Traduzione in italiano di Barbara Mucci per Comunità Queeniana Italiana
Vedo The Miracle come un brano che coglie il nostro piccolo contributo nel mondo che ci circonda, una canzone che glorifica la maestosità del mondo, della natura, dell'innovazione umana e degli incredibili uomini che sono venuti prima di noi. È consapevole dell'aspetto divino ─ di una forza che va oltre la nostra ─ glorificando Dio. È il riconoscimento di ciò che offre il mondo (o che ha offerto) e non si pavoneggia puntando sull'affermazione "guarda me quanto sono fantastico".
C'è tanta pace, amore e libertà in questo testo, che lo rende un inno idealista, considerando la natura umana e le molte fragilità dei leader nazionali ed internazionali. Tutto questo è molto bello. Sono i sentimenti e le speranze che abbiamo da condividere (almeno molti di noi), insieme con il desiderio di un mondo migliore per i nostri figli.
Prendete in considerazione tutti i miracoli elencati nella canzone, dal Taj Mahal a Jimi Hendrix, per passare agli interventi chirurgici a cuore aperto. Abbiamo sempre bisogno di miracoli, sia che assumano la forma di creazioni che di persone o di progresso tecnologico. Ma il più grande sarà quello che ci dà la vera pace e la vera uguaglianza, che ci permette di trasformare questo pianeta in un Eden, un paradiso terrestre.
Quando i Queen hanno scritto questa canzone a Freddie Mercury era già stata diagnosticata l'AIDS. A quei tempi l'AIDS era una condanna a morte. Certo, c'erano farmaci e regimi medici sviluppati per aiutare a combattere la malattia e prevenire i sintomi più gravi guadagnando tempo, ma certamente non vi era alcuna cura (non c'è ancora, anche se i progressi della medicina hanno certamente aiutato i malati di AIDS a vivere una vita molto più confortevole), e Freddie sapeva che il tempo a sua disposizione stava scadendo.
Invece di lasciarsi andare alla disperazione o alla rabbia, e piuttosto che diventare un egoista preso solo da se stesso e permettere che la paura lo rendesse incapace di lavorare, Freddie si mise a comporre musica formidabile. Ha guardato il mondo intorno a lui e vi ha visto tanta bellezza (The Miracle ne è un esempio, come lo è A Winter's Tale dall’album postumo Made in Heaven).
Trovo tutto questo molto di ispirazione.
Aveva visto passare attraverso alti e bassi la sua carriera e la popolarità dei Queen, ma la band trovava sempre un modo per trionfare, per reclamare la propria gloria (prendete ad esempio il Live Aid). Era molto più forte della vita, quasi una forza della natura. Ed i Queen ─ con Brian May alla chitarra, Roger Taylor alla batteria e John Deacon al basso ─ hanno contribuito a rimodellare la band e mantenerla vitale, potente ed incredibile.
Pensate a quanto sia difficile trascendere noi stessi con le frustrazioni che ci accompagnano ogni giorno: fatture, leader politici, acciacchi, colleghi di lavoro, panni da lavare, animali pasticcioni, piatti sporchi, … la neve.
Almeno per me, il contesto mi aiuta a mantenere sotto controllo le mie lotte interne e la disperazione. Le frustrazioni stanno sempre lì, ma sono in grado di guardarle dalla giusta prospettiva. Pensate alle piramidi ed a tutto il sudore, il sangue e la morte che le hanno accompagnate. Le persone che le hanno costruite sono senza nome e morte da tempo. Le loro speranze e le paure sono ormai dimenticate. Ma i monumenti rimangono.
La vita va a vanti, il mondo gira. I nostri figli avranno in eredità questo mondo. Nuovi progressi nel campo della medicina e della tecnologia porteranno a miglioramenti per molti (un giorno, forse, tutti potranno beneficiarne senza distinzione di razza, nazionalità e ricchezza).
Questo mondo, questa vita, questa confusione… è tutto davvero bello. È tutto talmente incredibile. È un miracolo, davvero.
Quando ho ascoltato The Miracle per la prima volta, la canzone si trovava sul primo CD dei Queen che io abbia mai posseduto; un regalo di Natale: si intitolava Classic Queen. Il brano su quel CD ha un edit unico ed è probabilmente la mia versione preferita della canzone. Ma questo non importa, perché è una sorta di promemoria di tutte le meraviglie del mondo di prima e di tutte le meraviglie che sono ancora a venire.
È un gioiello di canzone, bella anche per il suo contesto: la diagnosi dell’AIDS di Freddie. Ma dovremmo essere tutti in grado di trarre esempio da lui; riconoscere la bellezza di ciò che è intorno a noi e ciò che è venuto prima di noi. Le nostre vite sono limitate, dobbiamo trarne il meglio facendo del nostro meglio.
Le nostre lotte quotidiane non scompariranno. Le nostre preoccupazioni politiche, sociali e finanziarie saranno sempre lì ad attenderci. Saranno fatti saltare in aria edifici, verranno costruiti monumenti, astronavi viaggeranno tra le stelle, verranno combattute guerre, le risorse naturali arriveranno al limite e si forgeranno nuove alleanze. Verrà creata arte nuova, le persone continueranno ad innamorarsi…
In tutti e in tutto c'è il bene e il male. La scelta spetta a noi: su cosa dobbiamo concentrarci?
Io? Io ho intenzione di ascoltare nuovamente The Miracle. Non sarebbe meraviglioso se potessimo essere tutti amici? Non sarebbe meraviglioso se i bambini non morissero di fame? Non sarebbe meraviglioso se vivessimo in un mondo di pace? Sì, The Miracle può essere solo una canzone e può non curare ogni cosa, però mi fa sentire meglio.
E di questi tempi è tutto ciò che possiamo chiedere. Se troviamo qualcosa che ci aiuti ad arrivare fino a sera ed a vedere l'alba del giorno dopo, anche se è "solo" una canzone, teniamocela stretta. Assaporiamola, traiamo forza da esso.
Raccogliete il vostro “miracolo”, ovunque lo troviate.