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Brian May - intervista su Smooth Radio [2 maggio 2020]

2/5/2020

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Jenni Falconer intervista Brian May in lockdown nel Virtual Coffee Break: parlano dell'isolamento, del nuovo singolo Get Up e delle speranze per il futuro, cercando di non guardare troppo al passato

di Jenni Falconer - Smooth Radio, 3 maggio 2020
Trascrizione in italiano di Claudio Tassone per Comunita' Queeniana Italiana

È bello poter prendere una tazzina di caffè virtuale con Brian May. Non è che capiti spesso. Come stai Brian?
 
Sto bene, ma sono frustrato da tutta questa tecnologia, ma devo farci per forza i conti. Mi infastidiscono tutti questi ritardi nelle trasmissioni. Ma penso che questo sia il male minore in un momento di “guerra” come quello che stiamo affrontando. Ce la stiamo cavando tutti imparando giorno per giorno a questo isolamento. Stiamo diventando tutti un po' più esperti di tecnologia; non tantissimo, ma almeno il giusto, perché dovremo andare avanti a lungo così. C’è il vantaggio di non essere perennemente in viaggio o bloccati in riunioni. È un bene, e penso che dovremmo mantenere un po' di queste abitudini. Vorrei solo che la tecnologia fosse un po' più pratica; questo è tutto.
 


Sì, anche il mio ragazzo di otto anni sembra cavarsela molto bene con la tecnologia. Piuttosto è frustrante per me constatare anche ciò!
 
Eccomi qui, la stessa cosa. Però è bello che tutti si diano da fare in modi diversi durante l'auto-isolamento.
Credo che tu sia stato il primo a fare un video musicale in isolamento.
 
Sì, penso che prima non fosse ancora successo. Ma voglio dirti di più: ho cominciato per tenere impegnata la mente in condizioni di isolamento. L’ho fatto per le Kings Daughters. E mette molta allegria. La cosa bella è che si riferisce davvero all'essere in isolamento. Mi fa piacere che la canzone dia un po’ di sollievo a persone che fanno cose comuni, che passano l'aspirapolvere e che hanno problemi ad alzarsi di prima mattina per poi scoprire che ogni giorno è uguale all'altro. C'è tutto questo genere di cose nel video di Get Up. È bello, perché parla del momento che stiamo vivendo. È Talia che da un paio di anni ha questa band chiamata Kings daughters, che in effetti esiste da quasi due anni.
 


Ma sei stato tu però ad aiutarle, non è vero Brian? Hai aiutato tu a produrre il loro brano?
 
