«Non sopportavo di vedere Freddie deperirsi in quel modo»
di Tim Teeman, dal The Times del 9 settembre 2006
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Mentre ricorda la sera in cui ha conosciuto Freddie Mercury nel marzo del 1985, borbotta: «Stavo quasi per prendermi una sigaretta».
«Indossavamo entrambi una maglia bianca e jeans stretti azzurro ghiaccio», racconta Hutton. «Ho detto, "No, tu cosa bevi?", e lui mi ha risposto "Una 'Large vodka'". Poi disse: "Quanto è grande il tuo cazzo?"».
Mercury faceva spesso questa domanda quando cercava di attaccare bottone. Ma lo showman esuberante non aveva niente a che fare con l'uomo riservato che ha condiviso gli ultimi sei anni della propria vita con Hutton.
Se non fosse morto di AIDS nel 1991, Mercury avrebbe compiuto 60 anni martedì prossimo. Ma Hutton, che ne ha 57, si tiene al di fuori dalle tante celebrazioni commemorative. Trascorrerà la ricorrenza a casa in Irlanda, ricordando nottate come quella del 40° compleanno di Mercury in un club a Monaco di Baviera, quando Hutton con addosso una giacca di paillette multicolori e tutta la pazza compagnia ─ drag queen e tutto il resto ─ venivano ripresi per il video di Living On My Own.
Hutton dice:
«Se ora lui fosse qui, mi piacerebbe brindare con una buona tazza di tè e dirgli "Buon compleanno, ragazzo"».
Quella prima notte, i due uomini e gli amici di Mercury restarono svegli tutta la notte nell'appartamento a Kensington (nelle vicinanze aveva anche una casa "georgiana" con otto camere da letto, Garden Lodge). Soltanto dopo che lui e Mercury fecero sesso insieme e Hutton era andato in cucina a preparare una tazza di caffè gli venne detto chi fosse il suo nuovo incontro.
«Me lo disse Joe [Fanelli, il cuoco di Mercury, ndr]. Onestamente non lo avevo riconosciuto. A me non importava chi fosse. Preferisco gli uomini più in carne. Dalla vita in giù Freddie sembrava un bastoncino per girare i cocktail. Ma in lui vedevo qualcosa di speciale. Mi ha perseguitato. Una sera avevo preparato la mia cena di salsicce e purè, quando Freddie mi chiamò e mi chiese se avessi cenato. Gli dissi: "Me la sto preparando adesso". E lui: "Spegni tutto. Sto mandando un autista a prenderti"».
Hutton entrò così a far parte della "famiglia" a Garden Lodge, che comprendeva Fanelli e Peter Freestone, l'assistente di Mercury.
Era dietro le quinte a sbirciare Mercury mentre galvanizzava il Live Aid nel luglio 1985.
«Ero a bocca aperta. Si poteva toccare l'effetto che la sua presenza scenica aveva sulla gente. Successivamente Elton [John, ndr] è venuto e ha detto, «Bastardo, hai rubato la scena!»
Le stravaganze del mondo di Mercury erano una novità, ma non sconvolgevano più di tanto Hutton, settimo di dieci figli cresciuto in una numerosa famiglia irlandese di Carlow. Suo padre era un fornaio. Studiava per poter poi associarsi in affari con i fratelli, ma ha finito per innamorarsi di uno dei suoi insegnanti, diventando invece un apprendista parrucchiere. Nel periodo in cui incontrò Mercury, lavorava al Savoy.
Hutton si trasferì a Garden Lodge nei primi mesi del 1986.
Erano una coppia monogama?
Hutton:
«C'erano delle storielle, ma non molte perchè io sono un tipo che sta con una sola persona per volta», anche se un'amica di Mercury disse a Hutton che la star aveva un fidanzato a Monaco di Baviera. «Mi raccontò che le cose non andavano bene tra di loro e che Freddie quindi mi avrebbe portato a Monaco per fare ingelosire l'altro ragazzo. Non dissi nulla; avrei dato a Freddie il controllo della situazione. L'ho visto con un altro ragazzo all'Heaven e abbiamo avuto discussione lunghissima. Mi disse che l'aveva fatto per ingelosirmi. Poi un giorno l'ho visto lasciare l'appartamento a Kensington con un altro ragazzo e abbiamo avuto una discussione. Gli ho detto che avrebbe dovuto chiarirsi le idee, e lui rispose "OK" e che voleva stare con me. In fondo credo che volesse solo essere sicuro che io fossi uno con i piedi per terra e che non mi sentissi in soggezione rispetto alla sua fama».
