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Roger Taylor - Ultimate Classic Rock [21/10/2014]

21/10/2014

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Roger Taylor parla del suo lavoro solista e dei Queen negli anni ’70: "Eravamo proprio una rock band heavy"

Intervista esclusiva per Ultimate Classic Rock


Fonte: Ultimate Classic Rock  del 21 ottobre 2014
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana
Il merito di aver lavorato a otto album offre una vasta scelta. Come sei arrivato al gruppo finale di pezzi che possiamo ascoltare in 'Best'? Cosa è che ti ha fatto saltare alla mente ognuna di queste canzoni?

Beh, veramente voglio che sia la gente a dare una opinione. Quindi è stato messo insieme quello che la gente sembra pensare che sia stato il materiale migliore, detto che io sono piuttosto d’accordo. Così l’ho ascoltato l'altro giorno in macchina, come faresti tu, e ho pensato che sia assortito abbastanza bene. Non passo molto tempo ad ascoltare le mie cose. Sai, trovo che il momento in cui le sento di più sia quando le si sta facendo. Poi però, quando lo si fa un paio di anni più tardi, a volte è una bella sorpresa. Quindi, in realtà, penso che sia un buon insieme di pezzi. Probabilmente sono i brani più accessibili.

Poi c'è il cofanetto, che riunisce tutti i tuoi album solisti. Dalle tue conclusioni, cosa è servito per mettere il tutto insieme?

Beh, era semplicemente una buona idea, e la casa discografica ha voluto farlo - così ho pensato "è una cosa buona, come è bello avere tutte quelle cose e far uscire tutto in un mio box", è grande. Sai, ho diverse scatole di cose che riguardano metà della mia vita, ed è incredibile avere proprio tutto lì in un unico oggetto. È come legare un fagotto e fare un accurata cernita. È grande, ora sento che posso andare avanti [Ride].

Collezioni come questa sono belle, perché spesso ci sono cose finite fuori catalogo.

Esatto! Penso che alcuni di essi lo siano, prima ri-pubblicati e poi finiti di nuovo fuori catalogo. Ma hai ragione, sì, è tutto lì se lo vuoi e questo è fantastico. È davvero bello avere tutto insieme in un box. Ne sono molto soddisfatto. Devo raccontarvi una storia divertente: siamo stati impegnati per mesi a mettere il tutto insieme e alla fine mi viene dato un box appena uscito dalla fabbrica e, nel pieno della mia emozione, strappo il cellophane per aprirlo e non c'era nessun CD all'interno! [Ride]. Diciamo che c'è stato un piccolo problema di fabbricazione. Posso immaginare la reazione di chi avesse pagato quei soldi per il box se non ci fosse stato niente dentro. Ma il libro era lì! Comunque abbiamo sistemato tutto!

I Queen spesso sono stati una band che ha spinto la tecnologia di registrazione al limite. Allo stesso modo, un po' del tuo lavoro solista da questa raccolta presenta dei multi layer. Probabilmente ci si abitua a lavorare in un certo modo in una band come i Queen. Mi interesserebbe sapere come ci sei arrivato, anche da un punto di vista personale, come si mantiene il controllo e quali sono stati i tuoi pensieri su qyello che volevi fare musicalmente nei tuoi lavori al di fuori dei Queen.

Volevo fare cose diverse in momenti diversi. Volevo fare qualcosa di leggermente psichedelico sul primo album, 'Fun In Space'. Ma siccome ero l’unico a suonare tutta la strumentazione e a cantare su di esso, cosa di cui ero molto entusiasta, mi sono reso conto che usare lo studio al pieno delle proprie capacità e utilizzare tutti gli strati e le sovraincisioni e le doppie tracce, ecc., non è così facile quando si è da soli e ho dovuto ricorrere a tutti i trucchi che conoscevo. Ma voglio dire, anche con alcuni dei pezzi dei Queen, volevo suonare l'intera traccia di batteria, senza nessun altro presente e senza avere clic o drum machine. Letteralmente suonavo la canzone nella mia testa e ci lavoravo. Ci sono circa tre o quattro esempi di questo nelle cose dei Queen che sono abbastanza interessanti. Sono alquanto tecnici.

Penso che la cosa a cui ti espone il lavoro solista sia, per le persone che non lo sanno, che tu sappia suonare un sacco di strumenti diversi. Questo probabilmente permette di indulgere in alcuni diversi elementi di creatività ai quali non avresti avuto altrimenti la possibilità di cimentarti.