L'ho scritta con Talia, anche se tutta l'idea per il testo è solo sua. Mi sono divertito molto. Penso che tu sappia che non sono sempre una persona allegra. Alcuni lo pensano perché mi vedono sorridere nei video, ma tendo ad essere un tipo di persona pensieroso e introspettivo, e nel peggiore dei casi sono una persona depressa. Quindi, ascoltando questa canzone, mi ha davvero dato una grande carica. Ho avuto una bella sensazione a riguardo, ed è per questo che ho portato Talia in studio. Ci conosciamo da anni, ma non avevamo mai lavorato insieme prima di questa canzone. È stato divertentissimo. Talia ha fatto mettere insieme tutti qui diversi video che le erano arrivati; ce ne sono anche un paio in cui ci siamo anche noi qui. In studio lei si divertiva molto a fare questa cosa del coro che fa “O-oh-o-oh-oh!”, ed è divertente. Normalmente non si vorrebbe mai lanciare un gruppo o un singolo in questa situazione, perché non si può fare un lancio fisico e non si può organizzare un evento. Non si può uscire e fare concerti, anche se tutti erano pronti a una cosa del genere. L’unica cosa possibile era fare un video e relazionarsi con i social media. Tuttavia abbiamo pensato che questa canzone parlasse alla gente nel momento giusto, e che questo fosse il momento di lanciarla. Quindi abbiamo scelto di farlo. E la cosa bella è che il 10% di tutti i proventi di questo brano vanno all’organizzazione MIND, che sono quelli che cercano di aiutare le persone con difficoltà psichiche.
Ovviamente è qualcosa di molto importante considerando che siamo tutti a casa e abbiamo smesso di assistere chi ne ha davvero bisogno in questo momento difficile. Penso che il danno psicologico sia pari a quello fisico che questo virus sta generando. Penso che siamo tutti in un momento di difficoltà a fronteggiare qualcosa di sconosciuto. C'è una sorta di processo di elaborazione di un lutto nei confronti della nostra vita precedente a tutto questo. E molti di noi hanno bisogno di aiuto. Provo io stesso ad essere di compagnia agli altri con questi miei piccoli micro-concerti notturni su Instagram con la chitarra. Ma ci sono momenti in cui mi sento molto giù e ho problemi ad affrontare tutto questo. Oggi è uno di quei giorni in cui non sono al massimo. Per cui è bello poter parlare con te. Stamattina mi sono alzato come al solito e mi sono messo sulla mia cyclette, che è un po’ il mio sfogo; mi aiuta sia mentalmente che fisicamente, ma poi sono sceso dalla bici e ho pensato “OK, fatto il mio dovere. Adesso devo prepararmi per l’intervista”. Ma penso che sia difficile per chi di noi è abituato ad avere una vita frenetica. Vivere così implica una totale riorganizzazione. E io, che sono abituato ad essere libero, a poter decidere cosa fare ogni mattina… Va bene, cose come decidere di andare in tour in Australia, viaggiare per il mondo, incontrare chiunque. Poi all’improvviso sono rimasto bloccato in casa e non posso andare da nessuna parte. La trovo ancora una cosa difficile da sopportare. Mi sento come se fossi stato privato di qualcosa che mi apparteneva, come se mi avessero tagliato le gambe. Un sacco di gente si riesce ad organizzare. Ma in ogni caso non ti alzi ogni giorno alla stessa ora, non sai cosa mangerai a colazione. Oppure si innescano delle cattive abitudini e si diventa pigri. Penso a me qui con Anita, che a volte ci troviamo in una condizione quasi autodistruttiva, facendo tardissimo la notte svegli: arriviamo all’una del mattino e non sappiamo più come passare il tempo. Così ci sediamo e guardiamo anche fino a tre film. Si fa tardissimo, a volte le cinque, le sei o le sette. Non capita di rado. E poi ovviamente il giorno dopo ti senti uno schifo e ti perdi buona parte della giornata così.

La mia attuale routine non è molto sana al momento. E allo stesso tempo sono molto occupato, perché ho ogni tipo di persona che mi chiedono di fare cose insieme. Tantissima roba. Ho la casella di posta elettronica piena di messaggi che chiedono: "Farai questo video per noi?”. Mi chiedono di interagire, perché ho iniziato questa cosa di suonare su internet, e ora è diventata una roba enorme. Sono vittima del mio stesso successo, se vogliamo. Tutti vogliono collaborare con me, però non ho tutto questo tempo. E mi dispiace, perché vedo che tutti si sono dati da fare con me e i miei video, ma io non riesco a stare al passo. Ho fatto un pezzo di accompagnamento per Kerry, che è stato molto bello. Ho fatto la canzone di Mr. Potato con Matt Lucas e ho suonato con Gary Barlow. C'è una lunga lista di cose. Ora sono tornato a pensare a cosa posso fare di buono per me stesso. Cerco di essere sempre su di morale e di essere creativo, ma ci sono momenti in cui è difficile trovare aiuto nella musica. Certo, è il mio elemento, è il modo in cui tante persone mi conoscono e mi seguono e ne traggono un po’ di benessere.

 


Ed essere positivi è qualcosa che funziona anche per noi stessi.
 
Sì, funziona anche per me stesso. E una delle cose che ho fatto nelle ultime due settimane è stato prendere la mia vecchia collezione di dischi, grazie alla mia adorabile figlia che mi ha procurato un nuovo armadietto per i miei LP e i singoli di quando ero bambino. E così adesso sto riscoprendo tutte le canzoni che mi hanno ispirato quando ero piccolo e che mi hanno fatto venire voglia di voler essere quello che sono oggi: un musicista. È molto interessante e lo trovo anche stimolante. Ho riascoltato cose di Lonnie Donegan, Connie Francis, Little Richard… tutte cose che sono parte di me e che mi hanno fatto venire voglia di diventare un musicista. Le mie ispirazioni al modo di comunicare con il pubblico nello stesso modo in cui loro comunicavano con me facendo musica. È molto bello.

