Una simpatica intervista che ci fa conoscere meglio il cantante dei Queen Extravaganza. Fonte: MadmoiselleWoman ─ 21 agosto 2015 Traduzione in italiano di Barbara Mucci per Comunità Queeniana Marc Martel è il cantante dei Queen Extravaganza, un parto della mente di Roger Taylor (batterista dei Queen). Saranno in tour a partire dal 30 ottobre [corretto dal traduttore] con i brani di “A Night At The Opera”, in carica come tribute band ufficiale. Marc ha trovato un po’ di tempo per rispondere ad alcune nostre domande, con un piccolo aiuto da parte di Jordy Van De Bunt (titolare dell’account twitter Queen Facts) e Amanda Perkins. |
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Ciao Marc, grazie per aver accettato di fare questa intervista. Volevi fare il musicista da grande?
Sì. Ho scoperto si essere bravo nella musica quando ero molto giovane, ma non ho mai pensato che potesse essere una cosa ragionevole da perseguire come carriera, perché non conoscevo nessuno di persona che facesse questo per vivere. È stato solo al terzo anno di college, quando ho avuto la prima band, che mi sono reso conto che la musica poteva essere un impegno a lungo termine per me.
Qual è stato il primo disco che hai comprato?
Il primo album che ho comprato con i miei soldi è stato “Girl You Know It’s True” dei Milli Vanilli nel 1989, su cassetta, quando avevo 12 anni. So essere ironico…!
Come è andata l’audizione per diventare parte dei Queen Extravaganza?
Ho fatto l’audizione come tutti i membri originali – passando da un concorso online indetto da Roger Taylor. C’erano tre livelli di competizione. Per i primi due, ho presentato un mio video mentre cantavo una canzone dei Queen (Somebody to Love, e Crazy Little Thing Called Love). Quando sono stato scelto per la finale, sono volato a Los Angeles per la terza ed ultima parte dell’audizione, e ci hanno suddivisi in diverse “band”, esibendoci a turno davanti a Roger, al loro manager Jim Beach, ed al tastierista dei Queen, Spike Edney. La formazione finale è stata annunciata pochi giorni dopo, nel dicembre del 2011.
Come ti sei sentito ad essere diretto e prodotto da Roger Taylor?
Per me, la cosa più importante è che ha dato un’impronta di legittimità a ciò che stavamo facendo. Come artista, onestamente non avrei mai immaginato di essere in una tribute band, ma se mai mi fossi unito ad una di esse, sarebbe stata dei Queen. La prima volta che ho partecipato al concorso, era chiaramente una cosa molto ufficiale, cosa che l’ha reso differente. Roger è stato molto chiaro sul non volere che questa fosse una tribute band come tutte le altre. Se c’è qualcuno che sa come deve essere uno show dei Queen, sono gli effettivi membri dei Queen! All’inizio Roger era intenzionato a che i Queen Extravaganza fossero un moderno omaggio alla musica e alla carriera dei Queen – non un’imitazione – ed io sono potuto salire facilmente a bordo. Non c’era bisogno di mettersi dei costumi, o parrucche o far finta di essere i Queen. Ci è stato chiesto di essere noi stessi, portando le nostre personalità nello show, ma rimanendo comunque accuratamente fedeli alla musica ed allo spirito dei Queen. È stato anche divertente vedere Roger reagire con una incontenibile gioia tutte le volte che facevamo qualcosa di corretto durante le prove!
Ti sei sentito intimidito a far parte della tribute band ufficiale dei Queen?
Non proprio… È stato un po’ snervante la prima volta che mi sono esibito davanti a Roger, naturalmente. E so che i fan dei Queen sono molto seri riguardo la loro band preferita, e questo è uno standard molto alto da rispettare. Ma come musicista, penso che arrivi ad un certo punto nella fiducia in te stesso in cui decidi se una cosa la puoi fare oppure no. Forse è perché ho fatto queste cose per così tanto tempo che ho fiducia nelle mie capacità. Inoltre, Roger e il team hanno espresso più e più volte il loro apprezzamento per come le cose si sono amalgamate. Fino a quando loro sono contenti, è difficile sentirsi intimiditi di fronte a qualsiasi pubblico. La cosa bella riguardo ai Queen Extravaganza è che noi della band vediamo noi stessi come fan dei Queen, così come qualsiasi altra persona che viene a vedere lo show. Quindi è davvero come se fossimo, in un certo senso, sulla stessa barca del nostro pubblico ogni sera.
Ti sei mai chiesto fin dove si potranno spingere i Queen Extravaganza?
