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Roma, 28 febbraio 2016: ultimo show in Italia del One Voice Tour di Brian May & Kerry Ellis

28/2/2016

4 Commenti

 
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È martedì 4 agosto 2015. Alle 11:30 sono in ammollo a mare. Nella casella di posta elettronica arriva un messaggio: senza mezzi termini anticipa "BRIAN MAY & KERRY ELLIS IN ITALIA - Oggi verranno annunciate dalla Barley Arts ben sei date in Italia a febbraio 2016!".
Come nelle favole, tutto è iniziato con un certo anticipo, tanto tanto tempo fa...


di Claudio Tassone


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■ L'ANNUNCIO E L'ATTESA


La prevendita ordinaria sarebbe iniziata esattamente un giorno dopo, alle 11 del 5 agosto, quindi il buon Queen Fan Club italiano We Will Rock You ci informa che la prevendita straordinaria per gli iscritti era già iniziata, così, istantaneamente. Il tempo di contattare alcuni buoni amici per capire quanti biglietti prenotare e per quale delle sei date in programma. La scelta cade subito su Roma, il 28 febbraio, anche perchè la centralità della capitale avrebbe agevolato l'incontro con chi magari si sarebbe potuto organizzare in seguito per unirsi alla compagnia. E poi quello del 28 febbraio è anche l'ultimo spettacolo previsto in Italia; sarebbe stato speciale già solo per questo.

Dopotutto è stato lo stesso Brian May a dichiararci amore all'inizio di settembre, quando la coppia fa capolino a Roma per l'annuncio formale del tour italiano su Rai 3, e conseguente conferenza stampa. Molta di questa riconoscenza deriva dalla straordinaria accoglienza a "Lo Spettacolo sta per iniziare", il 1° giugno all'Arena di Verona (e che spettacolo!), e ancora prima dalla partecipazione totale al concerto Queen+ Adam Lambert del 10 febbraio 2015 al Mediolanum Forum di Assago.

Con i biglietti al sicuro e le poltrone in terza fila centrale pronte per accomodarci, non resta che aspettare la consegna a mezzo Poste dei tagliandi. Arrivano il 20 ottobre. Ora ci vuole solo pazienza: in quattro mesi e una settimana saremo lì tutti insieme a goderci lo spettacolo!

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Inizialmente si pensava che la serie giungesse poco dopo la prevista pubblicazione del loro nuovo album Anthems II, che tuttavia, così come informalmente era atteso entro l'anno 2015, è informalmente slittata alla seconda metà del 2016
.

Nel frattempo, proprio l'anno musicale 2016 si apre con due spettacoli: Brian e Kerry si propongono per il pubblico alla riapertura del Pheasantry di Londra il 19 gennaio, e subito il giorno seguente all'evento An Evening With Russ Ballard. Specialmente per la prima uscita, non ci sono reazioni entusiastiche da parte di noi fan. Sembra di vedere esibizioni già trite e senza molto trascinamento.
 
Brian May, Kerry Ellis  e Jeff Leach si riuniscono in ambiente familiare per un paio di giorni di prove il 15 e 16 febbraio, in vistadell'inizio del "ONE VOICE - THE TOUR!" in Italia.

Sabato 20 febbraio Brian anticipa la notizia della pubblicazione di Roll With You, un nuovo brano che verrà eseguito dal vivo durante il tour (già suonato il 19 gennaio al Pheasantry). Allo stesso tempo promette un maggiore ricorso alla chitarra elettrica rispetto ai precedenti tour.

Sempre questo sabato, i due arrivano nel nostro paese con un volo da Heathrow. Domenica 21 c'è il debutto del tour al Teatro delle Muse di Ancona.

A parte alcune difficoltà con le chitarre alla prima uscita, le recensioni dei presenti agli spettacoli sono entusiasmanti: Kerry è sempre più padrona del suo ruolo di prima voce alla destra di un mito della musica come Brian May, che sembra aver addirittura ritrovato una voce come non lo si sentiva da almeno un decennio!


SET LIST, NOTE SUGLI SPETTACOLI, VIDEO E FOTO



|   ANCONA   |   PADOVA   |   FIRENZE   |   MILANO   |   MANTOVA   |   ROMA   |


|   Album Fotografico   |   Le foto dei fan insieme a Brian May (#instagram)   |



■ IL MOMENTO SI AVVICINA, CON UNA BELLA SORPRESA


Ora mi tocca focalizzare l'attenzione sull'ultimo show in Italia, perchè è quello a cui ho preso parte io con l'ottima compagnia di amici sinceri e appassionati, almeno quanto me.

Il mio avvicinamento alla data di domenica 28 febbraio viene piacevolmente accelerato dall'aggiunta di una cara amica alla comitiva già prestabilita, per la quale ci attiviamo tutti stringendoci in auto, facendola viaggiare con noi da Napoli fino a Roma.

Un'altra piacevolissima notizia arriva nel tardo pomeriggio di sabato: una e-mail mi avvisa che l'organizzazione del Doc sarebbe propensa a concedermi qualche attimo "...to say hello". Chi mi conosce sa che (benchè non ci sia niente di male) io non mi sono mai messo a caccia di foto o autografi con nessuno, e posso garantire che non ho mai chiesto nè tantomeno fatto pressioni nel chiedere un incontro. Se questo invito mi è arrivato, è perchè (immgino) ho avuto spesso modo di scrivere allo staff di BrianMay.com attraverso i normalissimi canali messi a disposizione sui social network, e qualche mia e-mail è stata letta da lui in persona. Ad alcune di esse ha dato anche risposte pubbliche. Non tutti i miei messaggi erano sulla sfera musicale. Gli ho parlato di me, certamente del mio amore per i Queen e per la sua chitarra - la Red Special -, ma soprattutto ho parlato delle mie poche passioni che si incontrano con alcune delle sue tante passioni. Da bambino, nella mia cameretta c'erano poster dello spazio e di astronomia in generale già prima di quelli dei Queen, e anche prima di sapere che il Doc avesse iniziato e poi portato a termine gli studi universitari in Astrofisica. Con lui - e grazie a lui - condivido anche la passione per la fotografia stereoscopica, un mondo che mi è stato aperto grazie alla sua voglia di condividere i propri impegni con il pubblico "in ascolto" e alla sua capacità di comunicatore. Chi si cimenta con la visione delle foto stereoscopiche a occhio nudo sa che se non si ricevono le corrette indicazioni per farle "funzionare", restano un mondo che difficilmente ti prende; o le "vedi" o non le "vedi"... Roba noiosa detta così... e sto anche andando fuori tema.

Tornando quindi alla musica e all'avvicinamento del concerto di Roma, la mattina di domenica - mentre mi sto preparando a partire - ricevo un messaggio di conferma, seguito dalle istruzioni su come comportarmi e con chi ritrovarmi per ricevere le autorizzazioni necessarie a incontrare Brian May in privato! Potrà sembrare patetico, ma fino all'ultimo minuto ero convintissimo che la cosa andasse a rotoli...
L'arrivo nella capitale deve per forza avvenire entro le 16:30, a causa di un blocco parziale del traffico. Durante il viaggio incontriamo code per un incidente a Sud di Roma. L'ansia cresce.

Giunti finalmente a destinazione, ci parcheggiamo all'esterno dell'Auditorium Parco della Musica. La costruzione - inaugurata nel 2002 e disegnata da una garanzia come Renzo Piano - è bellissima. Fonde ambienti accoglienti e classicheggianti a spazi moderni e informali. All'ingresso principale ci incontriamo con un bel po' di amici. Sono circa le ore 17, ed erano tutti assiepati (si fa per dire) sotto una tettoia che protegge gli ingressi di bar e ristoranti. Pioviggina. Pensavo che tutto l'entourage fosse già all'interno e che magari fosse anche in corso il soundcheck. Invece mi viene spiegato da vari amici che Brian non ha ancora fatto il suo ingresso nella struttura. Pare che abbia viaggiato separatamente dal resto della compagnia, e che sia stato perso un po' di tempo sul suo tragitto rispetto alla tabella di marcia preventivata.
Il "dramma" per me era anche l'essere consapevole che un perfezionista come il Doc non sarebbe mai andato in scena senza aver provato tutta la strumentazione. Ovviamente avrebbe avuto le sue priorità di artista da soddisfare, e il mio incontro sarebbe stato l'ovvio agnello sacrificale in caso di ritardo irreparabile nel suo arrivo al posto di comando.

Con i miei amici decidiamo di spostarci verso l'interno dell'Auditorium per prendere un caffè. Il bar era vicino alle sale da concerto, quindi subito dopo ci siamo diretti verso l'accesso alla Sala Santa Cecilia, dove a partire dalle ore 21 si sarebbe svolto lo spettacolo.
Lì nelle prossimità è stato allestito il bancone di vendita del merchandise, dove incontro i mitici Signori del Fan Club Italiano "We Will Rock You". Di fronte c'è uno schermo TV che trasmette le immagini del palco all'interno della sala: c'è Pete Malandrone che prova le chitarre, e altri tecnici di scena che provano luci e microfoni. Di Brian May e Kerry Ellis neppure l'ombra.
Quando sono ormai quasi le ore 19, mi tocca stropicciarmi gli occhi stanchi per assicurarmi che, sì, Brian è arrivato e sta facendo il soundcheck sul palco della Sala Santa Cecilia! Tuttavia dentro di me dico "...è troppo tardi, non se ne farà più niente, peccato...".



■ IL MIO PRIMO INCONTRO CON BRIAN MAY

Ancora qualche foto con la compagnia, qualche ottimo biscotto offertomi da loro, mettere nello zaino qualche ricordo da parte loro per il Doc... C'è anche il tempo per qualche piacevole incontro con persone che solitamente vedo solo nelle foto del profilo su Facebook. Poi butto l'occhio sull'orario: sono le 19:25. Cerco gli altri amici presenti nelle comunicazioni ricevute in mattinata e insieme ci dirigiamo come previsto - e con circa 20 minuti di anticipo - allo sportello degli accrediti. Lì ci saremmo dovuti annunciare ed attendere i pass di autorizzazione e le istruzioni su come comportarci. In quel momento ancora non c'era la certezza che l'incontro potesse aver luogo come previsto. Il soundcheck era terminato, ma sarebbero bastati così pochi minuti al Doc per prepararsi ad andare in scena? Avrebbe trovato lo stesso qualche istante da dedicare a noi?
L'attesa di qualche minuto sembra durare secoli. Ci organizziamo con i telefoni, in modo da fare le foto con un unico apparecchio per risparmiare tempo. Il trasferimento, ad opera di un uomo della Security, è iniziato solo abbondantemente dopo le ore 20, e la cosa mi ha messo una certa ansia per via del fatto che pensavo non avrebbero avuto più il tempo materiale di concedere l'incontro. Direte "ma come? Stai andando e pensi che non lo incontrerai?", dico "Sì!". Oggi posso farmi una risatina tornando col pensiero a quegli attimi, ma era proprio così. Per rendere più chiaro lo stato confusionale di quell'attesa, pensate che ho salutato con tanto di bacio sulla guancia le persone più improbabili e sconosciute... ma davvero sconosciute ! ...compreso qualche fotografo che non mi conosceva neppure! Passando per porte, varchi, corridoi e scale, siamo infine giunti in questo lungo e largo corridoio, con una parete continua sul lato sinistro e le stanze degli orchestranti in sequenza sul lato destro. Ci accoglie un'assistente del Doc, e ci sistema in un'ansa. Fra il nostro piccolo gruppetto e altre persone (non fans) accreditate, saremo stati circa in otto.

Noi ci aspettavamo di essere condotti individualmente in una stanza dove Brian ci avrebbe salutati. Invece all'improvviso, dal lato destro del corridoio, è spuntato direttamente lui in persona! Istintivamente, anche vista la grande sorpresa, gli diciamo solo un "Hi!", come quando un amico arriva ospite in casa nostra. Con la sua consueta gentilezza, ha gestito lui al meglio il nostro tempo, prima ancora che gli dimostrassimo di essere evidentemente in bambola. Da quel momento il mio cuore ha iniziato a battere forte come mai mi era successo fino a questo giorno. Brian ci chiede come stiamo, fermo di fronte a noi. Poi mi stringe per primo la mano e offre uno spazio adeguato di qualche secondo ad ognuno di noi per presentarsi e indicare la nostra provenienza geografica. Sempre con il fare di una persona qualunque, ci parla del maltempo che inaspettatamente lo ha accolto con acqua e tuoni. Ha poi chiesto di pazientare mentre dedicava qualche attimo alle altre persone in attesa, chiarendoci di non andare via (!!) perchè sarebbe tornato da noi. Nel frattempo c'era l'uomo della Security, con il quale abbiamo preso accordi per ottimizzare al massimo il momento delle foto; era il classico uomo della sicurezza, massiccio e attento a tutto quello che lo circondava. Lo ricordo con affetto perchè, dal momento in cui Brian aveva svoltato dall'angolo e si era diretto verso di noi, davvero mi stavo sentendo male. Per tutta la giornata ero sicuro di piangere, di svenire, di restare imbambolato o non riuscire a dire niente di sensato nel momento culminante. Invece tutto ciò che mi è accaduto è stato il cuore che mi è partito per la tangente a 1000 battiti al minuto. Ce l'avevo letteramente fuori dalle costole, e lo si poteva vedere pulsare dal di fuori del maglione. Ero talmente agitato che ho tenuto a lungo la mano sinistra sul torace perchè avevo paura di crepare. Era seria la faccenda, amici! In quel momento il tizio mi ha detto un paio di cose simpatiche, della serie "non adesso... non per davvero..." (non morire proprio ora)... e questo mi ha aiutato a riprendere finalmente il controllo, per quanto fosse umanamente possibile.

In quel frangente è arrivata da noi anche Kerry Ellis, bellissima, vestita di rosso e con una classe mista a spontanetità indescrivibili. Ci dice con entusiasmo contagioso "Hi! Are you excited?".  Abbiamo fatto delle foto e scambiato dei ringraziamenti (ebbene sì, anche lei ne aveva per noi... incredibile!). Poi, appena Brian si è liberato, lei ha immediatamente lasciato spazio con grande discrezione. Negli ultimi attimi a nostra disposizione sono state scattate delle foto ricordo, e gli abbiamo  consegnato qualche piccolo pensierino / detto qualcosa / mostrato qualcosa. Al mio turno, gli ho spiegato che avrei avuto tante cose da fargli sapere, e che per questo ho scelto di scrivergli una lettera per farlo nel modo più efficiente ed efficace. Sì, vabbè... non sono stato sicuramente così chiaro nel comunicare verbalmente, ma lui ha apprezzato molto il gesto, e mi ha detto "Ah, that's a good idea! Thank you very much". Nella lettera, che ho limitato a una sola pagina con carattere ben leggibile, gli ho detto tre cose e chiesto una promessa: ho scritto della nostra passione comune (da parte sua anche qualcosa in più) per l'Astrofisica, del suo dono nell'insegnarmi a "vedere" le foto stereoscopiche, e della mia dipendenza totale al suono della sua Red Special; la promessa che ho cercato di strappargli è "promettimi che non mi lascerai mai da solo". Dopo averlo scritto mi sembrava un po' sinistro, ma è quello di cui ho davvero bisogno. Lo ammiro tantissimo, a 360 gradi, ed è molto influente nella mia vita fin da quando cadevo ancora dal triciclo... Doveva sapere queste cose, sono essenziali e vere.

Il mio piccolo omaggio consisteva in una antica foto stereoscopica con il panorama del golfo di Napoli, recuperata qualche settimana prima e che ho personalmente restaurato in digitale. Non appena l'ha vista, Brian ha subito capito di cosa si trattasse. Neppure ho avuto il tempo di scusarmi per la pochezza dell'offerta, che lui ha esclamato "Oh... Fantastic! And I know him...! He's very good", spiegando che conosceva il fotografo che nel 1866 ha realizzato la foto stereoscopica. Ora capisco "l'effetto '39"... Brian era lì nel 1866 quando il fotografo la realizzava?! Togo!   ─  Scherzo.
Lui è un uomo meraviglioso e straordinariamente in forma. Glie l'ho anche detto all'inizio dell'incontro, con suo modesto e simpatico disappunto (ha risposto che ci deve lavorare ancora un po').

Solo all'ultimissimo minuto gli abbiamo sottoposto delle cose da autografare. Io ho portato il libro italiano sulla Red Special pubblicato grazie a Tsunami Edizioni e la traduzione puntuale dell'amica Raffaella Rolla. Tutto mi cadeva dalle mani, e non trovavo nessuno dei due pennarelli e delle tre penne che avevo... in tasca! Il momento della mia dedica è stato simpatico: mi ha chiesto "To...?", ed io "Claudio". Ha scritto il mio nome e mi ha guardato per chiedermi conferma che fosse corretto, gli ho detto di sì, che era perfetto, e a qual punto ha esclamato un "Mmmm!" e ha aggiunto un punto esclamativo come segno di riuscita.

Dopo gli autografi era oggettivamente proppo tardi per restare oltre. Mancavano solo 10 minuti all'orario di inizio del concerto ed era ancora lì con noi!! Si è scusato dicendo che doveva andare a lavorare, e ci ha salutato ringraziandoci mentre già si era incamminato dallo stesso lato del corridoio da cui era arrivato in precedenza.
Non ci è rimasto da fare che ringraziare l'assistente per l'incontro che era riuscita ad organizzare in tempi così stretti, e seguire il personale della sicurezza verso l'uscita dall'ala dell'edificio in cui ci trovavamo. Il trasferimento di ritorno attraverso gli stessi corridoi è stato surreale. Semmai capirò davvero quello che è successo, non era certo ancora quello il momento di realizzare.

Sballato e piacevolmente confuso, mi sono accertato (capirai... sballato com'ero) che gli altri miei amici di viaggio non fossero ancora fuori dalla sala ad aspettarmi. Il telefono non aveva segnale e non potevo comunicare, quindi mi sono diretto verso la platea dove li ho incontrati ai nostri posti in terza fila. Ci sono anche tanti altri che mi si sono fatti incontro per un saluto e qualche parola gradita, e ai quali ho raccontato dell'esperienza bellissima e assurda che avevo appena vissuto.




■ LO SPETTACOLO

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Musica classica in sottofondo suona come a riempire l’ambiente; mi fa pensare all'apertura degli show del tour A Night At The Opera dei Queen. Eresia? Sì, ma volevo dirlo lo stesso. Il pubblico è variegato: ci sono giovanissimi, giovani e diversamente giovani. Scorre così qualche minuto sull'orologio, prima che le luci in sala si spengano. Sono più o meno le 21:15. Ci accomodiamo tutti.

Al centro del palco c'è uno schermo, inserito in uno scenario semplicissimo, scuro, con sole luci fisse a fare da stelle nel cielo notturno. Inizia il video introduttivo di "Save The Badger", come nel 2013. Ai lati della scena piccoli gruppi di grandi candele creano l'atmosfera giusta, intima. La tastiera e gli sgabelli con davanti i microfoni attendono l'arrivo di Jeff Leach, Kerry Ellis e Brian May. “Salva i tassi, firma la petizione”, sì ma... dopo lo show.

Arrivano i due protagonisti, che si posizionano al centro della scena per ricevere l'accoglienza dell'ultima data italiana del loro tour One Voice. L’emozione di avere a pochi metri il mito non lascia indifferente nessuno dei presenti. Si accomodano ai loro sgabelli, con il tecnico di scena Pete Malandrone che porge la chitarra acustica. Brian la riceve, fa uno sguardo di intesa con Kerry e inizia a suonare il brano d’apertura: I (who have nothing), originariamente scritta da Mogol e chiamata “Uno dei tanti”. In omaggio al nostro paese e a noi presenti, la bravissima Kerry Ellis canta (benissimo) una strofa in italiano. Un’alba prende spazio sullo schermo alle loro spalle. Quando il brano termina, noi del pubblico siamo in estasi. È già chiaro da questo momento che il progetto ha raggiunto tutto un altro spessore rispetto a tre anni prima. Ora non c'è nessun impaccio, nessuna tensione, e la coppia si esprime al meglio delle proprie grandissime possibililtà verso un pubblico prontissimo ad apprezzarli. Brian May e Kerry Ellis si presentano in italiano e ringraziano Roma.

Anche il brano seguente viene introdotto da Kerry Ellis in italiano: è “Butterfly”, “farfalla”, la canzone pubblicata nell'album Queen+ Paul Rodgers The Cosmos Rocks del 2008 con il titolo "Some Things That Glitter". La voce di Kerry rasserena e rende partecipi. L'essenzialità portata scena con chitarra e voce crea un legame con noi; ci conquista. Dopo la performance, Brian chiama sul palco la loro “favolosa orchestra”, il tastierista Jeff Leach.

La prima canzone a beneficiare del terzo elemento è “Dust In The Wind”. Quando Jeff si fa notare al piano in accompagnamento, Brian sfodera un assolo da brividi, con il suo inconfondibile tocco.

Kerry Ellis introduce “Born Free”, parlandoci del suo amore per gli animale che la accomuna a Brian May. Durante la canzone si susseguono proiezioni a schermo di leoni e altre scene della savana prese in prestito dalla Born Free Foundation, che supportano dal 2012.

L'atmosfera intima e amichevole viene rafforzata dall'ingresso in scena di Pete Malandrone. Brian mette su un siparietto in cui lo chiama e lo ringrazia ogni volta che gli passa una chitarra e ne ritira un'altra, in modo da divertire il pubblico; e noi gli tributiamo ogni volta un'ovazione. A un certo punto è lo stesso Brian a ironizzare dicendo «È uno spettacolo comico, sappiatelo...». Il suo umorismo è discreto, e per questo è piacevole, ideale come trasposizione del tipico umorismo anglosassone per rilassare i presenti fra un brano emotivo e l'altro.

A questo punto è Brian stupirci con una domanda ad effetto: chiede se sia possibile fare una canzone dei Queen; soltanto una... “Maybe”... (forse). Gli viene passata la chitarra classica a dodici corde. Poi, con l'aggiunta di piano e voce eseguono una straordinaria versione di “Somebody To Love”, con la quale possiamo sfoggiare tutta la nostra competenza, il nostro affetto e la nostra gran voce per sostenere il coro. Mentre continua a suonare, è lo stesso Brian a confermarcelo con un sentito «Eh… Bellissimo!», e poi «Eccellente!». Freddie è sempre con noi, tanto, e c'è ancora di più quando lo ricordiamo nelle sue grandi canzoni che ci ha lasciato.

"If I loved You" viene presentata come il brano per apprezzare la bellezza dei musical. Le sue origini risalgono infatti a Carousel del 1945.

Prima di iniziare “Tell Me What You See” dei Beatles, Brian ci tiene a mostrarci la sua una piccola chitarra, la "Mini May", che incidentalmente si presta benissimo all'assonante "Mini Me" (sia in senso "mini-me-stesso" che come il personaggio del film Austin Powers).

"Nothing Really Has Changed", scritta da Virginia McKenna è un ulteriore punto di attenzione alla causa animalista, mentre "The Way We Were" commuove con la proiezione di foto della Ellis e di May da piccoli, ad accompagnare l'esecuzione musicale. "I'm Not That Girl", brano dal musical Wicked, è il momento di Kerry Ellis, che comanda i giochi sul palco.

Balliamo tutti sulle poltrone con “Bye Bye Love” degli Everly Brothers, amatissimi da Brian. "Something" è classe cristallina con emozione da crepacuore, mentre "One Voice" è la recente cover attraverso la quale Brian May ci ricorda (per la verità lo ha fatto per i suoi connazionali) che la voce di ognuno di noi è determinante, specialmente se unita al coro di tutte le altre.

Poi la già tangibilissima presenza di Freddie Mercury aumenta ancor di più durante "Life Is Real", nella quale Kerry omaggia l'autore sempre modificando il testo in "Freddie is a genius..."; e più tardi si tocca l'apice con “Love Of My Life”. Dopo averla accompagnata per tutta la sua durata, siamo commossi - Brian compreso.

Prima di quest'ultima però c'è la più grande e piacevole sorpresa che la serata ha in serbo per noi: il lungo assolo di Brian May sulla base di Last Horizon in cui inserisce stavolta il motivo di “Arrivederci Roma”! La citazione è da brividi.

Dopo tanta emozione, quello che ci vuole è un brano di rottura, e in soccorso arriva la teoria fisica-quantistica di “'39” dei Queen, scritta dallo stesso astrofisico presente sul palco. La gioia che suscitano quegli accordi si manifesta tutta nelle mani che battono a tempo e nelle nostre voci durante il ritornello.

È di nuovo la volta di scuotersi e accompagnare i cori di “Roll With You”, l’ultimo brano ad essere prodotto e rilasciato giusto in tempo per l'inizio del tour. Durante l'esecuzione ci sono due videocamere Go-Pro settate in stereoscopico, che ci riprendono dal fondo della scenografia in sostituzione del classico e superato selfie-stick-moment. Un tocco più dinamico per fare la foto-ricordo di rito con il pubblico, e in pieno volo.

