per la primissima volta a Roma, ha deciso di essere nostro ospite Peter Freestone: amico ed assistente personale di Freddie Mercury fin dai tempi di The Game !
Una persona che conosceva benissimo il nostro compianto frontman, con il quale ha vissuto H24 gli ultimi 12 anni della sua incredibile vita di artista e di uomo!
I ReQueen, la nota tribute band capitolina che organizza l'evento, aggiungono:
«Siamo felici di avere la possibilità di ospitare Peter nella nostra città e di poter dare al nostro pubblico l'opportunità di conoscere i suoi emozionanti racconti e ricordi.
Ovviamente mancare a quest'appuntamento sarebbe davvero un peccato !».
SIAMO PRONTI A SOTTOPORRE A PETER UNA SELEZIONE DI DOMANDE CHE VORRETE INVIARCI, OVVIAMENTE A NOME VOSTRO.
INVIACI UN MESSAGGIO CON LA TUA CURIOSITA',
QUELLO CHE VORRESTI CHIARIRE
APPROFITTANDO DELLA PRESENZA DI UNA DELLE POCHE PERSONE
CHE CONOSCEVANO DAVVERO FREDDIE,
MINUTO PER MINUTO DELLA SUA STRAORDINARIA VITA.
CHI SARA' PRESENTE POTRA' SENTIRE LE RISPOSTE DI PERSONA.
PER TUTTI GLI ALTRI PUBBLICHEREMO IN SEGUITO LA SESSIONE SU QUESTA PAGINA WEB.
Partners dell'evento: Stazione Birra We Will Rock You Italian Queen Fan Club (Official) Comunità Queeniana Italiana |
Promozione dell'evento su: |
Appuntamento per tutti alla Stazione Birra di Roma, in via Placanica 172.
È consigliata la prenotazione tramite i riferimenti sul manifesto qui sotto.
Dopo essere rientrato nel Regno Unito e terminati gli studi nel 1973, Peter ha lavorato per svariati anni al centro commerciale Selfridges di Londra, prima di trovare un impiego part-time alla Royal Opera House.
Nel 1977 è passato ad occuparsi a tempo pieno del guardaroba del Royal Ballet. Proprio in queste circostanze, Peter incontrò Freddie Mercury per la prima volta nel 1979.
Fra i due nacque immediatamente una forte amicizia che ha portato Peter a diventare l’assistente personale di Freddie a partire dall’anno seguente, un ruolo in cui è andato avanti quotidianamente fino alla morte del cantante dei Queen sopraggiunta nel 1991.
Autore di una fra le più note ed apprezzate biografie di Freddie Mercury, Peter risiede attualmente nella Repubblica Ceca , una vera e propria base in cui dimora fra i continui viaggi nei quali è impegnato in conferenze ed eventi per la sensibilizzazione sull’AIDS. Peter prende regolarmente parte ai memorial su Freddie Mercury e alle convention di fan dei Queen, con i quali ha ovviamente un rapporto molto speciale.
Fonte: www.peterfreestone.com
Dopo una calorosa accoglienza è iniziata una sessione di domande e risposte (Q&A, appunto, come la chiamano gli inglesi) nella quale abbiamo chiesto ciò che ci era pervenuto dai nostri amici e lettori nelle settimane che hanno preceduto l’evento.
Ci hai spiegato che Freddie aveva avuto fin dal principio un approccio protettivo nei confronti di John e che i due andavano molto d’accordo.
Quali sono stati i momenti più particolari tra loro due nel periodo e nei luoghi in cui tu eri presente, sia nella vita professionale che privata ?
Freddie Mercury era già amico degli altri Queen ai tempi degli Smile, mentre John è stato l’ultima persona ad entrare nella band. Per questo Freddie lo prese sotto la propria ala protettiva.
La cosa più importante che ricordi da quando sono entrato in contatto con i Queen è che tra Freddie e John c’era un’amicizia che andava oltre il comune. John e Freddie vedevano l’uno nell’altro i propri pregi come persone e non solo come musicisti. Come è stato detto da John Deacon in un’intervista, tutte le canzoni dei Queen potevano essere attribuite a Freddie poiché, essendo il cantante, aveva un impatto rilevante nella scrittura, soprattutto dei testi. Nonostante questo, abbiamo avuto diversi casi in cui John ci ha tenuto affinché anche Freddie comparisse insieme a lui nei crediti compositivi.
