Dal blog MadTheDJ, di Patrick Lemieux, del 18 agosto 2012
Traduzione in Italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Purtroppo, il 2 giugno 1987 muore Harold May, padre di Brian. La perdita non ha di certo aiutato Brian, già alle prese con la depressione.
La band aveva profondo bisogno di una pausa dopo la registrazione del loro album A Kind Of Magic nel 1986 e in seguito al fortunatissimo, e oneroso, tour europeo. I quattro stavano quindi esplorando le rispettive carriere solistiche al di fuori dei Queen. e dall’estate all’inverno Brian aveva supportato la realizzazione dell’album di debutto dell’attrice Anita Dobson. Per come si sono evolute le circostanze, la relazione fra i due complicò la vita di Brian e il matrimonio con sua moglie Chrissy.
Fu a quel punto che iniziarono a germogliare i semi di un album solistico.
«È successo quando ero in America per cercare di sfuggire dalla mia vita. Fu allora che la scrissi insieme a un paio di amici che avevo appena conosciuto, i quali mi aiutarono a tirarla fuori dai miei meandri. Fu un’esperienza catartica». [dal EPK ‘Back To The Light’, 1992]. In seguito, nel 1993 ha raccontato a Orange County Register che la canzone «era il primo pezzo scritto per l’album, sei anni prima del suo completamento».
Brian profuse moltissimo impegno in “Too Much Love”, come evidenziato da una serie di registrazioni note ai fan come “The Bell Boy Tape”. Si dice che questa cassetta venne donata dalla stessa Elizabeth Lamers al ragazzo della reception in albergo, dopodiché passò di mano ed ora appartiene legittimamente a un collezionista. La storia del “bell boy” è entrata nella credenza popolare che circonda i Queen, ma Elizabeth Lamers in persone mi ha scritto per dirmi:
«Sono voci che apparvero su internet anni fa ed ora sono diventate una leggenda. Non ho mai dato e nessuno in nessun hotel una cassetta con versioni di quel pezzo. Sono certa di averne avute delle copie con me ed è possibile che ne abbia smarrita una, ma non ho mai consegnato materiale inedito mio, di Frank o di Brian. Forse questa storia rende la tresca del ritrovamento di questa cassetta una storia migliore».
Senza voler sapere chi e perché sia stata messa in giro questa voce, alla luce di quanto giunge da Ms. Lamers, la storia del “bell boy” risulta apocrifa. Non è in dubbio che la cassetta esista e si sa che contiene una base strumentale, una versione cantata solo da Brian e un suo duetto con Ms. Lamers. Il proprietario della cassetta conferma che fra le registrazioni sono anche presenti un paio di demo di Brian, intitolate “Sleepy Blues” e “Moody Keyboards”.
Verso l’inizio del 1988, la storia narra che la leggenda dello skiffle chiese a Brian di scrivere una canzone per lui. Brian scrisse Let Your Heart Rule Your Head, e pare che abbia perfino registrato una versione del brano insieme a lui. L’album di Donegan che avrebbe dovuto contenere la canzone non uscì, ma a quel punto Brian aveva a disposizione un altro pezzo da aggiungere al proprio catalogo non ancora pubblicato.
Nel marzo 1988 Brian prenotò al Sarm e al Town House Studios, dove iniziò a lavorare rispettivamente alla registrazione di Let Your Heart Rule Your Head e a una cover di Rollin’ Over degli Small Faces. Fu più o meno in questo periodo che May decise di mettere insieme uno studio di registrazione casalingo a Allerton Hill, del quale nel 1992 ha spiegato alla rivista Gold Compact Disc:
«Ho sempre opposto resistenza all’idea di avere uno studio lì, perché sapevo che non sarei riuscito a staccarmi dal lavoro… Ma in ogni caso non andò mai così. La ragione per cui registrai il mio album a casa fu per via della sensazione di pressione che si avverte dal registrare in uno degli studi più nominati. È sempre una questione del tipo “Bene, eccomi qui in questo studio, solo per suonare qualcosa, e mi costa più di 1000 Sterline al giorno”. Semplicemente mi sembrava un grande spreco, così pensai “Beh, perché non registrare un album a casa?”. E comunque era una mia volontà fare ritorno alle cose semplici».
