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Finding Freddie, il podcast ufficiale su Freddie Mercury in italiano [2020]

7/5/2020

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Foto
Trascrizione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana

■ Episodio 1


Il canale YouTube ufficiale di Freddie Mercury ha pubblicato oggi il primo di una nuova serie di podcast con interviste a personaggi che hanno conosciuto e sono stati amici di Freddie.

Questo episodio vede personaggi che hanno conosciuto e sono stati amici di Freddie intervistati per rispondere alla domanda "Com'era davvero Freddie Mercury?".

Ovviamente lo standard di risposta è stato "generoso, simpatico, timido, premuroso, innamorato della musica"...

Per Mike Moran era tantissimo autoironico e aveva uno spiccato senso dell'umorismo.

L'autore Tim Rice ricorda che Freddie non si rivolgeva mai verso nessuno comandandolo o pretendendo qualcosa. Piuttosto era Rice che richiamava qualche cameriere al ristorante dicendogli "Datti una mossa! Non vedi che qui c'è Freddie Mercury?".

Un aneddoto simpatico lo racconta il giornalista David Wigg: Freddie era solito aspettare i suoi ospiti invitati a Garden Lodge dal piano superiore, dove aveva la vista sull'esterno e poteva ascoltare i commenti di chi si apprestava a varcare la soglia dell'ingresso; quando sentiva parole o giudizi che non gli piacevano diceva a David che non li avrebbe mai più invitati alla sua tavola. ?

Il ballerino Wayne Sleep chiude il video confessando che anche grazie a tutti i nuovi fan e alle nuove generazioni che hanno mantenuto alta l'attenzione sui Queen nel corso degli anni, lui stesso continua a scoprire e imparare cose nuove sul suo amico





​■ Episodio 2

Nel secondo episodio del nuovo podcast YouTube ufficiale dedicato a Freddie Mercury viene proposta la lavorazione dei suoi video solisti.

A parlare è il regista David Mallet, lo stesso che lavorò anche per i Queen. Racconta come Freddie avesse una spiccata attitudine alla regia e alla recitazione, del fatto che fosse tanto esigente quanto divertente, di come con il suo carisma riusciva a rendere figa anche le scene in cui qualunque altro essere umano sarebbe apparso come un cretino (ad esempio restando in piedi sulla sagoma del pianeta Terra per poi saltare giù).

Due aneddoti che potrei estrarre riguardano il video di I Was Born To Love You e The Great Pretender:

del primo Mallet racconta che dietro gli specchi nei quali Freddie si specchia c'erano effettivamente delle persone che li prendevano a calci per creare quell'effetto mosso, a loro rischio e pericolo poichè potevano rompersi in qualsiasi momento; e durante le riprese, il regista dovette fermarsi per regolare le luci su Freddie, quando all'improvviso si accorse che lui nell'attesa aveva letteralmente iniziato a fumare una sigaretta;

il dietro le quinte di The Great Pretender è in assoluto il preferito del regista, perchè Freddie con Roger Taylor e Peter Straker si divertirono davvero tantissimo nei panni delle drag queen; Mallet rivela che le cento sagome di Freddie che si vedono attorno a lui sulla scalinata non sono un effetto speciale, e il manager Jim Beach dovette organizzare un volo in elicottero verso la Francia per recuperarle tutte.






​■ Episodio 3
​
Il giornalista David Wigg, uno dei più fidati amici di Freddie, parla del suo modo di affrontare le interviste; e non solo.

Rivela di aver intervistato Freddie per la prima volta dopo che lui lo chiamò vedendolo passare in un ristorante di Londra, dicendogli che gli erano piaciuti i suoi articoli sui Beatles e che fosse giunta l'ora di intervistare lui. 
Alla prima intervista filmata, dopo tutti i preparativi, David si accorse che la batteria della videocamera era scarica già prima di iniziare. Lo disse a Freddie, il quale non si arrabbiò per niente ed aspettò con pazienza che tutto fosse pronto.

Una volta David era al seguito dei Queen in tour. E dopo un concerto a Manchester, Freddie nel camerino spaccò uno specchio enorme perchè non avevano offerto il migliore degli spettacoli. In realtà non era neppure così. Il concerto era stato ottimo, ma Freddie era imbestialito perchè il suo microfono non aveva funzionato bene.

