Intervista di Radio Prague a Peter Freestone, andata in onda il 2 agosto 2013 e in replica il 7 febbraio 2014. Sull'onda delle notizie riguardanti la pubblicazione dei brani registrati da Freddie e Michael a casa Jackson e rimasti completi. vengono narrati fatti e anche aneddoti di quelle sessioni; Freestone era con loro. Peter parla anche di com'è stato lavorare per Freddie e del modo in cui giovani ascoltano la musica in Gran Bretagna.
Fonte: Jan Velinger per Radio Prague Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana |

Peter Freestone è stato assistente personale e amico stretto di Freddie Mercury, il cantante che ha raggiunto il firmamento con il gruppo rock Queen.
Lui è stato anche presente durante gli ultimi giorni di vita del cantante, nel 1991.
Fin dai primi anni 2000, Freestone ha vissuto nella Repubblica Ceca.
L'ho contattato questa settimana in seguito alla conferma che i Queen pubblicheranno tre branidimenticati nel tempo, che Mercury registrò con Michael Jackson, registrazioni alle quali Freestone era presente.
Ma, prima di questo, gli ho anche chiesto del suo ex lavoro.
«Fondamentalmente era un lavoro h24, 7 giorni alla settimana. Il mio compito in verità era solamente essere presente per Freddie, per occuparmi di lui».
Era un lavoro piacevole stare vicino a qualcuno che era pubblicamente una grande star?
«Penso che il modo più semplice di rispondere sia sì, era un lavoro (lo era perchè mi arrivavano i soldi in banca ogni mese), ma ma davvero era fondamentalmente vivere insieme a Freddie. Era straordinario. Mi è toccata la parte più semplice: potevo spendere ciò per cui lui aveva lavorato duro per guadagnarselo. Facevo compere e andavo alle aste per conto suo, sai, quella era la parte semplice del lavoro».
«Sì, molto. Anche quando invitava amici a Garden Lodge, casa sua, la gente sapeva... che lui recitava ancora la parte dell'intrattenitore. Poteva essere sé stesso solo quando era insieme a quattro o cinque fra le persone più vicine a lui a Garden Lodge. Allora poteva essere sé stesso. Naturalmente, quando usciva diventava di pubblico dominio. E lui lo capiva. Quindi diventava ciò che il pubblico si aspettava. Metteva maglietta, giacca in pelle, jeans, scarpe sportive, gli occhiali da sole... e diventava ciò che ci si aspettava da lui».
Sia il Times che il Rolling Stone hanno catturato l'attenzione dei fans questa settimana confermando che tre canzoni smarrite che Freddie ha registrato 30 anni fa con Michael Jackson verranno pubblicate più in là quest'anno. Almeno una versione di una delle canzoni è già ben nota; un'altra, chiamata Victory, non lo è, e se non mi sbaglio non è stata mai sentita. Ti sei mai chiesto, visto che all'epoca eri là, se queste canzoni sarebbero mai state pubblicate?