Un’altra canzone che Brian iniziò nel marzo del 1988 fu Back To The Light. Parlando del pezzo con la rivista Rip, Brian disse che nel 1993 stava...
«…in mezzo a quel palcoscenico e ricordo chiarissimamente di aver registrato su un nastro le prime parole di Back To The Light in uno studio improvvisato. Lo volevo perché sapevo di dover tenermi occupato per andare avanti».
Lungi dal credere che una canzone potesse riuscire a fargli superare le difficoltà personali, Back To The Light era il grido di speranza di un uomo che in qualche modo voleva un giorno raggiungere quello status. All’epoca Brian non aveva idea di poter raggiungere o meno il proprio scopo.
«Ho provato quella melodia in due modi diversi, uno con ritmo delicato e ballabile e l’altro con il classico 4/4 del rock».
Riguardo I’m Scared, nel 1993 Brian disse sulla rivista Guitar World:
«…risale a molto prima. Ho continuato a rielaborarla in versioni diverse nel mentre che mi accorgevo che sempre più cose mi spaventavano. Mi sono reso conto che succede a molti di noi, solo che ce lo teniamo dentro. A volte credo che tirare fuori queste cose sia un bene. È un po’ come urlare».
Braccato dalla stampa per via del suo coinvolgimento con Anita, Brian scrisse un’altra canzone: Scandal, che portò al tavolo dei Queen in vista della registrazione di un nuovo album quella stessa estate. Nel tentativo di mantenere parallela la sua concentrazione sia sulle proprie cose e sui Queen, Brian scrisse anche il brano I Want It All. La sua vecchia storia a riguardo narra che dietro vi fosse la frase preferita di Anita “Voglio tutto e lo voglio adesso!”. Alla band Brian ha anche proposto Too Much Love Will Kill You, che avrebbe arricchito dei propri crediti per il diretto contributo alla canzone nel nuovo album dei Queen. Per sua stessa ammissione, sembrava in qualche modo inferiore alle precedenti pubblicazioni. Come disse sulla rivista Guitar World:
«In quel periodo c’erano solo pochi giorni per dedicarsi a suonare alcuni assoli. È davvero un miracolo che addirittura sia riuscito a fare qualcosa in quell’album».
Uno degli assoli divenne il pezzo strumentale Chinese Torture, che sarebbe stato poi inserito nelle edizioni CD dell’album come bonus track.
La band lavorò all’album dall’estate all’inverno, registrando all’ Olympic e al Town House Studios di Londra, e al loro Mountain studio di Montreux. Eppure, comunque, il richiamo del suo potenziale album solistico e le pressioni personali hanno fatto si che Brian continuasse a lavorare contemporaneamente ─ se non completamente dedicandosi ─ alle registrazioni del tredicesimo album in studio dei Queen: The Miracle.
Nel febbraio del 1989, Brian ha parlato sulla rivista Record Collector, affermando:
«La maggior parte del tempo ho lavorato per conto mio. Il progetto solistico è consistito principalmente nel mettere insieme su nastro tutto il materiale avevo nella mia testa, ma ho pensato che alcune delle idee che avevo in mente potessero confluire nell’album dei Queen. Credo che le migliori idee debbano essere destinate al gruppo, perché è ancora il miglior veicolo che io conosca – visto che la band è così forte!
Descrivere il mio materiale è piuttosto difficile. Metto le canzoni su nastro quando ancora sono in una forma molto grezza e poi penso “A che punto sono?”, perché ne viene fuori qualcosa di molto variegato, ancor di più se si tratta di materiale Queen. Ho fatto ballate che sono molto personali e soft, ma anche materiale molto pesante, puro heavy metal. Ci sono delle strane canzoni acustiche e solo Dio sa il resto! L’album non ha ancora assunto una direzione precisa, e penso che sia questo il problema che dovrò risolvere».