Hutton afferma che l'edonismo di Mercury sia stato sopravvalutato. Certo, al 21° anniversario dei Queen c'era gente con i pantaloni forati nel fondoschiena e ─ sì ─ Mercury ha fatto uso di cocaina, ma solo «per sballarsi e, tutto sommato, non più di tanto».
Avevano una loro routine domestica ben definita:
«Amava i suoi gatti. Mi dedicavo al mio lavoro. Ce ne stavamo sdraiati insieme sul divano. Mi massaggiava i piedi chiedendomi come fosse andata la giornata».
Hutton lasciò il proprio lavoro al Savoy e Mercury lo assunse con un salario di 600 Sterline al mese come giardiniere e per fare altri mestieri.
«Un giorno stavo ripulendo il laghetto. Ero in acqua e mi ha disse che voleva un abbraccio. Così ci siamo abbracciati mentre io gocciolavo il fango tutto sul tappeto.»
Hutton racconta che entrambi erano persone dall'indole riservata:
«Potrebbe essersi sentito preoccupato da come un eventuale outing lo avrebbe danneggiato professionalmente, ma ne ha mai parlato. Entrambi pensavamo che il nostro rapporto e l'essere gay fossero solo affari nostri».
Mercury ha scoperto di avere l'AIDS nel 1987. Non vi era stato nessun segnale che potesse annunciare di essere stato infettato dal HIV, tranne la comparsa di una crosticina su una spalla; il sarcoma di Kaposi. Eppure quello è un sintomo di AIDS conclamata. Possibile che non vi fossero state avvisaglie? No, dice Hutton, niente.
«Il suo atteggiamento era del tipo "La vita continua". Ha preso l'AZT e quasi ognuno degli altri farmaci disponibile. I medici venivano a casa appositamente per curarlo.»
Hutton non fece il test su sé stesso: «Avevo paura». Un test sul HIV eseguito nel 1990 confermò che aveva il virus. Non lo disse a Mercury fino a che non risultò positivo di nuovo un anno più tardi: «Tutto ciò che disse Freddie fu "Bastardi"».
Hutton restò sano, mentre Mercury divenne sempre più malato:
«I medici pensavano che non avrebbe dovuto girare le riprese del video di Barcelona. Ma il suo atteggiamento era: "Non ho intenzione di lasciare che questa cosa l'abbia vinta su di me!". Ho notato come fosse diventato scheletrico solo la mattina del suo ultimo compleanno. Forse dentro di me rifiutavo l'idea. Ma credo che Freddie sapesse quando sarebbe stato il momento di arrendersi. Ha deciso di smettere di assumere il suo farmaco per l'AIDS tre settimane prima di morire».
Mercury è stato accudito da Fanelli e Freestone. Hutton racconta:
«Voleva che fossi io a farlo, ma non sopportavo di vederlo deperirsi in quel modo. Una volta ha parlato di morire e io ho detto: "Non voglio sentirne parlare". L'ultima nostra vera conversazione ha avuto luogo pochi giorni prima di morire. Erano le 6 del mattino. Voleva guardare i suoi quadri. Chiese: "Come faccio a scendere al piano di sotto?". Gli risposi: "Ti ci porto io". Ma poi ha fatto il tragitto da solo aggrappandosi alla ringhiera. Mi sono mantenuto di fronte a lui per assicurarmi che non cadesse. Ho portato una sedia alla porta, l'ho fatto sedere sopra e ho acceso i faretti che illuminavano ogni immagine. Lui disse: "Oh, sono meravigliosi". L'ho portato al piano di sopra a letto e lui disse: «Non mi ero mai reso conto che tu fossi tanto forte"».
La notte prima di morire di bronco-polmonite venne resa pubblica una dichiarazione a nome di Mercury in cui rivelava di avere l'AIDS. Hutton sostiene che non fu lui a scriverla:
«Non ce l'avrebbe fatta. Non ci riusciva. È stato il suo manager Jim Beach a pubblicarla. Non credo che lui avrebbe voluto. Voleva la sua vita privata restasse tale».
Per quanto riguarda la critica secondo cui avrebbe dovuto essere sincero sul fatto di essere gay e di avere l'AIDS, Hutton dice che la reazione di Mercury sarebbe stata: «Che si fo***no! Sono affari miei».
