da Wegotit del 1 settembre 2016
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Lo avrebbe fatto riservatamente perché sarebbe stato vecchio, una cosa che non avrebbe mai voluto diventare. Questo è stato uno dei motivi per cui ha accettato la sua malattia in modo così coraggioso. Perché aveva in mente di essere un uomo meno giovane. Ma naturalmente avrebbe festeggiato in modo stravagante e non solo per un giorno ma almeno per un'intera settimana.
Come ha affrontato Freddie la sua malattia?
Il suo credo era: «Ho una vita da vivere e non posso pensare alla morte». Pertanto si è buttato sul lavoro. Ha scoperto di essere malato nel 1987, poco prima delle registrazioni con Montserrat Caballe per l'album Barcelona, e da quel momento negli ultimi quattro anni della sua vita ha registrato altrettanti album.
Quanto è stato difficile mantenere il segreto sulla malattia?
Non è stato difficile, perché quello era il suo ultimo desiderio. Quando qualcuno mi chiedeva a riguardo la mia scusa tipica era «Ha un problema al fegato». Ma della reale situazione non ho mai parlato con nessuno, né con la mia famiglia né con gli amici intimi, perché lui non voleva parlarne. Su questo è stato categorico fin dal principio con me. Quando mi ha rivelato della malattia nel 1988 ha anche rimarcato che: «Questa è l'ultima volta che ne parliamo!».
L'ho incontrato nel 1979, dopo la sua partecipazione con il Royal Ballet. Mi ha chiesto cosa facessi e io gli ho detto che ero il responsabile dei costumi. Dieci giorni più tardi il management dei Queen ha contattato il mio capo e mi hanno reclutato. Accettare fu una decisione difficile, perché avevo già un lavoro sicuro ed ero molto stimato. Non avevo neppure idea di quanti musicisti ci fossero nei Queen e di che teste calde fossero! (ride)
Perché Freddie è ancora una leggenda a 25 anni dalla sua morte?
Perché ha scritto tutte queste canzoni indimenticabili: da Bohemian Rhapsody a We Are The Champions. Si tratta di inni che ispirano ancora oggi i giovani. Per questo è stato il miglior frontman di tutti i tempi. Ha fatto tremare gli stadi come nessun altro.