di David Chiu - The Quietus, 16 ottobre 2017
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Nel 1977 vi fu il "confronto" tra il frontman Freddie Mercury e il bassista Sid Vicious dei Sex Pistols, due tipi con la tendenza alla drammatizzazione, che si scontrarono agli albori di questo fenomeno. Anche se i dettagli su quell'incontro si sono leggermente diversificati nel corso degli anni successivi, la premessa fondamentale era che i Queen e i Sex Pistols lavoravano contemporaneamente ai rispettivi album, News Of The World e Never Mind The Bollocks, presso il Wessex Sound Studios, nella zona Nord di Londra. Nel suo libro "Queen Unseen", Peter Hince ─ ex roadie dei Queen ─ ricorda così quello che avvenne:
"Un pomeriggio mentre i Queen stavano lavorando nella sala di controllo dello studio di registrazione, Sid Vicious fece irruzione, senza un barlume di lucidità, e affrontò Fred dicendogli: «Sei riuscito poi a portare la danza alle masse?» (riferimento a una citazione che Fred aveva fatto con la stampa musicale). Fred si alzò senza scomporsi, si avvicinò a lui e gli disse: «Ma tu non sei quel Stanley Ferocious o qualcosa del genere?», lo prese per il colletto e lo buttò fuori di peso. Tanta roba in questo affronto alla spigolosità del genere punk".
In un'intervista rilasciata negli anni '80, Mercury stesso ha ricordato l'incontro con Vicious:
«Lo chiamai Simon Ferocious o qualcosa del genere, e lui a non è piaciuto affatto. Gli dissi: "A te cosa importa?". Era molto segnato. Ed io continuai: "Se oggi riuscirai anche a tagliarti con lo specchio, forse domani avrai qualcosa di diverso da guardare". Lui odiava anche il solo fatto che avessi avuto da ridire. Penso che superammo bene quel test».
Mercury ci aveva visto giusto. Nel 1978 i Queen erano ancora una delle band più popolari della scena rock, mentre i Sex Pistols implosero dopo un disastroso tour degli USA. Di sicuro ad aiutare i Queen in quel periodo di transizione nel mondo della musica fu l'aver registrato un disco diretto e piuttosto orientato al punk: News Of The World. Pubblicato esattamente 40 anni fa in questo mese, l'album è meglio conosciuto per gli inni onnipresenti 'We Will Rock You' e 'We Are The Champions'.
La storia dell'incontro fra Mercury e Vicious è diventata fonte di narrazione in libri e articoli sulla carriera dei Queen, per dimostrare che la rock band heavy non si è fatta intimorire o scomporre dai Pistols e dal punk. Dall'altra parte, l'episodio è rimasto senza nota nelle narrazioni sui Sex Pistols, tra le quali le recenti memorie di John Lydon (Anger Is An Energy) e Steve Jones (Lonely Boy). Questo scontro ben noto sembra portarsi indietro un velo mistero, non solo negli ambienti Queen e Pistols, ma anche più generalmente tra l'establishment del rock e del punk. La percezione comune era che gruppi come i Queen e gli altri dall'epoca pre-punk fossero stati ignorati nel momento in cui arrivò il punk; Pete Townshend ha scritto nel suo ‘Who I Am’: "Il punk rock è stato uno tsunami che ha rischiato di farci naufragare tutti nel 1977".
Ma il punk non ha completamente sconfitto la vecchia guardia. Gruppi come i Led Zeppelin, i The Who, Genesis e Pink Floyd erano ancora immensamente popolari dagli inizi degli anni '80. Alcuni artisti unici come David Bowie e Roxy Music sono stati in grado di percorrere la linea sottile fra essere parte dell'establishment del rock e cedere all''influenza del punk. Inoltre, nella prima parte delle loro carriere, i membri dei Police avevano messo da parte i loro precedenti progressive / jazz rock e creato musica che (quasi) poteva passare per punk.