Racconta anche il motivo per cui nella famosa intervista del 1985 si vede Freddie rifiutarsi di mandare un messaggio ai fan messicani. In realtà non aveva assolutamente nulla contro di loro, anzi. Era solo che Wigg gli aveva già fatto la stessa domanda per altre quattro nazioni, a cominciare dal Brasile (per cui Freddie aveva risposto che nonostante ci avessero suonato solo una manciata di volte, era diventata per i Queen una seconda casa). Doveva essersi un po' infastidito. Per quanto fosse affabile e umoristico, non gli si poteva mettere in bocca le parole.

Oltre alle risate insieme, David ricorda una delle ultime domande che fece a Freddie: come volesse essere ricordato?

"Semplicemente, vorrei solo essere ricordato per aver portato un po' di gioia a qualche persona."






​■ Episodio 4
​
Il pianista Mike Moran con il suo volto simpatico e la voce rassicurante ci parla della realizzazione dell'album Barcelona.

​Nella prima puntata su questo argomento, racconta tutta la genesi di quello che è nato come un progetto artistico, senza nessun secondo fine. Le parole di Freddie ai media spagnoli durante il Magic Tour dei Queen fece sì che Montserrat Caballé desse mandato al suo agente di convocarlo per un incontro. Emozione alle stelle, perchè lei era un idolo per Freddie e lui non sapeva se una collaborazione potesse decollare tra di loro. Tutto andò al meglio e furono d'accordo a registrare una canzone sulla città natale di lei: Barcellona. Freddie con Mike registrarono un demo di un classico crossover in cui lui cantava sia le parti da soprano che da tenore. In seguito Montserrat, alla quale quell'inizio era piaciuto molto, si recò a Garden Lodge per una cena, dopo della quale i due passarono con Mike Moran al pianoforte un'intera nottata a cantare e ridere fino quasi all'alba. In quella occasione la Caballé chiese a Mercury di scrivere altre canzoni, in modo da realizzare insieme un intero album. Moran e Freddie erano in difficoltà, perchè i due cantanti appartenevano a due mondi e due stili che non per forza si sarebbero incontrati a metà strada con un compromesso. Il criterio che scelsero fu quello di non mettere a disagio nè l'uno nè l'altra, scrivendo e registrando pezzi in cui ognuno di loro due avesse il proprio spazio. Non fu facile come lavoro. Ma su questa base concettuale composero tutte le canzoni poi finite sull'album (sappiamo dell'intervento del paroliere Tim Rice in un paio di pezzi), che restò il progetto più ambizioso e riuscito di Freddie Mercury da solista.






​■ Episodio 5
​
Il pianista Mike Moran cede il posto al paroliere Tim Rice per parlare del completamento dell'album Barcelona.

Ad un certo punto, verso la fine della lavorazione, Freddie Mercury si ritrovò in mancanza di un testo valido per le ultime canzoni. Ne parlò con Mike Moran ed alla fine si arrivò all'autore Tim Rice. Egli restò sorpreso di quella chiamata, perchè sapeva che Freddie era benissimo capace di scrivere i propri testi da cantare. Ma stavolta c'era in ballo qualcosa di molto più grande del solito. Montserrat Caballé era un suo idolo e non poteva deludere le sue aspettative. Così presentò a Rice le musiche per i pezzi che diventarono The Golden Boy e The Fallen Priest. Il paroliere si immedesimò nel contesto dell'album e di quelle due canzoni rimanenti con tanta complessità operistica. Per la prima vestì il testo come quasi se fosse stato sullo stesso Freddie: un ragazzo che ha tutto dalla vita, e quindi a cosa può aspirare di più? Per la seconda rimase intrigato dall'idea originale di Freddie che voleva parlasse in qualche modo di un prete, uno che dovrebbe salvare le anime, ma che a un certo punto della sua opera commette degli errori. Dopo aver scritto questi testi, Tim Rice andò a portarli a Freddie, il quale si mise subito a lavoro con il piano per allineare il tutto alle melodie e alle musiche. Anche se Rice gli disse di fare pure tutti gli aggiustamenti che avrebbe voluto, in realtà non fu un lavoro lungo. Si risolse ben presto. Rice andò poi anche in studio a vedere insieme Freddie e Montsy a lavoro, restandone ovviamente molto affascinato.

L'ultima riflessione di Tim Rice è una valutazione personale di quello che avrebbe potuto fare in seguito ancora Freddie in quel campo. Magari meno nel crossover e più nell'opera vera e propria. Ne aveva tutte le capacità. Alla fine scherza dicendo che in ogni caso, se mai Freddie avesse avuto bisogno di un piccolo aiuto, chiunque si sarebbe fatto avanti. Il primo sarebbe stato proprio Rice, e di corsa.





