Trascrizione e traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Freddie: Amo il mio lavoro, ma odio parlare con persone come te.
[R] Grazie!
[F] No, non dicevo sul serio, mi piace molto questo momento, perché prima ho detto che sei l'ultima persona con cui parlo. Quindi, probabilmente avrai la migliore intervista, tesoro, non preoccuparti.
[R] Intendevo dire proprio il fatto che devi parlare con tanti giornalisti…
[F] Beh, è parte del mio lavoro, quindi devo farlo. Ma non lo faccio spesso. Quindi, voglio dire, questa è la prima conferenza stampa che facciamo in un lungo periodo, sai: tre, quattro, cinque anni forse. Quindi non mi dispiace. Se dovessi farlo ogni giorno, lasciamo perdere...
[R] Hai a volte la sensazione che, ovviamente, la gente si ponha sempre le stesse domande ossessive su te come persona invece che sulla tua musica?
[F] Lo fanno sempre! No, no, penso che sia più la musica ad interessare, sai. Tutti abbiamo delle personalità particolari, quindi è giusto parlare della musica. Voglio dire, se si è una testata giornalistica musicale si dovrebbe parlare di musica. Certo, c’è anche da parlare di noi, dei nostri caratteri, delle cose che facciamo. Ma c'è molto di più da dire sulle canzoni che scriviamo. Dipende da ciò di cui si vuol parlare. Non mi dispiace parlare di niente. Naturalmente la gente fa spesso le stesse domande, perché alcune di essee sono più attuali e vogliono sapere tutti le stesse cose… Quindi chiedimi del mio album solista ora, no?
[R] Sì… E il tuo album solista?
[F] Oh, è fantastico...!
[R] Certo che lo è. Com’è è diverso dal solito?
[F] Sì, ha un sound… beh, speriamo che sia così; non è ancora finito. Quindi non so ancora come verrà fuori, in realtà. Al momento ci sto lavorando da circa due mesi, due o tre mesi, e avrei dovuto finirlo prima del tour dei Queen. Però avrò bisogno di un po' più di tempo. Sta venendo bene. È bello suonare con persone diverse, perché ho sempre suonato con i Queen. Qui invece ci sono un batterista turnista e un chitarrista di Monaco di Baviera. Quindi fondamentalmente tutti i musicisti tedeschi. Questo ha reso le canzoni diverse dal solito.
[R] Per le persone dal di fuori a volte sembra strano che ci siano così tanti progetti solisti mentre i Queen vanno avanti a tutta velocità. Come analizzeresti l'influenza dei lavori solisti per la band. Quando tornate a lavorare insieme vi da un vantaggio il fatto che siate quattro autori forti, anche da solisti?
[F] Sì, penso proprio di sì. Mi piace ricordare che il nostro è uno dei pochi gruppi in cui tutti e quattro i membri scrivono. Credevo che avremmo fatto album solisti molto prima. Ma penso che il bello per un fan dei Queen sia trovare come quattro album solisti in uno solo quando esce un nostro disco della band. Pechè io porto tutte le mie idee, Brian ha le sue, e lo stesso per Roger e John. È come se ci fossero quattro progetti diversi che si uniscono ad un certo punto. Penso che questa sia la ragione per cui non abbiamo intrapreso progetti solisti prima. Inoltre, se scrivessimo tutti lo stesso genere di canzoni ci saremmo stufati già e avremmo fatto dischi ognuno per conto suo. Il fatto che scriviamo in modo diverso abbia permesso di andare avanti già da tredici anni più o meno. È stato stimolante, parlo per me, approcciare tutti gli album dei Queen come piccoli progetti da solista, scrivendo le mie canzoni. Ma ora penso che sia arrivato il momento in cui voglio un album tutto mio. Lo stesso Roger ne ha già fatti due. Penso che la maggior parte delle persone abbia pensato che dopo un mio album da solista avrei abbandonato la band e che i Queen si sarebbero sciolti. Ma invece eccoci ancora tutti qui dopo 13 anni… Quattro vecchie signore che fanno rock un giro!
[R] E cosa mi dici del lavoro vero e proprio in studio quando voi quattro vi riunite e ovviamente parte il gioco a portare acqua al proprio mulino? ([F] è come un combattimento tra galli, non è vero?
[F] Sì, è vero, succede sempre. Sembriamo quattro galli. Sì, quattro galli che si azzuffano. Ed è bello! Sai, la cosa divertente è che questo tipo di cose succede quasi ogni volta che ci incontriamo. La gente non ci crederebbe, ma noi litighiamo sempre, fin dal primo giorno, quando ci conoscevamo per via del college. Litighiamo perché abbiamo ognuno delle personalità molto forti, un grande ego. E credo che siano questi litigi a tenerci uniti. A volte penso che le band si sciolgano quando all’interno c'è una persona molto più forte delle altre. La maggioranza si sente esclusa, e quindi inizia a mollare. Pensano: “OK, Dio… questo stronzo è troppo forte… è meglio andare in un’altra band. Noi quattro invece siamo molto forti individualmente. Quindi continuiamo ad andare l'uno contro l'altro e penso che il motivo per cui siamo rimasti insieme così a lungo è che nessuno di noi vuole andarsene, perché si sentirebbe un codardo a lasciare. Quindi continuiamo e, finché la musica arriverà e finché la gente comprerà ancora i nostri dischi, tutto andrà bene. Quando smetteranno di comprare i nostri dischi, allora saluterò e farò qualcos'altro. Diventerò uno spogliarellista o qualcosa del genere…
[R] Sì, e con quale musica ti spoglieresti, che musica useresti?