In questa fase è possibile che Too Much Love Will Kill You, completata dalla band per l’album The Miracle, fosse ancora in contesa per esservi inclusa.
Il mastering dei brani di The Miracle, in particolare I Want It All, sarebbe proseguito per tutto il mese di marzo del 1989. Una volta terminato, la band decise l’ordine delle canzoni e Too Much Love Will Kill You venne completamente esclusa dall’album.
Il peggioramento della salute di Freddie a causa dell’ AIDS impedì alla band di andare in tour, un sottrarsi che Brian avrebbe accettato di buon grado, ma le riprese per i video dei singoli di The Miracle offrirono comunque qualche giorno di sollievo. Nel DVD con i commenti al video di Breakthru girato all’aperto nella primavera del 1989, Brian dice di essere riuscito a venire fuori dalla crisi nella sua vita personale. Stando a quanto affermò Brian, il suo matrimonio con Chrissy si era concluso a questo punto, il che aggiunse solo un altro peso alla già distruttiva depressione che stava attraversando. Quell’anno i due avrebbero definitivamente divorziato. Parlando sulla rivista Guitar World, lui stesso disse:
«Stavo attraversando un periodo in cui realizzai che non potevo vivere insieme a mia moglie, e questo significava che non sarei potuto restare con i miei bambini. E – anche se in confronto potrebbe sembrare banale – a quel punto il gruppo aveva deciso di non andare in tour. Per cui improvvisamente anche nella mia vita professionale si era creato un vuoto. Non potevo sfogarmi sul palco e penso che l’equilibrio della mia vita finì per essere completamente distrutto. Non sapevo più chi fossi».
The Miracle è stato pubblicato nel Regno Unito il 22 maggio 1989, senza che un tour lo supportasse, e Brian ebbe a che fare con la propria vita che gli cadeva a pezzi. La morte di suo padre, la fine del matrimonio e la malattia di Freddie contribuirono tutte al crearsi di una spirale discendente. Eppure c’era quell’idea di fare un album solistico. C’erano brani già abbozzati, in diversi livelli di completamento, e Brian trovò in questo una forma di terapia, continuandoci a lavorare.
«Ciò che ha cristallizzò in me quella canzone fu un concerto in memoria di un amico di Anita. Non avevo mai conosciuto questo ragazzo. Alla fine di quella cerimonia recitarono e cantarono delle canzoni e raccontarono storie. Dopo di tutto questo, ho sentito di conoscere quel ragazzo attraverso le influenze che aveva esercitato nei propri amici. Cominciai a pensare “Ecco cosa è una persona”. Una persona non è altro che l’effetto che lascia nelle persone che la circondano, o quantomeno è anche questo. Stavo cercando di capire cosa fosse una vita. Guardavo alla sua vita, a quella di Freddie e di mio padre. Avevo appena perduto mio padre. Cercavo di tenere insieme tutte queste piste per cercare di capire e avvicinarmi al senso di tutto questo».
Lo stesso Swansea Grand Theatre, del quale era membro Sayer, disse all’evento:
«C’era un tributo commemorativo all’Aldwych Theatre appena dopo la sua morte. Fu un’esperienza molto toccante, presentata da Sir Ian McKellan con il contributo del Sion Probert, Denis Lawson e Maureen Lipman. Fra il pubblico quella sera c’era Brian May dei Queen con la sua partner Anita Dobson. Anita era una grande amica di Philip. Brian May era talmente commosso dalla situazione quella sera e, anche se non aveva mai neppure conosciuto Philip Sayer, scrisse una canzone da dedicare a lui».
Quando dall’autunno si passò all’inverno del 1989, i Queen rivolsero la loro attenzione a un nuovo album, tornando in studio per registrare. A quel punto, con la salute di Freddie Mercury in calo, il resto della band sapeva che fosse malato, ma non erano a conoscenza dei dettagli. La spinta alla band per tornare a lavoro giunse nel mese di novembre 1989, quando fecero ritorno al Mountain Studio di Montreux.
