Fonte: BRAVO (rivista tedesca), maggio 1982
Traduzione in Italiano di Fabio Romeo per Comunità Queeniana Italiana

Poco dopo le 17 davanti all’Arabellahaus di Monaco, nel quartiere Bogenhausen.
La Mercedes che al momento sta entrando nel parcheggio non salta all’occhio. E nessuno si accorge di Freddie Mercury che in T-Shirt e in giacca leggera affonda nella neve e sparisce dietro una porta girevole sul lato sinistro di un condominio di 21 piani. Si ferma davanti ad una massiccia porta di metallo e suona il campanello, ma gli viene aperto soltanto quando pronuncia il suo nome al citofono. Dietro la porta di ferro si apre il Musicland Studios, dove i Queen si sono barricati dalla metà di novembre.
Tutto ha luogo segretamente, come sempre quando i quattro inglesi lavorano ad un nuovo disco a Monaco. A nessuno è consentito ascoltare.
«Da una parte non vogliamo essere disturbati, dall’altra potrebbe anche succedere che qualcuno ci rubi delle idee prima della fine della lavorazione del disco», rivela Brian May che è arrivato già nel primo pomeriggio a provare nuovi effetti della chitarra.
Finora i Queen hanno registrato sette brani, tuttavia mancano ancora le cosiddette sovraincisioni, assoli speciali di chitarra, come anche effetti e la voce di Freddie. Il lavoro al LP è stato interrotto da due concerti nella città canadese di Montreal e dalle festività natalizie. Ma tutto sommato prosegue alla grande.
«È sempre lo stesso problema: all’inizio ci concediamo del tempo, cerchiamo nuove idee e all’improvviso il tempo stringe. Ci siamo prefissati di finire per la fine di febbraio. Ad aprile il disco dovrebbe essere pubblicato e vorremmo far poi così partire la nostra tournée in Germania. Sono in programma circa dieci concerti, ma tutto potrebbe ancora cambiare nel caso in cui non avremmo concluso il disco in tempo», spiega Brian.

«Dipende semplicemente dallo Studio. Il suono è molto buono e poi qui abbiamo Mack, il tecnico del suono. È come se fosse il quinto membro della band. Lavora meticolosamente ed ha idee come pochi a questo mondo. Anche il sound della nostra ultima hit Another One Bites The Dust è in gran parte frutto del suo lavoro. Per questo nel frattempo è diventato il nostro coproduttore», dichiara Brian.
Anche sul piano umano Mack e gli altri quattro vanno molto d’accordo. Brian spesso è a casa di Mack per discutere con lui delle nuove idee. E Freddie metterebbe la mano sul fuoco per il monacense come per nessun’altro.
Anche gli ELO, gli Sparks e l’americano Billy Squier affidano la loro produzione a Mack.
Quando Freddie vuole che lui sia presente ad un concerto, gli manda un biglietto d’aereo e all’aeroporto lo aspetta già una limousine con l’autista.
Di solito i Queen lavorano sodo fino a mezzanotte.
«È determinante come ci sentiamo: se ci accorgiamo che non va, smettiamo anche già prima oppure restiamo in studio fino alle prime ore del mattino se va particolarmente bene», svela Brian.
Ma solo raramente sono tutti e quattro in studio.
Il membro la cui presenza non è richiesta può rientrare in albergo, andare ad un concerto a Monaco o fare un salto alla discoteca preferita dai Queen, la Sugar Shack.
È diventata nel tempo quasi come il loro punto di ritrovo. Quasi ogni notte è facile incontrarvi Brian, Roger o John, ad eccezione di Freddie.
«Perché qui viene passata semplicemente la musica migliore ed è possibile ascoltare gli ultimi dischi», afferma Roger.
Inoltre i Queen conoscono anche i dintorni di Monaco:
«Quando il tempo è bello, andiamo in montagna», racconta John.
Quando hanno più tempo invece, vanno per uno o due giorni a casa dalle loro famiglie.