di Max Bell - uDiscover Music, 27 giugno 2011
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Con Freddie Mercury come principale catalizzatore, l'approccio dei Queen fu allora singolare quanto non mai nello scenario del rock classico. C'era il glamour di David Bowie, le ambizioni pirotecniche e spreiudicate di Jimi Hendrix, la forza bruta dei Led Zeppelin, con le audaci venature armoniche dei Beatles e dei Beach Boys; il tutto coronato dallo straordinario carisma di Mercury, sia di fronte ad un microfono che seduto al piano. Se è vero che questo si scontrava con la modestia e la reticenza quotidiana, diede invece ai Queen una tavolozza sonora differente da chiunque altro.
La band a questo punto era singnificativamente abile nel trasferire il proprio sound da arena o da stadio su di un nastro, e ogni membro contribuiva maggiormente. Sotto l'aspetto creativo, sia il bassista John Deacon che il batterista Roger Taylor ricoprivano un ruolo chiave.
Probabilmente la genesi dell'idea proveniva da una risposta del pubblico quando suonarono al Bingley Hall a Stafford, qualche mese prima. May ricordò la folla che li acclamava per il bis cantando l'inno calcistico ‘You’ll Never Walk Alone’. Il concentrato di emozioni e la spontaneità di quell'evento ispirarono anche We Are The Champions. Inutile dire che entrambe le canzoni sarebbero state adottate come canti sugli spalti, venendo impiegate in innumerevoli eventi sportivi, sia negli stadi che sugli schermi televisivi. Con le sue sovraincisioni e i delay, i due minuti di We Will Rock You fornirono un sovradosaggio di adrenalina che deliziò e sorprese gli ascoltatori che posarono per la prima volta la puntina del giradischi su News Of The World il 28 ottobre 1977. L'album si manifesta subito in modo immediato, già dal primo pezzo, una canzone che diventò un'aggiunta fondamentale ai concerti dei Queen.
A seguire c'è il suo accompagnamento naturale: We Are The Champions. La power ballad di Mercury lanciava la sfida, rivoluzionaria quanto qualsiasi altra arma del circolo punk nel rock contemporaneo. Era stata scelta come lato-A di We Will Rock You prima della pubblicazione del singolo, tre settimane prima dell'uscita dell'album. Nel 2011 è stata votata la canzone pop più coinvolgente di tutti i tempi da un team di studiosi del Goldsmith College di Londra. Gli scienziati esaminarono migliaia di volontari per scoprire perchè alcune canzoni entisiasmino anche gli ospiti annoiati a un matrimonio e gli animali notturni a cantare a squarciagola in pubblico. Basta canticchiarla a mente per reagire con un riflesso incondizionato.
Champions è stata impiegata come inno ufficiale del Campionato mondiale FIFA del 1994, tenutosi negli Stati Uniti.
Ma torniamo alla canzone! È stata scritta con la consapevolezza di voler coinvolgere il pubblico nello spettacolo, e funzionò alla perfezione. Con le complesse parti di piano jazz suonate da Freddie che si riflettono sulle armonie vocali quadruple e quintuple, l'attenzione verso i dettagli smentisce l'apparente natura viscerale dell'emozione, insieme alla traccia vocale principale che si racchiude spregiudicatamente nello stile rock unito al falsetto. La morale della favola è che le vendite raggiunsero i cinque milioni e oltre di copie, con il singolo che si piazzava al #4 negli Stati Uniti e al #2 in Gran Bretagna.
Il brano successivo, Sheer Heart Attack, era parzialmente completo, ma non ancora ultimato in tempo per l'album omonimo del 1974. Scritta da Roger, che ha anche cantato come prima voce nel demo, la band mise mano agli arrangiamenti e decise che Freddie avrebbe ricoperto al meglio il ruolo di voce principale, con Roger a supportare. Ma resta sempre una creatura di Taylor, con il testo aggiornato per fornire una decisa risposta ai modaioli che nutrivano avversione nei confronti della vecchia guardia. La sua chitarra ritmica e il basso sono prominenti, con Brian che aggiunge dei riff vibranti.
L'intrigante All Dead, All Dead è una canzone di Brian, lascia interdetti, con un testo che include le frasi "You know my little friend’s all dead” ["sai mio piccolo amico, è tutto finito", ndt] e "I am old but still a child” ["sono vecchio, ma ancora bambino", ndt]. Infatti il tono tenebroso era in parte ispirato dalla morte del suo amatissimo gatto di famiglia! May canta, mentre Freddie accompagna con un adorabile piano.
