di Vanessa Nix Anthony, Guacamoley - 9 novembre 2018
Traduzione in italiano di Barbara Mucci
Un caro amico di Mercury, Sir Elton John, ha reso pubblico un commovente aneddoto su Freddie durante i suoi ultimi giorni, che mostra quanto fosse disinteressato e gentile. L'estratto dal libro di Sir Elton del 2012, Love is the Cure: On Life, Loss and the End of AIDS, ci mostra uno spaccato dell'uomo al di là della musica.
Nel libro, il cantante, pianista e compositore settantunenne ha scritto quanto segue.
«Freddie non ha annunciato pubblicamente di avere l'AIDS fino al giorno prima di morire nel 1991. Sebbene fosse stravagante sul palcoscenico ─ un frontman elettrizzante alla pari di Bowie e Jagger ─ era un uomo estremamente riservato lontano dal palco. Freddie mi disse di avere l'AIDS subito dopo la sua diagnosi nel 1987. Ero devastato. Avevo visto quello che aveva fatto la malattia a tanti altri miei amici. Sapevo esattamente cosa avrebbe causato a Freddie, così come lo sapeva lui stesso.
Sapeva che la morte, una morte straziante, stava arrivando. Ma Freddie era incredibilmente coraggioso. Continuò a fare apparizioni pubbliche, continuò ad esibirsi con i Queen, e continuò ad essere la persona divertente, spregiudicata e profondamente generosa che era sempre stata.
Quando la salute di Freddie si è deteriorata alla fine degli anni '80 e all'inizio degli anni '90, per me è stato troppo da sopportare. Alla fine, il suo corpo era coperto dalle lesioni del sarcoma di Kaposi. Era quasi cieco. Era troppo debole persino per stare in piedi.
A buon diritto, Freddie avrebbe dovuto trascorrere quegli ultimi giorni preoccupandosi solo di stare bene. Invece ha vissuto assolutamente per gli altri.»
Anni prima, Freddie e io avevamo la fissa per i soprannomi, soprattutto femminili. Io ero Sharon e lui era Melina. Il biglietto di Freddie diceva: "Cara Sharon, ho pensato che ti sarebbe piaciuto. Con amore, Melina. Buon Natale…".
Ero sopraffatto, a quarantaquattro anni, all'epoca, piangevo come un bambino. Questo bellissimo uomo stava morendo di AIDS e nei suoi ultimi giorni era riuscito in qualche modo a trovarmi un bel regalo di Natale. Per quanto triste fosse quel momento, è ciò a cui penso più spesso quando ricordo Freddie, perché rappresenta perfettamente il carattere di quell'uomo. Nella morte, mi ha ricordato ciò che lo ha reso così speciale in vita.»
|
|