di Andy Greene, Rolling Stone - 28 agosto 2019
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Edney ha giocato un ruolo vitale in tutti questi progetti negli ultimi 35 anni, ma molti fan non conoscono nemmeno il suo nome. E così, mentre il gruppo conclude la terzultima tappa nordamericana del fortunatissimo Rhapsody Tour, abbiamo telefonato a Edney per saperne di più sulla sua lunga militanza nella band, sulle sue sensazioni sul palco del Live Aid, su quelle alla prima volta in cui si incontrarono con Lambert a American Idol, e su cosa ha in serbo il gruppo per il proprio futuro.
Come sta andando il tour?
La parola giusta è "fantasticacamente", direi. I due tour precedenti sono stati in crescendo e Bohemian Rhapsody ci ha portati ad un altro livello. Penso che il pubblico di ieri sera [a New Orleans] sia stato uno dei più rumorosi che abbia mai sentito. Sembra che tutti si stiano divertendo alla grande.
Al mio dodicesimo compleanno mia madre mi portò a vedere i Beatles. Era il 3 dicembre 1963, al Portsmouth Guildhall, nella mia città natale.
Wow! Com'è stato quello show?
Quando hai 12 anni ed è il tuo primo concerto, è tutta una scossa che ti attraversa il corpo. La mia più grande delusione è stata quella di non riuscire a sentire una sola nota della musica a causa delle urla. Sapevi quale canzone stavano facendo da chiunque si trovava al microfono e scuoteva la testa. Il linguaggio del corpo indicava la canzone. Hanno fatto tipo sette canzoni. Ce ne erano altre in scaletta. Ma non è stato come ai concerti di oggi, dove si assiste a due ore e mezza di spettacolo e tutto è in alta definizione.
Quanti anni avevi quando hai capito che volevi fare questa carriera?
Da quel giorno.
Dimmi dei tuoi primi ricordi quando conoscesti i Queen.
È stato leggendo di loro su Melody Maker nei primi anni '70. Sono rimasto prima di tutto offeso dal nome [ride]. "Come osano mettersi a competere con la Famiglia Reale?" La loro prima canzone che ho sentito è stata Now I'm Here. E dire sono un amante del genere soul. I miei miti sono Stevie Wonder / Sly / Family Stone. A quel tempo, ero affascinato dalla musica americana piuttosto che da quella britannica. I capelli lunghi e le camicie satinate del mondo glam rock non facevo per me. Io preferivo gli Earth Wind and Fire, che del resto anche avevano camicie satinate.
Poi ho sentito i Queen alla radio con un concerto speciale e li ho inizialmente liquidati come una band pesante con arrangiamenti complessi. Mi è piaciuta Now I'm Here perché non seguiva il solito schema compositivo. Non era scritta come un'ovvia canzone pop che tutti cercavano di fare a quei tempi. E poi uscì Killer Queen e l'abilità realizzativa era a quel punto una cosa ovvia. Ma non ero un loro fan in quanto tale. Ero un osservatore interessato.
No. Li ho sentiti alla radio però. Registravano chitarre e armonie multitraccia nei loro album, ma ovviamente non potevano farlo dal vivo. E così ho sempre pensato che fossero un po' deludenti dal punto di vista della produzione live. Ero un musicista infastidito e ho pensato: "Se non riesci a farlo bene, perché contunio a farlo? Era invidia, la mia. Ecco cos'era.
Hai fatto un tour con i Dexys Midnight Runners subito dopo il successo di "Come On Eileen". Com'è andata?
Mi sono guadagnato da vivere suonando il trombone per un po'. Ho lavorato con i Duran Duran, i Dexys ed i Boomtown Rats di Bob Geldof per tutti gli anni Ottanta.
È stato piacevole con i Dexys?
Per niente. C'erano tre o quattro altri musicisci arruolati come me, la sezione degli ottoni e il bassista. Stavamo aumentando o sostituendo dei componenti che erano andati via in corso d'opera o che non volevano più restare. Avevano la loro energia e il loro ritmo e la band era molto dominata dal cantante solista [Kevin Rowland]. Quando sei uno stipendiato e ti metti in quella situazione cerchi di tienere la bocca chiusa, poorti rispetto e fai il tuo lavoro. Volevano una fedeltà completa e assoluta, un po' come Trump.
