Trascrizione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana, tranne (*) grazie a Barbara Mucci
Freddie nervoso durante le interviste perchè lo vedete bere e fumare? No, non credo. Lo ha sempre fatto fin dal primo momento. In seguito ha smesso di fumare. Già all'epoca lo sapevo, perchè lo frequentavo. Smise per i suoi motivi di salute. Sono sicuro che prima o poi avrebbe smesso lo stesso, perchè era un ragazzo intelligentissimo.
Invece, l'altra famosa intervista del "jukebox" fu l'ultima rilasciata da Freddie per la TV e in video. Tutti la conoscono, ma nessuno sa che prima e dopo delle domande già predisposte, io parlavo con Freddie chiedendogli del più e del meno: come stava, cosa faceva, ecc. Sul mio canale YouTube troverete sempre più contenuti di questo tipo man mano che gli iscritti aumenteranno.
Il rimorso più grande che ho è di non aver fatto l'ultima intervista a Freddie, della quale avevamo più o meno parlato. Ma poi non ce mai stato il tempo nè il modo di realizzarla.
Freddie era molto attivo nel lavoro, sempre pieno di entusiasmo e ricco di idee. Una sera fui invitato a cena da lui con Elton John e Rod Stewart. Freddie era molto preso con i preparativi, ma non per la cucina; c'erano Joe Fanelli e Peter Freestone ad occuparsene. Era solo che si comportava sempre da gran Signore quando c'erano degli ospiti a casa, e lo stesso valeva sul lavoro.
Roger era legatissimo a Freddie, un ragazzo adorabile, ed era quello che portava più invitati alle feste organizzate dai Queen. Io e lui avevamo la fama di essere R&R, due animali festaioli sempre pronti a fare baldoria. Roger mi chiamò verso la fine degli anni 80. Mi chiese di raggiungerlo al Pikes di Ibiza. Credo che fosse per il lancio di un suo album forse. Quello era il posto preferito per i Queen quando dovevano fare festa. L'evento, con dirigenti della EMI da tutto il mondo, iniziò di sera e durò tutta la notte. Avevo già due occhi gonfi così dal sonno quando Roger mi chiese di dire qualcosa a quelle persone. Quindi dovetti farlo con degli occhiali da sole per nascondere il mio problema. In un'altra occasione viaggiammo tutti in aereo da Londra. Al Pikes c'era già il tutto esaurito, strapieno di gente. Con noi c'era anche il tour manager Gerry Stickells e il capo della società di trasporti che seguiva i tour dei Queen; non mi viene in mente il suo nome. Questo uomo, che era lì con sua moglie, a un certo punto si spogliò nudo e si lanciò in piscina davanti a tutti. Cose pazzesche accadevano a quelle feste.
John era molto quadrato e concreto; era molto diffidente nei confronti del mondo dello spettacolo. Tutti e quattro sono delle belle persone. Ma Brian è quello più premuroso. Pensate già che solo lui rispondeva alle lettere dei fan, a milioni, nei limiti del possibile ovviamente.
Di fronte al suo pubblico o davanti a un teleobbiettivo, diventava un'altra persona. Il mito che vediamo tenere in pugno centinaia di migliaia di persone da sopra il palco a Wembley e a Knebworth non era la stessa persona nel privato. Era timidissimo, arguto, divertente, ironico, gentile e di una estrema lealtà. Dal mio punto di vista era un genio, visto la musica che ha fatto e le sue impeccabili performance. Per me che ho avuto il privilegio di lavorare con grandissimi artisti, Freddie era davvero di un'altra categoria. Anche gli stessi suoi più illustri colleghi gli riconoscevano il suo talento. Whitney Houston, ad esempio, era affascinatissima dalla sua voce. Allo stesso modo posso dire a voi fan italiani che Gianna Nannini ─ con la quale anche ho lavorato, ed è la QUEEN d'Italia ─ era amatissima da Freddie Mercury, il quale ne apprezzava la voce ed l'esplicito impegno per i diritti gay. In realtà Freddie amava tutti i grandi artisti e ovviamente in modo particolare quelli con una gran voce. Adorava anche Whitney Houston, ad esempio, un'altra star che non c'è più e per la quale ho avuto l'onore di lavorare.
Posso dire davvero che eravamo buoni amici, soprattutto verso la fine. Questo garantisce che nel mio libro possiate trovare cose che non sono mai state scritte da nessun altro prima. Non si tratta di una biografia. Sarà la mia storia completa con Freddie e i Queen, dal primo all'ultimo giorno in cui ci siamo frequentati e di tutti i progetti a cui abbiamo lavorato insieme, fino a quando Jim Beach mi chiamò per dirmi che Freddie se ne era andato. Credo fortemente che sia un mio dovere condividere questi ricordi con voi fan, perchè sono certo che vi interesseranno. E ci metterò tutta la cura e la delicatezza del caso, perchè non è mai facile scrivere un libro su un caro amico, specialmente se lui è già in paradiso.
Freddie non era in perfetta forma durante quelle riprese, perchè qualcuno gli mise qualche sostanza dentro un drink nella prima parte della festa, a causa della quale restò abbastanza brillo. Ero lì per filmare tutto per ore ed ore, per cui Freddie mi indicò chi includere e chi tagliare nel montaggio finale. Usammo anche in questa occasione quattro o cinque videocamere da 35mm. Una parte del girato venne usato per il video di Living On My Own, ma tutto il resto è rimasto su quei nastri. Freddie fece in modo ovviamente da farsi trovare più spesso possibile vicino alle persone che poi voleva mettere in risalto nel montaggio finale. E venne personalmente a visitarmi durante il montaggio per dare dei suggerimenti. Fu molto interessante, perchè anche io potei così dare dei miei input in sua presenza velocizzando così alcune decisioni da prendere.
Ricordo che venne chiamato un art director da Londra che inizialmente voleva fare tutta la sala con il tema del colore rosso. Solo in seconda scelta si passò al nero e bianco. Qualcuno mi chiede se fosse stata un'idea di Jim Hutton: dico di no, anche se immagino che possa aver avuto qualche influenza nella scelta.
Per un videomaker girare le riprese in uno studio di incisione non è il miglior modo di lavorare. Ma quella era la mia prima chance di realizzare un video ufficiale per i Queen, che sarebbe stato visto in tutto il mondo. Io e il mio socio Hannes Rossacher portammo con noi due cameramen, dei quali uno era anche un bravissimo fotografo. Arrivammo a Monaco e misi le mie videocamere in ogni angolo della sala. È stato divertentissimo. In tutto il video ci sono tante idee spontanee che hanno coinvolto anche il produttore Mack. Nella versione estesa c'è anche una scena con Brian che si tuffa in piscina lì all'interno della struttura dove risiedevano gli studi di registrazione. Filmai tutto quello che potei, ma non riuscimmo a ultimare tutto. Infatti dovetti far allestire in uno studio a Londra la sala d'incisione con al centro il microfono sul quale i Queen si vedono cantare i cori "wowowowowo..." e "wowowowo - oh yeah"; ma si trattava di un luogo e data diversi dal resto del video. Tutte le scene vennero poi missate a Vienna con il mio collaboratore. Era la prima volta che si vedevano loro quattro lavorare al Musicland Studios di Monaco di Baviera, nonostante li utilizzassero già da diversi anni. Loro ci tenevano molto al singolo One Vision perchè era il primo ad essere pubblicato dopo la grande esposizione mediatica al Live Aid. Dissi a Jim Beach che sarebbe dovuto essere speciale. Poi ebbi l'idea di fondere la loro immagine di apertura di Bohemian Rhapsody [realizzata da Mick Rock per la copertina dell'album Queen II, NdT] (registrata 10 anni prima) con quella di apertura di One Vision fu mia. In seguito decidemmo di utilizzarla anche alla fine del montaggio.