In effetti le storie recenti sembrano sopravvalutare il presunto veleno tra i due schieramenti ─ non solo i membri delle band legate a punk, ma anche gli altri maggiormente rispettati e apprezzati. Oltre a Townshend, altri rocker veterani abbracciarono il movimento in misura diversa: Peter Gabriel ha ricordato di aver visto i Sex Pistols al Club 100 e di aver simpatizzato dei Clash; Phil Collins in un'occasione ha riferito che il punk aveva influenzato la genesi di quel cambiamento che ha ridimensionato le grandiose produzioni rock in favore di un sound più snello; infine, Jimmy Page ha definito la musica dei Sex Pistols "superba".
Nel parlare di ‘Some Girls’ dei Rolling Stones, Keith Richards ha ammesso che il punk gli «ha fatto tremare le chiappe».
A loro volta membri di band appartenenti al movimento punk e post punk come i Clash, Echo & The Bunnymen, i Wire e i Bad Religion hanno tessuto le lodi a band classiche e prog rock (Joey Ramone ha riferito di avere una copia di ‘Close To The Edge’ degli Yes nella propria collezione di dischi). Anche John Lydon, che ─ come è noto ─ con il personaggio di Johnny Rotten aveva indossato una maglietta con su scritto "Odio i Pink Floyd", nel 2010 ha confidato a tQ che bisognava essere degli idioti per non amare i Pink Floyd:
«Hanno creato cose bellissime. Hanno anche fatto spazzatura. Amo l'album The Dark Side Of The Moon, ma cambio immediatamente canzoni quando li sento nell'epoca di Syd Barrett... Ho conosciuto i membri della band e siamo in buoni rapporti perché non sono affatto presuntuosi. C'erano tanti errori e fraintendimenti nella stampa che davano adito al diffondersi di false considerazioni. In effetti erano tutte storie inventate da loro».
Anche gli stessi Queen, i quali non erano di sicuro propensi al punk, diedero ai Pistols la giusta attenzione, in particolar modo Roger Taylor, batterista della band, in occasione di un’intervista del 1981 su Rolling Stone:
«Ci ha fatto dare una mossa. Il punk era così cattivo, diverso, oltraggioso. Voglio dire… la prima volta che vidi John Rotten rimasi davvero sconvolto, perché non avevo mai assistito a nulla del genere così, in carne ed ossa. Lui incarnava l'essenza del comportamento punk. Non c'era dubbio che il ragazzo avesse un innato carisma».
Durante una recente intervista rilasciata da Brian May a Ultimate Classic Rock, ha affermato:
«Credo che Freddie, John [Deacon, ndt] ed io fossimo un po' chiusi nel nostro mondo, ma Roger era pienamente consapevole di quello che stava succedendo con il punk».
In apparenza i Queen e i Sex Pistols sembravano diversissimi tra loro, in termini di stile musicale e di immagine. Eppure sono sempre stati un riferimento nella storia della musica, e non solo a causa dell'incidente al Wessex. Tutto cominciò nel dicembre 1976, quando i Queen dovettero annullare l'ospitata al Today Show di Bill Grundy in quanto Mercury aveva un appuntamento dal dentista..., il primo per lui in circa 15 anni. La EMI a quel punto suggerì di invitare una delle ultime band con cui era stato siglato un accordo di distribuzione. Furono i Sex Pistols ad andare in onda in quel programma - una scelta decisiva che ha cambiò per sempre la fortuna dei Pistols.
Nel documentario Classic Albums del 2002 su Never Mind The Bollocks, Lydon ha detto:
«È buffo notare quanto siamo legati ai Queen, per tanti versi. Furono loro quelli che annullarono l'intervista dandoci modo di prendervi parte. Non era assolutamente nei nostri piani. Non è stata una trovata pubblicitaria da parte nostra. Venne organizzata all'ultimo momento proprio quello stesso giorno».
Secondo l'autore Mark Blake nel suo libro sui Queen ‘Is This The Real Life?’ c'era più di una similitudine tra le due band:
«Sia Johnny Rotten che Freddie Mercury si erano inventati da soli. Tanto Lydon quanto Bulsara avevano creato personaggi di un certo spessore fondamentalmente per ovviare alla timidezza che li accomunava, in modo da mascherare ogni sorta di insicurezza».
