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David Wigg - articolo su Freddie Mercury per il Daily Mail [18 febbraio 2011]

18/2/2011

2 Commenti

 
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David Wigg, giornalista amico di Freddie Mercury, rivela il lato vulnerabile dell'appariscente star e la solitudine che lo tormentava
di David Wigg, dal DailyMail del 18 Febbraio 2011
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana


Fino a quando vivrò non dimenticherò mai il mio primo incontro con Freddie Mercury. Arrivò all'assalto nel camerino in cui lo aspettavo dopo un concerto di due ore, prese un ferro da stiro e lo lanciò sul grande specchio facendolo a pezzi.

Beh, ─ pensai ─ ovviamente non deve essere superstizioso! Lo sfogo era dipeso da un microfono guasto mentre era sul palco. Nonostante il pubblico non si fosse reso conto di nulla d'anomalo, Freddie si era arrabbiato tantissimo.

Quando si è calmato gli ho chiesto se valesse la pena agitarsi tanto per un problema che il pubblico neppure aveva notato. Mi rispose «Ci sono alcuni che possono accontentarsi di essere secondi, ma non io. Se conosci il sapore di essere il numero uno non ti accontenti di essere secondo», dandomi una pacca con la mano sul ginocchio ed esplodendo in una grassa risata».
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È difficile da credere, ma sono passati 36 anni da quanto Freddie e i Queen hanno comandato le vette delle classifiche con quel brano fondamentale che è Bohemian Rhapsody.

In occasione del 40° anniversario della formazione del gruppo nel 1971, nell'East End di Londra il 25 febbraio aprirà una mostra sui Queen chiamata Stormtroopers In Stilettos: Queen, The Early Years. Documenta i primi cinque album della band e la loro crescita fino a diventare delle superstar globali.

Cattura con fotografie e filmati l'iconico concerto dal vivo di fronte a oltre 150.000 persone in Hyde Park nel 1976, che ha consolidato il successo dei Queen. Più in avanti quest'anno inizieranno le riprese di un film sui Queen, con Sacha Baron Cohen nel ruolo di Freddie.

Seppur imperdibile che sia, la mostra non potrà mai dare neanche un assaggio di come fosse davvero Freddie. L'ho conosciuto per 16 anni, nei quali l'appariscente star è diventato mio amico, fino a quando poi l'AIDS l'ha ucciso all'età di soli 45 ani.

Ma per me la vera tragedia è che Freddie non è affatto morto.
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A dispetto del nostro turbolento primo incontro, noi due siamo sempre andati d'accordo e l'ho intervistato più volte negli USA, a Monaco, Ibiza, Parigi e nella sua casa a Londra. Spesso mi chiedeva se una determinata canzone mi piacesse o meno.
Quando gli ho fatto visita a Monaco stava componendo del materiale per il suo album [singolo, ndt] solista The Great Pretender.
La cosa che più di altre mi ha colpito è stata la potenza vocale che aveva. Questa caratteristica l'ha portato a collaborare con la famosissima soprano Montserrat Caballe nella loro hit Barcelona, nel 1987.

Anche se Freddie era famoso per il modo in cui dominava i palcoscenici, nel privato l'ho trovato una persona completamente diversa. Le capacità di intrattenitore venivano soppiantate da una personalità timida, sospettosa e che proteggeva la propria vita privata con ossessiva tenacia.

C'è stato un periodo in cui addirittura temeva nell'incontrare altra gente poichè sarebbero potute restare deluse dal fatto che non fosse in realtà la persona esagerata vista sul palco. Diceva: «Non voglio infrangere la loro illusione. Sono una specie di camaleonte. Penso di essere una combinazione di tanti personaggi. E sono una persona estrema».

Ho visto spesso Freddie prepararsi per andare sul palco. Riscaldava la propria voce buttando giù qualche vondka mentre faceva una serie di esercizi vocali. Il suo assistente gli teneva pronti i costumi di scena. Dopo un ultimo tiro di sigaretta si afrettava ad uscire dalla porta per andare a incontrare i fan che adoravano i Queen. Era come un uragano.

Diceva: «Quando sono sul palco divento completamente diverso. Non ci sono mezze misure. Bisogna essere elastici per fare le rock star, non si può fallire un solo colpo».
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Dopo aver acquistato una proprietà a Kensington, Freddie non voleva altro che circondarsi con un gruppo di amici. Preferiva organizzare incontri a cena piuttosto che andare in giro per bar e discoteche come faceva nei primi tempi con i Queen.

A questi incontri era sempre presente la sua ex fidanzata Mary Austin ─ snella, con un parlato tranquillo, era stata la sua amante per sei anni prima di fare i conti con l'omosessualità di lui. È per questo legame che Freddie le ha lasciato la propria casa e parte consistente delle sue fortune quando è morto nel 1991.
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Alcuni dei suoi familiari e amici sono rimasti sorpresi da questa decisione, ma io non lo ero. Mentre i fidanzati andavano e venivano, Mary è sepre rimasta una costante nella sua vita.

In ogni caso, mi aveva già detto nel 1984 che Mary sarebbe stata colei che avrebbe ereditato i suoi milioni. Disse: «La mia vita è estremamente volatile. L'unica amica che ho avuto è Mary. Non voglio nessun altro. Nel corso degli anni sono diventato più triste. Più vieni abbandonato e più ti senti ferito. Mi sento come se andassi in giro con delle cicatrici addosso».

Mary aveva 19 anni quando l'ha incontrato. Lavorava alle pubbliche relazioni per la famosa boutique di moda Biba a Londra. Freddie e Roger Taylor ─ il batterista dei Queen ─ avevano una bancarella al vicino Kensington Market nella quale vendevano abiti usati e alcune creazioni artistiche di Freddie stesso.