E poi oggi con tutta questa tecnologia scopro di vere e proprie star fra la gente comune da cui si ha tanto da imparare. C'e' gente che mi racconta di come la figlioletta di otto anni ha voluto imparare la chitarra quando ha scoperto che facevo dei video tutorial. E ora dobbiamo capire quale canzone sia più adatta, che non sia troppo complicata per iniziare…

 


Ma non ti è stato ancora chiesto di fare lezioni di chitarra online? Perché, sai, ci sarebbe un sacco di gente interessata.
 
Ci sono caduto da solo. È così che tutto è iniziato, prima così con i miei primi micro concerti. Suonavo qualche mio riff e poi è diventato qualcosa per permettere alle persone di suonare con me, di confrontarsi con me nel modo di interpretare le musiche. Mi chiedevano di poter suonare con me. È stato così che poi non sono più riuscito a tirarmi indietro di fronte alle richieste. È un modo per le persone di unirsi un qualcosa che si ama.

Di recente ho pubblicato We Are The Champions, e un sacco di persone hanno registrato le loro parti affiancandole alla mia. Registrare in questo modo una intera canzone, senza la possibilità di potersi sincronizzare è difficilissimo. Eppure c’è gente bravissima, ed è diventata una cosa molto interessante. Poi, messe insieme due parti, si può aggiungere un altro strumento… e così via. Diventa come una sorta di sovraincisione sequenziale, se vogliamo. Questo mi ha aperto un mondo di opportunità.

 


Direi che potresti anche dare delle lezioni di astrofisica. Se solo potessi sapere qualcosa in più sull'astrofisica!
 
Sì, sarebbe piuttosto singolare. In effetti l'astrofisica è scivolata un po' tra le mie priorità, perché mi sono ritrovato coinvolto tantissimo nella musica. Pensavo che avrei avuto più tempo per fare tutto. Ma ad ogni modo riesco ad interagire dietro le quinte con i miei amici della NASA: c'è un progetto molto interessante in arrivo, che in parte ho annunciato su Instagram, e cioè sto scattando delle foto in 3D ad alcune stelle vicine… Una cosa che può sembrare impossibile. Ma, poiché la sonda New Horizons è così lontana da noi …ora molto al di là dell'orbita di Plutone... si ha una baseline molto lunga tra quello che può vedere la sonda e ciò che possiamo vedere sulla Terra. Quindi si riescono a fare delle foto in 3D inquadrando una medesima porzione di cielo nello stesso istante. Non ho ancora diffuso molto a riguardo, ma è qualcosa che coinvolge appassionati da tutto il mondo. È un’altra buona scusa per collaborare fra persone diverse.
 


Una di quelle cose che risulta tutto sommato facilitata dall’isolamento, per fortuna. Assolutamente, sì. E in realtà un po’ lo so già, perché ho visto che ti piace guardare le stelle… mi riferisco al fatto che come anche nel video della canzone di cui abbiamo parlato, sali spesso sul tetto di casa. Parlo del video di Get Up, nel quale ti sei registrato sul tetto di casa.
 
Sì, infatti! Ho sentito che c'erano un sacco di piccioni quel giorno… Sì, sì, sì… Sono dei miei grandi amici. Ogni volta che vado lassù ne vedo un sacco. Per me è terapeutico. Mi piace stare lassù al tramonto perché è bellissimo contemplarlo. Non mi perderei un solo tramonto. Ti dà una certa sensazione del moto della Terra, del fatto che girando un giorno sta finendo portando con se tutto quello che ho fatto nella mia giornata, e che ci sarà un domani. Lo trovo bellissimo da contemplare.