Questo è assolutamente esatto. Ho potuto esprimermi in un modo quasi egoista, forse. Non lo so, ma è stato fantastico, perché era solo colpa mia. Ma immagino che sia stato, in quanto tale, una sorta di estensione della propria personalità nella vostra epoca.

Nello stesso tempo, l’aspetto delle percussioni non ne risente in questi lavori. Sembra quasi che in alcune di queste canzoni la musica delle percussioni venga amplificata. Ti sentiamo come se avessi avuto qualche licenza in più a spingerti in quei campi, forse più di quanto tu abbia fatto negli altri lavori con i Queen.

Credo di sì. Voglio dire, se ascolti il disco di un chitarrista si sentono un sacco di chitarre. È sempre un conflitto, di solito pensano che dovrebbero sentirsi di più nel mix, certamente nei primi giorni, sai. Ovviamente, quando si ha la possibilità, è possibile rendere il proprio strumento principale la cosa più forte sul disco. Non credo che sia necessariamente così in tutto questo materiale. Ci sono un sacco di percussioni, probabilmente di più nelle prime cose. Ovviamente mi piace che si sentano i tamburi. Penso che siano importanti [Ride].
Quando sei in una band di successo come i Queen e si iniziano ad avere queste idee di fare qualche registrazione per conto proprio, quanto è difficile trovare la fiducia necessaria per uscire da quel mondo di normalità?

Credo che cantare le parti vocali principali sia la cosa più difficile in cui essere confidenti. È così soggettiva, ed è anche così innata in ognuno. Abbiamo anche avuto un diavolo di cantante e la cosa risultava quindi difficile. Ma nella band eravamo sempre favorevoli al lavoro solista di tutti gli altri. Sai, se capivamo che John [Deacon] avesse voluto andare via, o Brian [May] oppure addirittura Freddie [Mercury], per fare qualcosa per conto proprio, la reazione era "Sì, va bene. Ehi, buona fortuna". E di tanto in tanto abbiamo anche suonato su altre cose soliste. Anche Freddie ha cantato in uno dei miei pezzi. Quindi andava bene. Eravamo molto amichevoli.

'Fun On Earth' è stato il tuo primo album solista in 15 anni. Senza dubbio sei stato impegnato in quei 15 anni. Cosa è stato alla fine a rimetterti in gioco e realizzare un altro disco solista?

Ho la fortuna di avere uno studio qui dove vivo, ed ho avuto una montagna di lavoro. Non è stata una cosa rapida; è stata una produzione piuttosto lenta. Alla fine c’erano un po' di cose e ho pensato di raccogliere tutto in un unico album. Quindi, ho cercato di fare un disco coerente. Ma è stato davvero fatto accumulandole nel corso di un periodo abbastanza lungo.

Qual è stato il tuo processo di composizione in quei tempi? Scrivi ancora in modo regolare?

No, è molto irregolare [Ride]. Se ho un'idea ─ e le buone idee normalmente si sviluppano in modo super veloce ─ ci lavoro, ma credo che tenda ad essere meno buona quando è completata. Sai, se ci vuole tanto tempo per formarlo e farlo funzionare, probabilmente in prima battuta non è la migliore delle idee. Iniziavo al pianoforte o con alcune delle parole. Veramente si può iniziare in entrambi i modi. È un processo abbastanza casuale. Non voglio sedermi per lavorare a scrivere una canzone come un romanziere o qualcosa del genere.

I Queen sono stati in tour con Adam Lambert quest'anno e la gente è stata davvero felice di avere la possibilità di vedere nuovamente la band nelle arene qui negli Stati Uniti. Come è stato per te tornare a un lungo tour?


È durato circa quattro mesi, perché siamo stati anche in Asia e in Australia. Devo dire che è stato semplicemente fantastico. Sai, andiamo davvero d’accordo con Adam. Si è integrato davvero bene con noi e ha contribuito tantissimo allo spettacolo. È un grande frontman, è fantastico, canta meravigliosamente e il suo stile è molto adatto alla nostra musica. Sai, è una musica piuttosto teatrale in alcune delle nostre cose. Lui è il più grande. Quindi è stato davvero un sogno e credo che sia emerso negli spettacoli. Erano molto ben frequentati e l'accoglienza che abbiamo ricevuto in ogni città è stata fantastica. Quindi è stata un'esperienza molto bella e ne sono entusiasta. Stiamo per andare avanti e girare l'Europa a gennaio e febbraio. Va tutto bene.

