di Francesco Donadio per Classic Rock Italia #41, aprile 2016
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
QUEEN
A DAY AT THE RACES
EMI
C'è chi li bistratta per i loro eccessi, ma i Queen furono artefici di un sound riconoscibile all'istante, di quelli che, per dire, appena senti due note di chitarra ti visualizzi i riccioloni di Brian May. Queste considerazioni valgono soprattutto per il loro periodo detto "imperiale", quello che parte dal secondo LP QUEEN II (1974) e giunge fino a A DAY AT THE RACES (1976). Erano anni ─ ricordiamolo ─ in cui la critica e il pubblico erano (ancora) alla ricerca dei "nuovi Beatles", e i Queen sembrarono quando mai adatti alla bisogna. Loro poi si rifacevano anche ad altre più recenti influenze: l'heavy rock di Purple e Zeppelin, il glam di Bowie e T. Rex e, non ultimi, gli stellari impianti vocali di Beach Boys e CS&N. Ecco quindi il "Queen Sound", portato alla perfezione su A NIGHT AT THE OPERA (1975), uno dei dischi indispensabili per "capire" il periodo pre-punk.
Il successivo A DAY AT THE RACES ne è solitamente considerato la brutta copia. E in parte è così: gli manca una Bohemian Rhapsody, e la qualità delle canzoni è oscillante. In particolare, quelle a firma Brian May (la ballad Long Away e le rockeggianti White Man e Teo Toriatte) risultano poco ispirate. Mercury appare più in palla (Good Old Fashioned Lover Boy è un bell'omaggio a Tin Pan Alley e The Millionaire Waltz è quello che il titolo promette, un campissimo valzer mercuriano con esplosioni heavy), ma per la verità a salvare la baracca stavolta sono il bassista John Deacon e il batterista Roger Taylor. Il primo regala a Mercury la beatlesiana You And I, mentre Taylor canta, con voce rauca e vissuta, l'ipnotica Drowse, una ballata elgiaca impreziosita dalla chitarra slide di Brian May. E poi c'è Somebody To Love, lo strepitoso gospel a più voci che quell'anno sbancò le classifiche.
Comunque sia, A DAY AT THE RACES resta l'ultimo LP dei Queen da ascoltare dall'inizio alla fine: da qui in poi Mercury & Co. daranno il meglio a livello di singoli, che raccoglieranno, nel 1981, su GREATEST HITS, a tutt'oggi uno degli album più venduti di sempre: più di 25 milioni di copie in tutto il mondo e obiettivo Beatles raggiunto (anzi, da quel punto di vista superato). Freddie Mercury - Vocal, Piano, Choir Meister, Tantrums Brian May - Guitars, Vocal, Leader of the Orchestra Roger Taylor - Drums, Vocal, Percussion, Pandemonium John Deacon - Fender Bass ─ • ─ Co-ordinator - Pete Brown Crew Equipment Supervision - John Harris Art Direction - David Costa Special thanks to Tim Friese-Greene No Synths! ─ • ─ Queen Management - Jim Beach |