[F] Tutte le canzoni che ho scritto io! Andiamo, dai!!
[R] Annunciare un tour come questo, se pensi allo sforzo che ti aspetta, è sensazione piacevole oppure in fondo in fondo odi la vita da tour?
[F] Cosa, il, il tour?
[R] Il tour e tutto ciò che ne consegue.
[F] Dipende! Da un lato non vedo l'ora, perché non facciamo tour da due anni. C'è stato un periodo in cui abbimamo fatto tour che non finivano mai. E poi c’era la routine studio – disco – tour in giro per il mondo; e poi ancora lo stesso a seguire. Non ho avuto neppure il tempo di staccare. Abbiamo fatto questo praticamente per circa otto o nove anni. Perciò negli ultimi due anni volevamo staccare la spina da quella vita. Ci stavamo annoiando tutti, me compreso. Volevamo solo fare cose diverse per conto nostro. Quindi non vedo l'ora di fare questo tour. E nel frattempo abbiamo dimostrato di poter fare anche altre cose contemporaneamente. Sarà un tour completamente nuovo. Ho odiato alcuni tour perché facevamo tour americani che duravano tre o quattro mesi, e verso la fine era terribile. Non volevo più salire di nuovo su un palco. Fare la stessa cosa ogni sera per tutti quei mesi fa diventare tutto un’abitudine. Ci vuole un po’ di riposo. Penso che fondamentalmente questo accada un po’ a tutti.
[R] Qual è l'elemento di novità del nuovo tour?
[F] Sono io, sono i miei costumi! No, è nuovo! L'elemento che mi piace in questo tour è che andremo fino in fondo al nostro catalogo e faremo anche canzoni da tutti i vecchi album. Così penso che chiunque verrà a vedere i Queen questa volta avrà una piccola parte di ogni album. Ci sono volte in cui chi viene ai nostri concerti dice "Oh no, non hanno fatto niente di quell’album" o cose del genere. Ovviamente non possiamo fare tutte le canzoni di tredici album. Staremmo lì per due giorni. Ma penso che stavolta prenderemo almeno una canzone o due di ogni album. Non ne lasceremo nessuno escluso. Questo per me è divertente, perché abbiamo provato alcune delle prime nostre cose: Keep Yourself Alive e Liar dal primo album, ad esempio. Questo mi ha fatto pensare che circa tredici anni fa avevo i capelli lunghi, le unghie con lo smalto nero, il trucco e tutto il resto… il tipo di cose che Boy George sta facendo adesso… Penso che in un certo senso se lo facessi ancora oggi sembrerei vecchio, non è vero? Dai, non sono male per avere 37 anni, vero?
[R] Hai la sensazione che molte persone ti stiano imitando? Hai citato Boy George. Cosa ne pensi di queste influenze della tua arte su altri artisti mentre la tua carriera procede in modo diverso? Credi che siano fenomeni temporanei?
[F] Non credo, non credo che Boy George passerà presto di moda. Credo che Boy George rimarrà sulla cresta dell’onda a lungo. C'è sempre chi viene e chi va. Non si può mai dire chi resterà più degli altri. Ma Boy George durerà. Non so, tu che ne pensi?
[R] Sì, lo penso anch'io. E mi chiedo cosa indosserai fra altri dieci anni?
[F] Oh, non importa! Questo è l'ultimo dei nostri problemi, sai!
[R] Cosa significa per te… voglio dire, ho parlato con Keith Richards di recente e ha detto che la cosa più importante della sua carriera è stata quando si è reso conto che stare sul palco ed essere ammirato dai ragazzini non è la risposta alla vita. Hai avuto un'esperienza simile qualche volta, in cui hai pensato che fosse tutto quello il senso ma che poi c’era altro di più importante?
[F] No, la cosa più importante per me è essere felice, ad essere onesto; divertirmi, indipendentemente da cosa io faccia. Naturalmente la musica è importante per me. È la mia vita. Finchè potrò continuerò a scrivere musica per chi vorrà comprarla. Questo è importante per me. Non è fine a se stesso. Ora sono molto felice. La felicità è la cosa più importante per me. E se sono felice, questo si vede nel mio lavoro. Quindi, fondamentalmente voglio solo essere felice, fare un sacco di soldi, comprare un sacco di cose… soprattutto a Vienna!
[F] Esatto, sì. Ho registrato tre canzoni con lui circa un anno fa. Sì, Victory era una di esse. Lui ha voluto usare il nome per il lavoro dei Jacksons Five, ma la canzone è ancora lì ad aspettare che noi troviamo il tempo per ultimarla.
[R] Non l'avete ancora finita?
