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Brian May - intervista per Life After Movies [16 agosto 2020]

16/8/2020

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La realizzazione della colonna sonora di Flash Gordon con i Queen: la sfida, la scena preferita, l'ipotesi di un remake del film... e altro. «Gordon's alive!!»

di Ashley Pugh e Lisa Downs - Life After Movies, 16 agosto 2020
Trascrizione e traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana

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Gran parte del documentario Life After Flash non sarebbe esistita senza il contributo dell'immenso Brian May. Ora nel 40° anniversario di Flash Gordon sono uscite delle edizioni celebrative del film. Per cui grazie Brian May per essere qui con noi!

Piacere mio. Mi fa piacere essere qui a parlare con voi.


Oggi, riguardando indietro di 40 anni a questo progetto, avresti mai detto che sarebbe diventato qualcosa di così importante?

No, per niente. Ma lo speravamo. Le musiche sarebbero state integrate a quelle dell'orchestra. Era quello il modo in cui venivano fatte le colonne sonore fino a quel momento. La mia idea era invece di non limitarsi a quello, ma di farla diventare una colonna sonora in stile rock. Sarebbe stato sfondare le barriere di quello che si faceva all'epoca. Ero determinato anche affinchè il nostro contributo non si riducesse soltanto a dei momenti in evidenza, ma a diventare parte dell'atmosfera del film. Alla fine credo che sia stata la primissima colonna sonora realizzata in quel modo. Sono immensamente felice che sia diventata parte del folclore popolare e che oggi tutte le colonne sonore hanno delle batterie e chitarre che suonano a tutta forza. Sono cambiate molto le cose! L'unico altro caso che ricordi di quell'epoca realizzato in questo modo riguardava le serie di fantascienza giapponesi. Ad esempio ci fu Starfleet, alla quale mi sono sentito molto vicino, come probabilmente saprete. Sono orgogliosissimo del fatto che Flash sia diventata un'icona, perchè credo che se lo sia meritato. E ce lo siamo meritato noi, precoci ragazzi, quando abbiamo lavorato a quel progetto.
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A cosa credi che sia da attribuire la passione del pubblico per questo film?

Credo che non ci sia un unico elemento che risponda a questa domanda. Penso che ci siano una serie di tante piccole componenti ironiche unite a richiami allo stile retrò. Ma forse la cosa principale è il senso di avventura che si percepisce. Credo che sia stato fatto un lavoro eccezionale a questo film, principalmente per merito del regista Mike Hodges. Il cast era ottimo. Sembrava davvero come nelle strisce dei fumetti, in cui i cattivi appaiono come cattivi e, ad esempio, il protagonista Sam era bravissimo nel suo ruolo. Tutto è stato gestito benissimo. E anche le musiche erano OK.




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​


Quando ti ho intervistato per il documentario mi hai parlato del momento in cui guardando alcune scene del film ti era subito venuta l'ispirazione per quel "dum-dum-dum-dum...". Da quel momento in poi quanto tempo ti ci è voluto per mettere tutto in pratica?

In effetti non moltissimo. Facemmo tutto di corsa, perchè eravamo a lavoro su più progetti differenti. All'epoca stavamo provando a completare un album dei Queen [The Game, ndt] e Monaco di Baviera. Per cui eravamo costretti a fare avanti e indietro per Londra. Ed alla fine io restai più a lungo a Londra per portare avanti questo progetto, mentre gli altri ragazzi erano a Monaco per l'album dei Queen. Non ci mettemmo molto tempo. Anzi, addirittura la canzone dei titoli di coda si può dire che venne realizzata in meno tempo di quanto duri la canzone stessa. Beh... più o meno, naturalmente... Haha. La realizzammo in alcune notti un paio di minuti per volta, inclusa l'integrazione con le musiche dell'orchestra, che vennero messe insieme molto bene. Del singolo Flash ci furono varie versioni: una per il film, una per il singolo... e poi c'era quella per la sequenza conclusiva. La registrammo ai Townhouse Studios. Vedi, se si hanno le idee chiare sul cosa si vuole ottenere, poi non ci vuole tantissimo tempo per realizzarlo. Ricordo che fu abbastanza elaborata la parte cantata "FLASH! A-AH...", perchè ha sette sovrapposizioni vocali. Poi però, quando provammo a riprodurla per i titoli di coda, non funzionava più, perchè quel momento di suspance era ormai sfumato. Quindi dovetti trovare le modifiche giuste per adattarla. E quando ascoltate i titoli di coda... beh, lì potete sentire questa mia brutta versione della canzone. ​
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Mi è rimasta impressa la scena del film Bohemian Rhapsody in cui si vede quanto sperimentavate nello studio di registrazione. Voi effettivamente eravate sempre alla ricerca di nuove sonorità, non è vero?