E sì, mi sono ripreso sul tetto per il video della canzone, ma non è stata una mia idea. È stata un'idea di Talia. Mi ha detto: “Vedo che vai spesso sul tuo tetto su Instagram, guardando i camini e gli uccelli. Quindi cosa ne pensi di fare il tuo assolo di chitarra lassù? Così l'ho fatto, ed era una bellissima giornata di sole, con il cielo blu e terso. Mi sono organizzato, perché non porto mai una vera macchina fotografica lassù… Ma ne ho presa una, l’ho messa sul treppiedi. Ho pensato a come riprendermi, e mi è venuto in mente che sarebbe stato anche evocativo del mio assolo sul tetto di Buckingham Palace. Forse è nato tutto un po’ per caso, ma credo di avere una certa fama di essere "quello che suona la chitarra sui tetti"…

 


L'anno prossimo sarà il tuo turno per davvero, e a certi livelli... Tornerete in tour. Questa è un’altra delle altre cose sconvolgenti di questo periodo. Ci sono un sacco di eventi che sono stati rinviati, ovviamente i vostri concerti sono stati rinviati.
 
Sai, abbiamo centinaia di migliaia di biglietti già venduti ed eravamo pronti a ripartire con il nostro grande spettacolo che abbiamo portato in tour in Asia, Australia e Nuova Zelanda. E in realtà, parlando di alti livelli, nello spettacolo salgo in alto su di un asteroide e suono in mezzo allo spazio cosmico. Non vedevo l’ora di fare tutto questo in Gran Bretagna. Ma ovviamente non potevamo, ed abbiamo dovuto rinviare tutto all’anno prossimo. E speriamo solo che si possa farlo… Incrociando le dita.

​Non so ancora quando e se sarà responsabile fare di nuovo tutto questo. Mettere un gran numero di persone in uno spazio ristretto non credo che sia sano al momento. Sì, è vero, posti come la O2 Arena sono grandissimi, ma raccolgono più di 15.000 persone. Penso che qualcuno dovrà decidere quali implicazioni ci possano essere per la pubblica incolumità. Speriamo davvero che in questo periodo il prossimo anno potremo andare in scena. Ma credo che sia tutto nelle mani di Dio.

 


Sono certa che ci sarà un'altra occasione. Ci sono un sacco di fan che pregano perché si faccia. Anche perché è stata anche una grande annata per Queen, diciamocelo. E penso che entro il 24 novembre…, ci sarà qualcosa. Vero? Farai qualcosa per commemorare Freddie?
 
No, non mi va di fare festa in quel giorno. Festeggio la sua nascita e festeggio ogni giorno i suoi successi. Penso che non festeggerò mai quel terribile giorno in cui ricevemmo la telefonata in cui ci dicevano che Freddie se n'era andato. È un momento che non voglio ricordare. Non mi fa bene ricordare quel giorno. Penso che sia meglio guardare positivamente al futuro.

Spero che potremmo fare presto altri concerti. Adam è fantastico, è assolutamente straordinario.




Mi chiedono se registreremo mai un album con materiale originale dei Queen.

La risposta è semplicissima: non ne ho idea. Eppure ora abbiamo in teoria tanto di quel tempo per fare tante cose. Non è strano? Ad esempio, sto realizzando un libro sul mio artista stereoscopico preferito. Pensavo che avrei avuto tanto tempo adesso per dedicarmici. E invece non ho scritto una sola parola. Ci sono state comunque tante cose da fare. Siamo stati molto impegnati. In effetti scrivo musica ogni giorno, in un certo senso. Mi richiede sempre molto tempo. Una volta registravo le cose al volo su un registratore a cassette, ma ora lo faccio sull’iPhone. Qui a casa sto mettendo insieme varie idee musicali, ma non sono in uno studio di registrazione. Per farlo seriamente ho bisogno di tutta l’attrezzatura necessaria. Non sarebbe giusto lavorarci male. Purtroppo non posso andare nel mio studio. Non posso incontrare i miei collaboratori che mi aiutano a fare le cose nel modo migliore. Mi manca tutto questo. Manca tutto quello che solitamente davo per scontato.