Sia Roger Taylor che Brian May hanno descritto l’approccio utilizzato, secondo il quale la band avrebbe lavorato per tre settimane alla volta interponendone due di pausa.
Fu al Mountain Studio che Brian registrò le prime parti di Just One Life, così come due nuove canzoni che aveva considerato da includere nel suo album solistico. Come da lui spiegato nel 1991:
«Ero in studio per un paio di giorni al fine di sfogarmi un po’. Pensai che forse sarebbe potuto uscire qualcosa per un album solistico o magari per un album dei Queen. Non lo sapevo proprio e ciò che ne venne fuori furono Headlong e I Can’t Live With You. Ai ragazzi piacquero.
Headlong arrivò quando ero nel nostro studio a Montreux, un posto familiare per noi, proprio allo stato dell’arte, ideale per creare cose nuove. Le idee affioravano in un paio di giorni. All’inizio pensai che potesse essere una canzone per il mio album solistico, ma come sempre la band resta il miglior veicolo. Non appena l’ho sentita cantare da Freddie, dissi “Eccola!”. A volte è doloroso cedere la propria creatura, ma si recupera molto di più in cambio. Diventò una canzone dei Queen».
Il contributo di Brian all’album consiste in altre tre canzoni, diventate poi famose dopo la pubblicazione di Innuendo: erano The Hitman, The Show Must Go On e Lost Opportunity. L’ultimo brano venne relegato a lato-B del singolo I’m Going Slightly Mad, ma l’input di Brian all’album, paragonato a The Miracle, fu un ritorno in stato di forma. Infatti nel 1990 Brian si sarebbe cimentato in ospitate nelle pubblicazioni di altri artisti, contemporaneamente al suo lavoro con i Queen. Registrò la chitarra sia per i singoli benefici di Rock Against Repatriation che Rock Aid Armenia, e realizzò musiche per un produzione teatrale del Macbeth di Shakespeare che aprì nel mese di novembre.
Il 18 febbraio 1990 Brian tenne un discorso per conto della band alla cerimonia del British Phonographic Institute, dove i Queen ricevettero il premio ‘Outstanding Contribution to Music’.
Le parole di Brian furono queste:
«Per conto del gruppo, voglio ringraziare moltissimo tutti coloro che fanno parte dell’istituto e, forse ancora più importanti, quelli che ne sono al di fuori e ci hanno seguiti in tutti questi anni, perché facendolo ci avete lasciato tantissima libertà per svolgere ciò che in senso lato chiamiamo “la nostra arte”, portandola fin dove sentivamo di portarla in quei momenti, e di uscire da un sacco di strane situazioni che sembravano davvero precarie all’epoca. Ma non ci siamo abbattuti, e ora arrivare a questo punto in cui ci troviamo è bellissimo. E volevo anche ringraziare la British Petroleum Industry per averci dato questo magnifico premio come ricompensa a tutta la quantità di vinile che abbiamo riciclato negli anni. Grazie.»
Mentre lasciarono il palco, Roger aggiunse «Grazie molte» e Freddie salutò con gentilezza dicendo «Grazie. Buonanotte».
Nel novembre del 1990 l’album Innuendo era stato ultimato e la band era concentrata nella sua promozione. Inoltre negli USA la Hollywood Records aveva siglato un contratto per la gestione del catalogo Queen e delle loro future pubblicazioni nel Nord America. La Società aveva pianificato una massiccia campagna per la rimasterizzazione e la riedizione del catalogo passato, così come delle varie pubblicazioni solistiche come quella dell’album Barcelona di Freddie Mercury e Montserrat Caballe. La band registrò il video di Headlong e alcune interviste per le varie press release.
Così come Brian ha raccontato a Q Magazine nel 1991, nel corso degli anni Freddie e Roger discussero sul continuare a registrare, nonostante Innuendo non fosse stato completato. May si unì a loro a Montreux quello stesso mese ed iniziarono a lavorare su quelle che sarebbero diventate le registrazioni finali di Freddie.
