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Dave Clark su Freddie Mercury - intervista per uDiscover Music [27/6/2019]

27/6/2019

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Il fondatore dei Dave Clark Five – la band che scalzò i Beatles dal primo posto in classifica nel 1964 – racconta a uDiscover Music la storia di quella indimenticabile sessione di registrazione con la star dei Queen nel gennaio 1986.

di Martin Chilton - uDiscover Music, 27 giugno 2019
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana

"A Freddie piacevano le cose innovative, ed è ciò che volevamo fare"



«Tre mesi prima, Mercury aveva registrato la prima traccia per il progetto Time, In My Defense, dopo aver viaggiato verso Londra dalla propria casa di Monaco, portando con sé il suo chef, per una seduta di 12 ore. Ad accompagnare la compagnia c'erano champagne e vodka. Quando tre mesi dopo tornò in studio per cantare la title track Time era in ottima forma.»


Racconta Clark: «Quando Freddie è entrato in studio e c'erano solo Mike Moran al piano e lui, è stato davvero fantastico. Mi ha fatto venire la pelle d'oca. Poi siamo andati a lavorare ai dettagli del brano e abbiamo realizzato 48 piste di cori, cosa mai fatta prima agli Abbey Road. La versione finale era una produzione da 96 piste. Io la adoravo. Freddie la adorava. È stata una nostra idea comune quella di renderla particolare in questo modo. Freddie, in quel periodo, amava le cose innovative, e quindi era ciò che volevamo fare.

In origine, Freddie voleva utilizzare i ragazzi dei Queen nella registrazione. Ma volevo fare qualcosa di diverso e gli ho detto, "Freddie, mi piacerebbe far suonare i miei ragazzi. Se non andasse bene, non avrai di che preoccuparti. Pagherò io tutto e la rifaremo di nuovo come dirai tu". Mike non aveva mai incontrato Freddie, ma è successo tutto molto velocemente. Qualche anno dopo ha scritto l'album Barcelona con lui, lavoro che ha dimostrato la bontà della squadra di musicisti che avevo coinvolto nel mio musical, con Moran tra loro.»






"Il suo modo di suonare è stato davvero fantastico"



Moran ha background interessante. Il musicista è nato a Leeds ed ha studiato al Royal College Of Music di Londra, prima di lavorare come turnista. Nel 1974 ha suonato con il grande arrangiatore e sassofonista jazz Oliver Nelson di Verve e Blue Note Records, in un album chiamato In London With Oily Rags. Con loro c'erano anche i chitarristi Chas Hodges e Dave Peacock (meglio noto come Chas'n'Dave), e Mike Moran (co-autore della canzone Snot Rap con quel matto di un DJ chiamato Kenny Everett.

Clark ricorda come ha conosciuto Moran: «Il mio amico Mike Smith, il compianto cantante dei DC5, viveva ai Water Gardens, vicino a Hyde Park. Sono stato da lui una volta e mi ha detto: "Vieni ad incontrare il mio vicino. È al Royal College Of Music, ma dà lezioni di piano per guadagnare qualche soldo in più". Mike Smith gli disse: "Sì, va tutto bene finchè si suona musica classica, ma scommetto che non sapresti suonare il rock'n'roll". A quel punto Mike Moran ci ha provato e siamo rimasti tutti sbalorditi. Il suo modo di suonare fu fantastico e diventammo grandi amici a partire da quel giorno.»
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"Adoravo la voce di Freddie senza nient'altro in più"



Già a metà degli anni '90, Clark fece un primo tentativo di missaggio del brano Time.

«Dentro di me sapevo che la versione finale andava benissimo, e non si poteva fare di meglio, perchè è favolosa. Ma poi ho pensato che mi piaceva così tanto quando Freddie la cantava da solo. Solo una decina di anni dopo ho pensato di mettermi alla ricerca dell'altra versione, anche se solo per mio puro divertimento. C'erano 96 tracce, 48 solo di voce, con tutti i coristi. Ci sarei riuscito partendo da quello? No.

