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Quel "maestoso" music hall dei Queen [Fan feature di Nathan Hodges]

23/4/2020

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La fan feature della pagina ufficiale QueenOnline alla riscoperta di alcuni grandi classici del catalogo "Reale"

di Nathan Hodges, www.queenonline.com - 23 aprile 2020

Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana

Per descrivere i Queen nel modo più semplice possibile, si potrebbe usare il termine “classic rock band”. Ma quando si guarda il loro catalogo di canzoni ci si rende conto che sono uno dei gruppi più distinti di tutti i tempi. Alcuni dei loro album più popolari degli anni 70 lo dimostrano molto più di altri, e c'è uno stile in alcuni di questi che si distingue più degli altri... il “music hall”. Era un genere di spettacolo teatrale britannico che risale all'inizio dell'epoca vittoriana, ma la sua popolarità è diminuita dopo la prima guerra mondiale. Lo stile comprendeva un mix di canzoni popolari, commedie, atti speciali e spettacoli di varietà. Anche se i Queen finirono per registrare una mezza dozzina di brani con influenze music hall, tutti tranne uno furono scritti da Freddie. Ma nonostante questo, tutti i membri della band si dedicarono a mettere in mostra il loro talento musicale per produrre queste canzoni.
Il primo tentativo dei Queen nel music hall si vede in Sheer Heart Attack del 1974 con Bring Back That Leroy Brown, scritta da Freddie. La canzone è un ritorno allo stile degli anni 20 con un accompagnamento composto da clavicembalo suonato da Freddie, ukulele suonato da Brian e persino John che suona un contrabbasso. Brian realizza anche un breve assolo di banjo verso la fine. In un'intervista a BBC Radio 1 del dicembre 1977, Brian ha parlato dei suoi contributi al brano; "Bring Back That Leroy Brown aveva questa sorta di atmosfera Vaudeville, e ho pensato che l'ukulele sarebbe andato bene. Così ci abbiamo lavorato un po' in modo che si potesse fare un piccolo assolo di ukulele". La creatività musicale e lo sforzo vocale di Freddie con la canzone è incredibilmente ammirevole ed è probabilmente una delle migliori tracce vocali dell'album. Quando i Queen iniziarono il loro tour Sheer Heart Attack nell'ottobre del 1974, aggiunsero per la prima volta un medley e una versione ridotta della canzone con un cantato brevissimo che faceva solo da finale per le strofe. La canzone sarebbe rimasta in scena fino a tutto il tour A Day at the Races Tour, nel giugno 1977.
Il quarto album dei Queen, A Night at the Opera, uscito per la prima volta nel novembre 1975, presenta tre canzoni che fanno un cenno allo stile del music hall. La prima è Lazing On A Sunday Afternoon, un'altra composizione di Freddie. Si tratta di una delle più brevi canzoni dei Queen mai pubblicate, di appena 1 minuto e 7 secondi. Ma, in linea con il resto dell'album, è comunque una canzone complessa. Con un inusuale esperimento, la voce è stata registrata partendo dal segnale del microfono di Freddie che venne inserito in delle cuffie poste in un cilindro di latta per creare un effetto megafono. Il co-produttore Roy Thomas Baker ha spiegato nel documentario Classic Albums che l'assolo di chitarra è stato registrato sulla traccia vocale perché non c'erano più tracce su cui incidere. La canzone è stata aggiunta agli spettacoli dal vivo durante il tour A Night at the Opera Tour nel gennaio 1976, ma è stata poi accantonata per sempre a partire dal concerto a Hyde Park nel settembre 1976.
La canzone successiva ispirata al music hall è Seaside Rendezvous. Si tratta di uno dei brani musicalmente più spregiudicati che i Queen abbiano mai scritto, senza chitarra o altri interventi di Brian, e puramente pianistica. È caratterizzata da un memorabile bridge pseudo-strumentale con finte orchestrazioni di ottoni e fiati di legno, realizzati dalla voce rispettivamente di Roger e di Freddie. Nel 1975 il suo autore Freddie disse al NME che “Seaside Rendezvous ha un'atmosfera anni 20, e Roger simula una tuba e un clarinetto, non so se è chiaro! Gli farò anche ballare il tip tap prima o poi; dovrò comprargli delle scarpe da tip tap alla Ginger Roger". L'effetto dei passi di tip tap è stato in realtà creato dal batterista con dei ditali su un asse da stiro. Non sorprende che la canzone sia stata una delle sole due dei Queen a non essere mai suonata dal vivo, anche se i Queen Extravaganza sono riusciti a suonarla live quando hanno reso omaggio all'intero album A Night At The Opera.
Ironia della sorte, l'altra canzone di A Night At The Opera a non essere stata mai suonata dal vivo dai Queen è il terzo brano ispirato al music hall: Good Company. È la loro unica canzone ispirata al Vaudeville a non essere stata scritta da Freddie, ma besì da Brian, che ha inciso anche tutte le parti vocali e suonato un vero e proprio ukulele-banjo George Formby. La canzone è sorretta dalla sezione ritmica di John e Roger, insieme a un'orchestrazione di chitarre jazz-band realizzata dal solo Brian. In un'intervista per On The Record nel 1982, Brian ha parlato di questo pezzo: "Le tracce di corno in Good Company sono state create basandosi su quattro tipi di chitarre. A quei tempi avevo molta voglia di ricreare quel tipo di atmosfera. Ho ottenuto il suono principalmente con piccoli amplificatori. Ho usato il piccolo amplificatore di John Deacon [il Deacy Amp] e un pedale del volume per i suoni di trombone e tromba. Registravo ogni nota individualmente: incidevo e poi vi sovraincidevo. Un lavoro certosino! Ci ho messo una vita! Da giovane ascoltavo molta musica jazz tradizionale, quindi cercavo di ottenere quel genere di fraseggio così come sarebbe stato se fosse stato suonato da quegli strumenti".
 