Assolutamente sì. Flash Gordon fu la prima volta in cui utilizzammo i sintetizzatori in quel modo. Fino ad allora sui nostri album c'era la scritta "no synthesizers", perchè la gente pensava che le armonie vocali e le orchestrazioni di chitarra fossero fatte ai sintetizzatori. Volevamo che invece fosse chiaro che eravamo davvero noi a produrre quel sound. Con Flash, invece, eravamo fortemente invitati ad utilizzare i sintetizzatori. Roger aveva questa apparecchiatura formidabile chiamata OBX, che era particolarmente adatta a produrre tutti quei suoni spaziali. Così ci lanciammo nell'utilizzo dei sintetizzatori per Flash. Da allora non li abbiamo più lasciati. Ancora oggi ci lasciamo coinvolgere dal loro utilizzo. Per produrre un suono che generi emozioni non c'è nulla di meglio della voce e della chitarra, ma i sintetizzatori possono aggiungere contributi importanti. Ed oggi ormai sono parte del tappeto musicale della vita di tutti.


Quando si guarda i video di Flash vi vedete suonare e cantare sincronizzati con le scene del film. È così che venne realizzato l'intero progetto?

Assolutamente sì. Era un metodo veramente alla vecchia maniera. Oggi non si fa più perchè si può lavorare in digitale direttamente da casa propria. All'epoca invece si andava in studio, ci si metteva ai propri strumenti con davanti questi enormi schermi per le proiezioni. E ogni volta che c'era da suonare una parte lo si capiva da quello che si vedeva proiettato. Passava davanti agli occhi come sequenza di immagini e sapevamo che prima che la scena passasse dovevamo suonare le nostre parti. Quindi dovevamo assolutamente essere sincronizzati alla perfezione con il film. Era come lavorare alla colonna sonora di Via Col Vento, veramente. Ma fu bellissimo e sono felice di averci lavorato in quel modo. Oggi non si può più rivivere una esperienza di quel tipo nello stesso modo. In più all'epoca tutti i dialoghi, le musiche e gli effetti sonori venivano registrati sullo stesso nastro. Per cui se si falliva la sincronizzazione bisognava rifare tutto daccapo. E se non lo si faceva restava un buco nel suono. Da un certo punto di vista era frustrante, ma d'altra parte era il modo per abituarsi a fare le cose bene al primo colpo. Da quel momento in poi tutto sarebbe rimasto sincronizzato nel modo giusto.
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Hai qualche momento specifico di quel lavoro che ricordi con maggiore soddisfazione?

Un momento che mi è rimasto piacevolmente impresso è la scena in cui la nave volante del perfido Mingo spunta minacciosa dalle nuvole. C'era il beat di Flash, certo, ma ricordo che dovevo trovare il modo giusto di enfatizzare il concetto di pericolo di quella scena. Come ho già detto, tutte quelle registrazioni avvenivano in tempo reale con la proiezione del film sugli schermi davanti a noi. Ecco, quella scena mi fece sentire davvero orgoglioso del lavoro che avevo fatto, perchè sapevo che il pubblico si sarebbe sentito coinvolto nella scena grazie alle musiche. Fu davvero una mossa ben riuscita!
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Quale fu la sfida più grande che avete affrontato per questa colonna sonora?