C’è qualcosa di simpatico da parte di Freddie o della band nei riguardi di questo pezzo che tu ci possa rivelare?
Come già mi è capitato di raccontare, io vidi per la prima volta Freddie con il Royal Ballet nel 1979 a Londra. Lui cantò dal vivo Crazy Little Thing Called Love per la primissima volta e dopo di essa ci fu Bohemian Rhapsody. Cantava mentre con i ballerini tutti intorno prendeva parte alle coreografie in scena di fronte al pubblico. Una cosa pazzesca.
Quello che avvenne dopo fu che Freddie mi notò e mi chiese che cosa ci facessi in quel posto. Io ero addetto al guardaroba del teatro e la conversazione finì così, senza nessun’altra parola! Poco dopo il mio responsabile ricevette una telefonata dal manager dei Queen che gli chiedeva se mi avrebbe fatto piacere occuparmi del loro guardaroba per mantenere tutto pulito ed in ordine. E così fu! Iniziai questa nuova esperienza in occasione del Crazy Tour del 1979.
Non era la fase giusta della vita di Freddie per raccontare le sensazioni riguardo il proprio lavoro. Più che condividere idee con altri, era proprio un’azione di squadra con tecnici e registi al servizio della band
Tra Freddie e Barbara c’è stato decisamente più di un’amicizia. Per Freddie poi l’amicizia non era semplice "amicizia", ma sempre qualcosa di più speciale.
Freddie conobbe Barbara nel momento giusto e Barbara era l’esatto opposto di Freddie. Lui nella vita reale era timido e introverso. Barbara invece si mostrava forte senza problemi con chiunque.
Per rendervi l’idea, vi racconto di alcune volte che in un club o in un ristorante Freddie entrava e si sedeva nel modo più tranquillo possibile al posto che gli veniva prenotato e riservato, mentre Barbara entrava in un locale, si sceglieva il posto che voleva a tutti i costi e se c’erano sedute altre persone le faceva spostare con veemenza. In quei momenti Freddie se ne stava buono buono in silenzio.
Quando Freddie era insieme a Barbara non aveva necessità di fingere; poteva essere sé stesso. Lei era una star del cinema e lui della musica, ma in quei momenti erano semplicemente loro stessi.
Fra di loro c’era un relazione nella misura in cui lui si sarebbe preso cura di lei e lei a sua volta di lui. Credo che siano andati a letto insieme, ma non ero lì con loro, quindi non ve lo so dire [ride].
Mary è stata una delle persone che Freddie ha amato. Dovete pensare che Freddi e amava davvero tutte le persone a cui teneva. Lui distribuiva in modo equo il proprio amore verso le persone più care. Non puoi dare il 100% del tuo amore ad una sola persona, altrimenti se poi ti trovassi innamorato di qualcun altro come si metterebbe la cosa? Cosa sarebbe giusto? Si può chiedere indietro il 10% dell’amore che hai già dato ad un'altra persona per darlo ad un'altra? Ameresti chi è arrivato dopo al 30% o al 80%? Per Freddie l’amore significava dare tutto, ma anche ricevere.
In un’intervista ha anche detto che i gatti sono erano il suo amore più grande. Hanno rappresentato un aspetto importantissimo della sua vita. La parola “amore” non è facile da definire.
Tornando a Mary, lei e Freddie erano innamorati. Nel 1974/75 Freddie fece i conti con il proprio orientamento sessuale e, anche se aveva una relazione con Mary, sentiva che in quel momento gli uomini gli interessavano maggiormente rispetto alle donne. Questo dipese anche dal fatto che era a continuo contatto con John Reid [il manager dei Queen dal 1975 al 1978, ndr] che a sua volta era dichiaratamente gay e forse questo gli diede il coraggio necessario all’epoca per chiarire il proprio orientamento. Dopo una lunga conversazione con Mary, lei gli disse che andava bene così e che sarebbe rimasta per sempre con lui in ogni caso. E restò al suo fianco fino alla fine.
Ecco, quando sentiamo il Freddie che scriveva canzoni come questa dobbiamo pensare che era la stessa persona ad aver scritto altri brani come Somebody To Love. Se ci fate caso, tutte o quasi le canzoni scritte da Freddie erano sul tema dell’amore. Per lui era centrale.
Venendo alla domanda, dovete pensare che era come se ci fossero state quattro persone insieme in un matrimonio. Già è complicato andare avanti in due! Si finisce sempre per discutere. Ad ogni modo non si sono mai messi le mani addosso. Tutti però erano molto esigenti e severi tra loro e verso loro stessi.