Hutton era con Mercury mentre lui moriva:
«Prese una dose di morfina e andò sull'Isola Che Non C'è. Bagnò il letto. Sapevo che se si fosse svegliato e l'avesse visto avrebbe urlato come un pazzo. Così io e Peter gli cambiammo la biancheria intima e, mentre gli stavo mettendo i boxer, sentivo che se ne era andato. Non so come ho fatto a capirlo. Joe prese uno specchietto per controllare il respiro, ed era così. Sono andato nella mia camera da letto e ho fermato un orologio da viaggio che mi aveva regalato Freddie: indicava che mancavano 12 minuti alle ore 19. Ho acceso brevemente le luci sugli alberi in giardino. Un vero irlandese avrebbe spento tutte le luci della casa, ma l'istinto mi ha detto di non farlo, per via della stampa che stava là fuori. Poi sono andato al piano di sopra e ho parlato con mia madre. Piangevo a dirotto».
Jer, la madre di Mercury gli mandò una "bella lettera" ringraziandolo per essere stato vicino al figlio.
Hutton e Mercury non facevano discorsi seri e profondi:
«Comunicavamo tanto senza dire nulla. Ma voleva sempre sentirsi dire che lo amavo. E naturalmente l'ho fatto, profondamente, e glie l'ho detto. Quando gli è stata diagnosticata la malattia mi ha detto: "Ti capirei se volessi fare le valigie e andartene". Gli ho risposto: "Non essere stupido. Non vado da nessuna parte. Starò qui a lungo"».
Hutton sostiene che Mercury avesse verbalmente dichiarato di volere che lui restasse a Garden Lodge dopo la sua morte, ma nulla fu messo nero su bianco e gli vennero dati tre mesi di tempo per andarsene. Questo lo "distrusse" e andò "assolutamente di matto", utilizzando le 500.000 Sterline che Mercury gli aveva lasciato per fare vacanze, comprare una casa a Shepherds Bush e costruirne una in Irlanda, dove ora vive.
«In tutta onestà, il mio unico pensiero fu "Quanto tempo mi resta ancora da vivere?".»
Poi, mentre se ne stava seduto sul suo divano durante il Natale del 1995, ha sentito il tic-tac dell'orologio da viaggio che gli aveva regalato Mercury. Un amico gli aveva dato la carica, ma Hutton lo prese "come un segno che era ora di andare avanti".
Ha iniziato un trattamento di farmaci contro al HIV e si è trasferito in Irlanda dove lavora come carpentiere e come tuttofare per uno dei suoi fratelli. Il suo stato di salute è buono.
Ha avuto alcune storie e un rapporto di lungo termine con un ragazzo che non sopportava di sentire pronunciare il nome di Mercury, anche se Hutton lo rassicurava che non era di certo in competizione con un fantasma.
Hutton ha due cani e cinque gatti, e vorrebbe «un compagno più che un amante». La madre gli ha «tirato un brutto scherzo» morendo nel 1996, la settimana prima che lui tornasse in Irlanda.
Ride ricordando la sua reazione quando i giornalisti bussavano alla porta per dirle che il figlio era l'amante di Freddie Mercury. Lei gli rispondeva con impazienza «Sì, lo so». Quando Hutton le disse di essere sieropositivo, lei rispose: «Ah, pensavamo che potessi esserlo».
«Aspetterebbe il proprio libretto di pensione», dice Hutton con il suo vocione, però aggiunge seriamente che probabilmente Mercury avrebbe continuato a scrivere musica per l'opera o il balletto.
Sì, lui pensa a Mercury, «ma non in ogni momento». Alza al massimo il volume della radio se passano la musica dei Queen. Ultimamente è diventato fissato con la canzone Innuendo. Se Mercury fosse vissuto, pensa che sarebbero ancora stati insieme. Indossa ancora l'anello di platino che gli diede Mercury. (Mercury si lamentava quando Hutton lo toglieva per lavorare in giardino)
Una volta Hutton ha sognato che avevano comprato casa insieme. In un'altra occasione, nel dormiveglia, si sentiva sospeso e disteso all'interno di un tunnel di piume insieme a Mercury.
Toccandosi la testa, dice: «La maggior parte dei miei beni preziosi si trovano qui». E ha ancora la cornice a quadrifoglio che gli ha regalato Mercury per il suo 40° compleanno.
«Questo è ciò che ricordo maggiormente: il suo sorriso sbarazzino quando riceveva un regalo. Era felice per 60 rose allo stesso modo di come per 60 Picasso. Il suo volto si illuminava. Un Natale ho creato una plastico di un convoglio in montagna. Roger Taylor e Brian May [dei Queen, ndr] vi si avvicinarono e tutti e tre giocarono con esso, tre ragazzi grossi e pelosi».
Hutton sorride ricordando i momenti felici del suo amante. Poi chiede se finalmente può fumare quella dannata sigaretta.