da The Hit, ottobre 1985, di Martin Townsend (riportato da Queen Archives)
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana
Chi meglio di The Hit sa che effettivamente Steve Wonder conosce la maggior parte delle battute di Steve Wonder. Alcune fanno anche ridere.
Lo stesso vale per John Deacon, il bassista dei Queen. Ha sentito buona parte delle voci sui Queen - tra le quali l'ultima, e più disgustosa, da Fleet Street ... sul fatto che Freddie Mercury avrebbe l'AIDS.
«Beh ho sentito che qualcuno ha chiesto a riguardo - credo che sia stato il Sun o qualcun altro - perché l'Aids è molto presente sulla stampa in questo momento" spiega John. "Per cui telefonano e vogliono sapere se è vero, e se dici di no, allora la riportano con un "forse sì, forse no", "nega il fatto", ecc. ecc. Voglio dire, possono rigirare la frittata come gli pare...»
La voce sull'AIDS è l'ultimo di una lunga serie di scandali e storie che hanno perseguitato i Queen - e in particolare il controverso Freddie - fin dalla formazione della band nel 1973. Negli ultimi tre anni, i gossip sono diventati via via più frequenti, sempre più viziosi, in coincidenza con la guerra sulla circolazione dei gossip popolari di Fleet Street, e con la crescita dei Queen a stars del rock pomposo che hanno successi che li portano a uno stato di quasi perfezione pop ...
Poi è ironico che con il trionfo dei Queen al Live Aid - e i pesanti gossip sempre più profondi - John Deacon, il membro più tranquillo e anonimo del gruppo, abbia fatto un passo avanti per parlare ...
«L'ho fatto soprattutto perché Pete Brown (un PR che sta attualmente lavorando per Deacon) mi ha chiesto di farlo", spiega. "Voglio dire che ora abbiamo un sacco di tempo a disposizione, perchè non lavoriamo duro come eravamo abituati a fare, per cui ho bisogno di qualcosa per riempire il mio tempo...»
La frase ha un altro significato provenendo da un membro di uno dei più ricchi (se non il più ricco) gruppi rock del mondo.
In teoria lui si trova qui per parlare di un nuovo studio di registrazione che ha aperto a Londra con il socio Henry Crallan - ex membro della squadra di roadie dei Queen - e di un nuovo singolo a cui sta lavorando con il cantante Errol Brown degli Hot Chocolate, chiamato 'This Is Your Time'. Ma ha poco da dire su entrambi gli argomenti.
Sembra oppresso dal peso dell'inattività dovuta alla registrazione dell'album di Freddie prima e di Roger poi - "Non posso fare un album solista, perché non so cantare".
«Non siamo più un gruppo», spiega. «Siamo quattro persone che lavorano insieme come Queen, ma il nostro lavoro insieme come Queen sta effettivamente prendendo sempre meno del nostro tempo. Voglio dire, fondamentalmente mi sono liberato, davvero, perché stavamo facendo così poco. Mi sono davvero annoiato e in realtà avuto molta depressione, perché siamo stati così tanto tempo a spasso...»
La scocciatura di Deacon è iniziata circa tre anni fa, dopo il deludente album 'Hot Space' del gruppo ...
«Credo che siamo rimasti tanto delusi, quindi abbiamo parlato di come avremmo ripreso con l'album successivo. Con "The Works" abbiamo deciso di andare più verso le cose che la gente in realtà associa con i Queen.»
Il risultato è stato un album di un tale successo che ha risollevato i Queen al livello di superstar. Una gloriosa fila di singoli di successo - 'Radio Ga Ga', 'I Want To Break Free', 'Hammer To Fall', 'It's A Hard Life' - accompagnati in modo delizioso sul campo dei video, e questo ha fatto sì che i Queen rallentassero più che mai crogiolandosi nella gloria ...
La brillante, teatrale ed esuberante esibizione al Live Aid ha alimentato questa situazione ancora di più. Ma ha anche dato loro l'impulso, lo scorso mese, per registrare un nuovo singolo: 'One Vision'. Visto che 'Greatest Hits' dei Queen ha scalato di nuovo la classifica grazie al Live Aid, le royalties del nuovo singolo sono state destinate al fondo?
«Per il momento, no», afferma Deacon. Quindi i Queen hanno donato soldi al Live Aid dietro le quinte?
«Sì. Qualcuno nel gruppo ha donato le royalties di qualcosa. Non voglio più ripeterlo: non si sta parlando di un album pubblicato... ma di quello che si guadagna dall'avere scritto una canzone.»
Come in quasi ogni decisione presa all'interno dei Queen, le discussioni sul Live Aid hanno lasciato una scia. Deacon è informale sull'argomento - «Abbiamo remato per tempo immemore».
«Stavamo facendo alcune riprese per il nuovo video, giusto? E poi c'è stato questo grosso litigio tra Freddie e Roger. Stiamo preparando un cofanetto per questo Natale, con tutti gli album, giusto? Abbiamo avuto discussioni sul fatto che il nuovo singolo [One Vision, ndt] dovesse farne parte. Qualcuno ha detto che dovrebbe essere incluso, perché non sarebbe The Complete Works altrimenti...»
Scuote la testa, con un sorriso. «Non ho potuto davvero dire niente in merito, perché ho pensato... bene, chi andrà a comprare questa roba? Ovviamente li potranno vendere a un paio di collezionisti, ma sarà un articolo molto costoso. Quaranta o cinquanta sterline circa...»
È fermamente convinto che stampa li critichi in modo molto pungente e duro, soprattutto a metà degli anni '70, quando Freddie Mercury ha interrotto i rapporti con la stampa musicale.
John Deacon ha perso il padre quando aveva undici anni. Un colpo sconvolgente del quale riesce a parlare ancora a malapena. «È stata dura, sì», dice. «Non è facile crescere senza un padre.»
Forse è quel dolore a rendergli i rumors e gli scandali così crudeli. "Ricordo la volta in cui uno dei tizi che lavoravano per Freddie vendette la sua storia al Sun, o qualcosa del genere. E' stato doloroso. Non sei imbarazzato per te, ma perché hai amici, hai parenti, hai genitori che lo leggeranno".
I Queen lavoreranno presto alla musica di film intitolato Highlander, con protagonista Sean Connery e Christopher 'Subway' Lambert. E' il secondo lungometraggio del noto regista di video Russell Mulcahey e questo preclude ai Queen di iniziare a lavorare sul loro nuovo album.
Nel frattempo devono schivare le inevitabili e meritate critiche che accerchiano la loro visita a Sun City per suonare in Sudafrica.
Deacon afferma in prima battuta che in quel luogo non c'è apartheid - ci sono «solo ricchi e poveri. Un sacco di altre persone sono state lì», sebbene l'Associazione dei Musicisti fosse contro la loro visita,
Quindi, è stato quello che alla fine li ha convinti a suonare co-finanziati dal governo centrale sudafricano, in cui non c'è l'apartheid, anche se nessun africano poteva permettersi di assistere?
«Non lo so, a me piace viaggiare.»
La risposta non è per noi assolutamente non convincente.
«Mi piacerebbe apprendere di prima mano, piuttosto che necessariamente da ciò che si legge sulla stampa. Voglio dire, tutti sanno del male dell'apartheid...»
Quindi come giustificate la vostra visita?
«Non siamo per niente una band politicizzata. A dire il vero cerchiamo di tenerci fuori dalla politica. Andremo ovunque, se la gente vorrà venire a vederci...»
Sorride. Nei Queen lui è l'unico normale.