Durante una pausa dalle registrazioni per promuovere la pubblicazione di Innuendo, Brian e Roger fecero capolino negli USA su Rockline Radio, nel mese di febbraio. A Brian venne chiesto in diretta da un fan dello stato di avanzamento del proprio album solistico e la risposta fu:
«Ci sto ancora lavorando. È la saga infinita dell’album solistico di Brian May. È molto probabile, spero, che la prossima estate possa essere ultimato e così potrò farlo uscire. Vedi, ho un sacco di materiale, ma c’è bisogno di lavorarci per farlo diventare un album. È un compito difficile, richiede tantissime decisioni».
Nel mese di maggio Brian fa ritorno negli Stati Uniti per un tour promozionale che riguardava sia Innuendo che le riedizioni Hollywood Records degli album dei Queen, facendo visita a varie stazioni radio e suonando delle improvvisazioni con la chitarra.
«Questi pubblicitari tirarono fuori degli slogan per me e pensai “Beh, se valutassi la mia esperienza e le mie sensazioni potrei farcela”, e la frase “Driven By You” saltò immediatamente fuori come descrizione del modo in cui io vedevo l’energia derivante dai momenti difficili nella relazione fra due persone. Era calzante. Ne scrissi una versione per me e un’altra per i pubblicitari, e funzionò alla grande. Per me fu un ottimo calcio nel sedere, perché questa gente lavorava con rapidità e realizzava prodotti di alta qualità.»
[Guitar World, gennaio 1993]
Brian registrò le due diverse versioni del pezzo: quella per la pubblicità in TV, la sua versione solistica e una ulteriore ─ principalmente strumentale ─ intitolata in seguito “Driven By You Two”. Tutto questo venne realizzato al Mountain Studio, mentre proseguiva l’impegno dei Queen, e di Freddie in particolare, per registrare nuovo materiale. In questa fase Freddie aveva spiegato al resto dei Queen di avere l’AIDS e che non sapeva quanto gli sarebbe rimasto da vivere, ma che avrebbe voluto registrare il più che poteva nel tempo a disposizione.
La Ford UK mandò in onda il nuovo spot “Driven By You” con la musica di Brian nel mese di luglio e il responso per entrambi fu positivo, incoraggiando Brian a completare la canzone e pianificare la vera e propria pubblicazione nel mese di novembre. Ancora più significativo fu il fatto che l’accoglienza rivolta a Driven By You ebbe un effetto ancora più grande sul lavoro di Brian per il suo album solistico, come ha spiegato sulla rivista Gold Compact Disc nel 1992:
«Avevo una vaga idea di come sarebbe dovuto essere l’album più o meno in quel momento, ma non mi misi seriamente a lavorarci fino a circa un anno fa, quando arrivò Driven By You.
Lavorai in parallelo alla canzone e alla pubblicità, e la cosa interessante è che questa canzone significava molto sia per me che per l’agenzia pubblicitaria. Ero davvero stimolato dal modo in cui lavoravano queste persone… Voglio dire, sono così rapidi. Gli mandai una versione di Driven By You e il giorno seguente era nella pubblicità in televisione!».
Attorno a questo periodo, a Brian venne offerta l’opportunità di mettere insieme la propria scelta di musicisti per esibirsi insieme a loro al festival Guitar Legends di Siviglia. Colse al balzo questa possibilità, e fra gli artisti invitati c’erano B.B. King, Paul Rodgers, Mike Moran, Neil Murray, Steve Vai, Joe Walsh e Cozy Powell. Stando a Neil Murray, questo fu l’inizio del rapporto professionale fra lui e Brian, visto che in seguito suonò il basso nelle sue registrazioni solistiche.
Powell, ottimo amico di May, si trovava in un momento difficile poiché veniva da un incidente a cavallo del 1991 che gli aveva causato una frattura al bacino. Parlando su Rip Magazine nel 1993, disse:
«Lo spettacolo mi diede un motivo per tornare. Era un periodo in cui il telefono aveva smesso di squillare, perché moltissime persone sapevano che non ero disponibile o pensavano che fossi ancora fuori dai giochi. In questi casi pensi: “Merda! Nessuno vuole più sentirmi. La mia carriera è finita”».
