti. Ed è giusto che fosse così.
Nel 1985 ci unimmo alla causa del Live Aid con tutti gli altri. Eravamo lì per fare la nostra parte. Però, ancora oggi, quando penso a quell'esperienza vedo ancora davanti ai miei occhi quella folla. Era il massimo che si potesse desiderare di ottenere di fronte ad un pubblico. E la cosa strana è che la stragrande maggioranza di quelle persone avevano comprato il biglietto prima di sapere che ci saremmo stati noi.
[R] Ci fu immediatamente un bellissimo contatto con il pubblico. Freddie li coinvolse tutti al massimo. Ricordo che scendemmo dal palco soddisfatti e felici per il lavoro che avevamo svolto. Wow! Che impatto che avemmo!
[B] Ed abbiamo ricreato tutto quel set per il film Bohemian Rhapsody. Specialmente i ragazzi che interpretavano i nostri personaggi, sono stati incredibilmente bravi. Tutto è stato riprodotto con la massima fedeltà, dagli amplificatori alle pedaliere, a tutto il resto.
[R] Io e Brian eravamo al banco di missaggio del film e non sapevamo se utilizzare l'audio della nostra performance oppure quella degli attori del film. Alla fine abbiamo optato per il nostro audio originale perchè in un certo senso sarebbe risultato più immediato per l'ascoltatore. Forse quel giorno non fummo tecnicamente perfetti, ma è stata una grandissima esibizione. Così abbiamo scelto di girare tutto quel set utilizzando la registrazione originale.
Trent'anni fa eravamo di nuovo sul palco di Wembley per il concerto-tributo a Freddie. Tutto questo è spaventoso. Quella sera vennero un sacco di persone amiche per rendere omaggio a Freddie. Ci fu tantissimo amore. Fu un bellissimo modo di digli addio.
Oggi abbiamo con noi Adam Lambert, che ha una grandissima voce e un immenso talento. Lavorare insieme è un immenso piacere. Questo è il motivo per cui ancora lavoriamo insieme.
[B] Io lo chiamo DDD, il "dono di Dio", perchè non eravamo alla ricerca di uno come lui. Ma lui era lì per noi, con il suo modo di interpretare le nostre canzoni, senza minimamente imitare Freddie. Riesce a cantare tutti i nostri pezzi nonostante l'ovvia pressione a cui si è sottoposto. E' fenomenale. Nessuno sarebbe capace di fare quello che fa lui come lo fa lui. Vogliamo molto bene a Adam e non vediamo l'ora di tornare in concerto insieme nel maggio e giugno del prossimo anno. Abbiamo dovuto rinviare tutto il tour due volte di un anno.
[R] Riesce anche a dare una nuova dimensione ad alcune delle nostre canzoni.
[B] Siamo anche stati in studio a suonare qualcosa insieme. Non abbiamo ancora concluso nulla che ci soddisfacesse. Se faremo qualcosa dovrà essere grandioso; dovrà essere perfetto. Al momento non abbiamo in programma di fare altre cose, ma potrebbe succedere in futuro.
[R] Anche a me piacerebbe se accadesse qualcosa del genere, ma - come ha detto Brian - dovrà essere davvero grandioso. Non potrà essere qualcosa di normale. Non credo che ci farebbe piacere far uscire qualcosa per cui la gente, dopo averla ascoltata, possa dire "mmm...". Non esiste. Devono essere ottime cose.
[B] Ci teniamo in forma in vista del ritorno in tour. Personalmente mantengo i polpastrelli delle mani in allenamento. Anche il fitness mi aiuta. Ultimamente ho avuto alcuni problemini spiacevoli: tra le altre cose, ho avuto a che fare con un pesante attacco cardiaco. Ora sto benissimo. E' stato un problema serissimo. Per fortuna ho avuto l'assistenza di un bravissimo cardiologo. Forse ora sono più in forma che mai, anche per via del fatto che prendo la mia salute molto più seriamente di prima. Sarò prontissimo per ricominciare a lavorare.
[R] Vorrei poter dire la stessa cosa di Brian sul fatto di allenarmi fisicamente, ma... [ride] Non faccio nessun esercizio. O meglio, per suonare la batteria bisogna per forza essere in forma, ed io mi mantengo in forma suonando la batteria. Non ho il fisico di Taylor Hawkins e non macino chilometri in bicicletta ogni giorno, ma... Ah, adoro i Foo Fighters. Ci sono almeno un paio di grandissimi batteristi in quella band.
Ho messo insieme un album! Avevo già alcune canzoni pronte negli ultimi due o tre anni, ma ne ho registrate altre (come dicevo) durante il lockdown. Così il prossimo 1 ottobre uscirà questo album che si chiamerà "Outsider". Contiene diverse ispirazioni. Dovete ascoltarlo.
[B] Io ho lavorato al mio primo album solista che ormai è fuori catalogo da un sacco di tempo. Ho avuto modo di lavorare alla pulizia del suono, alla rimasterizzazione ed a una nuova confezione da proporre. Credo che uscirà tra agosto e settembre. Ho preferito lavorare separatamente ad ogni canzone piuttosto che all'intero disco tutto insieme. In questo modo ho potuto dedicare molta più cura a ogni singolo pezzo. Ci saranno anche alcune canzoni a sorpresa che non entrarono a far parte dell'album all'epoca. E poi collaboro con Kerry Ellis ormai da quasi vent'anni o giù di lì. Abbiamo pubblicato un singolo chiamato Panic Attack 2021. Devo dire che mi manca molto suonare dal vivo. Non è naturale per un musicista non potersi esibire in pubblico. Manca l'energia che ti danno le persone. Per questo sarà ancora più straordinario tornare a fare tutte quelle cose.
[R] Per me i nostri ultimissimi tour in Corea del Sud, Giappone, Nuova Zelanda e Australia sono stati quelli che mi sono goduto di più. Sono stati tour pieni di gioia. Non avevamo ancora il Covid in giro... [ride] Poi tutto è stato fermato.
[B] A volte abbiamo aperto i concerti con Tear It Up, altre con Now I'm Here.
[R] Credo che la migliore canzone per iniziare un concerto sia stata Now I'm Here. Un'altra sarebbe Tie Your Mother Down.
[B] Tie Your Mother Down è ottima da buttare nella mischia. Ha ancora quel suo perchè... [ride]
[R] Hai ragione! E ti dirò... Non vedo l'ora di tornare a suonarla!
[B] Nel frattempo sono stato impegnatissimo con altre materie come l'astrofisica e la fotografia stereoscopica. Sono coinvolto nei progetti della NASA. Mi sono occupato della realizzazione di alcune composizioni di immagini stereoscopiche. L'obbiettivo del team NASA è di rendere più comprensibile possibile quello che fanno con le loro missioni di esplorazione spaziale. Ed io sono stato molto impegnato con quel tipo di lavori per loro.
[R] Praticamente Brian è nello spazio siderale ed io sto in mezzo al mare... Ho la mia barca in mare, mentre lui si guadagna bei soldoni [ridono]
[B] Sei divertentissimo... [ride] Tu invece avevi fatto "Fun In Space", non è vero Rog??
[R] Sì [ride] ...E anche "Fun On Earth"... [ridono] Ed ora non ci resta che sperare di reincontrare te che ci stai intervistando in prima fila ad uno dei nostri prossimi concerti.
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