Nel documentario Classic Albums c'è anche il ricordo di Bill Price, la persona che era dietro il progetto Never Mind The Bollocks:
«Il fatto che Rotten avesse voluto incontrare Mercury mentre entrambi i gruppi stavano registrando al Wessex Studios indicava una reale forma di rispetto nei loro confronti. Lui era persino andato a vederli in concerto. Io provai a dirgli "Oh Johnny, non è una buona idea!". Più tardi tornò e disse "Sono stato di là per incontrare Freddie". Gli risposi: "Ah, va bene...". Mentre me ne stava parlando, qualcuno bussò alla porta. Era il produttore dei Queen, che disse: “Freddie stava suonando al piano e uno della vostra band si è diretto verso i nostri quattro nello studio fermandosi affianco al pianoforte salutando Freddie e gli altri. Puoi fare in modo che questo non si verifichi più?”».
È universalmente riconosciuto che i Queen non fossero tecnicamente una band punk, ma se il punk era basato sulla sfida allo scenario contingente, allora si potrebbe considerare un loro coinvolgimento per via dell’arroganza, la pomposità e l’immagine camp che adottavano. Nel suo saggio per il Guardian, Alan McGee ─ fondatore di Creations Records ─ si è spinto fino a definire Mercury un «Re del punk rock»:
«Il loro è un rock tanto teatrale quanto fuori dal comune. Mercury era talmente camp da sminuire qualsiasi altra cosa al suo cospetto. La sua spregiudicatezza sul palco era punk rock. Dato che il punk rock era ostinatamente basato sull'attacco alla politica ─ senza mai risultare noioso ─ i Queen ebbero la meglio grazie al loro spessore. Riuscirono a creare un genere di intrattenimento che era quasi pari a una corrente politica».
È innegabile che svariate canzoni di News Of The World abbiano preso in prestito elementi del punk, quindi è naturale supporre che la band fosse pronta a salire su quel carro. Ma in realtà i Queen avevano già registrato canzoni che suggerivano una certa aggressività fai-da-te prima di quel periodo. Nel loro album di debutto del 1973 è presente Modern Times Rock' N 'Roll di Roger Taylor che, ironia della sorte, gioca sugli stereotipi del rock and roll. Rappresenta circa un minuto di violenza bruta proto-punk. Altre fra le prime canzoni dei Queen, come Ogre Battle (da Queen II, del 1974) e Stone Cold Crazy (da Sheer Heart Attack sempre del 1974), univano sia gli elementi del punk che del metal, precursori del trash rock.
Per News Of The World la band dispensò quasi del tutto le produzioni elaborate e meticolose delle sovraincisioni su multitraccia caratteristiche dei loro due album precedenti ─ A Night At The Opera e A Day At The Races ─ in cui avevano espresso determinati elementi. Anche l'eccezionale copertina dell'album successivo, firmata Frank Kelly Freas, con un robot che stritola i membri dei Queen, era una premeditata dichiarazione di intenti da parte della band volta a dare una scossa al sistema.
Nel documentario Days Of Our Lives, Roger Taylor afferma:
«Non penso che quando iniziammo a lavorare su News Of The World volessimo reinventarci come una band punk. Volevamo solo realizzarlo in modo un po' più semplice. Sicuramente abbiamo pensato che quelle cose grandiose alle quali eravamo abituati a lavorare non fossero molto al passo con i tempi. Credo che facemmo un album più semplice per risultare attuali. Avevamo già preso la decisione che... dopo A Night At The Opera e A Day At The Races volessimo tornare all'essenziale con News Of The World».
May aggiunge che «Fu una scelta fatta sul momento, perché il mondo era ormai attento al fenomeno punk e le cose che facevano erano molto essenziali. Per cui, in un certo senso, eravamo consci di ciò che stava accadendo. Ma in ogni caso quel cambiamento sarebbe stato comunque parte del nostro processo evolutivo».
In questo disco, la canzone Sheer Heart Attack, scritta da Taylor, (che non aveva trovato la via della pubblicazione nell'album dei Queen dallo stesso nome di tre anni prima) presenta un'aggressività martellante che le avrebbe consentito di confrontarsi ad armi pari con la metà dei brani contenuti in Never Mind The Bollocks. Nel suo testo c'era l'angoscia dei teen-ager e quella insofferenza di fondo che apparivano come una chiara riposta al punk ("I feel so inarticulate").