Mi mancano le mie libertà, come ho già detto. Però soprattutto mi mancano tutti i miei figli e tutti i miei nipoti. Ed è difficile. Quando sai che ti è permesso di entrare in contatto fisicamente con loro, credo che si finisca per dare per scontato un abbraccio con i tuoi cari. Sì, certo, facciamo un po' di videochiamate su Skype e cose del genere, ma è molto difficile. Trovo difficile pensare che nonostante sia riuscito ad avere fama e successo, adesso non possa neppure abbracciare un mio nipotino. È anche difficile da accettare l’idea che quando un giorno potremo farlo di nuovo sarà più significativo di prima. E non tutti trovano consolazione nella musica per tirarsi su di morale.

 


C’è un uomo a Glasgow che è uscito per allietare tutti i suoi vicini. È un chirurgo, un ex chirurgo, Mike. Si rende utile per intrattenere tutto il suo quartiere. I suoi video sono diventati virali. Eppure non ho sentito parlare di questa cosa. L’ho visto solo grazie a un link ricevuto da qualcuno. Eppure sapere che ci sia brava gente là fuori che mette buon umore a tante persone è importante. Dimostra come solo con la musica si riesca a unire le persone. È fantastico, è meraviglioso.
 
Sì, ho sentito che ci sono un sacco di persone che fanno questo durante l’isolamento. Ed ho capito anche quanto sia un grande veicolo la musica dei Queen per le persone e le fa sentire unite. È qualcosa di cui sono orgoglioso e penso che sia iniziata come una cosa inconscia dentro di noi come band, ma poi sia diventata sempre più una consapevolezza il doverci impegnare affinchè il pubblico fosse coinvolto nei nostri spettacoli. Vedi, non è un caso che ancora oggi la musica dei Queen interagisca tanto tra le persone. Non so se le mie parole riescano a dare un senso a ciò che noi abbiamo creato e fatto. Sentivamo che fosse la cosa giusta e l’abbiamo portata in tutto il mondo, indipendentemente dai confini politici, scoprendo che tutti avevano la stessa sensazione di voler vincere su tutto, di voler cantare insieme e insieme a noi per sentirsi uniti. E attenzione! Non era nazionalismo, bensì è una sorta di inter-nazionalismo.

L’idea che non si possa apprezzare quel messaggio mi fa pensare che le cose vadano in una direzione sbagliata. Questi blackout ci isolano. Se invece ci fosse stata una vera comunità mondiale, pandemie come questa non si sarebbero mai verificate. Lo dico chiaramente. Ci viene detto di stare in guardia a livello internazionale rispetto a cosa combattere.

​Faccio parte di un gruppo che segue i possibili impatti di asteroidi con la Terra. È lo stesso concetto: un conto è affrontare la minaccia ognuno per conto proprio; altra cosa sarebbe se vi fosse l’intero mondo a lavorare insieme. La prossima volta che ci sarà una pandemia o una minaccia da meteoriti avremo bisogno di un'organizzazione mondiale che entri in azione, che sia preparata e che abbia gli strumenti necessari… un po’ come la storia dei DPI, se vogliamo. Tutto quello che ci serviva è mancato perché siamo stati colti impreparati. Ed è tristissimo che questa cosa sia costata la vita a migliaia di persone. Non deve succedere mai più.

 


Grazie mille per esserti collegato con me. Spero che possiate trascorrere al meglio questo isolamento che ci resta da vivere. Voglio chiudere con una battuta sul tuo abbigliamento: sei sempre vestito così bene in casa?
 
No, io di solito sono in T-shirt. Questa camicia l’ho messa solo per te, in via del tutto speciale.
 


È davvero bellissima. Anche io, indosso sempre magliette in lycra. Giusto il tempo di finire questa intervista e vado a struccarmi. Grazie mille ancora, e spero che il tour possa andare avanti l'anno prossimo. mi è stato chiesto da un'amica di nome Talia se l'anno prossimo potranno vedervi a New York. Sarebbe bellissimo. Brian, molte grazie. È stato bello parlare con te.
 
Buone cose! Ti ringrazio, grazie mille. Ciao Ciao. Bless ya!

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​

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─ @claudiobadger
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