​■ Episodio 6
​
Mike Moran ricorda la prima superba uscita di Freddie e Montserrat dal vivo, a Ibiza nel 1988.

In scena c'era l'orchestra e un magnifico pianoforte. Faceva caldissimo. Freddie disse che non avrebbe fatto le sue solite mosse, correndo da una parte all'altra del palco. Si sarebbe concentrato sul canto, per riuscire a creare un duetto all'altezza con Montserrat Caballè. Naturalmente lei era la vera diva della serata in questo caso.

Freddie e Montsy erano maestri assoluti nei loro rispettivi generi.

Lei aveva una voce potentissima, ma la faceva sembrare quieta grazie a un immenso controllo dinamico dai registri bassi a quelli alti e viceversa. Aveva una tecnica favolosa e la sua voce dominava tutti gli strumenti.

Dall'altra parte, nessuno poteva competere con la voce di Freddie. Era anche il performer più forte con cui si potesse lavorare. Anche lui aveva un'estensione straordinaria e un grandissimo controllo della propria voce, un bellissimo fraseggio.

Insieme erano il massimo in assoluto nel campo del canto.

Devo anche dire che quello fu il periodo in cui Freddie cantava meglio di sempre in tutta la sua vita.

In quella occasione, Freddie non tentò mai di cantare in modo operistico. Non ne aveva bisogno. Poteva confrontarsi con chiunque. L'energia che tutti e due misero nel canto era l'equivalente di una Tie Your Mother Down nei concerti rock.

Entrambi cantavano l'una per l'altro, con Montserrat che cercò di restituire il favore a Freddie.





​■ Episodio 7
​
Freddie Mercury e la realizzazione del video promozionale per la canzone Barcelona.

Il regista David Mallet, già al servizio dei Queen, racconta un aneddoto divertente: Montserrat Caballè indossava scarpe con dei tacchi alti affilatissimi e uno di questi ruppe il pavimento e vi si conficcò dentro; mancavano pochi attimi all'inizio delle riprese, ma invece di andare nel panico scoppiarono tutti a ridere insieme, rendendo l'inizio dei lavori molto meno teso di quello che sarebbe stato.

Il pianista e compositore Mike Moran ha preso parte a questo video: è il finto direttore d'orchestra che si vede tra il pubblico. E il pubblico è composto da veri fan. L'idea di avere qualcuno a dirigere la musica fu di Freddie, che voleva sembrasse tutto come una esibizione al teatro di Covent Garden. Suggerì anche di usare la bacchetta luminescente, in modo da essere più visibile nel buio e sicuramente scenografica; anzi, a riguardo disse a Moran anche quali mosse sarebbero state più riuscite.

Mallet chiude il podcast dicendo che quando seppe della collaborazione tra Freddie e Montserrat fu certo che sarebbe stato qualcosa di fenomenale, senza nulla di sbagliato. E così fu.






​■ Episodio 8
​
A parlare è l'ex ballerino Wayne Sleep, amico di Freddie Mercury.

«La prima volta che ricordo di averlo incontrato fu quando venne nel mio camerino dopo uno spettacolo. Faceva tanti complimenti e alla fine mi invitò fuori a cena. Era anche molto generoso. Infatti invitò anche Peter Freestone, il nostro costumista, un ragazzo davvero speciale.

Freddie gli chiese di passare a fare il suo responsabile del guardaroba personale. E se ne vantava tantissimo! Perchè diceva che se doveva prendere qualcosa l'avrebbe fatto in grande, attingendo dal mondo dell'Opera. Le cose andarono benissimo per Peter, che poi restò con lui per sempre. Mentre io invece dovetti trovarmi un nuovo costumista. Ha ha. 

Non era una cosa solita vedere personaggi del mondo del pop venire a vedere i balletti. Magari poteva capitare che venissero stelle del teatro, come Liza Minnelli, ma non del pop. E, per carità, per me era una cosa bellissima. Gli dicevo di continuare così!

Qualche volta mi è capitato di accompagnarlo a casa sua dopo cena fuori, e in TV metteva sempre Opera, Opera e ancora Opera. Ed era molto curioso di ciò che vedeva. Mi chiedeva come si chiamassero determinati passi. Per cui, in qualche misura imparò da noi qualcosa sulla danza.