Ci sono due esempi che riguardano il rapporto tra Freddie e Brian: quando hanno realizzato Is This The World We Created e Bijou. Ognuno di loro quattro era espertissimo nel proprio campo e sapeva dare il meglio di sé per la band.
Sempre sullo stesso tema della domanda precedente, Freddie è l’ideatore di alcuni tra i più “violenti” riff di chitarra poi messi in musica da Brian (pensiamo a Ogre Battle, Millionaire Waltz, Let Me Entertain You, Princes Of The Universe). Che opinione aveva Freddie (se ne aveva) delle band inglesi di musica heavy e metal come Iron Maiden, Judas Priest, ecc.?
A causa del fatto che Freddie era completamente immerso nel proprio lavoro all’interno della band, non ha mai badato molto a quello che gli succedeva intorno, almeno nel periodo in cui ho vissuto e lavorato per lui. Per questo non ricordo che avesse delle opinioni su altri artisti inglesi del genere heavy e metal rock.
Bene, queste immagini e queste parole da parte di Roger dirette a Freddie sono davvero toccanti. All’interno della band, John aveva una vita familiare molto attiva e anche Brian dedicava la maggior parte del proprio tempo libero alla sua.
Roger invece era come Freddie in un certo senso. Tutti e due amavano uscire insieme, divertirsi e fare baldoria quando avevano dei periodi di pausa dal lavoro. C’era un’intesa unica tra Roger e Freddie. Non credo di avere un ricordo specifico. Ogni volta che Freddie e Roger erano insieme da amici andava sempre così. Si divertivano in modo genuino e sincero.
Ascoltando i lavori solisti di Freddie, Brian e Roger al di fuori dei Queen si percepisce sempre che manchi qualcosa, un elemento di cui si avverte la mancanza. Ad esempio, quando ascolto Mr Bad Guy mi aspetto che arrivi Brian con un suo assolo o con un riff di chitarra. Se ascoltiamo gli album di Roger Taylor sembra di sentire Freddie che canta quelle canzoni, perché molto spesso era Freddie nei Queen a cantare i brani scritti da Roger. Allo stesso modo, se ascoltiamo i lavori solisti di Brian c’è qualcosa di diverso, ovviamente nella presenza della sua voce al posto di quella di Freddie, ma anche la stessa batteria ha un suono diverso da quella di Roger.
In conclusione, loro davano il massimo quando registravano musica insieme. Se dovessi scegliere un album dal loro catalogo individuale questo sarebbe senza ombra di dubbio Barcelona, il suo ultimo lavoro, insieme a Montserrat Caballe.
La storia dei Queen in giro per il mondo potrebbe essere nettamente suddivisa in fasi: la Queen-mania in Giappone (’75), il lento ma efficace approccio al pubblico Nord-americano (’74-’77), il boom in patria e in Europa (’78-’79), la fortunatissima avventura in Sud America (’81).
Poi, invece, nella prima metà degli anni ’80 la loro popolarità iniziò per vari motivi a calare, forse complice il drastico cambiamento di stile da band sofisticata a band pop-rock più commerciale, fino ad allungare su di loro l’ombra dello scioglimento. Per fortuna poi arrivò l’esperienza al Live Aid nel 1985, grazie a Bob Geldof, e tutto cambiò in meglio. Ma quanto davvero andarono vicino allo scioglimento? Da quello che hai potuto vedere con i tuoi occhi, i Queen erano davvero prossimi alla fine?
Sì, effettivamente è corretto affermare che nella prima metà degli anni ’80 ci fu un periodo di crisi all’interno del gruppo.
Bisogna considerare che a quel punto vivevano a strettissimo contatto l’uno con l’altro da tantissimo tempo e sentivano la necessità di prendersi una pausa. Ed è in questo momento che iniziò a prendere piede il progetto solista di Freddie. La cosa singolare è che anche gli stessi Brian e Roger avevano iniziato a lavorare per conto proprio, anche prima di Freddie. Non c’era dunque niente di strano o di cui preoccuparsi se ora era Freddie a volersi prendere una pausa per le proprie attività.
La verità è che i rapporti interpersonali all’interno della band a quel punto erano già logori e quindi ci si poteva aspettare una rottura. Nella vita di tutti noi ci sono momenti in cui ci sentiamo stanchi o tristi. A quel punto la cosa più probabile è che si cerchi di liberarsi da ciò che ne è la causa. I problemi all’interno della band aumentarono improvvisamente quando si seppe l’ammontare dell’investimento economico sull’album di Freddie.