In un'intervista a Kenny Everett del 1975, Freddie ha parlato della canzone : “È un brano alla George Formby, con sassofoni, trombone e suoni di clarinetto, tutti creati dalla chitarra di Brian. Non crediamo nella necessità di avere dei musicisti sessionisti. Facciamo tutto da soli, dai falsetti più acuti alle più inavvertibili scorregge che sentite; siamo sempre noi ". La canzone è una delle poche dei Queen a non avere un contributo suonato da Freddie. Molto di rado, Brian l’ha suonata nei suoi spettacoli con Kerry Ellis, eseguendola personalmente con voce e ukulele.
L'album dei Queen successivo a A Night At The Opera fu A Day At The Races, ed è spesso descritto come il seguito del suo predecessore. Perché in A Day at the Races ci sono canzoni che suonano simili a quelle di A Night At The Opera, una in particolare:  Good Old Fashioned Lover Boy, che somigli a Lazing On A Sunday Afternoon oppure a Seaside Rendezvous. Freddie ha parlato di questo brano in un'intervista con Kenny Everett: "È uno dei miei pezzi Vaudeville. Faccio sempre una canzone in questo stile, anche se Lover Boy è meno complessa di Seaside Rendezvous, ad esempio. È abbastanza semplice: piano e voce con un ritmo che cattura. L'album ha bisogno di questi brani per staccare un po’". La canzone è stata selezionata per rappresentare A Day At The Races su Queen's First EP, vinile extended playin’ pubblicato nel maggio del 1977. Per via dell’animo commerciale del pezzo, è stato incluso come brano principale del singolo. (L'EP presentava anche Death On Two Legs (Dedicated to...), Tenement Funster e White Queen (As It Began)). L'EP raggiunse la top 20 in classifica, aiutato da una performance televisiva a Top Of The Pops con una versione re-incisa della canzone che vedeva Roger cantare il bridge al posto di Mike Stone (ingegnere del suono di A Day At The Races). La canzone è stata aggiunta agli spettacoli dal vivo giusto in tempo per la tappa europea del tour A Day At The Races nel maggio 1977, prolungando il medley e seguendo sempre Killer Queen nella sequenza.
The Millionaire Waltz è l'ultima canzone ispirata al music hall ad essere stata registrata dai Queen, ma non è necessariamente una canzone music hall a causa del numero di sezioni e variazioni di tempo; diverse sezioni della canzone, in particolare l'intro, sono influenzate dal tempo di valzer, una forma di ballo che era estremamente popolare ai tempi del music hall. Freddie ha parlato della canzone in un'intervista con Kenny Everett del novembre 1976: "Vorrei dire che in realtà Brian ha fatto un ottimo lavoro alle chitarre. Ha davvero portato la sua orchestrazione chitarristica ai limiti dell’impossibile. Non so come faccia. In verità non credo che potrà mai eguagliare in futuro quello che ha fatto qui. E John ha suonato un eccellente basso. Penso che sia molto buona… Eh, sì… dammi un’altra pacca sulla spalla… Credo davvero che funzioni alla grandissima, specialmente dal punto di vista dell'orchestrazione, perché Brian ha usato la sua chitarra in modi diversi, nonostante in passato abbia già curato un sacco di orchestrazioni ". Nel mezzo del brano, Brian si propone con un lezioso assolo, orchestrato tutto da solo, del quale Freddie ha parlato su Circus nel 1977: "Brian l'ha davvero orchestrato tutto unicamente con la sua chitarra come non aveva mai fatto prima. Passa dalle tube agli ottavini ai violoncelli. Ci sono volute settimane per realizzarlo. Brian è molto pignolo".
 