[F] No, ma è solo perché lui ha degli impegni e anche io ho degli impegni. È molto difficile perché sia lui che io abbiamo i nostri tour. Sai, è molto difficile per due musicisti incontrarsi. Ognuno ha i suoi impegni. Quando io ero a Los Angeles in vacanza, lui era un mio amico e quindi abbiamo potuto trascorrere un po' di tempo insieme e lui disse “Oh, perché non proviamo a fare qualcosa?”. E un giorno probabilmente la ultimeremo. Beh c’è anche l'altra mia canzone che si chiama State Of Shock. Ci sta lavorando Mick Jagger ora, e a me sta benissimo. Michael mi ha chiamato e mi ha detto “Ascolta, voglio finire la canzone perché mi serve nell'album dei Jacksons". E gli ho detto che non potevo aiutarlo in quanto sono a Monaco di Baviera. E lui ha risposto “Beh, va bene per te se lo farà Mick?". Ed io gli ho risposto di sì. Le canzoni sono canzoni, voglio dire… A me interessa che la nostra amicizia resti intatta e che continui. Possiamo fare tutte le canzoni che ci pare.
[R] Quindi abbiamo detto della collaborazione con Jackson. Poi hai collaborato con Bowie insieme ai Queen. Tutto su cose inedite. Con chi altro ti interesserebbe lavorare?
[F] No, dipende… Non penso neanche a queste cose. A volte incontri degli amici. Se pensi ogni volta di farci una canzone, no. Non è quello che cerco. Ad esempio, Elton ed io siamo amici da molto tempo, ma non ci siamo mai detti che un giorno probabilmente avremmo scritto una canzone. È molto meglio essere amici. Tutto deve avvenire in modo spontaneo. Se succede che all’improvviso si decida “Oh, andiamo in studio e facciamo una canzone”, allora sì. Ed è quello che è successo con David Bowie. Era nei paraggi. Per un paio di giorni abbiamo cenato insieme mentre noi stavamo registrando in studio. E lui disse "Oh, forse verrò a vedere cosa fate". Non era previsto. Se si pianificano queste cose poi diventano noiose. Ci siamo incontrati, abbiamo scherzato vedendo cosa potesse succedere. E all'improvviso è arrivata questa canzone che ha iniziato a prendere forma. Ci siamo detti “Oh, che bella! Lavoriamoci un po' su”. Così il risultato di tutto questo è stata Under Pressure. Non mi alzo ogni mattina e dico OK, con chi lavorerò oggi. Questo tipo di cose non funzionano.
[R] Come ti descriveresti come artista? Ti descriveresti come una persona molto organizzata, molto spontanea, o come?
[F] No. Io, come artista… sono solo una ‘prostituta musicale’, mia cara… Sono questo fondamentalmente.
[R] OK, quindi un tipo ben organizzato…?
[F] Oh, chi se ne frega!? Disorganizzato e organizzato… Questa è una domanda stronza da farsi, lo sai? Alle volte sono molto disorganizzato, mentre altre lo sono meno… Sono semplicemente me stesso!
[R] Come ti senti a rivederti ai vecchi tempi? Ad esempio in quelli di cui parlavi prima, con i capelli lunghi e le unghie smaltate di nero…
[F] Quando mi vedo? Oh cielo! Vorrei far sparire tutte le prove! In realtà rido di me stesso, ma so che era una cosa che dovevo fare. Penso che anche uno come Boy George tra circa cinque o dieci anni guarderà e dirà “Oh mio Dio! Ero davvero così?”. Ma lui sa che era importante farlo in quel momento. Era giusto essere così. Io non mi pento di nessuna delle cose che ho fatto, è solo che mi viene da ridere…. Tu come eri dieci anni fa?
[R] Orribile, sì…
[F] Guardi le tue foto e...? Bene, ecco: vedi, è un processo di crescita. Si fa esperienza. Penso che in questo momento se avessi i capelli lunghi, le unghie smaltate e indossassi quelle cose, sembrerei ridicolo... Voglio dire, sembravo ridicolo anche allora, ma funzionava! Andava bene allora… È semplicemente crescere e fare esperienze.
[R] Se guardi gli altri membri della band… So che è una domanda difficile… Ma cosa pensi che contribuisca da parte di ognuno alla chimica che si è formata all’interno dei Queen?
Freddie: Cosa penso che portino? Beh, è difficile individuare questi aspetti. Abbiamo certamente una chimica tra noi, altrimenti non avrebbe funzionato; in particolare per tutto questo tempo. Tutti noi abbiamo un ruolo nella band, ma non saprei dirti cosa portiamo di particolare. L'unica cosa che potrei dirti è che siamo diversi. Abbiamo quattro caratteri diversi e questo è il motivo per cui penso che abbia funzionato. Nessuno di noi è come l’altro. Ci piacciono cose totalmente diverse, ma ci troviamo insieme e per una qualche chimica tutto funziona. E non saprei dirti cosa. Sembra che ci adattiamo l’uno all’altro. Sono fatte così i gruppi forti. E noi siamo bravi.
Rudi: OK, grazie mille.
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