Dall'età di sei anni, in virtù del proprio interessamento alla musica ascoltata in casa, ha frequentato delle lezioni di pianoforte, ma il padre lo introduce all'ukulele (strumento del quale era molto pratico). Al proprio settimo compleanno il padre gli regala una chitarra acustica Egmond, che deve modificare per via della difficoltà del bambino nel gestire l'altezza delle corde rispetto al piano della tastiera. Successivamente, con l'aiuto del padre, installa un pickup per elettrificare la Egmond.
Riguardo i fondamentali della chitarra, lo stesso Brian ricorda che:
«Mio padre mi insegnò circa sette accordi con cui suonare l'ukulele. Quando mi regalarono la prima chitarra acustica, io li ho convertiti in accordi per chitarra. In pratica ho inventato gli accordi che usavo».
Questa pratica ha fatto sempre parte dello stile di Brian, in particolare il dettaglio di privilegiare posizioni e accordi che prevedessero il minor numero di pressioni sui tasti. Lui cerca di suonare lasciando il più possibile le corde libere.
Parallelamente alla musica, Brian sviluppa una grande passione per l'astronomia. Sempre insieme al padre costruiscono un piccolo telescopio a rifrattore. Nel 1958 viene ammessi alla Hampton Grammar School. Qui frequenta il compagno di classe Dave Dilloway; i due si incontrano ogni volta che gli è possibile per suonare i brani dei loro artisti preferiti. Alla fine degli anni '50 Brian è intrigato dallo stile del chitarrista Hank Marvin degli Shadows.
Nel 1963, anche vedendo le dotazioni in possesso degli amici di scuola, Brian desidera una chitarra elettrica. La famiglia però non può permettersela e quindi padre e figlio decidono di costruirne una in casa, che fosse superiore anche delle Gibson e delle Fender. Nel mese di agosto adibiscono una camera di casa a laboratorio e iniziano la costruzione che durerà 18 mesi. Per la realizzazione si servono quasi esclusivamente di materiali riciclati, come il legno di un caminetto secolare, bottoni in madreperla trovati in casa, la lama di un coltello, le valvole di una vecchia motocicletta Panther del 1928, concedendosi l'acquisto in negozio dei pickup della Burns. Il costo finale dello strumento è di 17 Sterline e 43 cent. Per via della finitura in mogano rosso, lo strumento prende il nome di Red Special durante le prove del primo tour inglese maggiore, nel luglio del 1973. Infatti, alcuni assistenti notarono la cura reverenziale con cui Brian trattava e pretendeva che venisse trattata la propria chitarra, come fosse una donna.
L'esperienza dura fino alla prima parte del 1968, quando Brian May e Tim Staffel decidono di fondare una propria band. Si mettono alla ricerca di un batterista. Brian pubblica in una bacheca dell'Imperial College un annuncio: "Cercasi batterista in stile Ginger Baker e Mitch Mitchell", noti rispettivamente per aver fatto parte dei Cream e dei Jimi Hendrix Experience. Un certo Les Paul condivideva un appartamento a Shepherd's Bush con Roger Taylor, e lo informa dell'opportunità. I tre si mettono in contatto e convocano Roger per un'audizione, nella quale Brian resta impressionato nell'avere di fronte a sé una scena inedita: un percussionista alle prese con l'accordatura dei propri tamburi. «Non l'avevo visto fare a nessun altro batterista che conoscevo», come confessa anni più tardi Brian.
Roger Taylor entra a far parte di quello che nell'estate dello stesso anno diventerà il gruppo degli Smile. Grazie all'intraprendenza di Brian nella macchina organizzativa dell'Imperial College, già nel 1968 la band apre un concerto come support act dei Pink Floyd. Il momento topico della loro carriera giunge però il 27 febbraio 1969, quando suonano al Royal Albert Hall di Londra in occasione di un evento in favore del National Council for the Unmarried Mother & Her Child. In questa occasione suonano infatti subito prima dei Free di Paul Rodgers, eseguendo due cover e due brani originali: If I Were A Carpenter e Earth (scritta da Tim Staffell), Mony Mony e See What A Fool I've Been (a opera di May), quest'ultima incisa anche dai Queen in seguito. Gli spezzoni di video presenti nel documentario Champions Of The World provengono proprio da questo concerto. Brian racconta di un articolo pubblicato dal The Times, in cui hanno ricevuto la loro prima recensione sulla stampa:
«C'era scritto "Il gruppo occidentale più rumoroso ha scollegato i cavi e ha lasciato il palco", ma non specificavano il nome, quindi...».
Nell'estate del '69 gli Smile pubblicano un 45 giri, "Earth / Step On Me", distribuito solo negli USA con etichetta Mercury Records. Le due canzoni vengono registrate nel giugno dello stesso anno al Trident Studios di Londra, con la produzione di John Anthony, in seguito collaboratore anche dei Queen. La prima canzone è stata scritta da Tim Staffell, mentre la seconda è una collaborazione fra Tim e Brian May, risalente all'esperienza precedente con i "1984".
Nel marzo del 1970 gli Smile decidono di interrompere il loro persorso artistico. Ad essere determinante è la scarsa fiducia di Tim Staffell nel futuro della band. È un giorno fondamentale nella storia dei Queen. Tim passa a suonare con gli Humpy Bong. In conseguenza di ciò, la casa discografica recede dal contratto con gli Smile. Il gruppo si esibirà ancora per un paio di mesi, forse per onorare degli impegni già fissati, ma in conclusione Brian e Roger devono trovare un nuovo cantante e un bassista.
Già all'inizio del mese di aprile i due amici sono determinati a porre le basi di un nuovo progetto musicale. Dopo averli a lungo seguiti e frequentati negli Smile per via dell'amicizia con Staffell nata all'Ealing College, Freddie Bulsara si libera dei Sour Milk Sea convincendo Brian May e Roger Taylor ad unire le proprie capacità artistiche per dar vita a una nuova band. È lui stesso a proporre il nome Queen, che viene accettato nonostante qualche perplessità, anche per la mancanza di valide alternative: gli altri al vaglio erano The Grand Dance, Out Of A Silent Planet e The Rich Kids.
Brian ricorda la sua prima impressione nell'incontrare e conoscere Freddie:
«Già allora era una star, anche quando non aveva un centesimo in tasca. Ci aveva seguito assiduamente quando suonavamo come Smile e trovava sempre nuovo entusiasmo nel darci suggerimenti prima e dopo dei concerti. In effetti per lui deve essere sembrato naturale farsi avanti quando Tim lasciò la band, ma nè io nè Roger avremmo mai pensato che lui sapesse cantare».
Verso la fine del mese iniziano a provare all'Imperial Collage di Londra. Suonano vecchi brani, soprattutto cover risalenti alle rispettive precedenti esperienze. Al basso c'è Mike Grose, un amico con cui Roger aveva già collaborato.
In una vita dalle mille sfaccettature come quella di Brian May è difficile individuare un momento che sia più determinante di altri. Ma quello che succede il 27 giugno è sicuramente uno di essi: i Queen si esibiscono insieme per la prima volta in pubblico al City Hall di Truro. L'occasione è un evento di beneficenza per il 100° anniversario della Croce Rossa Britannica. Vengono ancora annunciati con il nome Smile, cosa che proseguirà a fasi alterne per tutto l'anno in corso. Già in questo frangente suonavano brani originali. Uno di essi era Son And Daughter, scritta da Brian May. La carriera era tutt'altro che spianata, ma da questo momento in poi la band consolida la propria vocazione live e perfeziona in modo rustico ma efficace la propria capacità di interazione con il pubblico.