Ci fu un grandissimo spettacolo di beneficenza del Royal Ballet e vi prese parte anche Freddie Mercury. Fece una coreografia incredibile, cantando perfino a testa in giù! Fu molto coraggioso. Non aveva davvero paura di niente, ma in un modo responsabile.

Qualunque cosa facesse, lui dava il 150%. Per esibirsi con il Royal Ballet volle tutto il necessario, dal personale che lo preparasse, al corpo di ballo, ai coreografi, alle scarpe e i costumi adatti all'occasione. Se avesse fatto qualcosa sarebbe dovuta essere il top. Si preparò alla perfezione e non sbagliò nulla. Curò anche le prove e il riscaldamento fisico. Tutti i ballerini ovviamente lo supportarono.

E lo stesso vale per quando integrò elementi di danza nei video delle sue canzoni. Sembrava tutto grandioso come faceva Nureyev. Credo che ebbe quel suo approccio alla danza per mostrare al mondo che si potevano mettere insieme diverse arti e capacità. E per essere notato, quale posto migliore poteva esserci se non Covent Garden. Li tutti amano la danza e la grande musica».






​■ Episodio 9
​
Il fotografo Richard Young, racconta il Freddie Mercury davanti ai suoi obbiettivi. Una delle poche persone ammesse alla vita privata di Freddie parla anche di quanto siano amati Freddie e i Queen, soprattutto dai più giovani.

«Freddie era davvero generoso e gentile. In tutte le foto che gli ho scattato nel corso degli anni, lui ha dimostrato di saper stare benissimo davanti all'obbiettivo.

Sul palco ci andavano in tre, ma Freddie era al centro della scena. Ogni volta che l'ho fotografato in concerto, lui mi diceva sempre "Cerca di stare sopra il palco per immortalare anche il pubblico". Ha sempre fatto in modo che io fossi nelle condizioni di mettergli quelle centinaia di migliaia di persone sullo sfondo delle sue foto e di cogliere anche il dettaglio di quando battevano insieme le mani.

In questa foto che ho scattato a Slane Castle, io ero da qualche parte sul palco e potete vedere cento mila persone durante Radio Ga Ga, battendo le mani tutti insieme. Ecco, Freddie mi chiedeva sempre di essere sul palco in modo che potessi scattare foto come questa, con il pubblico nel palmo della sua mano, come se stesse dirigendo un'orchestra.

Freddie non voleva che stessi davanti al palcoscenico. Voleva essere sicuro che si vedessero quelle migliaia di persone.

Fare foto dando le indicazioni su come mettersi in posa non funziona. Si perde la magia del momento rispetto a quando la foto è spontanea. Ci sono alcuni video in cui è chiarissimo che qualcosa di speciale stesse avvenendo. E io non ne avevo idea, perchè ero impegnato a fare le mie foto.

Ci siamo divertiti tantissimo insieme. Anche io avevo il mio soprannome: Muriel [come l presentatrice televisiva inglese Muriel Young].

Non credo che ci sia mai stata una mia foto non approvata da lui, perchè sapevo benissimo quale era il limite tra quello che poteva essere documentato e quello che non si doveva far vedere. Alcune le ho scattate a una sua festa di compleanno, il famoso "hat party" a casa sua. Entrai e mi fece vedere tutti i suoi gatti. Prese in braccio Tiffany e, come vedete, lei era molto affettuosa nei suoi confronti. Ci sono altre foto esposte in varie gallerie.

Freddie oggi è più vivo che mai. La prova sono tutti i ragazzi e le persone che vengono a vedere la mia galleria a Kensington. Entrano persone di tutte le età e provenienza. Guardano le foto di Freddie, che non hanno mai potuto vedere dal vivo, e stanno lì davanti piangendo come fontane. Tanto è il loro amore per Freddie Mercury.
Vedo giovanissimi con le magliette di Freddie Mercury, dei Queen, e li amano così tanto. Amano lui, amano la band. Amano i Queen. È davvero incredibile.

All'epoca in cui ho scattato queste foto non avevamo idea che potessero essere così importanti dopo tanti anni. Ero troppo impegnato nel cercare di farle nel migliore dei modi possibili. Semplicemente non si poteva immaginare cosa avrebbero rappresentato così tanti anni più tardi.»





​■ Episodio 10
​​
Nel 10° e ultimo episodio di questo podcast, gli amici di Freddie che rispondono al nome del ballerino Wayne Sleep, del regista David Mallet e del giornalista David Wigg, raccontano la passione sfrenata che aveva per le feste in grande.