La sfida più grande fu avere con noi Dino De Laurentiis. Lui era al comando di tutto il progetto, ne era stato l'ideatore e ne era il produttore. Era un produttore cinematografico di immenso successo. Aveva prodotto dei remake colossali come quello di King Kong. Credo di averlo già raccontato altre volte, ma quando ascoltò le nostre musiche non era per niente convinto. Dal suo punto di vista sarebbe dovuto essere un film drammatico, mentre invece il nostro contributo andava più che altro nella direzione dei fumetti. Gli sembravano un gioco, qualcosa di poco serio. Così quando ci trovammo di fronte a lui, ricordo chiaramente che ero arrabbiatissimo perchè lui disse "Saranno anche le vostre musiche, ma non saranno quelle del mio film". Mike Hodges mi prese per un braccio per calmarmi e disse "Non preoccuparti, metterò tutto a posto". Mike e Dino parlarono in privato e alla fine si convinse che il nostro lavoro andava nella giusta direzione, e che il suo film sarebbe andato bene. Alla fine a Dino piacquero le nostre musiche. Venne a ringraziarci personalmente per il lavoro svolto. Alla fine tutto andò per il meglio, ma fu dura. Non è facile portare a termine un progetto sapendo che non si gode della piena fiducia di chi te lo ha commissionato. Sarebbe stato davvero una immensa delusione se quel "FLASH!" non avesse funzionato, perchè per me era chiarissimo che si trattasse della cosa giusta.
Ancora oggi, dopo 40 anni, chi era bambino nel 1980 vede in Flash Gordon un film che affascina, come uno dei preferiti. Per te qual è il film che dalla tua infanzia ti ha lasciato qualcosa fino ai giorni nostri?

Beh, il Flash Gordon originale naturalmente ha fatto parte della mia infanzia. Un po' anche Bugs Bunny... ma quella è un'altra storia... haha. Forse tra i film quello che mi ha conquistato di più è stato Il Mago di Oz. Ho sempre desiderato essere L'Uomo di Latta. Era un personaggio che mi dava delle emozioni. Con i miei genitori guardavamo Ginger Roger e Fred Astaire ogni Natale. Era quello il genere di cose che mi emozionava da piccolo. E c'era un incredibile lavoro atletico in quelle produzioni. Da ragazzo poi fui rapito completamente da Donne in Amore di Ken Russell, un film che ho visto moltissimo anche da adulto. 


Non ricordo che sia mai successo fino ad ora, ma se si volesse rifare da zero Flash Gordon come nuovo film e vi venisse chiesto di partecipare un'altra volta voi come la prendereste? Come una opportunità oppure come un sacrilegio?

Credo che sia sempre bello fare delle rivisitazioni nel modo giusto. Non dico che sia il caso di rifare tutto daccapo. Mi piacerebbe però rivisitare e migliorare alcune cose. Quello sarebbe giusto e stimolante. Ma in realtà, sai, pensandoci forse la cosa migliore è lasciare le cose così come sono, per il gusto dell'antico. Ogni cosa viene realizzata ed ha un senso nel momento specifico in cui avviene. Tutto avviene perfettamente: il copione, la scelta del cast, le musiche. Sono felice di come sia andata. Ma resto aperto a entrambe le soluzioni. Specialmente se si trattasse più che altro di un sequel, allora potremmo prendere la cosa in considerazione.
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Forse è anche questo un segreto del successo di Flash Gordon: il fatto che non abbia mai avuto un sequel e che sia rimasto legato allo specifico momento in cui venne realizzato. La sua popolarità potrebbe dipendere molto anche da questo.

Sì, credo anche io che abbia il suo effetto migliore in questo. Ad esempio, il fatto che abbia elementi ironici misti alle atmosfere di Star Wars lo rende unico, perchè lì è tutto preso sul serio, mentre invece in Flash non si ha mai la certezza di cosa sia uno scherzo e cosa sia serio. A me piace così. Non bisogna mai prendersi troppo sul serio. E Flash Gordon rappresenta benissimo questo elemento.


Recentissimamente è venuto fuori sulla stampa che Sua Maestà la Regina guarda Flash Gordon in famiglia ogni anno nel periodo festivo. Forse è anche per la presenza di Brian Blessed [Brian Blessed è stato narratore della serie televisiva The History Of The Royal Family, ndt]. Cos'altro potrebbe determinare questo affezionamento?