Beh, sì, ma anche Michael Jackson era molto timido. Ero presente e potevo vederlo con i miei occhi. Sicuramente i primi approcci per la loro collaborazione arrivarono da parte di Michael. Dopo averne parlato si incontrarono insieme nello studio di registrazione di Michael.
In realtà tutto è iniziato perché Michael ha insistito affinché Freddie prestasse la propria voce per una sua canzone, che poi era State Of Shock. Dopo che questo venne fatto, quasi per contraccambiare in qualche modo il favore, Michael si offrì per cantare in un brano di Freddie. Freddie si è seduto al piano e Michael ha cantato There Must Be More To Life Than This.
Quindi a quel punto c’erano due tracce, ma loro ne volevano fare una insieme. È una lunga storia…. Non era una cosa programmata. Per poter iniziare a registrare c’era bisogno dell’ausilio di una batteria per dare il tempo. Da qualche parte, in qualche archivio, deve ancora esistere la mia registrazione mentre suono la batteria, ma in realtà stavo aprendo e chiudendo una porta! Era la porta della toilette!! L’ho fatto per cinque minuti di fila! Il brano doveva chiamarsi Victory, ma in realtà ne venne registrata una minima parte. E fu così che si concluse quel momento tra loro due.
Sono stato lì a Londra l’anno scorso per cinque mesi. Nei primi tre ero coinvolto con chi doveva progettare i costumi e le scenografie. In realtà la cosa si spingeva anche oltre, in quanto volevano informazioni anche sugli ambienti domestici, fino ai dettagli sui bicchieri e le tazze che Freddie utilizzava. Questo perché volevano e sono riusciti a riprodurre tutto nel modo più fedele possibile alla realtà. Dopo questi primi tre mesi ho speso gli ultimi due ….
Anzi, vi racconto gli eccessi della Hollywood che ho vissuto in questi mesi. Per dieci ore e mezzo al giorno si giravano le riprese. Poi ci volevano due ore per recarsi sul luogo dei lavori e altre due per tornare a casa. Ho trascorso praticamente dieci settimane chiuso in una tenda nera con due monitor su una delle pareti interne ed il regista seduto di fronte a me e l’autore della sceneggiatura affianco a lui. Ce ne stavamo lì dentro noi tre, per tutto il tempo. Sui monitor passavano le immagini di quello che veniva ripreso con le videocamere. In due o tre occasioni ho dovuto andar via per via del fatto che mi veniva un groppo in gola per quello che vedevo. Lo sceneggiatore attendeva che gli potessi dare al momento giusto le indicazioni sulle cose da modificare o aggiungere tramite un microfono posizionato qui davanti alla mia bocca.
Ciò che voglio dire è che non si tratta di un documentario su Freddie Mercury. Ce ne sono già tanti. Non avrebbero investito miliardi di Dollari per un documentario. Sarà un film a tutti gli effetti, che riguarda Freddie, i Queen e la storia del gruppo con la loro musica che accompagna per tutta la durata. E credetemi: ci saranno vari momenti in cui vi renderete conto di ascoltare musica che non avevate mai ascoltato prima, perché si è avuto accesso ad ogni loro registrazione direttamente dai nastri originali. Quindi effettivamente ascolterete parti di canzoni o tracce vocali che non sono mai state pubblicate in precedenza e che non avete mai sentito.
Per questi motivi penso che tutti dovrebbero vedere il film. Ci sono scene e momenti che tutti devono vedere.
Oggi ti trovi per la primissima volta nella città di Roma. Secondo te, a Freddie sarebbe piaciuta?
Sì, certamente! Freddie adorava l'arte e gli stili architettonici antichi. Tutte le varianti presenti nella città di Roma lo avrebbero entusiasmato e avrebbe voluto magari qualche cosa di originale da poter tenere per sé.
• Bohemian Rhapsody, il progetto che porterà al film ufficiale su Freddie Mercury e i Queen
• Phoebe parla di Freddie Mercury e Michael Jacson su Radio Prague [2003]
• «Freddie non avrebbe mai voluto invecchiare», intervista su WeGotIt [2016]
• Il libro Freddie Mercury's Royal Recipes [2016]
• Freddie Mercury Birthday Party 2018