Sì. All’inizio, specialmente. C’era un senso di novità ed aspettativa, ma chiedendoci se ci sarebbe stato un solo tour e poi basta, e come sarebbe stato accolto dai fans. Ma ci siamo messi alla prova più e più volte, ed ognuno dei 120 e più show che abbiamo fatto finora sono stati un grande successo. Il sound che produciamo come band è impareggiabile. Sembriamo i Queen. Abbiamo i migliori musicisti per questo lavoro – e siamo esplosivi quando suoniamo insieme. Spero che tutto ciò vada avanti per molti anni come parte della vera eredità dei Queen.
Qual è la cosa che preferisci riguardo al fatto di poter suonare per vivere?
È il fatto di poter intrattenere e suonare musica per vivere. Ho a cuore questa cosa e non la dò per scontata. La cosa che preferisco è la vasta gamma di esperienze che acquisisco viaggiando per il mondo, vedendo posti che altrimenti non avrei mai visto, e mettendomi in connessione con nuovi spettatori tutte le volte che salgo sul palco. È una vita ricca, nel senso che sono un privilegiato nell’avere un’ampia veduta delle diversità di questo mondo, eppure vedo persone di tutti i ceti sociali riunirsi ogni sera sotto un unico sound. È molto rock and roll, se me lo chiedi.
Com’è stato all’inizio quando hai cominciato con i Queen Extravaganza rispetto ad ora che vai in tour in tutto il mondo?
All’inizio è come un grande carnevale di nuove esperienze e gente nuova. La band e lo show erano molto diversi allora. Partivamo dai blocchi di partenza ben allenati con uno show grande ed esplosivo, ed è stato tutto un percorso arrivare ad essere ciò che siamo ora come band. L’idea iniziale era che i Queen Extravaganza fossero una band multivocale con due chitarristi, per replicare l’altissima armonia vocale dei Queen, così come i complessi livelli della chitarra di Brian May. Ma durante il primo tour, Roger si è reso conto che i musicisti che aveva assunto erano più bravi di quanto si aspettasse, e che lo show poteva essere più di effetto con meno musicisti che coprivano più ruoli. Così, più armonie vennero assegnate ai nostri strumentisti, invece di avere altri cantanti in giro. Ci sentivamo proprio come una vera e stagionata rock band a quel punto, e ci sentivamo a nostro agio davanti a qualsiasi pubblico, ovunque nel mondo.
Come ti senti riguardo ai risultati ottenuti dai Queen Extravaganza nel corso degli anni?
Sono super orgoglioso di quanto lontano siamo arrivati – specialmente con la formazione attuale. Avevo davvero poche aspettative all’inizio. Ero semplicemente onorato di essere parte di qualcosa di così eccezionale, e non avevo idea di dove mi avrebbe portato. Siamo stati in tre continenti finora, e stiamo per raggiungere il quarto, l’Australia, in Ottobre. Abbiamo trionfato sulle folle – per non parlare degli scettici – in tutto il globo. Abbiamo fatto tanta strada dal nostro primissimo show a Quebec City nel 2012. Finora è stata una grande corsa, e aspetto sempre con ansia il tour successivo.
Ci possiamo aspettare qualche “stravaganza” nelle esibizioni?
Questi sono i piani! Tutte le volte. Venite ad uno spettacolo, dopo dateci un saluto e fateci sapere se è stata una “stravaganza” abbastanza grande in vostra opinione!
Ci sono piani per un album live dei Queen Extravaganza?
Non che io sappia. Il nostro obiettivo è di accendere i riflettori sul catalogo dei Queen e la loro carriera. Loro hanno fatto già tutti i dischi di cui abbiamo bisogno! Ai Queen Extravaganza compete l’esperienza live.
Hai qualche progetto per un album solista?
In verità ho un nuovo album uscito proprio adesso, e disponibile su iTunes. È intitolato “Impersonator”. (Sì, è ironico). Sono tutte canzone originali. E c’è molto su cui affondare i denti per i fans dei Queen.
Per chi volesse seguire i tuoi passi, hai qualche suggerimento?
Dirò quello che sono solito dire a chi sogna di fare quello che faccio io: fiorisci dove sei stato piantato. È facile per noi musicisti rimanere disillusi e scoraggiati quando non otteniamo subito i risultati che sogniamo. Ma se tenete duro, vi garantisco che potete trovare intorno a voi tutte le opportunità per perfezionare le vostre doti. Fate pratica. Tanta. Impegnatevi e metteteci del tempo, anche se si trattasse di un piccolo coffee shop, o se è solo per un gruppo di amici, oppure postare video su Youtube. E, forse la cosa più importante, circondatevi di amici che non hanno paura di dirvi la verità sul vostro talento e su cosa invece dovete lavorare.
Grazie Marc per aver risposto alle nostre domande.
Pagina web ufficiale di Marc Martel: marcmartelmusic.com
Pagina web ufficiale dei Queen Extravaganza: www.queenextravaganza.com
Altra interessante intervista della stessa natura, alla radio in Belgio, insieme al batterista Tyler Warren: