di Ruben V. Nepales, Philippine Daily Inquirer
31 gennaio 2013 20:56
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana
«Canterò io» ha confermato Sacha, un po' più sul serio questa volta. E' la prima volta che intervistiamo Sacha nel ruolo di se stesso. Nelle nostre conversazioni precedenti s'è presentato nei panni di Borat, Bruno (ha quasi fatto una lap dance) e del Dictator. Tutte occasioni divertenti. Ma anche parlando come se stesso, Sacha è altrettanto divertente.
I baffi brit di Borat lo hanno aiutato a ottenere il ruolo del dio del rock, ha scherzato: «Credo che sia stato il motivo principale per cui mi hanno scelto», ha detto Sacha, «Non vogliono spendere troppi soldi per protesi e baffi finti. Il fatto che possa fare crescere i miei sarà molto importante».
Sacha non ha fretta di comprare le mutande strette immediatamente, «Siamo ai primi giorni, stiamo ancora lavorando alla sceneggiatura», ha detto del film ancora senza titolo che sarà prodotto niente di meno che da Robert De Niro e, tra gli altri, dagli ex compagni di Freddie nei Queen: il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor.
Sacha ha chiarito che il film non coprirà tutta la vita di Freddie: «Al momento, è più sul... periodo della sua vita che porta al Live Aid e un po' oltre il Live Aid». A scrivere la sceneggiatura con Peter Morgan ci sono Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson.
UN PERSONAGGIO INTERESSANTE
«La storia di Freddie Mercury è affascinante» ha detto l'attore, «Era un personaggio davvero interessante. Aveva questi genitori incredibilmente tradizionalisti, dai quali non si è allontanato. Aveva una donna. [l'articolo dice "moglie", ndt] E' stato uno dei primi personaggi pubblici a vedersela con l'AIDS in un'epoca in cui era una condanna a morte certa. Ha continuato a cantare fino alla fine».
Il biopic sarà il settimo film di Sacha come attore protagonista: «Riesco a fare solo quello che mi appassiona», ha dichiarato. Si diverte così tanto a lavorare nel cinema che lo definisce un hobby: «Non è un lavoro vero e proprio. Io non lavoro più. E' per questo che sono attratto da progetti come questo».
Fresco del suo ruolo di Thénardier in "Les Miserables", in cui lui e Helena Bonham Carter hanno portato la dose necessaria di comicità, Sacha ha sottolineato che non gli piace cantare: «Ho ricevuto un disco d'oro che tengo appeso al muro di casa in Inghilterra, l'ho vinto quando ero Ali G... il rapper inglese che ha venduto di più. [...] Mio fratello (Erran Baron Cohen) è un musicista. Compone tutte le musiche dei miei film. Quindi la musica è sempre stata molto solidale con il mio lavoro. Mi piace sempre la colonna sonora e mi coinvolge molto nella composizione della partitura».
UN BUON ALLENAMENTO
«"Les Mis" è stato un buon allenamento per cantare la la canzone più famosa di Freddie e dei Queen», Bohemian Rhapsody per l'arrangiamento di Tom Hooper del musical a cui Sacha ha partecipato: «Cantavo 12 ore al giorno, facendo 40 registrazioni in un solo giorno. Nel giro di tre settimane ho perso la voce. Tom disse: 'Stiamo per annullare il film.' Ho detto: 'Perché? Mi posso limitare a mimare il cantato in playback come si fa in ogni altro musical. E lui disse 'No, questo deve essere cantato dal vivo'. Ho detto che non importa a nessuno. Chi se ne sarebbe mai accorto? Ma lui ha fermato il film». Prosegue: «Tom mi ha mandato alla Royal Academy of Music e da dei chirurghi otorino-laringoiatri in Inghilterra. Sono stato messo a 'riposo vocale', il che significa che non si può dire una parola. Non puoi nemmeno sussurrare. Non si può dire neanche ciao. Ho dovuto comunicare scrivendo su un foglio, il che era incredibilmente difficile, soprattutto quando dovevo fare una conversazione telefonica», se la ride.
[...]
«Quando Tom mi ha chiesto per la prima volta di farlo [il musical Les Mirerables, ndt] ho detto: 'Posso provare la sceneggiatura un po'? Posso cambiare le parole?' Ha detto di sì. Era tranquillissimo. Il primo giorno, vado e gli dico 'ho tutte queste nuove righe per Thénardier'. Lui corre da Schonberg, che ha scritto la musica. Schonberg ha detto, 'Assolutamente NO!. Ho lavorato per oltre 20 anni su questa cosa, perché la vogliamo cambiare adesso?'. Non mi permetteva di cambiare una sola riga. Provai solo a cambiare qualche parola, ma ho dovuto comunque cancellarle con Schonberg, Cameron Mackintosh e lo scrittore». [...]
LAVORI IMPROBABILI
[...]
«Ho fatto molta fatica. A quel tempo in Inghilterra, quando si diceva 'vado a recitare' era un modo per dire 'non mi importa dei soldi, voglio fare questo per la mia professione'. Non ho mai pensato per un momento che avrei potuto guadagnare qualcosa facendo l'attore. Tutti quelli che facevano questa professione in Inghilterra erano senza un soldo. Quindi, ero consapevole che non mi sarei arricchito. Se qualcuno mi prestava un po' di denaro l'apprezzavo».
UN PO' DI NOTORIETA'
La salvezza artistica di Sacha è arrivata da una sua invenzione, il satirico rapper "Ali G". Quando è diventato un rapper ha iniziato ad avere tanti di quei soldi che è.... perfino ingrassato. «Ho pensato, wow, è grandioso! Sono andato dritto al supermercato e ho comprato tutto quello che non ho potuto comprare prima, tutti i migliori formaggi. Nei primi sei mesi in cui avevo ottenuto un po' di fama e denaro ho messo su circa 20 chili. Quando qualcuno voleva incontrarmi, mi piaceva dire 'Va bene, andiamo a un ristorante? Fantastico!'. Sono ingrassato molto velocemente».
Gli abbiamo chiesto come la moglie di Sacha, l'attrice Isla Fisher, affronti il suo audace umorismo: Sacha ha risposto «E' molto tollerante. Una volta, quando stavo girando 'Bruno', c'era una scena in cui lui incontra una dominatrice sadomaso. Le era stato detto dal regista 'Se riesci a fare sesso con lui ti daremo $300 dollari in più'. Così ha fatto tutto il possibile per cercare di fare sesso con Bruno. Tirò fuori una cintura e cominciò a darmi addosso. Quella sera sono tornato a casa coperto di lividi e sanguinante dalla schiena. Mi ero anche rotto un pollice perché l'attrice mi aveva preso a calci. E' stata una nottataccia...». Con un sorriso, Sacha racconta «La cosa sorprendente è che mia moglie la prende in modo normale. Lei mi chiede 'Come è stato il lavoro, tesoro?'. Una volta venne in visita sul set quando stavamo girando 'Bruno'. Andò a finire che dovetti scappare dalla polizia nascondendomi in un parcheggio. Lei è una donna tollerante...»