Il 19 ottobre 1991 Brian e i suoi musicisti si esibirono insieme al festival Guitar Legends. Fra i pezzi suonati c’era Last Horizon, uno di quelli a cui Brian aveva lavorato per il suo album.
Dopo il festival, Cozy Powell iniziò a lavorare a un proprio album solista Una delle prime registrazioni di Powell fu la strumentale Somewhere In Time. Sia Brian che John Deacon erano stati invitati per registrare e la cosa si concretizzò nel novembre del 1991.
Stando a quanto raccontato da Brian:
«Cozy si presentò con una base strumentale e disse di suonarci qualcosa su. Era la notte in cui Freddie se ne andò, ma per la prima volta ebbi la totale convinzione che questo fosse imminente; sentivo che fosse giunto a quel punto. Utilizzai quel pezzo e scrissi la canzone in base a come mi sentivo in quel momento».
[Rock CD, 1992]
Brian aggiunse quel testo a Somewhere In Time e creò la canzone Nothin’ But Blue. La chitarra suonata da Brian in entrambe le versioni era un regalo del suo collega chitarrista Joe Satriani.
Il 25 novembre 1991 venne pubblicato il singolo Driven By You di Brian. Sul lato-B c’era il brano dedicato a Philip Sayer, Just One Life. Brian ne registrò anche una “Guitar Version”, sostituendo la maggior parte della voce con il suono della sua Red Special. Incluso nel singolo 12” c’era anche la versione di Driven By You per lo spot TV. Venne lanciato anche un CD promozionale contenente vari edit per le radio.
I membri superstiti dei Queen si ritirarono dalla vista del pubblico dopo la morte del loro cantante. Questo durò fino al 12 gennaio 1991, quando tornarono sui media per annunciare l’imminente Freddie Mercury Tribute Concert For AIDS Awareness.
Nel frattempo, unitamente alla co-organizzazione del concerto, Brian si occupa anche della registrazione del suo album, includendo il brano Love Token, con Neil Murray, Cozy Powell e Mike Moran. Parlando sulla rivista Guitar World, nella quale si commentava quanto fosse heavy la canzone, Brian spiegò:
«Sì, mi piace. Al momento ho un’apertura per queste cose, considerando che a volte la band debba essere un po’ più aperta stilisticamente. Adesso riesco a fare più cose heavy, e mi piace ─ devo ammetterlo. È una delle mie canzoni “su mamma e papà”. Ne ho fatte alcune. Un giorno potrei fare una piccola antologia delle mie canzoni “mamma contro papà”».
Ancora una volta Cozy Powell presentò a Brian un brano a cui lavorare per il proprio album, stavolta intitolata Ride To Win. Brian ascoltò la canzone e sentì che, come per Somewhere In Time, fosse un pezzo nel quale avrebbe potuto esprimere le proprie sensazioni in un testo. Brian rielaborò il brano aggiungendo il proprio testo e creando così Resurrection, della quale ha parlato nel 1993 su The Orange County Register:
«Dopo tutti questi anni alla ricerca dell’ottimismo, finalmente l’ho trovato. Il traguardo era in vista. Riuscivo a visualizzarmi mentre suonavo di nuovo con persone reali. Stavo cominciando a vedere la mia vita prendere forma, dal punto di vista privato. Per me questo vuol dire tantissima gioia. Non si può fingere. Non puoi suonare quelle cose se non le senti davvero. È stato un lungo percorso per me riuscire a dare sfogo a quel genere di cose».
Mentre su Rip magazine nel 1993 disse:
«In principio, quando cinque anni fa cercavo la mia strada, era tutto un mistero. Tutto ciò che sapevo era che soffrivo e non riuscivo a vedere via d’uscita. Quando alla fine di tutto questo mi sono messo a lavorare su Resurrection, ho sentito di aver capito cosa significassero tutte quelle cose, e che c’era quel raggio di luce che stavo cercando. Ovviamente è tutto metaforico. Il brano Back To The Light era pensato su di me che cercavo una via d’uscita, ritrovando nuovamente l’ottimismo. Con Resurrection pensai di averla trovata».