Dopo la parte europea che hai citato, che genere di cose pensate di fare? Volete registrare con Adam?

Penso che sarebbe bello fare qualcosa, sì. Non un album, probabilmente. Ha tante cose da fare e questa ha una grande priorità per lui. Penso che sarebbe molto interessante, perché la sua voce è davvero straordinaria e credo che potremmo davvero fare qualcosa di grande con lui. Non vedo alcun limite alla possibilità e le potenzialità di Adam Lambert. È un artista favoloso e penso che sarebbe molto interessante fare qualcosa con lui.

C'è una nuova compilation dei Queen in uscita il 10 novembre, chiamata 'Queen Forever'. Ci sono alcune cose interessanti in questo set, tra cui diversi brani inediti. Puoi dirci un po' sul processo che ha portato questi brani alla pubblicazione?

Beh, in poche parole Brian ed io abbiamo lavorato per preparare i tre brani. Del pezzo con Michael Jackson ['There Must Be More To Life Than This'], che è una vecchia canzone che Freddie ha registrato con Michael, avevamo la nostra versione - che era una molto ridotta con versi alternati. Poi abbiamo chiesto al nostro amico William Orbit di fare, un mix - credo - più radiofonico. Ha solo alcuni versi alternati, quindi è molto differente. Sono molto diverse fra di loro. La versione che sarà nell’album è quella di William. Un altro brano, 'Love Kills', veramente era una vecchia disco-dance che Freddie ha realizzato come pezzo solista con Giorgio Moroder. Ma noi tutti effettivamente abbiamo suonato su di essa in quel periodo, senza dirlo a nessuno. Brian ha avuto l'idea di rallentarla a metà del tempo e sostituire completamente la strumentazione per portare davvero la canzone a un nuovo tipo di gravitas, penso migliorandola notevolmente. È una bella performance vocale di Freddie.

La terza traccia è un vecchio pezzo dei Queen ['Let Me In Your Heart Again'] che non abbiamo mai davvero ultimato quando registrammo 'The Works' a Los Angeles. Brian e io ci abbiamo lavorato un po' su, aggiungendo un po' di cori. Così il brano risulta grandioso e si può sentire la vecchia parte ritmica dei Queen in piena esecuzione. Anche a me piace come suona!

So che c'era qualche altra cosa alla quale Freddie aveva lavorato con Michael. State cercando di fare qualcosa anche con quelle?

Si, l’abbiamo fatto. Ma abbiamo dovuto tenere conto di quello che vogliono pubblicare la casa discografica di Michael e i suoi eredi. Quindi abbiamo avuto dei colloqui con loro e questo è tutto quello che hanno accettato [di far uscire, ndt].

Siamo al 40° anniversario di 'Queen II' e 'Sheer Heart Attack'. Iniziamo con 'Queen II': che cosa ti viene in mente quando pensi a questo disco? Con quell’album in particolare, il fatto che sia nata l'idea di un "Black Side" e un "White Side" ha fatto in modo che si sviluppasse più in fretta il processo di creazione del disco?

È stato così. Penso che tutti insieme abbiamo avuto questa sorta di idea del tema black-and-white. Eravamo abituati a usare questa logica nei nostri spettacoli, sai. Tutto era o bianco o nero. È stato efficace, perché in quei giorni c'era molta poca produzione sul palco. Così abbiamo pensato di portarlo sull'album e quindi abbiamo dato quella denominazione. Il lato leggermente più dark era il "Black Side" e, penso, il lato un po' più arioso e fatato con un bel tipo di sentimento, "Side White". Era un po' la firma per fare risaltare il disco po' di più. Ma eravamo molto molto sperimentali nel periodo di 'Queen II.'

La band stava imparando molto del processo di registrazione nel periodo in cui sono stati realizzati i primi due album. Qual è stato il contesto in cui sono iniziati i lavori di ' Sheer Heart Attack'? Non c'è dubbio che ci sia stata una evoluzione continua del sound della band. Cosa ricordi dell’inizio dei lavori a quel terzo disco rispetto a quanto era stato quello che avevate fatto nei primi due?

Beh, penso che il terzo disco sembri semplice, ma penso che sia un disco migliore per molti versi. Penso che da allora avevamo preso davvero il controllo dello studio e credo che i suoni siano migliori. Il suono della batteria è migliore e penso che trovammo davvero le nostre tecniche di armonie vocali che avevamo affinato da allora. Penso che 'Sheer Heart Attack' sia un insieme molto buono. Non è finto, non è esagerato. Credo che sia solo un buon disco, forte.