Nella sua recensione di News Of The World del febbraio 1978, Bart Testa di Rolling Stone scrisse:
«Sheer Heart Attack rende i Queen la prima grande band ad essersi cimentata in una dimostrazione di superiorità rispetto al punk rock, marciando sul suo stesso tappeto stilistico. Il brano funziona anche grazie al potente trio che supporta in modo davvero primordiale la traccia vocale di Freddie Mercury ».
Della creatura di Taylor, May ha detto:
«Aveva quel brano in mente già da un bel po' di tempo. Roger era convinto che dovesse essere inclusa nell'album perché il punk stava prendendo piede intorno a noi e dovevamo esserne consapevoli e dimostrarci pronti».
Ci sono alcuni altri elementi punk in News Of The World: il ritmo blando di ‘Fight From The Inside’, con il suo testo nichilista e cinico, scritto da Taylor ("You're just another picture on a teenage wall / You're just another sucker ready for a fall").
Nonostante Mercury fosse meglio conosciuto per le grandi creazioni di musica pop, la sua ‘Get Down, Make Love’ mette in evidenza un lato più cattivo del suo modo di cantare e scrivere. Non vi è alcun dubbio sul significato del brano (coverizzato successivamente anche dai Nine Inch Nails).
E negli ultimi 37 secondi di It's Late, la penultima traccia dell'album riguardo un triangolo amoroso, la concitata chiusura di May è pura goduria.
Ma qualsiasi brano, anche fra i più profondi del disco, è niente al cospetto di hit che spaccano come ‘We Will Rock You’ e ‘We Are The Champions’. La prima canzone ha un suono diretto, sfacciato, che riflette la tipica sensibilità punk del fai-da-te: non c’è batteria, né basso o altri arrangiamenti oltre al solenne assolo di chitarra nel finale ad opera di May, ma solamente battiti con i piedi e le mani sovrapposti per ricreare quel suono corposo che si genererebbe da una folla radunata. Secondo quanto detto dallo stesso May nel documentario "Days Of Our Lives" dei Queen (2011), l'ispirazione per il pezzo è arrivata dopo uno spettacolo della band al New Bingley Hall, dove la folla cantava senza tregua:
«Andai a dormire pensando "Cosa potrebbe fare il pubblico? Cosa gli si potrebbe chiedere di fare a un concerto? Stanno tutti lì insieme, ammassati. Non possono fare molto. Possono battere per terra con i piedi, possono alzare e battere le mani, possono cantare". Così mi sono svegliato con We Will Rock You che girava nella mia testa. Siamo andati al Wessex con queste idee e ciò che è successo è quanto tutti potete sentire».
Allo stesso tempo, la ballata drammatica ‘We Are The Champions’ di Mercury compensava perfettamente il pezzo rocker minimalista di May. Solo i Queen potevano uscirsene con la registrazione di una canzone elitaria ─ ancora una volta con la propulsione del punk rock ─ e in particolare con un testo come "No time for losers", l'antitesi dello spirito democratizzante del rock & roll. Mercury commentò che «We Are the Champions è stata la canzone più egoista e arrogante che abbia mai scritto». Durante un'intervista a In The Studio, May ha rivelato le sue riserve iniziali sulla canzone, per via dei suoi grandi proclami:
«Credo che anni dopo io e Freddie ne parlammo a riguardo, e lui mi disse: "Il Rock & roll è l'unico mondo in cui tutti hanno la sensazione di essere in una squadra ma non si fa guerra contro nessuno. Se sei a una partita ci sono i due schieramenti che cantano le proprie canzoni e si sentono visceralmente parte di una specifica squadra, ma farebbero a pezzi gli avversari - se solo potessero. La differenza a un concerto rock è che tutti fanno parte della stessa squadra"».