«Resurrection […] per l’appunto, fu l’ultima ad essere stata scritta.»
[The Orange County Register, 1993]
Nei giorni e nei mesi seguenti, lo videro a Allerton Hill per ultimare il suo album, incorniciando quelle canzoni che aveva scritto e registrato per cinque anni, chiudendo il racconto con una ninnananna, parte del pezzo strumentale The Dark. Per creare il brano, Brian raccolse materiale registrato nel 1980 durante le sessioni dei Queen per l’album Flash Gordon al The Town House Studios.
«In ‘The Dark’ volevo quel terrificante wall of sound che entra in contrasto a la vocina da bimbo a letto.»
[Guitarist, 1992]
Brian colse anche l’occasione per rivisitare Driven By You, scrivendo poi nel 2004 sulla sua pagina web:
«Nella mia canzone Driven By You, il singolo originale era stato sviluppato su una mia base ritmica programmata da me al computer, ma per la versione dell’album ho chiesto al meraviglioso ─ ora tristemente scomparso ─ Cozy Powell di suonare la batteria».
È interessante notare che nell’album viene mantenuta la versione precedentemente pubblicata per il singolo, senza Cozy. Il pubblico britannico avrebbe ascoltato la versione con Cozy Powell come lato-B del CD singolo Too Much Love Will Kill You, mentre negli Stati Uniti sarebbe stata la bonus track dell’album.
Il lato-B del singolo “Too Much Love” propone ai fan anche una prima versione di I’m Scared, che venne registrata nuovamente da Brian con Neil Murray e Cozy Powell, e remissata per l’album da Justin Shirley-Smith nel 1992.
E per finire, Last Horizon. Brian aveva queste due versioni del brano: una con il ritmo cadenzato e l’altra al tempo di 4/4.
«Quando venne il momento di mettere insieme l’intero album, mi piacevano entrambe le versioni. Poi ho scoperto che una poteva essere una buona introduzione per l’altra. Per cui le fondemmo insieme, con il rullante che apre la seconda parte.»
[BrianMay.com, 2004]
Il 20 luglio 1992 la dura battaglia combattuta per il suo primo Long Playin’ al di fuori dei Queen vide la fine. Nello scrivere il messaggio di presentazione, Brian spiega brevemente la natura del percorso a cui si è sottoposto nella creazione dell’album, dicendo:
«L’uomo che l’ha completato oggi è molto diverso da quello che lo iniziò cinque anni fa».
L’album, intitolato Back To The Light, è stato pubblicato nel Regno Unito il 28 settembre 1992 e negli Stati Uniti il 2 febbraio 1993.
The Dark
Back To The Light
Love Token
Resurrection (with Cozy Powell)
Too Much Love Will Kill You
Driven By You
Nothin’ But Blue
I’m Scared (Justin’s Mix ’92)
Last Horizon
Let Your Heart Rule Your Head
Just One Life
Rollin’ Over
Bonus Track dell'edizione CD per gli USA: Driven By You (Radio Remix)
Ciononostante, ancora una volta Brian mise da parte la sua carriera solistica nel 1994 per tornare a lavorare insieme alla band sulle registrazioni lasciate da Freddie, per cercare di mettere su un nuovo album dei Queen. È significativo che nel fare ciò abbiano tirato fuori dagli archivi la loro registrazione di Too Much Love Will Kill You risalente al 1988 per includerla nel progetto. La canzone che diede il via al primo album solistico di Brian adesso si piazza fra i pezzi che, in un certo senso, rappresentano le diverse sfaccettature dei Queen, inclusi i lavori al di fuori della band, e che riflettono il tema delle avversità nel vivere; una difficoltà che lo stesso Brian conosceva benissimo nel momento in cui terminò di lavorare a Back To The Light.