Se la mia memoria non si sbaglia, il primo a suonare con loro dal vivo fu Morgan Fisher. Venne meno con Fred: penso che un giorno si sia preso lo champagne e la limousine e sia andato a fare un po' di baldoria!
Grandissimo errore.
Sì, con Fred direi che sia stato un grosso errore. Questa almeno è ciò che narra la leggenda. Poi hanno preso Fred Mandel, che suonava con Alice Cooper. Non so come l'hanno trovato, ma ha preso il posto di Fisher. Fu lui il mio predecessore. Portò a termine il tour che Morgan Fisher avrebbe dovuto completare. Poi si sono presi una pausa dopo il loro leggendario tour in Sud America e sono andati a Monaco di Baviera per completare The Works. Mandel era coinvolto in quelle registrazioni. Ha registrato in Radio Ga Ga e I Want To Break Free. Quando giunse il momento del tour, però, lui non era più disponibile. Forse era impegnato con uno spettacolo che non poteva rifiutare.
Non so cosa sia successo, ma avevano bisogno di qualcuno. Si tratta davvero di essere nel posto giusto al momento giusto. Stavo suonando a Londra in un bar ed è arrivato un membro della crew dei Queen, qualcuno che conoscevo da 10 anni. Disse: "Che ci fai qui?" e blah blah blah. Risposi: "Tu cosa ci fai qui!". Disse: "Lavoro per Roger Taylor. I Queen hanno bisogno di un tastierista. Vuoi farlo tu?". Ed io gli risposi: "Sì, certo!".
Naturalmente, non è così che si definiscono queste cose. Di solito ti presenti da qualche parte e ti siedi vicino ad altri 200 tastieristi, aspetti il tuo turno e poi vai a casa ed aspetti che telefonino ti dicano che non ce l'hai fatta. Quella volta fu diverso. Sono arrivato dove mi era stato detto di andare, sono entrato e sono stato intervistato dal leggendario Gerry Stickells. È stato uno dei grandi del rock & roll. Purtroppo, quest'anno è morto.
Mi chiese: "Hai un passaporto?". Dissi di avercelo. Poi volle sapere: "Sei disponibile a partire per un tour mondiale?". "Sì", risposi. Così mi disse: "OK, lunedì voli a Monaco di Baviera e inizi le prove". Ero sorpreso: "Cosa? È assurdo! Cosa succede se non gli piaccio?". In quel caso mi disse che semmai "Poi martedì tornerai qui in aereo". Ed eccoci qui 35 anni dopo.
Una gran parte del tuo lavoro ora come allora era quello di ricreare il suono dell'album sul palco meglio di quanto potessero fare loro da soli in quattro, giusto?
Sì. E la cosa è migliorata negli anni, ovviamente. Quando sono arrivato, non sapevo cosa avessero fatto i miei predecessori dal punto di vista vocale. Ma di sicuro John [Deacon] non cantava e Brian [May] cantava solo quando era vicino a un microfono, cioè per la metà del tempo. E Roger era il vero corista. All'improvviso, ero lì e c'erano tre cantanti invece di due e mezzo. Poi ho iniziato ad aumentare i miei interventi usando una apparecchiatura antiquata chiamata vocoder, che era stata usata in Radio Ga Ga: ci si canta con il microfono e lui da corpo alla voce. Questo ha aggiunto un certo spessore, ma è sempre stato un vero peccato che non siamo riusciti ad arrivare ad alcune di quelle sontuose armonie che avevano negli album. Ma questo è cambiato perché ora siamo in sei persone sul palco e io sono il peggior cantante di tutti loro. Adesso possiamo cantare degnamente tutte quelle parti vocali.
Freddie è diventato un mito per la gente. In che modo il vero Freddie era diverso dalla sua immagine pubblica?