(*) Una storia che mi torna in mente spesso riguarda un periodo in cui Freddie era di ottimo umore. Lavorava a lungo nei Musicland Studios di Monaco di Baviera. Fu il periodo in cui poi registrarono One Vision e lui lavorò al suo album Mr. Bad Guy. Un giorno arrivò a far visita Brian May. Con Brian c'era una ragazza giovanissima e molto carina. Credo che fosse perdutamente innamorata di lui. Avevano qualcosa da chiarire tra di loro, senza che noi potessimo ascoltare. Così loro due entrarono in sala di incisione, trascurando il fatto che lì era pieno di microfoni, naturalmente. Dall'altra parte c'erano Freddie con il produttore Mack, nella sala di controllo. Freddie non solo disse a Mack di attivare immediatamente i microfoni, ma addirittura di registrare tutta la conversazione. Sentimmo tutto! Quella ragazza era davvero pazza di Brian e gli disse che voleva passare tutto il resto della sua vita insieme a lui. Brian, dal canto suo, le continuava a dire che non era possibile, perchè era un uomo sposato e con figli; se non ricordo male, mi sembra che le disse di averne quattro. Per lui le cose erano già abbastanza complicate così... Tutto nel classico stile gentile di Brian May. La conversazione andò avanti per una buona mezz'ora. Non appena finirono e la ragazza se ne andò, Brian andò subito a scusarsi con Freddie per aver tenuto occupata la sala di registrazione durante le registrazioni del suo album, dicendogli che però era importantissimo risolvere quella faccenda immediatamente. Freddie scoppiò a ridere e gli disse: «Lo sò, e se la vuoi, qui c'è tutto registrato su nastro!». Sono ancora in contatto con Mack. Gli sono infinitamente grato, perchè è grazie a lui se sono diventato il regista di tanti video dei Queen. Lui viveva a Monaco di Baviera e seguiva la televisione austriaca. Io avevo già fatto dei lavori per i Rolling Stones, Frank Zappa e Tina Turner. Così, quando i Queen cercavano un regista, il mio nome venne fuori. E Mack confermò che ero un tipo in gamba e che mi avrebbero dovuto chiamare. Mack per loro non era solo un produttore musicale. Era molto di più. Lui e sua moglie erano amici della band. Non dimenticate che Freddie è stato il padrino di uno dei figli di Mack.
Sono stato spesso a casa sua, sia quando viveva ancora in appartamento che dopo il trasferimento a Garden Lodge. All'inizio, quando ci conoscemmo a Monaco di Baviera, andai anche nella sua casa lì in Germania; lì fra l'altro discutemmo come realizzare i video di One Vision e di Living On My Own. Garden Lodge era la tipica villa di un'artista. Dopo che Freddie morì, mi venne chiesto di girare delle riprese alla casa, per mantenere documentato come si presentava durante la vita di Freddie. Deve essere da qualche parte nei miei archivi.
Ogni volta che i Queen mi contattavano io facevo di tutto per rendermi immediatamente disponibile. Nel caso di Invisible Man c'era più di una idea per la storyboard. Ce ne erano tre sviluppate dai DoRo, senza nessun input dalla band. Una di esse era basata su un videogame. Ero impegnatissimo anche in quel periodo, non solo per i Queen. Nina Hagen, la pazzesca cantante tedesca, era una mia cliente che adoravo. L'ho anche ospitata per diverso tempo nel mio appartamento di Vienna. Eravamo molto amici. Le avevo promesso di girare un video per lei: quello di Hold Me. Aveva anche chiamato un art director francese. Era un grande progetto. Si doveva girare nella stessa settimana di Invisible Man! Dovevo essere in due posti diversi nello stesso momento. Non potevo scegliere tra i due e loro non potevano rinviare i loro programmi. Sarei dovuto essere io ad adattarmi e alla fine preparai in un giorno le riprese di Invisible Man. Poi la sera mi imbarcai in aereo per preparare di notte a Parigi il video di Nina Hagen. La mattina seguente presi un volo per Londra per continuare con i Queen. E ho fatto questo per una intera settimana, senza che nessuno di loro lo sapesse (solo Nina, in quanto grandissima amica, sapeva qualcosa, ma non tutto!). Ne sono venuti fuori due grandissimi video musicali! Ed io ero riuscito ad essere in due posti diversi allo stesso tempo.