Ogni tanto dicevo al mio tecnico del suono: "Vai giù ad Abbey Road e fai di nuovo un giro nei caveau". Non si riusciva in nessun modo a trovare la registrazione con la sola voce di Mercury, senza nessun accompagnamento. Alla fine del 2017 ci riuscimmo, trovando negli archivi quel nastro. Ho pensato: "Wow, è fantastico".»


Siccome Moran aveva suonato così tante versioni diverse del pianoforte originale, Clark decise di chiedergli di rifare l'accompagnamento alla pista cantata da Mercury, in modo da pubblicarla nel 2019. Moran ha registrato una nuova linea di pianoforte direttamente dal suo studio nel Buckinghamshire, e Clark è stato così in grado di produrre nuovamente la canzone così come l'aveva sempre voluta.





"Puoi essere in anticipo sui tuoi tempi e le persone non lo accettano"



Clark ricorda di essersi trovato nel suo attico in Curzon Street a Londra quando lui e Christie hanno scritto il testo originale della canzone: «Conoscevo John Christie, che è un cantautore australiano di grande talento, da circa 40 anni. La nostra canzone è andata benissimo. Ma se si toglie tutta la produzione aggiuntiva della versione originale è possibile vedere la title track cogliere il messaggio dello spettacolo teatrale. Il tempo non aspetta nessuno di noi. È più facile a dirsi che a farsi, ma si deve provare a godere di ogni momento che ci viene concesso».

[...]
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"È stato proprio Freddie a fare i commenti più sorprendenti sul musical Time"



Sebbene Mercury non apparisse nel musical, era un grande fan della produzione di Clark: «Freddie è arrivato direttamente alla serata inaugurale, rilasciando i commenti più sorprendenti sul musical. A volte si può essere in anticipo rispetto al proprio tempo e le persone non capiscono. Oltre un milione di persone hanno visto lo spettacolo e lo hanno compreso.».

Il video originale con Mercury è stato girato proprio al Dominion Theatre: «Quando è giunto il momento di pubblicare questa nuova Time Waits For No One ho pensato che non sarebbe stato nello tagliare e montare riprese di repertorio, sebbene fosse la cosa più scontata da fare. Lo spettacolo era iniziato solo da un paio di settimane e gli aspetti tecnici erano ancora un tema centrale. Al suo inizio, lo spettacolo durava una quindicina di minuti in più, ma poi venne accorciato leggermente».

Questo per garantire delle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro tali da non superare le restrizioni sindacali sull'orario di lavoro. Ci venne detto che avevano solo 180 minuti per filmare il video prima che tutte le attrezzature venissero messe in ordine per lo spettacolo vero e proprio al Dominion.

«Ero un po' preoccupato che non avremmo ottenuto il risultato finale che volevo. Per questo ho fatto piazzare due telecamere in più, facendo riprese da quattro punti. Utilizzavamo una pellicola da 35mm a alta qualità. Ho fatto sistemare una telecamera dall'alto, mentre le restanti tre in basso hanno filmato frontalmente l'intera performance. Abbiamo usato molto l'illuminazione del palcoscenico, aggiungendo anche altre luci supplementari. Quando finimmo avevamo già Top Of The Pops che reclamava la clip per quella stessa settimana. A dire il vero, andarono direttamente loro a recuperare le pellicole, realizzandone un montaggio facendo tagli qua e là. Venne presentato dopo appena due giorni. È stato stupefacente.»
"Un incrocio tra Edith Piaf, Jennifer Holliday e Shirley Bassey"



Alcune riprese sono state pubblicate nel pluripremiato documentario del 2014 dal titolo The Dave Clark Five And Beyond - Glad All Over. Ma Clark sapeva che alcuni negativi delle riprese fatte con le quattro telecamere e non utilizzati per il video, erano rimasti ai Rank Laboratories di Pinewood. «Ho ricevuto del materiale dai Pinewood Studios per dare un'occhiata a cosa ci fosse. Alcune parti non erano mai state usate. Non c'era niente di preparato, solamente il negativo originale. Non volevo rovinarlo. Appena fuori da Londra c'è una struttura specializzata per le pellicole. Sono andato con il mio editore e ho trascorso quattro giorni nella struttura. Ho pensato che sarei riuscito a fare qualcosa di buono. È così che è iniziata la lavorazione alla nuova versione del video.»