Le persone che lo conoscevano veramente erano i tre ragazzi della band, Jim Beach e Mary Austin. Erano quelli che gli erano più vicini e stavano con lui durante la sua transizione da pop star a megastar. Com'era? Poteva essere una diva. Era molto divertente e poteva essere piuttosto guardingo. Era anche abbastanza timido. Dava sfogo alla rockstar che c'era in lui sul palco e fuori dal palco preferiva una vita tranquilla. Questo è ciò che so. Penso che i giorni sfrenati fossero ormai già un po' alle spalle quando io arrivai nel 1984. Inoltre, era talmente famoso da essere molto difficile per lui uscire in pubblico. La sua era una vita di isolamento in cui avrebbe permesso solo ad alcune persone di farne parte. Per un po' di volte sono stato invitato alle feste a casa sua. Quando eravamo in tour e lui non poteva uscire, ci fermavamo in albergo e andavamo nella sua suite a giocare a Trivial Pursuit. Davvero molto rock & roll!
Ed era bravo in quel gioco?
Oh, sì. Era molto competitivo nei giochi da tavolo. Lo Scarabeo era la sua grande passione e ancora lo è per Roger. Erano soliti fare lunghissime partite a Scarabeo. Roger si diverte ancora oggi a giocarci.
Andò così: Ho lavorato con Bob Geldof e i Boomtown Rats in un loro tour quando ho iniziato a lavorare con i Queen. Alla fine del Works! Tour in Europa, a Natale del 1984 uscì il singolo della Band Aid [Do They Know It's Christmas?] e fu un grande successo. Poi sono tornato con i Queen per il Rock a Rio. E in seguito c'è stato un altro vuoto in cui ho fatto alcune date inglesi con i Boomtown Rats. Era marzo o aprile del 1985. Suonavamo la canzone della Band Aid ogni sera per concludere lo spettacolo. In realtà, stavamo raccogliendo vagonate di soldi per destinarli alla causa benefica.
Nel corso di quel tour ero in autobus e Geldof mi ha detto: "Farò un concerto e avrò tutte queste band: Led Zeppelin... e questo... e l'altro...". Ho detto: "E come funzionerà?". Rispose: "Lo faremo a Londra e in America". Ho detto: "Non succederà mai. È una cosa troppo grande da mettere insieme". Ha insistito sul fatto che sarebbe successo. Ha detto: "Voglio che tu chieda per me di partecipare ai Queen". "Perché non glielo chiedi tu?", chiesi. Disse: "Se li telefono e la faccio diventare una richeista importante e loro dicono di no mi faranno incazzare".
Gliel'ho chiesto per conto suo. Siamo andati in Nuova Zelanda per un tour e a cena ho detto: "Geldof mi ha chiesto se sei interessato a questa assurda idea di suonare allo stadio di Wembley e contemporaneamente in America". Penso che sia stato John Deacon a dire: "Perché non ce lo chiede lui?. Ed io gli dissi: "Non appena gli diamo una risposta, lo farà". Ho chiamato Geldof, lui ha chiamato Jim "Miami" Beach. Èd è così che è successo. Il resto è......... beh, tutti sanno........
Raccontami delle prove e di come si fa a comprimere uno spettacolo di due ore in 20 minuti.
Sai cosa? È solo col senno di poi che tutto sembra essere stato così grandioso, importante e iconico. All'epoca, eravamo in forma e pronti a suonare. "Quanto tempo abbiamo? "Venti minuti". "Cosa possiamo fare in 20 minuti?". Beh, i Queen erano famosi per i medley, quindi era ovvio che avremmo fatto un grande medley. Abbiamo detto, "Quali sono i nostri più grandi successi? Qual è il genere di canzoni che piacerebbe al pubblico? Gli piaceranno sicuramente Bohemian Rhapsody e Radio Ga Ga, perché queste sono le canzoni più forti del tour". Una volta che ci siamo organizzati e abbiamo deciso la scaletta delle canzoni che avremmo suonato, in pratica ognuno ha badato alle proprie cose. Odio deludervi. Non c'è stata una pianificazione particolare. C'è stato solo tanto buon senso.
Non potevo crederci quel giorno, guardando tutti quegli altri gruppi che non suonavano come abbiamo fatto noi e non portavano sul palco tutte le loro canzoni migliori come facemmo noi. Ho pensato: "Questo non è per niente buon senso". Abbiamo seguito la linea guida del buon senso. Tutti gli altri sembravano non aver capito.
Durante l'esibizione ti è sembrato di vedere qualcosa di diverso dal solito?