Non sorprende che News Of The World sia stato un successo, continuando la marcia trionfante dei Queen nelle classifiche. Bart scrisse nella propria recensione dell'epoca su Rolling Stone:
«La maggior parte delle canzoni di News Of The World rappresentano una sfida ai nemici artistici dei Queen o comunque si sforzano di definire nuovi equilibri. Pur restando figli del vecchio "impero", i Queen non hanno nulla da temere e niente da perdere».
Anni dopo, Slash ─ il chitarrista dei Guns N 'Roses ─ manifestò il proprio entusiasmo per questo disco, incensando due brani tra quelli più punk:
«Quando si cimentavano nel fare qualcosa di più duro o cattivo ci riuscivano meglio di chiunque altro. In News Of The World c'è Fight From The Inside, una delle mie canzoni preferite dei Queen, e anche la geniale Get Down Make Love. Questo è davvero l'album dei Queen che adoro dall’inizio alla fine».
C'è anche qualcosa di ironico che lega Never Mind The Bollocks e News Of The World. Bollocks ha sfondato nella classifica degli album nel Regno Unito, sicuramente aiutato dal movimento che circondava i Pistols in quel periodo, ma venne silurato in America, dove solo ora è considerato un disco classico e influente che si presenta regolarmente in tutti i sondaggi di ogni epoca. News Of The World invece ebbe un buon successo commerciale su entrambe le sponde dell'Atlantico, ma al giorno d'oggi non si parla spesso di lui nella stessa misura di (ad esempio) A Night At The Opera.
Taylor Hawkins, batterista dei Foo Fighters, intervistato su Classic Rock, ha detto:
«Non so perché non venga considerato un grande classico o uno fra i migliori album dei Queen. Per me lo è certamente. Ma forse ci siamo abituati troppo a We Will Rock You e We Are The Champions, al punto da darli per scontati, e di conseguenza percepiamo anche l'album come scontato».
Nel frattempo, quello che sarebbe potuto essere un nuovo capitolo della saga Mercury-Vicious (e forse Punk contro Rock) si è materializzato la scorsa estate, quanto May è stato ospite a Los Angeles proprio al programma radiofonico Jonesy Jukebox, condotto da Steve Jones - ex dei Pistols. I due miti della chitarra non solo hanno ricordato il periodo trascorso insieme 40 anni prima al Wessex Studios, ma anche parlato degli argomenti più disparati, come l'invecchiamento, il veganismo, la possibilità di altre forme di vita nell'universo e la tutela degli animali. Durante il programma, May ha manifestato grande apprezzamento per l'album Never Mind The Bollocks:
«Avete realizzato un album che ha cambiato il mondo, e penso che l'abbiamo fatto anche noi [con News Of The World, ndt]. Per me Never Mind The Bollocks è un grande album. Pura musica, al di là di tutti i temi sociali. È un ottimo disco, un grande album rock. Il suono è fantastico, la produzione è ottima, le canzoni sono eccezionali».
Visto quello che era successo tra i loro ex compagni di band 40 anni prima, ci si sarebbe potuto aspettare toni alti e grande animosità durante la conversazione tra May e Jones; ed invece risulta cordiale.
Ancora una volta, se alla gente piacciono le scenate, tutto ciò di cui hanno bisogno è racchiuso in quel confronto fra Mercury e Vicious.
C'è qualcosa di risonante fra questi due personaggi così esagerati. Oggi, pertanto, sia che il ricordo di quell'avvenimento possa risultare ormai sbiadito o che venga impreziosito con altri dettagli, non farebbe più notizia alla stessa maniera neppure se si scoprisse che Mercury e Vicious non si punzecchiarono in studio, ma in un pub davanti a una pinta di birra. Ciò che conta, nonostante le loro somiglianze e tutte le loro differenze, è che entrambi i gruppi hanno staccato il proprio biglietto per l'immortalità, con in particolare i Queen che hanno raggiunto picchi di fama negli anni 80 e oltre.
Mercury una volta disse:
«Tutto ciò che gira intorno al punk ha rappresentato una fase difficile per noi, e sapevo fin da subito che lo sarebbe stato. Ma se c'è una sfida noi ci mettiamo il massimo dell'impegno, ed è questo che ci fa resistere ed andare avanti».
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