Clark, che ha incontrato Mercury per la prima volta nel 1976 quando Queen suonarono a Hyde Park, ha detto che appena prima che iniziassero le riprese al Dominion il cantante gli chiese: "Come vuoi che lo interpreti?". Clark gli disse che voleva «Un incrocio tra Edith Piaf, Jennifer Holliday e Shirley Bassey». C'è un filmato con un'intervista fantastica del 1986 in cui Mercury ricorda quella che fu la sua risposta: "Bene, tesoro. Ho tutti i loro abiti. Posso farlo perfettamente".


«Freddie era un uomo divertente, come dimostrato in quella battuta alla mia richiesta. Edith Piaf, che era in giro  ancora prima di me, aveva questa meravigliosa carica emozionale. Il vibrato di Freddie mi ha ricordato Jennifer Holliday, che all'epoca andava fortissimo. E poi Shirley Bassey, perché lei e Freddie erano entrambi fuori dal normale. Guardando questo nuovo video della canzone, ho pensato: "Wow, ci ha preso davvero con quello che ho detto", perché ascoltandolo da solo puoi cogliere tutte quelle influenze.»
"Eravamo soliti parlare molto della musica che ci piaceva"



Da adolescente, Mercury era fan di The Dave Clark Five, e la coppia parlava regolarmente delle rispettive influenze musicali e dei loro artisti preferiti. «Chiacchieravamo molto della musica che ci piaceva, e il più grande complimento che Freddie mi abbia mai fatto è stato quando mi disse: "Sai che i Queen ebbero l'idea per We Will Rock You dalla tua canzone Bits And Pieces del 1964?". Gli chiesi come fosse possibile, visto che quella canzone venne registrata su sole quattro piste e ce n'era solo una per gli stomp & clap. Ma lui rispose: "L'idea l'abbiamo presa proprio da lì", il che fu molto bello.

​È sempre stato molto entusiasta riguardo la musica. Mi faceva vedere i video del soprano Montserrat Caballé. Era tutto bellissimo. Ciò che adoravo di Freddie era che pensava sempre in grande. Aveva scritto Bohemian Rhapsody e poi si lanciò di nuovo nell'avventura dell'album Barcelona, nel 1988, che accostò l'opera al rock’n’roll. Pavarotti e Nessun Dorma arrivarono dopo. Freddie era un innovatore»

[...]
"Freddie mi faceva sempre ridere"



[...]

«La cosa bella di Freddie era che mi faceva sempre ridere. Era un grande interprete, ma era anche molto intelligente. Faceva degli storyboard di tutti i suoi video prima ancora che arrivasse il team della produzione. Amava l'arte e ricordo sempre che aveva un dipinto di Picasso... nel gabinetto! Era un tipo fantastico. Ci siamo divertiti alla grande. Tutti mi hanno detto che sarebbe stato un incubo lavoraci insieme, perché in un certo senso è un perfezionista. Ma sono così anche io. Se a Freddie non fosse piaciuto qualcosa lo avrebbe detto, e viceversa. Pensavo che sarebbe stata una collaborazione interessante, ma si è rivelata essere un bellissimo sogno.

Miravamo tutti a fare un disco speciale, semplicemente. Ora, dopo quasi quarant'anni, è bello mostrare Freddie al pubblico così com'era quando cantava da solo e non davanti a 100.000 persone o con una band alle spalle. La performance di Freddie in Time Waits For No One è semplicemente magica.»
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NOTA: la dichiarazione evidenziata con caratteri di colore rosso ci è stata smentita direttamente da fonte ufficiale all'interno dei Queen.

■ Leggi anche...


​
     • Dave Clark: "La sola voce di Freddie mi dava i brividi" [Billboard, 2019]

     • Freddie Mercury, Time Waits For No One [2019]

     • Nile Rogers e il suo remix di Freddie Mercury in Time [2018]
─ @claudiobadger
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