No. Era solo uno spettacolo Siamo stati molto soddisfatti di quanto avevamo fatto. Era alla luce del giorno. Non c'era nessuna produzione. Come ho già detto, noi eravamo in perfetta sintonia. Contrariamente a quello che il film implica, che non avevamo suonato insieme per due anni; quello non è vero. Eravamo stati in tour per i sei mesi precedenti ed eravamo prontissimi. Era solo una questione di assemblare un po' le cose, ecco quello che abbiamo fatto. Ci siamo detti: "OK, qual è la cosa più forte che potremmo fare in apertura? La prima parte di Bohemian Rhapsody fino all'assolo di chitarra e Radio Gaga. L'unica canzone che abbiamo suonato quasi completamente è stata Hammer To Fall. Poi abbiamo fatto Crazy Little Thing Called Love con me al pianoforte a coda, grazie a Fred, ma le telecamere non mi hanno ripreso.
Pensi che la gente non creda che tu sia stato lì perché non si riesce a vederti nelle foto?
Sì, proprio così!
Sono riuscito a fermare il video in vari momenti e a vederti.
C'è un nanosecondo dove mi vedi camminare dalle tastiere sul retro al pianoforte sul palco. Mi sono seduto lì e ho suonato per tutta Crazy Little Thing Called Love e non mi ha ripreso neppure una sola telecamera. Basta guardare e vedere quante inquadrature ci sono di Roger Taylor. Sono abbastanza sicuro che non ce ne siano di me.
È stato il risultato del Live Aid. La loro popolarità era alle stelle e Highlander era uscito al cinema. Siamo passati dagli spettacoli delle arene, in cui avevamo suonato nel tour del 1984, agli stadi. Penso che sia stato incredibile aver messo in vendita i biglietti per lo stadio di Wembley ed aver fatto il tutto esaurito così velocemente, al punto da dover fare poi anche Knebworth alla fine del tour, proprio per la grande richiesta. E quello è stato, naturalmente, l'ultimo concerto di Freddie e l'ultima vera e propria performance dei Queen. E non l'hanno filmato. Da allora hanno filmato ogni singola cosa.
Cosa ti viene in mente dello spettacolo di Knebworth quando ci ripensi?
Ti dirò cosa spicca nella mia mente: tutti erano soddisfattissimi e si goderono il viaggio in elicottero... al punto che non appena il concerto è finito hanno preso subito elicottero! Ho deciso di aspettare perché dietro le quinte la festa di fine tour era un enorme luna park pieno di topless e io ero l'unico ad essere rimasto! Ho delle foto. Poi sono tornato a casa. Ero single all'epoca, quindi andava bene.
E' interessante il fatto che nei tuoi due tour con i Queen originali negli anni 80 non siate mai venuti nel Nord America. Nemmeno uno spettacolo.
Questo perché Hot Space non era stato accolto molto bene. Dopo il successo di Another One Bites The Dust i Queen sono andati troppo nella direzione del soul/disco/funk e questo non ha pagato, anche se ancora oggi quando metto quel disco in realtà mi sembra davvero buono. Ma all'epoca non è andato molto bene. Allo stesso modo non sono andati a ruba in America neppure Radio Ga Ga seguito da I Want to Break Free. MTV non passò la canzone perché i ragazzi erano travestiti da donne. MTV censurò quel video, quando invece tutti in Europa lo capirono e sapevano che era uno scherzo. Le televisioni americane non hanno capito il gioco.
Di sicuro avvertirono un calo di seguito, direi. I ragazzi si sono detti: "Che senso ha andare lì e suonare per un pubblico in declino quando possiamo andare in tour nel resto del mondo e suonare con un pubblico in continuo aumento?
Sì. Sono stato molto coinvolto in quel progetto fin dal primo momento. Da qualche parte ho un pezzo di carta con tutti i nomi dei partecipanti originali. Abbiamo messo giù una lista dei desideri di tutti i nomi di coloro che pensavamo dovessero esibirsi e di cosa dovessero cantare. Cambiò, ma non molto in realtà. Ricordo di essere stato in uno studio a nord di Londra, un capannone per le prove grande come una portaerei. Ho guardato in fondo a quella sala immensa ed era come una sala d'attesa di un medico con David Bowie, Annie Lennox, Elton John e Robert Plant ad aspettare il loro turno. È stato molto divertente e surreale!
Quella sera avete riunito David Bowie e Mick Ronson. Incredibile! Ci sono stati tantissimi momenti magici in quello spettacolo.