Pensi che la pubblicazione della terza canzone causerà stupore?
«Lo spero davvero. Ovviamente anche gli altri due pezzi riceveranno un trattamento differente ora che i Queen sono stati coinvolti nella produzione. Sono sicuro che presteranno attenzione alla voce di Freddie e alla produzione dell'intera canzone. Sono dei perfezionisti e tutto deve essere fatto in modo corretto. Ma penso che varrà la pena attendere».
Da dove venne l'impulso a lavorare insieme?
«La prima cosa che ho sentito fu che Michael venne al concerto dei Queen al Forum di Los Angeles. Lo ricordo a parlare in un angolo con Freddie e John. Poi Freddie disse "Ah! Michael dice che dovremmmo fare qualcosa insieme perchè gli piace quello che ha sentito!", perchè ascoltò Another One Bites the Dust e gli piacque sia la canzone che tutto il resto. Perciò Freddie disse "vuole che ci incontriamo per registrare. Ah, ma non accadrà mai, è solo per dire!" Mesi più tardi, a questo seguì una telefonata di Michael, perchè aveva sentito che Freddie era a Los Angeles, e lo invitò ad andare.
Sono dell'idea che quell'incontro non sia stato ottimale...
(risate) So a cosa ti riferisci... Beh, Michael, se ricordi, all'epoca nella sua casa di Encino aveva quasi un mini-zoo, e i suoi animali preferiti erano i lama. Dal momento che era estate a Los Angeles, Freddie indossava una maglietta bianca, jeans bianco, scarpette bianche e, dopo il giro, la sua maglietta non era più bianca, la parte bassa dei jeans era marrone, schizzata di fango e lo stesso per le scarpe, perchè ce ne eravamo andati in giro in mezzo al fango. Michael ci portò anche in giro per casa e nella sua camera da letto, e fu così buffo: aveva un ampio terrario con dentro un grosso serpente. Michael disse pubblicamente che era un suo amico, il migliore, e che era un serpente molto buono e magnifico... Non resistemmo a notare che c'erano circa 40 mattoni a mantenere pressato il coperchio del terrario, per assicurare che non potesse uscire!».
Carino!
«Sì, è straordinario che si possa raccontare qualche fatterello differente su questo incontro!».
Le registrazioni quando vennero fatte, in un altro giorno?
«No, era lo stesso giorno. Entrambi erano molto impegnati a registrare e andare in tour nel 1983. Michael voleva che Freddie finisse State of Shock, perchè la voleva includere nell'album dei Jacksons chiamato Victory. Ma Freddie aveva pochissimo tempo e non riuscì a completarla. Quindi Michael suggerì che Mick Jagger avrebbe potuto cantare l'altra parte e Freddie disse "Certo, è la tua musica", non obiettò. Per ragioni di tempo, i due non riuscirono mettere insieme il nuovo materiale».
In che cosa ti colpiscono le voci, nel fatto che i cantanti fossero fra loro complementari? Freddie era un cantante davvero energico...
«Penso che funzioni molto bene per il fatto che loro sono tanto diversi. Se tutti e due avessero avuto voci potenti, sarebbe sembrata maggiormente una competizione. Hai usato il termine giusto nella parola "complemento": le due voci funzionavano molto bene insieme ed è come una conversazione».

«Da 12 anni. Sì, la mia vita è cambiata dopo quel momento... ma se ci pensiamo, Freddie se n'è andato da 28 anni [nel 2013 sono 22 anni, ndt], ed io sto ancora parlando di lui! Non è più qui fisicamente, ma la sua immagine, la sua voce e la personalità sono sopravvissuti. Era una persona unica, straordinaria, e ha scritto musica fra la più bella in assoluto, e c'è ancora un sacco di interesse; molti delle nuove generazioni mi chiedono delle sue cose. Faccio per loro quello che posso.
Voglio dire, sono ancora coinvolto nella musica qui nella Repubblica Ceca. Sono parte di una iniziativa chiamata Rock Camp per i bambini fra gli 11 e i 17 anni. E ci incontriamo, con loro che fanno musica, ed è straordinario. Sono anche impegnato con un musicista ceco che ha un gruppo, e mi ha convinto per la prima volta nella mia vita a credere che potessi scrivere testi per la musica. Quindi, tutto quello che faccio oggi ha origine da Freddie Mercury».
I Queen hanno ancora legioni di fans in tutto il mondo, ma ho letto che ci sono stazioni radio che non trasmettono artisti più vecchi di 30 anni! Non sembra essere il caso delle stazioni ceche, ed è sempre sembrato che i Queen abbiano mantenuto un posto speciale per molti fans della musica in questo paese...
«Una delle ragioni che mi ha fatto stabilire nella Repubblica Ceca è l'atteggiamento delle persone verso la musica. In Gran Bretagna hanno una mentalità molto ristretta. La gente, specialmente i giovani, fondamentalmente ascolta soltanto quello che gli si dice di ascoltare. Hanno MTV e sono attaccati a questo e quello, e pensano che sia tutto lì. Qui so che, avendolo incontrato alcune volte, Karel Gott è ascoltato dalla gente da 9 a 90 anni! In Inghilterra questo non avviene. Qui, nelle scuole, i bambini vengono istruiti su Janeček, Dvořák, Smetana; questo non accade per i britannici. La gente è predisposta ad aprirsi alla musica. Come per i Queen, la ragione per cui loro sono così noti e ben apprezzati è perchè la loro musica non ha davvero età. Se li ascolti oggi, la loro musica suona ancora nuova come 40 anni fa, quando iniziarono. È ancora attuale come lo era allora».