Brian e soci dovranno far fronte alla sostituzione di tre bassisti in meno di un anno. A Mike Grose segue Barry Mitchell e, dopo una brevissima parentesi con il giovane Doug Bogie, nel marzo del 1971 viene individuato in John Deacon l'uomo del destino. Brian May, Roger Taylor, Freddie Mercury e il neo-arrivato John Deacon suonano insieme per la prima volta nella loro formazione tipo il 2 luglio 1971 al Surrey College, nella campagna a Nord di Londra. Resteranno strutturati nello stesso modo per tutto l'arco della loro formidabile carriera.
Anche se la passione non mancava, ai Queen serviva disperatamente un contratto discografico, che arrivò soltanto due anni più tardi. Anche per questo Brian non abbandona del tutto le sue ambizioni accademiche. Nel settembre del 1971 inizia il suo primo vero lavoro, insegnando matematica e scienze alla Stockwell Manor Comprehensive School di Londra. L'impiego dura per circa tre mesi. Uno studente ricorda che Mr May (come lo chiamavano) durante la pausa pranzo suonava la chitarra nella sala professori, aveva la stessa chioma che lo contraddistingue ancora oggi e che uno dei ragazzi usava seguirlo mimando il gesto di tirargli i capelli. Brian dal canto suo ricorda che era complicato far partecipare tranquillamente i ragazzi alle lezioni. L'unico modo era rendere gli argomenti interessanti, e lui aveva il vantaggio di essere giovane e di comunicare nel loro stesso gergo. Una delle lezioni si rivela però disastrosa: il prof. chiede di ritagliare alcune forme si cartone con le forbici; tutto funziona per mezz'ora, dopodichè in alua comincia una zuffa... Ovunque si sparsero brandelli di carta e macchie sangue.
Dopo essere stati messi sotto contratto dai fratelli Sheffield e con un accordo di distribuzione che livedeva legati alla EMI, i Queen aumentano la propria attività live. Apriranno i concerti dei Mott The Hoople (band di Ian Hunter), grazie ai quali impareranno a perfezionare di continuo il modo di esibirsi in pubblico. Dopo la pubblicazione del loro primo album, chiamato semplicemente "Queen", si imbarcano in un tour maggiore da headliners nel Regno Unito. Qualche mese dopo sfruttano l'onda dei Mott e si presentano al pubblico Nord Americano con una serie di apprezzatissimi concerti in veste ancora una volta di support act.
Brian May ha ricordato come Ian Hunter lo portò a riflettere sulla propria carriera nella musica:
«Ian era un grande saggio anche da giovane. Una sera durante il tour in cui eravamo il support act dei Mott ero seduto un po' malinconico. Lui mi si avvicinò per chiedermi se tutto fosse a posto. Gli spiegai che stavo bene, solo che sentivo la nostalgia, essendo lontano da casa per così tanti giorni. Lui mi rispose seccamente "Ragazzo, se questo mondo ti fa sentire la nostalgia di casa, allora non fa per te". La sua franchezza mi aprì gli occhi sul fatto che volessi davvero andare avanti in questo mestiere».
L'undici marzo 1974, dopo il sesto show consecutivo dei Queen all'Uris Theatre di New York, Brian May collassa. Aveva contratto l'epatite e rischiava di subire l'amputazione di un braccio. L'origine del grave problema era stato l'utilizzo di un ago infetto nel mese di febbraio, durante le vaccinazioni obbligatorie prima di intraprendere il breve tour in Australia. L'imprevisto impone lo stop del primo tour dei Queen nel Nord America, con un pubblico che avrebbe a momenti conosciuto il secondo album "Queen II", senza che questo potesse ricevere una adeguata promozione. Durante la convalescenza, Brian viene avvicinato dal gruppo californiano degli Sparks, conosciuti al Marquee tempo prima. Gli chiedono di aggregarsi alla loro band, ma Brian declina l'invito.