Guardando all’album successivo, '
Bohemian Rhapsody' sembra essere una canzone il cui processo di registrazione sia stato gestito da una banda di matti.

Sì, è stato lungo e impegnativo e molto faticoso. Perché i registratori a nastro si guastavano e abbiamo avuto un sacco di guasti. Ci sono state non so quante voci, 150 e rotte, che sono fondamentalmente le tre voci di me, Freddie e Brian. È stato un sacco di lavoro, ma Freddie aveva tutto nella sua testa e abbiamo creduto in lui, così ce l’abbiamo fatta. Ricordo di aver avuto modo di dire che quando ultimammo il pezzo pensammo "È abbastanza buono!". Siamo rimasti molto soddisfatti.

La band ha pubblicato sette album in sei anni a partire dal debutto nel 1973. Questo è un periodo di attività incredibile. Creativamente quanto è stato difficile mantenere quel ritmo di comporre, registrare e pubblicare quegli album - e poi in tour per promuoverli?

È davvero così? Non lo sapevo! Era per davvero una routine album, tour, album, tour. Fu davvero senza sosta, più o meno. Credo sia stato difficile, ma noi vi eravamo abituati. Sai, in fin dall'inizio, mettevamo insieme il materiale che avevamo e lo provavamo. Poi, quando capivamo che girava, ci mettevamo in studio e provavamo a comporre, a vedere cosa ne veniva fuori ed era allora che venivano fuori le cose. Sono sicuro che alcuni di quei lavori soffrirono un po’ in termini di qualità a volte; come poteva non essere così - era inevitabile. Ma eravamo abituati a farlo in un modo diverso e non c'era proprio tempo per scrivere, poi provare e poi registrare. Quindi ci piaceva spingerci a fare il tutto nello stesso arco di tempo.

Dal tuo punto di vista, quanto era importante Roy Thomas Baker nel processo di produzione dei dischi dei Queen? Che cosa ha messo sul tavolo?

Penso che abbia portato una certa dose di disciplina e un sacco di cinismo [ride]… e una passione per i dolci che facevano ingrassare. A Roy piaceva il suo cibo. Ma no, era molto disciplinato e molto severo all'inizio. Alla fine non abbiamo preso nessun richiamo da lui [Ride]. Ma sapeva farlo bene. La registrazione doveva essere buona. Ci piaceva fare un sacco di registrazioni prima di ottenere quella giusta, perché le cose erano molto diverse allora, si sa; tutto doveva essere subito fatto in modo giusto, tutto in una volta.

La recente pubblicazione da parte dei Queen del materiale di Rainbow '74 ha fatto davvero felice un sacco di gente. Un commento che ho sentito è che ricorda quanto i Queen fossero una band pesante negli anni '70.

Sì. Voglio dire che mi ha sorpreso quando l’ho sentito di nuovo. Non l’avevo sentito per anni. L’ho messo in macchina e ho pensato: "Wow, questo è davvero forte!". Di fatto ero sulla strada per le prove con Adam, Brian e la band per il tour americano e ho detto: "Guardate, perché non iniziamo con un paio di queste vecchie canzoni che suonavamo? Wow, sono pesanti". Prima che arrivassimo al successo eravamo proprio una band heavy rock! Quindi penso che la gente abbia pensato a noi in modo diverso, dopo aver sentito le hit - ma era quella la realtà di ciò che eravamo. Sono rimasto molto soddisfatto del modo in cui tutto il Rainbow si è concretizzato. Penso che sembri grandioso e che suoni bene.

Ci sono state un paio di versioni dal vivo di materiale dei Queen degli anni '80, quindi penso che le persone fossero abbastanza felici di avere qualcosa della band dagli anni '70. Che altro c’è ancora negli archivi dei Queen da quegli anni?

Molto poco. Credo che ci sia la pellicola del nostro concerto gratuito a Hyde Park, ma penso che non sia completo e non credo che sia di qualità particolarmente buona. Non riesco a ricordare altro.

Cosa altro c’è che vorresti far sapere alla gente?

Vorrei dire grazie a tutti coloro che sono venuti a vederci durante il tour. È stato fantastico e siamo ancora qui, siamo ancora vivi e ci divertiamo. È stata una bella galoppata. Credo che i Queen siano un treno che non si ferma mai.
─ @claudiobadger
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