Brian in seguito ha raccontato su Guitar Player: "Penso che The Millionaire Waltz sia stato il mio record. C'è una parte che fa da sottofondo ad una sorta di effetto festa. Penso che ci siano tre ottave diverse per ognuna delle sei sezioni che ho inciso. Non sono sicuro, ma ci devono essere circa 18 o 20 tracce di chitarra. È un suono divertente. Ha un suono particolarmente netto. Sono rimasto davvero sorpreso. Sembrava un organo da fiera". La canzone è stata aggiunta al medley dal vivo all'inizio del tour A Day At The Races nel gennaio 1977. Quando la eseguivano live, veniva rimossa la seconda strofa. A seguire c’era sempre You're My Best Friend, che si collegava al testo "my fine friend…", omettendo quindi il clamoroso climax finale della canzone. Poco prima dell'inizio del tour Jazz nell'ottobre del 1978, le ultime due canzoni del music hall rimaste a far parte del loro set live (Good Old-Fashioned Lover Boy e The Millionaire Waltz) vennero accantonate in favore di materiale più recente. È possibile pensare che Bicycle Race abbia essenzialmente sostituito queste due canzoni del medley, in quanto si trattava del loro nuovo singolo e presentava diverse variazioni di tempo proprio come The Millionaire Waltz.
 



​Dopo A Day At The Races, i Queen decisero che con l’album successivo sarebbero tornati alle origini; in sostanza, un album rapido da realizzare. News Of The World ha richiesto due mesi e mezzo di lavoro, mentre per completare A Day At The Races erano stati necessari cinque mesi. Avevano già pianificato un tour per novembre del 1977, quindi dovevano ultimarlo quanto prima possibile. Ma avevano anche l'intenzione di fare in modo che le nuove canzoni potessero essere portate in tour. Per queste ragioni, i Queen non avrebbero mai più esplorato il music hall. Pur avendolo abbandonato come stile, i Queen continuarono lo stesso a creare brani dalle ispirazioni inusuali. Anche sullo stesso News Of The World hanno registrato punk, blues, musica latina, jazz; e anche il più innegabilmente grandioso degli stadium rock.

■ Leggi anche...


​

     • Sheer Heart Attack [1974]

     • A Night At The Opera [1975]

     • A Day At The Races [1976]



​
─ @claudiobadger
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