Sì, ho sentito anche io questa cosa. Beh, che dire, Brian Blessed è un personaggio straordinario. Ancora oggi adora andare in giro a ripetere il suo "Gordon's alive!!". E non gli serve neppure il microfono, si sente già fortissimo così com'è. È un uomo straordinario, oltre che un portento dello spettacolo. Inoltre abbiamo in comune l'attenzione per la cura degli animali. Anche lui si occupa del salvataggio di alcune specie [Brian Blessed è patrocinatore del Hopefield Animal Sanctuary, ndt]. Ogni volta che con la mia organizzazione vogliamo fare qualche evento particolare, Brian è sempre pronto a darci una mano. È una persona magnifica. Brian, sei una persona magnifica! È un tesoro nazionale.


Ti è mai capitato di sentirlo urlare "Gordon's Alive" nelle valli dove abitate?

Hahaha, sì credo che abitiamo abbastanza vicini in linea d'aria da poterlo sentire anche senza amplificazione. Non abita lotano da dove vivo e ho il mio studio di registrazione. Si fa vivo spesso.
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Mia madre è una tua grandissima fan e mi ha chiesto di farti questa domanda: cosa c'è nell'astrofisica che ti cattura così tanto e a cui ti senti maggiormente legato?

Hey mamma! Credo che sia la stessa cosa che si prova da bambini: quando ero piccolo il cielo era molto più visibile di adesso e si vedeva benissimo da dove abitavo; scrutandolo, avevo voglia di capire cosa ci fosse veramente lassù, di conoscere l'universo in cui viviamo. Pregavo i miei genitori di farmi restare sveglio alle 22 di sera per guardare in TV il programma The Sky At Night di Sir Patrick Moore. Mi mostrava cosa fossero quei puntini nel cielo notturno. La musica e l'astronomia sono sempre state le due cose che hanno guidato la mia vita. Qualche volta sono anche andate in conflitto tra loro, ma sono stato abbastanza fortunato da riuscire a gestirle entrambe, immergendomi tanto nell'astronomia quanto nella musica ai più alti livelli.
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So che i Queen hanno dovuto ovviamente rinviare gli spettacoli di quest'anno. Sarete in tour l'anno prossimo? Quali sono i vostri programmi? Riuscite a programmare le cose in questo momento così difficile?

Si può pianificare tutto, ma non si può avere la massima confidenza che poi possano realizzarsi. Sì, abbiamo posticipato l'intero tour di un anno. Se tutto andrà bene faremo gli stessi spettacoli negli stessi posti, solo un anno più tardi. Non è stato facile e chissà se potremo farlo davvero oppure no. Se potremo, siamo pronti a farlo. La cosa positiva è che offriamo alle persone il rimborso del biglietto oppure facciamo in modo che resti valido per uno spettacolo successivo nel caso non potessimo mantenere l'impegno preso. Credo che abbiamo già venduto qualcosa come mezzo milione di biglietti per questo tour. Centinaia di miagliaia di persone ancora oggi si devono proteggere dall'influenza, ma conservano fiduciosi i biglietti per il nostro spettacolo. Vediamo che c'è una grossa speranza da parte del pubblico nel fatto che possano vederci dal vivo. Solo una minima parte ha rinunciato al proprio biglietto. Oltre trecentomila persone ci aspettano. Spero che li possiamo ricompensare. Purtroppo quest'anno anche io stesso ho avuto dei contrattempi. Ora per di più sto lottando per tornare in forma da questo periodo di pausa forzata sia per il corpo che per la mente. Purtroppo ho avuto delle complicazioni; alcune per il mio stesso stato fisico, altre per via dei medicinali che devo assumere per i guai che ho avuto. Credo che si possa attribuire la causa alla mia età.


Grazie infinite Brian. Ritorna presto in forma. Noi siamo qui per qualsiasi evenienza in cui ci dovessi trovare utili ad aiutarti o a supportare le tue iniziative. Nel frattempo tutti i ricavi derivanti da questa intervista verranno donati in beneficenza al Mercury Phoenix Trust. A presto!

Grazie a voi. Per me è stato un piacere essere qui con voi. È stato bello prendere parte a tutto questo. Buona fortuna per tutto. Manteniamoci tosti, OK?

​
Sì, infatti!
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Leggi anche...


     • Life After Flash, il documentario: "Gordon è vivo!" [2017]

     • Flash Gordon, edizione 4K per il 40° anniversario [2020]

     • Flash Gordon, original soundtrack music by Queen [1980]




​

─ @claudiobadger
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