Il ritmo ci trascina, e ancora di più lo fa la canzone successiva: in “We Will Rock You” battiamo tutti piedi e mani, con lo stesso Brian che incita tutti ad alzarsi e partecipare. In tanti approfittano per catapultarsi con ordine ai piedi del palco. I tre protagonisti ci salutano e lasciano temporaneamente la scena. Poi torna Jeff Leach, e entra Kerry Ellis per la prima parte di “No One But You”. Arriva anche Brian, per la prima volta "disarmato", senza nessuna delle sue chitarre, e canta la sua strofa con una voce consistente come non la sentivamo più da tantissimo tempo. Gli viene poi passata la Red Special, con la quale accompagna la parte finale della canzone.

Infine è la volta del vero saluto, sulle note del rockabilly di “Crazy Little Thing Called Love”, con tutti noi in piedi a ballare e cantare.

Grazie Roma. Arrivederci Roma !


LA SET LIST

(Video intro) Save The Badger Badger Badger
I Who Have Nothing
Butterfly (AKA Some Things That Glitter)
Dust In The Wind
Born Free
Somebody To Love
If I Loved You
Tell Me What You See
Nothing Really Has Changed
The Way We Were
Something
One Voice
Bye Bye Love
Life Is Real
I’m Not That Girl
Guitar solo / Last Horizon / Arrivederci Roma
Love Of My Life
’39
Roll with you
We Will Rock You
─ bis ─
No One But You (Only The Good Die Young)
Crazy Little Thing Called Love



■ I TITOLI DI CODA


All'uscita, superate le scale che portano fuori dalla Sala Santa Cecilia, ho incontrato e scambiato qualche parere con Duccio Pasqua (giornalista e conduttore di Radio RAI, con il quale sono in contatto). Finalmente ho conosciuto di persona i mitici Eugenio e Max della Tsunami Edizioni, ringraziandoli per l'ottimo lavoro editoriale nella realizzazione della versione italiana del libro La Red Special di Brian May. Un ultimo saluto agli amici del Fan Club "We Will Rock You".
Poi ancora qualche minuto insieme agli amici e per qualche incontro con un paio di altre persone che finalmente ho avuto modo di conoscere di persona. Infine un altro viaggio in compagnia verso casa.

Fra di noi è reciproca la garanzia che ci saremmo rivisti il 25 giugno a Piazzola sul Brenta, per il concerto dei Queen+ Adam Lambert.
Con me, per sempre, il ricordo di un'altra esperienza magica, fatta di emozioni impareggiabili, tanta buona musica e tantissima sana amicizia.

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■ Leggi anche ...


     • ANTHEMS II, il prossimo album in uscita entro l'anno 2016

     • ONE VOICE, la cover che fa da concept al tour europeo

     • ONE VOICE ─ THE TOUR, tutte le informazioni sul tour di Brian May

     • ONE VOICE ─ THE TOUR in Italia: il "diario di bordo" del Dr. Brian May

     • ROLL WITH YOU, l'ultima produzione originale di Brian May & Kerry Ellis

     • Brian May Guitars "Mini May" autografata

     • Brian May dal vivo con Russ Ballard il 20 gennaio 2015

     • LA RED SPECIAL DI BRIAN MAY, il bellissimo libro fedelmente trasposto in italiano


─ @claudiobadger
4 Commenti
F.Fabio
29/3/2016 13:15:59

Bellissimo racconto Claudio, sei riuscito veramente a trasmettere le emozioni di quel giorno !!! per quanto riguarda l'ansia e il pensare, "ecco qualcosa andrà storto e non se ne farà niente" ti capisco benissimo ! Fuori dall'hotel a Firenze, sebbene la situazione fosse veramente ideale, provavo le stesse cose !!!

Risposta
Claudio
30/3/2016 23:57:29

Grazie Fabio!

Risposta
Carlo link
16/9/2016 15:58:35

Grazie Claudio,
davvero un bel racconto della giornata.
A presto Carlo

Risposta
Comunità Queeniana Italiana
16/9/2016 16:47:27

Grazie Carlo. A presto.
Claudio

Risposta



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