John Deacon contribuisce durante le sessioni estive con Spread Your Wings, una brillante ballata che mantiene in tiro i quattro musicisti con le parti di chitarra acustica sovraincise dall'autore che creano il motivo per la voce narrante di Mercury. Scelta insolita per un singolo, visto il tono pessimista del testo, si piazza al #34 nel Regno Unito, con la coda strumentale tagliata per esigenze radiofoniche. Si sarebbe ripresentata nel 1979 come lato opposto di Crazy Little Thing Called Love, successo che svetta nella classifica degli Stati Uniti e ultimo 45 giri dei Queen negli anni '70.
Fight From The Inside di Roger Taylor è stata descritta dalla rivista Rolling Stone come "simile a uno slogan sparato da una mitragliatrice” e invito "all'adunata", incrociato con un'analisi della sociologia punk; successivamente Slash dei Guns N’ Roses ha menzionato il riff martellante di May come un classico senza tempo. Così come per Sheer Heart Attack, Roger prende in prestito il basso di John Deacon e realizza quello che è a tutti gli effetti un lavoro solistico.
Sul secondo lato del disco originale, Get Down, Make Love di Freddie è un pezzo aggressivo, sensuale, psichedelico e potente che rappresenta quasi un retaggio dei giorni passati dai Queen nei night club, anche se in seguito si è ridimensionata per emergere come preferita dal vivo sul palcoscenico, con abbastanza spazio da accogliere un assolo di batteria.
Ma se questa è un classico dei Queen con tutti gli ingredienti necessari, Sleeping On The Sidewalk è una netta e deliberata deroga dal loro stile anglico. Brain May maneggia il motivo come fosse un bluesman texano, e con il suo spiritoso testo rievoca la storia di un aspirante trombettista che passa dalla miseria alla ricchezza, facendo andata e ritorno; un'allusiva visione del mondo della musica e della sua tendenza verso le mode del momento, aspetti che sono sempre piaciuti agli ZZ Top e a Eric Clapton.
Who Needs You di John è un'altra deviazione dalla norma, con campanacci, maracas e chitarra spagnola. It's Late di May, invece, è un blues narrativo in tre parti sulle sventure del cammino. Il chitarrista impiega la tecnica dell'hammering / tapping, che attribuisce a Billy Gibbons degli ZZ Top, il quale probabilmente si rifaceva a sua volta T-Bone Walker. Pubblicata in versione accorciata come singolo in alcuni stati (non nel Regno Unito), la canzone è stata fra le più amate da Kurt Cobain e la si può sentire nella colonna sonora dell'acclamato documentario "Kurt Cobain: About A Son", fra brani di Arlo Guthrie e dei Cheap Trick.
My Melancholy Blues di Freddie è la chiusura perfetta, brano preferito fra i fan più romantici dei Queen. Un'inebriante blues con piano jazz che richiama un cantante di un fumoso nightclub, combinazione fantasy di Hoagy Carmichael e Ella Fitzgerald magari. Il tutto spande una triste polvere di stelle nello studio di registrazione e presenta Mercury in forma smagliante come non mai.
A novembre la band parte per il tour in Nord America, mentre l'album era al #3 in classifica. Al Cobo Hall di Detroit li avrebbe attesi un trionfo memorabile, seguito dal ritorno al Madison Square Garden di New York, prova del fuoco per gli artisti più rock del pianeta, e dalla escursione a Ovest nel Nevada e in California. Avrebbero trascorso poi il Natale in Gran Bretagna, senza ombra di dubbio riflettendo sulla recensione del Los Angeles Times, una di quelle che si complimentarono con loro per la produzione dello "show più spettacolare e accuratamente perfezionato di sempre".
La notizia si era sparsa. Il mondo era in attesa, e non solo per via del Giubileo della Regina del 1977.
• News Of The World, 28 ottobre 1977
• We Will Rock You e We Are The Champions 40 anni dopo, Brian e Roger su Billboard [2017]
• Myles Kennedy (Alter Bridge) «News Of The World, potere curativo della musica», Classic Rock [2016]
• Roger Taylor presenta News Of The World su Nuovo Sound: grinta, incisività, feeling [1977]
• Roger Taylor intervistato per News Of The World su Ciao 2001 [1977]
• Roger Taylor, press release di EMI Italia per News Of The World [1977]