Sotto la spinta di Freddie Mercury, viene richiamato il loro storico produttore Roy Thomas Baker, il quale aveva appena prodotto l'album di Peter Straker (amico di Freddie). La band si sposta a registrare fuori dal Regno Unito, per la prima volta in modo assoluto, al fine di raggirare la pesante tassazione imposta nel Regno Unito.
Intervistato dalla rivista Music e Media nel novembre 1978, Roger Taylor consratò che: «Registrare lontani da casa ci portò a modificare i nostri comportamenti. perchè eravamo costretti a stare sempre tutti insieme nello stesso posto. Penso che quello che ne è risultato sia il nostro album più forte che abbiamo fatto fino ad ora».
Le registrazioni iniziano al Super Bear Studios di Berre-les-Alpes, nei pressi di Nizza. Si dice che qui Freddie scrive Bicycle Race, ispirato dal passaggio del Tour de France di fronte al proprio albergo. Tuttavia il percorso della "corsa rosa" e la diffusione di aneddoti più o meno credibili (o incredibili) suggeriscono piuttosto Montreux come luogo, durante la tappa Morzine - Losanna.
Nel mese di luglio infatti, in concomitanza dei compleanni di Roger Taylor (29 anni) e di Brian May (31), le sessioni vengono spostate al Mountain Studios di Montreux, in Svizzera. Poco dopo i Queen acquisiscono la struttura, sempre su iniziativa di Freddie, pur non diventandone "padroni" fino al 1981.
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Il titolo è l'unica cosa "jazz" del disco ed è un richiamo al Montreux Jazz Festival, molto apprezzato dalla band, soprattutto da Freddie Mercury, che si svolgeva in quel periodo dell'anno. L'idea per questo nome potrebbe però essere arrivata da Roger Taylor (considerando il testo di More Of That Jazz).
È invece stata scelta per ispirazione di Roger la copertina esterna, con quegli ipnotici cerchi concentrici che riprendono un murales da lui visto durante una sua recente visita al Muro di Berlino, nella zona del Checkpoint Charlie.
Se per la presentazione dell'album di esordio i Queen erano impegnati a tenere acceso il cero che gli aveva concesso la grazia di trovare un editore nella EMI, fra Queen II e Sheer Heart Attack erano in ritiro spirituale per la cagionevole salute del povero Brian, per A Night At The Opera avevano optato per un ascolto al Roundhouse Studios... per il lancio di Jazz la band segue invece il filone festaiolo inaugurato con il tema ippico per A Day At The Races a Kempton Park e confermato per News Of The World (non mi chiedete dove, però).
Viene infatti organizzato un party a New Orleans fra i più esagerati mai visti nella scena rock. Ad intrattenere i presenti vengono incaricati nani, mangiafuoco, lottatrici nel fango, ballerini zulù e voodoo (abbondiamo, via...!), spogliarelliste, drag queen, funamboli e perfino due intere band jazz e steel. Da qui la leggenda dei nani con in testa vassoi pieni di cocaina, storia sulla quale pose una pietra tombale l'insospettabilmente diplomatico Roger Taylor oltre 20 anni più tardi: «Non c'era poi tutto quel sesso e droga.... beh, non c'era tutta questa droga».
L'album, il più lungo dei Queen per durata fino a quel momento, ha un ottimo successo nel Regno Unito, dove si classifica al #2 nella Official Charts UK già a quindici giorni dalla pubblicazione. Raggiunge inoltre il #4 in Olanda, il #5 in Giappone e il #6 negli USA, dove diventa disco di platino. In Italia non va oltre il #36. Il richiamo americano porta alla scelta di iniziare a Dallas il tour promozionale invernale, messo in pausa dopo Inglewood per le feste di fine / Inizio anno e ripreso successivamente in Europa e in Giappone. Stranamente, per la prima volta nella loro storia, i Queen non fecero promozione a questo album in patria. Dopotutto la sua storia era iniziata proprio allo stesso modo.
• L'audio inedito dalle sessioni dell'album Jazz alla 33^ convention del Queen Fan Club
Grazie a Manuele Bellisari.