Mary diceva: «Siamo cresciuti insieme. Ci sono voluti tre anni per innamorarmi di lui davvero. Da allora non mi sono mai sentita allo stesso modo con nessun altro». Mary si trasferì in un appartamento con Freddie a Kensington, in Victoria Road.

Per sei anni Freddie e Mary hanno avuto una relazione fisica normale. Una sera le disse di pensare d'essere bisessuale, affermazione alla quale lei ha replicato dicendo: «No Freddie, tu sei gay».

Poi si abbracciarono.

Per loro era arrivato il momento di condurre vite separate, anche se Freddie la rassicurò che sarebbe stato sempre presente in caso di necessità. Le comprò un appartamento da 500 mila Sterline vicino casa sua, un modo da potersi vedere lo stesso anche dopo la separazione.
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All'epoca lui mi disse: «Ho instaurato un immenso legame con Mary. Ci amiamo ancora e se io me ne andrò prima di lei le lascerò tutto. Nessun altro riceverà un penny ─ eccetto i miei gatti». Quando giunse il momento, Freddie lasciò parte della propria eredità anche alla sua famiglia, una grossa somma di denaro al suo ultimo fidanzato ─ Jim Hutton, al quale fece anche ottenere una casa nella sua terra natia in Irlanda ─, 500 mila Sterline al suo assistente personale; e anche il suo cuoco non rimase escluso.

Del suo tentativo di trovare l'amore giusto, una volta mi disse: «Ho tentato di avere relazioni con entrambi i sessi, sia con uomimi che con donne, ma sono tutte finite male. Penso che non ci sia nessuno che riesca a restare con me. Io mangio le persone e le distruggo. Voglio che siano tutte per me, ma non lo desidera chiunque? Questo non significa che io non dia nulla in cambio. Pretendo tantissimo, ma do anche un sacco in cambio». Di sicuro ci teneva ai propri amici.

«Sono un vero romantico, ma allo stesso tempo ho una corazza all'esterno. Per la gente è difficile oltrepassarla e inoltre attraggo tutti i tipi di persone sbagliate. Sono pietrificato dall'idea di restare solo».

Credeva che la sua immagine sul palco fosse stata responsabile della sua incapacità di costruire relazioni: «Ho creato un mostro. Sono handicappato perchp la gente pensa che io sia così. Quando provo ad instaurare una relazione sono la persona più gentile che si possa incontrare. Mio caro, sono adorabile».

«Nel momento in cui mi accorgo che qualcuno mi tradisce divento l'opposto. Se mi tradiscono divento un orco. Dal momento che il pubblico mi ama, gli risulta difficile credere che uno come Freddie Mercury possa sentirsi solo. Infatti il mio tipo di solitudine è il peggiore. Si può stare fra la folla ed essere la persona più sola, perchè non hai nessuno con te».

Freddie ha convissuto con la cosapevolezza di essere positivo all'HIV per sette anni prima di morire [tutte le altre fonti riportano di 4 anni, ndt]. Io lo sapevo e ho mantenuto il suo segreto. Negli anni '80 mi disse: «Ero estremamente promiscuo, ma ho smesso completamente. Il sesso era un ingrediente fondamentale di ciò che facevo. C'erano tutte queste cose ad avvolgere la musica e io le vivevo in pieno. C'era eccesso in goni cosa. Ad ogni modo mi annoierei ad avere 70 anni. Se morissi domani non me ne fregherebbe nulla. Ho vissuto la vita al massimo. Adoro il fatto di rendere felici le persone, anche se solo per mezz'ora».
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Freddie ha ricevuto dei trattamenti in casa per la propria malattia. È stato mantenuto segreto, con i medicinali forniti che arrivavano nascosti nelle copertine dei dischi e in scatole. Diventò talmente debole che non riusciva a scendere dal letto e in seguito la propria vista iniziò a calare. Me ha trovato lo stesso la forza per afftontare il proprio destino.

Mary mi raccontò che «È stata di Freddie la decisione di smettere con le cure. Sapeva che il momento sarebbe arrivato e all'improvviso disse: "Ho deciso che me ne andrò". Un giorno decise che ne aveva abbastanza e smise con tutte le cure che gli permettevano di tirare avanti. Ha guardato in faccia alla morte».

A Mary è stato affidato i compito di gestire le sue ceneri: «Anche dopo la morte mi occupo di lui e spero che sia tutto OK. Mi sentivo sposata con Freddie. Lo amavo tantissimo».

Dave Clark, il leader del gruppo Dave Clark Five negli anni '60, si trovava nella camera da letto di Freddie quando è morto: «Si è tirato sù, l'ho retto, mi ha sorriso e poi se n'è andato. È stato molto coraggioso. Solo una manciata di persone sapevano quanto Freddie fosse realmente ammalato. Ma era lui stesso a volerlo. Era una persona molto riservata. La gente dovrebbe ricordarlo per la sua musica eper la felicità che ha dato al mondo. L'amore di Freddie era rivolto alla vita e nel viverla al massimo».

La cosa triste è che Freddie potrebbe essere ancora con noi oggi. Secondo il parere dei medici, se Freddie fosse sopravvissuto ancora un anno, i progressi del trattamento per i malati di AIDS lo avrebbero salvato.

Ma Freddie Mercury era sempre un passo avanti rispetto alla sua epoca.
─ @claudiobadger
2 Commenti
Paolo
3/12/2020 14:08:33

Articolo molto bello

Risposta
Grace ferrari
25/8/2021 20:12:13

It's impossible be great as Freddie Mercury. Nobody can replace him, he was and will be the BEST.

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