Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Mercury si preoccupa dello zoom della fotocamera su di lui. Ci implora di «ritoccare la foto per eliminare l'eruzione sul labbro, se possibile».
So che suona come se lo stessimo mettendo alle strette, ma lui prende tutto nel modo migliore, perché l'ultima volta che ci siamo incontrati ha dichiarato di essere «gay come un narciso». Ed eccolo lì, di buon umore con un narciso in mano, fuori da Buckingham Palace. Ha posato in modo regale, con camicia sbottonata sopra i pantaloni a rivelare un petto villoso.
Per farla brave, insomma, è piuttosto esausto. Ma anche se il tour americano sembra arrivare troppo presto dopo quello in Gran Bretagna, non c'è modo di poter cambiare le cose.
«Vorrei un paio di settimane di riposo, ma bisogna darci dentro. Mia cara, siamo in una fase nella nostra carriera in cui è necessario farlo. Presto potrò adagiarmi sugli allori...»
Si ferma, pondera l'ultima osservazione e si rende conto che può aver detto una cosa sbagliata. E frettolosamente riprende il discorso:
«Per dirla in un altro modo, cercherò di raccogliere i miei profitti. Mi sono fatto il mazzo in quattro in questi ultimi mesi. Ho lavorato fino a stremarmi e dopo un po' si crolla fisicamente».
Ma non pensa che il tour britannico sia stato un po' troppo impegnativo con così tanti concerti?
«Sì, è stato un tour pesante, ma ci ha consentito di presentarci ogni notte ad alto livello. È un tour che dovevamo fare e ora che l'abbiamo fatto credo che siamo in grado di intraprendere il prossimo tour britannico alle nostre condizioni, esattamente come ci pare.
Per questo tour abbiamo prenotato in anticipo le sedi, tutte di dimensioni medio-grandi. E nel mentre ci suonavamo è uscito il nostro album, con un po' di esposizione in TV, e tutto è cresciuto. Penso che se avessimo voluto avremmo potuto suonare sempre in posti grandi; è stata solo una questione di tempistiche. Però sono contento di aver fatto questo tour, anche se ha richiesto un grande sforzo fisico e mentale, con tante cose di cui preoccuparsi rispetto alla musica».
Una situazione non migliorata dal fatto che tutti i membri dei Queen sono, secondo Mercury, «tesissimi». A questo, ammette, si aggiunge il suo cattivo umore:
«Sono molto emotivo. Mentre in precedenza mi veniva concesso il tempo per prendere le mie decisioni, ora siamo quasi tutti molto presi e scattiamo come molle. Abbiamo sempre ragionato, ma penso che sia un buon segno perché si arriva alla radice della questione e tiriamo fuori il meglio. Ma ultimamente sta accadendo di tutto. È una escalation così veloce che tutti vogliono dire la propria istantaneamente, e di certo io ho molto temperamento.
C'è stato modo di fissare l'asticella, ma al primo posto c'è sempre l'attenzione per il pubblico. È una cosa banale, ma voglio dire... ultimamente mi capita di lanciare cose per aria; non è da me. L'altro girno ho lanciato un bicchiere a qualcuno. Di questo passo credo che diventerò pazzo nel giro di pochi anni. Diventerò come uno di quei musicisti folli».
È a questo punto che comincio a farmi domande sul conto di Mercury: sopra il palco spadroneggia come una donanccia, mentre lontano dalle scene è vanitoso, gesticola, pur restando un bel tipo.
Ha solo delle uscite poco felici durante le interviste, con citazioni e storie destinate ad essere mal interpretate o di esporlo ad essere prese in giro. Questo potrebbe spiegare il fatto che una parte della stampa sia poco gentile nei confronti della band.
«Penso che in una certa misura siamo un bersaglio perchè la nostra popolarità è cresciuta più velocemente di tante altre band ─ e nell'ultimo mese si è parlato di noi più di chiunque altro; per cui è inevitabile. In breve, sarei il primo ad accettare una critica corretta. Penso che non sarebbe cosa buona se ricevessimo solo buone recensioni. Però mi scoccio quando diventano scorretti e ci sono recensioni disoneste in cui la gente non fa correttamente il proprio mestiere.»
A differenza di tante band inglesi, hanno aspettato fino a quando non fosse arrivato il momento giusto per essere nello stesso cartello con i Mott, i quali certamente garantiscono un'esposizione a un ampio pubblico.
Dal momento che sia il presente che il futuro sembrano asscurati, faccio qualche domanda sul passato, come ad esempio: quale background familiare ha un ragazzo come Mercury?
«Di classe media. I musicisti non sono più dei reietti della società. Ti pare che abbia avuto genitori benestati che hanno messo in gioco tanti soldi per me? No. I miei genitori sono stati molto rigidi. Non c'ero solo io. Ho una sorella. Sono stato in collegio per nove anni, per cui non ho visto tanto spesso i miei genitori. Questo background mi ha aiutato un sacco perché è stato di insegnamento a badare a me stesso.»
Collegio... Se pensiamo alle storie che circolano sui collegi ─ con comportamenti brutali e vicende omosessuali ─ beh, il pensiero cala perfettamente al caso di Freddie Mercury.
Affronto l'argomento…
«È stupido dire che non ci siano certe cose nei collegi. Tutto quello che viene detto è più o meno vero; tutto il bullismo e il resto. Ho avuto un maestro che non mi dava tregua. La cosa non mi ha scioccato, perchè in qualche modo nei collegi... non ci si confronta con queste cose, te ne rendi conto con gradualità. È così che va la vita.»
Freddie è quindi la bella persona con cui tutti vorrebbero aver a che fare?
«Buffo a dirsi, ma è così. Tutti ci riescono. Ero considerato il più grande frocetto.»
Quindi cosa ne pensi di essere posseduto?
«Sei furba come una volpe. Mettiamola così: c'è stato un tempo in cui ero giovane e inesperto. Sono questioni da studenti. Sono stato oggetto di ragazzate. Non ho intenzione di parlarne più».
Oh cielo! Proprio ora che stavamo andando così bene...