Quando all'inizio del mese di agosto sembrava pronto a ritornare in attività per raggiungere il resto della band e completare le sessioni di registrazione dell'album "Sheer Heart Attack", Brian May viene ricoverato nuovamente in ospedale. Questa volta è per curare un'ulcera duodenale, probabilmente causata dai farmaci assunti per la precedente epatite. L'inconveniente causa il rinvio del completamento dei lavori di ulteriori due mesi, durante i quali però Brian compone quello che è probabilmente il primo dei suoi grandi classici: il brano Now I'm Here, la cui composizione era iniziata come infatuazione giovanile proprio durante le prime date nel Nord America e si conclude con una sorta di grido dalla camera dell'ospedale per rimarcare il concetto "Io sono qui!" e sto tornando.
Le disavventure personali e individuali dei Queen negli USA non smettono neppure nelle occasioni successive, stavolta con Freddie alla prese con problemi alle corde vocali. Durante una pausa degli spettacoli, il 27 marzo 1975 Brian May assiste al concerto dei Led Zeppelin al Forum di Inglewood, vicino Los Angeles, in California. Sogna di suonare in quel luogo; e il suo desiderio si avvera due anni dopo. Ecco, quella sarà la prima volta che il programma dei concerti della band nel nuovo continente non subirà stop imprevisti per motivi di salute dei componenti.
La prima metà degli anni '70 vede i Queen in crescita esponenziale, con la conquista del caloroso pubblico giapponese. Sono anche tempi di cambiamenti della vita privata. John Deacon e la propria moglie diventano genitori nel luglio del 1975 e meno di un anno più tardi Brian May sposa dopo sette anni di fidanzamento Christine Mullen nella Chiesa Cattolica Romana di St. Osmund, a Barnes. La data viene fissata all'inizio dell'anno, prima che i Queen partissero in tour alla volta dell'America. Come prima dimora, la coppia acquista casa a Barnes, nel sobborgo a Sud-Est di Londra. A completare lo scenario di vita privata c'è il fidanzamento di Roger Taylor con Dominique Beyrand durante i contatti con la Virgin Records in occasione del concerto gratuito a Hyde Park, e il tacito coming-out di Freddie Mercury che smette di vivere sotto lo stesso tetto con la giovane Mary Austin dando spazio ai propri gusti e alle proprie esuberanze sessuali. Un momento in cui le coppie si mostrano in pubblico è certamente quello della promozione dell'album "A Day At The Races", con l'evento sportivo a Kempton Park nell'autunno del 1976.
Uno dei contributi principali di Brian al nuovo disco è il brano Tie Your Mother Down, la cui composizione era iniziata nei primi anni '70 durante una lunga permanenza sul Monte Teide a Tenerife per degli studi in astronomia. Ogni mattina, dopo aver passato la nottata a osservare il cielo con gli altri studiosi, non riesce ad addormentarsi a causa della stessa stanchezza. Nella sua testa c'è quel ritornello e lo suona all'aperto fino al sorgere del sole. Usa una piccola chitarra acustica spagnola che ha portato con sé. Ovviamente i suoi colleghi pensano che sia matto da legare, ma a lui non interessa. Quando anni dopo presenta l'idea ai compagni del gruppo nell'estate del 1976, Freddie è entusiasta. Brian gli confida di averla canticchiata per gioco con un ritornello che fa "Tie Your Mother Down! - Tie Your Mother Down!", con uno spirito ribelle pienamente rock and roll. L'ispirazione musicale arriva dal grande chitarrista blues irlandese Rory Gallagher: la canzone non è un tributo, ma il tocco fugace sulla quinta corda è nel suo stile. Era un idolo di Brian e i due diventarono anche amici. Il brano rappresenta un classico indiscutibile dell'hard rock, ed è anche una presenza fissa nelle set list di tutti i concerti dei Queen e di quelli solisti dello stesso Brian, anche in veste acustica e semi-acustica. Se è innegabile la durevolezza del brano, Tie Your Mother Down non entrò nemmeno nella top 30 inglese.