È stato un concerto di cui andare orgogliosi. Ne sono stato molto contento. È andato benissimo. Un po' come il Live Aid, l'atmosfera tra gli ospiti non era per niente competitiva e c'era un grande rispetto tra gli artisti. Andò così anche al Freddie tribute. C'era molto rispetto.
Immagino che fosse contrastante perché doveva sembrare come la fine della band e non ci fosse modo di continuare senza Freddie.
Tutti avevano quella sensazione. Oltre a questo, Roger aveva altri progetti da solista che voleva pubblicare e Brian tirò fuori il suo album solista. Era come dire: "Ora i Queen non ci sono più, quindi questa è l'inizio di una nuova storia, quella dei progetti solisti". È stato così fino al 2004. Per molto tempo.
Sei stato in tour con la band solista di Brian May negli anni '90. Come sono stati quei tour? Immagino che sia sembrato un po' un cambiamento verso il basso dopo essere stati in qualcosa di immenso come i Queen.
Lo si poteva percepire così, ma io non suonavo solo con i Queen. Ho fatto anche molte altre cose. Era la vita di un musicista in affitto. Anche se avrei potuto dire: "Va bene, nei tour di Brian May suonavamo per un pubblico più piccolo", ma è stato comunque uno sballo. Abbiamo avuto modo di suonare del buon materiale. Era solo una configurazione diversa. Inoltre, ho potuto conoscere alcuni amici nella band. Era come uscire con un gruppo di amici che Brian stava appena fondando. E la conseguenza è che nel 1994 ho preso in prestito la band di Brian ─ Cozy Powell, Neil Murray e Jamie Moses ─ e ho fondato il mio gruppo, [la SAS Band, "Spike's All Stars", NdT] e tutti hanno accettato di suonarci. Ora siamo qui, a 25 anni di distanza, ed è ancora tutto in corso. A settembre festeggeremo il nostro 25° Anniversario con spettacoli nella mia città natale, Portsmouth, giovedì 12, e al Shepherd's Bush Empire di Londra, sabato 14, dove tutti i profitti andranno a sostenere la causa del Mercury Phoenix Trust per combattere l'HIV/AIDS.
Divertente! Puoi dirlo! Nel corso degli anni sono tante le storie che ho raccontato e alcune persone mi hanno detto: "Devi scrivere questa merda!". La mia posizione predefinita, normalmente, è quella di un bradipo in un'amaca con una scorta infinita di Martini. Tuttavia, mi è venuto in mente che con l'avanzare degli anni (ho 67 anni), la vecchia materia grigia potrebbe presto iniziare a deteriorarsi, così ho iniziato a prendere appunti. Ogni volta che raccontavo una storia o ricordavo qualcosa, la annotavo. Il problema è che ogni storia me ne ricorda altre 5, e così via. Posso dire di avere dato una certa accelerata a tutto questo. Secondo i miei calcoli, potrebbe essere pronto per l'autunno del 2020. Non appena il mio tour con la SAS Band finirà mi rinchiuderò nello studio "The Loveshack" di Joshua Tree e, come diceva la mia cara vecchia mamma Brenda, "ci darò dentro". Oddio! Sembra che mi sia stata fissata una scadenza! Odio le scadenze!
John Deacon è uscito di scena alla fine degli anni 90. Gli hai parlato di recente?
No, non lo vedo da anni. Vive assolutamente da recluso. Non lo vedo personalmente dalla serata di apertura del We Will Rock You a Londra nel 2002.
Ti manca?
Sì. Siamo andati molto d'accordo. Abbiamo la stessa età. Sono solo un paio di mesi più giovane di lui. In quel primo tour abbiamo passato molto tempo insieme. Avevamo gusti musicali molto simili. Anche lui è un grande fan del soul. Ci siamo legati su questo punto. Lui era sempre pronto ad uscire e io ero pronto ad andare a vedere le attrazioni turistiche, dato che era la mia prima volta in giro per il mondo con loro. Mi manca, sì. Ma ha scelto la sua strada.
Raccontami della nascita dei Queen+ Paul Rodgers.
