di Robin Smith ─ Fonte Record Mirror del 25 agosto 1984
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Caos a Monaco! Freddie Mercury fa capriole travestito con un abito succinto e sono solo le tre del pomeriggio. Siete abbastanza uomini o donne per leggere il resto? Allora ingoiate le vostre pillole di vitamina e seguitemi.
I Queen si stanno mettendo in forma per il prossimo tour in Germania e per celebrare un altro singolo che maestosamente scala le classifiche, tengono una piccola incontro con la stampa al club P1 di Monaco; un posto perfino più decadente del Whiskey A Go Go di South Finchley.
Probabilmente qui nella notte scura vaga il fantasma di Adolf Hitler, visto che il Fuhrer usava conservare i suoi dipinti e altri bottini all’interno del club e nell’edificio a fianco. Sfortunatamente oggi non ne è rimasto più nulla.
Il club ha invece delle gemme di un altro genere: una selezione di video dei Queen che include quello famigerato di Body Language – e vino e champagne scorrono come le cascate del Niagara.
Il cabaret è un’idea di Freddie: un gruppo di attempati artisti drag, talmente spregiudicati nei loro perizomi e lingerie al punto da far sembrare Divine mansueto Majorie Proops. A Freddie fa più che piacere unirsi a uno di loro quando fa un’interpretazione di I Want To Break Free, ma i restanti dei Queen osservano timidamente dal confortevole bar. Tutti, ma proprio tutti sono qui per assistere all’evento, inclusa una squadra della U.S. Air force che se ne va in giro pestando i piedi con attrezzatura da combattimento facendo un gran baccano.
Freddie sta bene se si considera che deve sentire molto dolore. Rimane con la bocca cucita riguardo tutti i dettagli sul fatto che si sia fatto male alla gamba in un incidente all’interno di un club. Un fisioterapista la massaggia quasi ogni giorno.
«Questo c******* mi ha preso a calci», dice Fred, «Spero che il mio ginocchio sia pronto in tempo per il tour, ma ancora mi da un sacco di problemi. Potrebbe significare che dovrò rinunciare ad alcune delle mie bellissime e complicate mosse sul palco».
«Per niente. Era da molto tempo che volevo fare un album solista e il resto della band mi ha incoraggiato a farlo. Alcuni di loro sono perfino sporadicamente presenti per aiutarmi.
Ci sono un sacco di ambiti musicali che volevo esplorare e che proprio non potevo approcciare con i Queen. Volevo toccare cose come i ritmi reggae e ho fatto un paio di brani con un’orchestra. Avrà un suono molto ricco».
Fred ha anche fatto alcuni lavori con Michael Jackson, ma ancora non sa quando vedranno la luce del sole. Insieme hanno fatto una selezione di brani nello studio casalingo di Michael. Per un po’ Fred era perfino in predicato di fare State Of Shock.
Dice, «Ero fuori città in quel momento, per cui Mick invece l’ha fatto. Non mi interessa per niente. Mi piacerebbe pubblicare qualcosa con Michael perché è una persona davvero meravigliosa con cui lavorare. È una questione di tempo, perché pare che non siamo mai disponibili nello stesso momento. Pensa che sarei potuto essere presente su Thriller. Pensa alle royalties che mi sono perso.
Michael è stato nostro amico per molto tempo. È venuto ai nostri show e gli sono piaciuti. Siamo una grande squadra».
Freddie e tutti i membri dei Queen apprezzano da lunga data Metropolis, che originariamente uscì nel 1927. Il loro set di scena, con la figura di una città futuristica, è stato ispirato da esso.
Dopo il tour europeo, i Queen porteranno l’intera operazione in Sud America, ospiti principali di un festival di 10 giorni a Rio. Il posto in cui suoneranno è un anfiteatro vicino al mare che può ospitare 300.000 persone per notte. Il tutto fa sembrare Castle Donington come una semplice serata al Marquee. Una stazione radio locale a Rio ha fatto un sondaggio per capire quali band fossero più popolari e in seguito alcuni promotori locali li hanno ingaggiati per lo spettacolo. Naturalmente i Queen sono risultati primi.
I Queen faranno anche degli spettacoli in Sudafrica. Questa cosa è un po’ più che controversa, specialmente con la memoria di Nelson Mandela ancora così viva.
Brian May dice, «Abbiamo pensato all’aspetto morale ed è qualcosa che abbiamo deciso di fare. Questa non è una band politicizzata, non facciamo affermazioni. Suoniamo per le persone che viene a sentirci. Lo show si terrà in Botswana di fronte a un pubblico misto».
La band voleva suonare in Russia, ma le autorità glie lo hanno negato. Tuttavia questa situazione può cambiare, considerando che gli Iron Maiden sono andati a creare il caos in Polonia.
Roger Taylor confida, «I russi pensano ancora che siamo molto decadenti. Vogliamo suonare anche in Cina e la Corea è un luogo affascinante. Stanno completando i lavori allo Stadio Olimpico per i prossimi giochi!».
Forse i russi hanno saputo del tenore di vita di Roger a Ibiza. Lì ha comprato casa e si gode le corse in motoscafo, anche se non c’è più tempo per il gioco. Dopo la loro pausa di due anni i Queen hanno lavorato provando per più di 12 ore al giorno.
«È strano quanto siamo arrugginiti e quindi stiamo cercando di scacciare le ragnatele», continua Roger. «Richiede molto lavoro. In genere proviamo fino alle nove e poi mangiamo insieme e decidiamo cosa fare la sera. I club qui sono davvero divertenti e forniti per ogni gusto o perversione.
Nel tour suoneremo un sacco di vecchio materiale e daremo al pubblico ciò che vuole. Molta della musica che sento nelle classifiche non mi interessa. Non riesco proprio a capire come qualcuno possa emozionarsi con gli Spandau Ballet. Non mi danno i brividi. Mi piace ascoltare Bruce Springsteen».
Potranno anche essere delle vecchie volpi, ma Roger si vanta del fatto che i biglietti per i concerti britannici dei Queen sono andati esauriti in appena tre ore e che qui avrebbero potuto tranquillamente fare altri 12 spettacoli.
«Abbiamo ancora la mentalità gipsy del rock and roll», dice, «Anche dopo 12 anni senza nessun cambiamento di formazione ancora ci godiamo l’ebrezza del suonare dal vivo e il fatto che abbiamo dei singoli di successo. Alcune band al nostro potrebbero adagiarsi su questo, ma noi siamo ancora come dei bambini, ci emozioniamo molto.
Vuoi farti una risata? Se non mi fossi divertito con i Queen avrei mollato tutto e sarei andato a vendere fiori».