Il motivo principale, sommato alla connotazione poco pop della canzone in favore di una vena heavy rock, era l'imperante ascesa del movimento punk sulla scena musicale e culturale dell'epoca.
I Queen decidono di cambiare l'approccio alle registrazioni, riducendo al minimo sovraincisioni e virtuosismi compositivi. Verso metà del 1977 registrano a Londra l'album News Of The World, incidentalmente condividendo il sito di registrazione proprio con i Sex Pistols, paladini del punk.
I brani registrati per l'album sono molto più essenziali rispetto a quelli del passato, ma non perdono un solo grammo della potenza trascinante caratteristica della vocazione live della band. Brian contribuisce con la ballata retrò Sleeping On The Sidewalk, la malinconica All Dead (dedicata al suo gatto Squeaky, passato a miglior vita), l'inno da stadio We Will Rock You (nella quale imposta gli echi dello stomp-stomp-clap basandosi sulla sequenza di Fibonacci) e la teatrale It's Late.
«Praticamente si suona mettendo con entrambe le mani sulla tastiera. Ho appreso la tecnica da un ragazzo che diceva di averla presa in prestito da Billy Gibbons dei ZZ Top. Suonava in qualche pub del Texas, facendo questo tipo di cose. Ne ero molto intrigato. Sono tornato a casa e l'ho suonato per un bel po' e poi l'ho usato in It's Late. Era una specie di doppio tocco. Sfregavo sulle corde con la mia mano sinistra, colpendole allo stesso tempo con un altro dito della mano destra. Era problematico da fare sul palco; si è rivelato essere un po' troppo difficile. Si può fare se suoni la chitarra seduto. Se avessi perseverato in questa cosa, forse sarebbe diventato più naturale per me, però non è stata una strada che ho seguito molto a lungo, a mio modo di vedere. È un po' artificiosa».
─ Brian May, 1983
«È un'altra di quelle canzoni che parlano della vita di tutti. Penso che abbia a che fare con tutte le esperienze che io pensavo che la gente potesse aver avuto, ma credo che fosse anche molto personale. È scritta in tre parti: la prima di esse è in casa, con il ragazzo e la donna; la seconda si svolge in un'altro posto da qualche parte, con il ragazzo insieme a qualche altra donna che lui ama, ma con la quale non può continuare; e l'ultima parte è il ritorno dalla sua donna.»
─ Brian May, 2000
Pubblicato nell'ottobre del 1977, il nuovo disco è un successo planetario e ancora oggi risulta il più venduto del catalogo Queen in studio.
«È un album spontaneo. Credo che siamo riusciti a gestirlo ovviando a tutta la mancanza di spontaneità dei nostri altri dischi. Non ho nulla di cui scusarmi rispetto a nessuno dei nostri lavori precedenti. Siamo orgogliosi di essi, e non li avremmo fatti uscire se non lo fossimo stati. Ma ora sento che alcuni di loro possano essere stati sovra-prodotti, quindi volevamo andare verso un album più spontaneamente basato sul rock & roll. È stato bello fare qualcosa che non richiedeva tutta quella intensità.»
─ Brian May, 1977
Dopo una prolifica promozione mondiale con concerti dalla caratura elevatissima, la band si ritrova di fronte a un bivio. I loro introiti superavano il tetto massimo per la tassazione convenzionale del Regno Unito. I Queen devono scegliere se sottostare al cuneo fiscale vigente in patria oppure produrre musica prevalentemente all'estero. Il 12 giugno Chrissy dà alla luce il piccolo James, il suo primogenito e ovviamente anche di Brian (conosciuto come Jimmy o Jim).