Beh, risale a quando Paul Rodgers era il cantante dei Free e i ragazzi dei Queen erano grandi ammiratori di quella band. Lo ero anch'io. Ho visto i Free suonare al Festival dell'Isola di Wight un paio di volte. Ero un grande fan di Paul Rodgers. Quello che è successo è che c'è stata una di quelle estemporanee cerimonie televisive in cui si inventano un nuovo premio solo per far salire sul palco un gruppo di persone a suonare qualcosa. In realtà non significava niente. Paul non aveva una band e i Queen non avevano un cantante, così il produttore disse: "Suonereste All Right Now per Paul se lui cantasse We Are The Champions per voi?". Probabilmente c'è stato un po' più di questo, ma questa è l'essenza di tutta la faccenda. Brian e Roger erano grandi ammiratori di Paul e dissero: "Sì, se lui vuole...". Così abbiamo fatto una prova ed è andata alla grande. Abbiamo suonato insieme e come sai siamo andati in tour. Ha funzionato molto bene.
Personalmente, amo il timbro della voce di Paul Rodgers. Ha fatto un lavoro fantastico cantando la musica di un'altra band quando tutto quello che vuole, in realtà, è cantare il blues e il soul. So che ci sono persone che non erano così entusiaste, ma io lo ero. Ho pensato che fosse fantastico. Amo ancora oggi i suoi lavori.
Ho sentito Roger dire che amava Paul Rodgers come cantante, ma era un po' troppo blues per il materiale dei Queen.
Per una parte del materiale, certamente. Alcune delle canzoni non gli si addicono. Ma quelle che ha cantato le ha fatte da Dio. Penso che gli si debba tributare il giusto rispetto per essersi messo in gioco in quel modo. Sarebbe potuto andare tutto malissimo e ritorcersi contro di lui, ma penso che ne sia uscito con profondo rispetto, da parte mia sicuramente.
Penso sempre che sia la fine. Non riuscivo a vedere nient'altro che potesse accadere. Non vedevo nè come nè perchp dovessero andare avanti su quella strada.
Ho visto Marc Martel su YouTube e sembra proprio come Freddie, ma non si cerca un imitatore.
No. Questa è l'ultima cosa che si cerca, perché poi diventi una tribute band. Non si vuole che la gente dica: "Era proprio come Freddie, ma lui non è Freddie". Il fatto è che Adam [Lambert] non sembra Freddie, ma è un cantante favoloso e la gente ora lo ha messo da parte e sta dicendo: "OK, non è Freddie, non sembra Freddie, non assomiglia a Freddie, ma è dannatamente brillante in quello che fa".
Dimmi il tuo primo ricordo di averlo sentito cantare.
Mia moglie è stata la prima persona a sentirlo. Eravamo a Joshua Tree e mi sono seduto fuori dalla nostra piccola capanna che abbiamo lì, la nostra bettola dell'amore, e lei mi ha detto: "Meglio che entri e guardi questo!". Ho detto: "Per cosa?". E lei ha detto: "American Idol". Ho detto: "Non ho bisogno di guardare quella roba. Non c'è niente per me lì". Ma lei ha insistito: "No, entra!".
Sono entrato per riempire il mio Martini e ho visto appena l'ultimo minuto di lui che cantava Whole Lotta Love. Quando è arrivato alla fine ho pensato: "Eccoci qua. Ecco quel che serve davvero". Ha cantato la parte finale e l'ha fatta sua, senza nessun problema. Ho pensato: "Wow. Ci vogliono delle certe capacità per essere in grado di cantarla con quella sicurezza". Poi l'ho cercato su Google e la prima cosa che ho visto è stato lui che cantava "Bohemian Rhapsody" a-cappella alla sua audizione. Ho mandato un'e-mail dicendo: "Ne ho trovato uno dal vivo".
A chi l'hai mandata?
A Roger. E non so a che puntata fosse arrivato il programma. Ma ovviamente quando è arrivato il finale ai Queen è stato chiesto di esibirsi con i due concorrenti, che erano Adam e l'altro ragazzo che nessuno ricorda [Kris Allen, che tra l'altro vinse quella edizione, NdT]. L'accordo fu siglato in tutta fretta. Erano a conoscenza di lui perché Roger lo aveva tenuto d'occhio fin dal momento in cui gli ho mandato l'e-mail. Poi si sono incontrati e Adam è ovviamente una persona interessante che può cantare come pochi altri. L'universo ha messo insieme gli elementi.