[Wayne Sleep]

«Faceva in modo che qualunque cosa facesse avesse il massimo impatto. Anche una festa. Ogni anno ci chiedeva di indossare un cappello stravagante alla sua festa.»


[David Mallet]

«Ancora oggi ho una foto di me che indosso qualche sciocchezza a una delle sue feste con un messaggio di Freddie che dice "Al grande pretendente del grande pretendente. Con amore Fred".»


[Wayne Sleep]

«Quei crazy hat party! Dovevamo tutti darci da fare. Non mi era permesso di entrare se non avessi fatto altrettanto quanto lui.
Era tutta un'esagerazione. Era sempre un evento. Tutta la sua vita è stata un grande evento. Come quando ha prenotato per noi e un aeroplano e siamo arrivati in volo alla sua festa completamente ubriachi di champagne. Voglio dire, chi altri lo avrebbe fatto?»


[David Wigg]

«Amava le feste in cui ci si vestiva eleganti. E gli piacevano le drag queen. Le adorava. Le trovava divertentissime.
La festa più famosa di tutte è stata quella in bianco e nero a Monaco.
Tutti gli uomini dovevano andare travestiti come una celebrità femminile e le donne come un uomo famoso. Ma tutto doveva essere in bianco e nero. Così stavamo partendo dall'aeroporto di Heathrow, quando all'improvviso... Non ho mai dovuto aprire la mia valigia ai controlli. Ma il tizio all'aeroporto disse: "Fermo! Fermo! Apri! Apri!". Pensavo che dietro a tutto questo ci fosse Fred. Sono sicuro che sia stato lui. Poi il tizio mi ha tirato addosso le mutande, le scarpe col tacco alto. Gli ho subito detto: "Andiamo alla festa per i 40 anni di Freddie Mercury a Monaco di Baviera. È una festa in bianco e nero"... E lui ha detto "Sono sicuro che è come dici, signore..." e ha chiuso di botto la valigia.
Quella sera mandò una truccatrice professionista a fare il trucco a tutti noi, solo agli uomini. Siamo stati al gioco. Fu incredibile la pazienza che avemmo. C'erano degli autisti che ci portavano in una discoteca che lui aveva fatto ridipingere completamente di bianco e nero luccicante.
Ricordo di essere arrivato lì, e proprio davanti al locale notai una coppia, una coppia sposata, che arrivò travestito da zebra: la moglie era la parte anteriore della zebra e il marito era il posteriore, la coda. Alcune persone arrivarono indossando qualsiasi cosa. Certo, è stata una festa molto sexy.»


[Richard Young]

«Quando sono andato per la festa di compleanno di Freddie a Monaco, mi disse che sarebbe stata una festa drag. 
Tutti sarebbero andati con dei travestimenti ambigui. Dissi: "OK, va bene. Voglio dire, per me va bene". E lui rispose: "Tutti...!". Così dovetti vestirmi da donna anche io, con una bella parrucca e un bel trucco, e tutto il resto.
Abbiamo delle bellissime foto di quella sera. Freddie si presentò vestito in un arlecchino.» 


[David Wigg]

«Aveva un aspetto fantastico. Sembrava appena uscito da Cabaret, e ci dava l'accoglienza. E su tutto il lato dei pantaloni aveva diamanti bianchi e neri. Voglio ripetermi: questa è la sua perfezione.»


[Wayne Dormire]

«Penso a tutti quei vestiti, alle modelle, alle drag queen, alle gabbie con uccelli veri, sia dentro che sulla testa. Non si badava a spese.»


[David Wigg]

«E poi naturalmente lo champagne a fiumi, la musica, i balli e tutto il resto.
E con il passare della serata le cose degeneravano sempre di più. Io me ne sono andato alle 6 del mattino.»


[Richard Young]

«Sì, David si è divertito molto. Freddie lo coccolava, lo prendeva in braccio e facevano insieme alcune cose. Non so, davvero...»


[David Wigg]

«È stato un po' come il ballo di Grease, hai predente? La mia testa era sempre nella sottana di qualche altro invitato.
E Freddie era generosissimo. Non ti metteva mai nella condizione di chiedere qualcosa.  Ripeto, la perfezione.»


[Wayne Dormire]

«La sua intenzione non era quella di mettersi in mostra con i soldi o cose del genere. La sua intenzione era di organizzare la migliore festa di tutti i tempi. E per Dio se lo era! Ed era così in ogni cosa che faceva.» 

─ @claudiobadger
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