Nell'estate seguente, prima Roger e John, poi seguiti da Brian e da Freddie, si trasferiscono prima al Mountain Studios di Montreux e poi allo studio di registrazione Super Bear a Berre-les-Alpes, nei pressi di Nizza. Brian porta in dote l'eterna Fat-Bottomed Girls ─ gemella di Bicycle Race, scritta da Freddie ─, la ballata In Only Seven Days, la simpatica Dreamers Ball e la quasi-speed-metal Dead On Time. Per quest'ultima registra in modo amatoriale e poi incide nel finale il frastuono prodotto da un tuono durante una violenta tempesta che fece saltare l'elettricità in studio; sul disco è accreditato come "courtesy of God". Il disco esce nel mese di novembre e divide sia la critica che i fan più affezionati.
In ogni caso, durante alcune tappe che di fatto sono parte del tour che promuove l'album, vengono realizzate le registrazioni della prima pubblicazione live dei Queen: Live Killers viene mixato a Montreux, infine pubblicato nel 1979.
A partire dal mese di giugno iniziano le prime sessioni di registrazione dell'album The Game, presso il Musicland Studios di Monaco, in Germania. A questo periodo va datata Save Me, struggente power-ballad scritta da Brian. The Game rappresenta un punto di definitiva rottura con le composizioni epiche e orchestrate del passato, con canzoni mediamente brevi e sound essenziale, anche se pur sempre distintivo. Sulla copertina interna dell'album ora viene indicato l'utilizzo dei sintetizzatori, dopo che nei precedenti sette anni il gruppo si era vantato di non utilizzarli con la dicitura "Nessuno ha suonato i sintetizzatori...". La movimentata Dragon Attack e la tenera ballata Sail Away Sweet Sister completano il set di brani scritti da May e inclusi nel mix finale del disco. The Game si rivela immediatamente essere uno dei più clamorosi successi planetari dei Queen.
In ultimo, ma non da meno, c'è il cambiamento di immagine dei quattro: fatto salvo Brian, tutti accorciano di molto il taglio di capelli. Freddie si fa crescere i celebri e discussi baffi, una caratteristica che mantiene per sei anni.
Nel frattempo arriva dal produttore cinematografico italiano Dino De Laurentiis la proposta di realizzare le musiche per la rivisitazione sul grande schermo della serie Flash Gordon. La band appare scettica, ma infine accetta sotto la garanzia di una totale libertà artistica. Tuttavia, Brian May dichiara poi in un'intervista che:
«La vera sfida fu lavorare per un "capo" che non fossimo "noi stessi". C'era il regista [Mike Hodges] presente in ogni momento. L'unico criterio che dovevamo seguire era che il nostro lavoro fornisse un vantaggio al film».
Brian prende molto sul serio il progetto, iniziando a lavorarci insieme al produttore tedesco Reinhold Mack. La produzione dell'intero album è accreditata ai due e ─ per la prima volta ─ non ai Queen. Iniziano a registrare nel gennaio 1980, ma solo in ottobre ─ dopo il tour nord-americano culminato nei tre show consecutivi al Madison Square Garden di New York ─ la band trova sei settimane di tempo utile per ultimare il progetto. I quattro procedono quasi sempre separatamente, usando massicciamente i sintetizzatori come mai in precedenza. John Deacon appare il più entusiasta nei riguardi di questa sperimentazione, anche se è poi Freddie a farme più uso nel lavoro. Alla fine Brian May ha a disposizione tutto il materiale necessario. Non resta altro da fare che integrarlo con le scene del film insieme al compositore inglese Howard Blake. Dal lavoro finito sono isolabili solo due canzoni: Flash's Theme, la stumentale Football Fight e The Hero (un bel rocker tirato, con sui vengono aperti i concerti dell'Hot Space Tour); la prima e l'ultima sono composizioni di Brian May. Tutte le altre registrazioni sono arie musicali accompagnate dai dialoghi originali dal film; una scelta artistica condivisa dal gruppo. L'album Flash Gordon raggiunge una lusinghiera posizione #10 nella classifica del Regno Unito, dove ottiene lo status di disco d'oro, e la #23 nella Billboard USA. In Italia va più che bene per gli standard dei Queen, con il piazzamento migliore al #15.
(...to be continued...)