Qualcuno di voi si è preoccupato che fosse troppo giovane o qualcosa del genere? Hai avuto dei dubbi?
No. Per quanto mi riguarda si trattava solo di un cantante. E poi mi sembrava come vedere Elvis in TV. Ho pensato: "Non si può sbagliare con lui. Un Elvis gay che sa cantare le canzoni dei Queen? Dov'è il lato negativo? Non ce n'è uno".
Come sono state le prime prove con Adam?
Indolore. La prima cosa che abbiamo fatto insieme sono stati gli MTV Europe Awards a Belfast. Ancora una volta, un medley era perfetto per farci entrare un sacco di canzoni. A questo è seguita un'altra esibizione al festival iHeartRadio di Las Vegas. Queste due esibizioni hanno dimostrato che aveva le qualità e la presenza scenica necessarie.
Ai Queen piace lavorare molto velocemente. Non amano passare troppo tempo su una cosa specifica. O funziona o viene scartata. Fortunatamente Adam si è presentato piuttosto preparato. Quando abbiamo detto: "Proviamoci," ci stava dietro. Non abbiamo dovuto spendere troppo tempo per farlo inserire. Era anche molto bravo a prendere la direzione giusta nell'interpretazione. Si è reso conto in fretta che ero un alleato utile, così mi teneva d'occhio in ogni momento. Gli avrei fatto un cenno con le sopracciglia per dargli lo spunto di tanto in tanto quando qualcosa stava per succedere. Abbiamo un buon rapporto musicale sul palco. Lo facciamo ancora, ma lui adesso sa tutto. Non deve più aspettare le mie indicazioni.
Com'è stato lo spettacolo in Ucraina? Fu il primo vero concerto che avete fatto insieme a lui. Deve essere stato snervante.
È stato davvero snervante perché non c'era quasi nessun soundcheck. Elton John ci aveva preceduto perché voleva finire le sue cose e andare da qualche altra parte. Noi venivamo dopo, il che è stata una lunga attesa. C'era un pubblico immenso. Non so quanti fossero, ma si estendeva per tutta la piazza e lungo le strade da entrambi i lati, con la gente che guardava sugli schermi. Quindi è stato un grosso problema non perdere i nervi, ma superò la prova. Abbiamo tutti superato il test.
Avevamo fede, ma c'era quella cosa sul pubblico. Alcuni hanno detto: "Questo non è Freddie. Cosa pensano di fare?". Un sacco di recensori dicono ancora: "Se Freddie non è nei Queen, che senso ha andare a vederli? Questo è stato un po' l'atteggiamento della prima volta per molti dei fan più anziani. Ma una volta che hanno visto cosa porta sul palco Adam e quanta nuova vita ha messo in queste canzoni, li ha conquistati. E guarda dove siamo oggi.
Porta anche i suoi fan negli spettacoli, che forse non sanno molto di Queen.
Il pubblico è stato dapprima frammentato in vecchi fan dei Queen che sono venuti con le braccia incrociate dicendo: "Cos'è tutto questo?" e i fan degli Adam che pensavano "Con chi si è messo? Con questa vecchia band a cui si è affezionato?". Poi c'erano alcuni figli di fan dei Queen che sono cresciuti ascoltando i dischi dei loro genitori. Le cose sono cambiate davvero. Siamo arrivati ad un punto in cui il 90-95% del pubblico che si presentava non aveva mai visto Freddie Mercury esibirsi dal vivo con i Queen. Ma lo hanno visto sullo schermo e conoscono le canzoni perché le canzoni fanno profondamente parte della memoria musicale di tutti a causa degli spot televisivi, degli eventi sportivi e quant'altro. Così tutti conoscono una mezza dozzina di canzoni dei Queen anche se non se ne rendono conto.
Guardo il pubblico e vedo adolescenti che piangono di gioia quando inizia Fat Bottomed Girls. E poi c'è gente più anziana che è orgogliosa di dire: "Le ho vissute già nel 1975" o quello che è stato per loro. Cantano tutti con lo stesso gusto. È un incrocio di generi e generazioni, che è praticamente quello che hanno sempre fatto i Queen. Non sono mai stati alla moda, quindi non sono mai veramente fuori moda.
Roger e Brian sembrano felicissimi durante gli spettacoli. Hanno passato così tanti anni in cui non hanno avuto modo di suonare queste canzoni in pubblico, e finalmente lo fanno di nuovo. È una vera e propria conferma del lavoro di tutta la loro vita.
Lo è. È la musica che conta davvero. Ecco perché ci sono. Ma per loro deve essere abbastanza gratificante poter riempire il Madison Square Garden e continuare a girare il mondo. Continuano a parlare di aggiungere altri tasselli, e tutto questo mentre già siamo in direzione del prossimo anno. È incredibile. Sono entrambi settantenni. Io non sono lontano. È anche una sfida, fisicamente, fare uno spettacolo come questo. Stiamo arrivando alla fine di questa cavalcata. Penso che tutti siano pronti a mettersi distesi a rilassarsi per qualche settimana e a prendersi un po' di tempo libero. Ma non vediamo l'ora di tornare a New York a settembre [per il Global Citizen Festival].
Come ti sei sentito riguardo alla possibilità di un film dei Queen quando ne avete sentito parlare per la prima volta?
Hmmm .... Sospettoso. E, ad essere onesti ..... penso che Rami Malek è fantastico e merita l'Oscar. Ha fatto un lavoro meraviglioso. Ma quello che Hollywood fa con questo tipo di storie è trasformare la storia per soddisfare le loro esigenze drammatiche. E così..... diventa una versione della verità. Diciamo così.
È stato strano guardarlo da fan e pensare: "Aspetta un minuto. Non hanno scritto We Will Rock You negli anni 80. E non si sono separati prima dei Live Aid".
Sì, tutta quella roba. Questo è il modo in cui funziona il mondo del moderno intrattenimento. Arriva in TV e diventa la verità assoluta.
Sono sicuro che è stato strano vedere in quel modo gli eventi a cui avevi preso parte.
Ho dovuto mordermi la lingua, lo ammetto, ma questo è il modo in cui funziona l'intrattenimento. Ammettiamolo. Il modo in cui viene fatta la musica oggi, cantanti che non sanno cantare ed hanno successo. I film vengono fatti e i fatti diventano quello che vogliono.
Sì! La curva era già in salita rispetto al tour precedente. La loro commerciabilità e il loro potere di attrazione erano cresciuti e crescevano man mano che sempre più persone conoscevano le potenzialità di Adam e dicevano: "È un bravo ragazzo e va bene in quello che deve fare". Ma poi è esploso il film. Penso che probabilmente i Queen potrebbero andare in tour per il resto della loro vita. Tutto questo potrebbe andare avanti per sempre. Ma non andrà così..... È interessante guardare il pubblico e vedere la gente che canta felice ogni canzone che era nel film. Osservandoli in passato non era così.
In cosa è migliorato Adam come cantante e performer in questi nove anni in cui è nella band?
È un tipo tutto d'un pezzo per quanto si tratta di performance ed è riuscito a percorrere quella sottile linea di confine tra la reverenza a Freddie e alla storia della band ed il proporre la sua personale interpretazione. Non cerca di essere nessun altro. È Adam Lambert che canta le canzoni dei Queen. Ha sempre avuto la stoffa. Ha sempre avuto la presenza scenica, ma ora si diverte di più anche lui.
Cosa ci sarà in futuro? Riesci a vedere una versione dei Queen con Adam Lambert dopo il ritiro di Roger e Brian? Può continuare ad andare avanti anche dopo quel momento?
Wow! Questo è un concetto interessante che non mi era mai nemmeno passato per la teste. Non lo so. Wow. Non dici mai niente a caso, vero? Se il mercato richiede qualcuno che esegua quella musica ci dovrebbe essere qualcuno pronto a suonarla. Ed in quale forma? Chi potrebbe mai dirlo. E poi questi ragazzi non hanno ancora finito di lavorare. Si guardano intorno, e quando vedono gli Stones fare ancora quello che fanno..... Una volta si diceva: "Spero di morire prima di invecchiare". Non è più così, giusto? Penso che potrebbero starsene comodi a casa e non fare niente o girare il mondo e divertirsi come in una favola. Io lo so cosa preferirei fare...
Infine, quante volte pensi di aver sentito la canzone Bohemian Rhapsody in tutta la tua vita?
Troppe [ride]. Assolutamente troppe!
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