Affittammo tanti oggetti e costumi in stile Lord Byron, alcuni già li avevo dal video di Rock Amadeus di Falco, che avevo realizzato non molto tempo prima. Anche una parte degli attori e figuranti erano stati già parte di Rock Amadeus. Era un video sessualmente spinto, con tutti quanti che se la godevano in modo pazzesco, in stile British. Credo che sia uno dei video più sottovalutati che feci per la famiglia Queen. Ancora una volta la canzone purtroppo non ebbe un grandissimo successo, sicuramente non al livello dei singoli dei Queen.
Venne deciso di realizzarlo con scene di archivio perchè non si voleva che Freddie venisse visto pubblicamente in stato di malattia avanzata. Ovviamente in seguito poi registrò altri video, ma in quel momento la scelta era stata quella. Io avevo la fama di essere un abile montatore di video facendo sembrare spezzoni di diversa provenienza come se facessero parte di quella specifica canzone. Ad esempio, se ancora oggi guardate In My Defence, sembrerà che Freddie canti effettivamente determinate parole. Questo perchè ho trovato dei labiali che si sincronizzavano bene con il pezzo. Mi venne chiesto di fare il video con questo concept. Insieme a Hibbert & Ralpf, uno studio di animazione londinese, decidemmo di creare un'alternanza fra miei montaggi e le loro scene con le plastiline. La scelte dei miei soggetti stilistici per rappresentare i quattro Queen, con Leonardo, Picasso, Pollock, etc. deriva dal fatto che erano tra i più grandi artisti nel loro campo, così come lo erano i Queen. Ma l'associazione tra i personaggi fu del tutto casuale.
Ogni video nasceva da esigenze e situazioni diverse. In ogni caso, la competenza di Freddie nelle arti visuali faceva si che alla fine spesso le sue idee avessero la meglio su alcune altre. Inoltre, a volte veniva lasciata libertà di scelta a me e al mio socio nei DoRo. E a quel punto toccava a noi formulare qualche proposta fa sottoporre al loro vaglio.
Aprì un libro con delle vecchie foto in bianco e nero, mostrandomi e spiegandomi che aveva in mente in concept molto più artistico di quello inizialmente pensato. C'erano immagini di Marlene Dietrich e tante altre foto artistiche d'epoca. Da quelle idee ne venne fuori un prodotto davvero di alta classe.
Circolarono da subito voci che all'interno del costume da gorilla ci fosse un personaggio famoso. Non so come sia stato possibile diffonderle al di fuori della produzione. Quando si decise di includere un gorilla nelle riprese non si poteva prendere un vero animale, come nel caso dei pinguini. L'idea venne durante una riunione a Garden Lodge. Si pensò a tre persone per fargli indossare il costume: Rod Stewart, David Bowie o Elton John. L'interessato sarebbe rimasto visibile solo nel camerino durante la vestizione, in modo da rispettarne la privacy sul set. Siccome dal video si vede già abbastanza, non dirò altro su chi dei tre era il gorilla. [Sì, si trattava di Elton John, NdT].
Freddie pensava sempre agli altri. Visto che il video era molto focalizzato su di lui, fece di tutto per aggiungere valore agli altri personaggi. Fu lui a scegliere il costume da pinguino per Brian May, perchè adorava quell'animale. Ma credo di poter dire di essere stato io a decidere di portare dei veri pinguini alle riprese. Quindi è colpa mia se uno di essi cagò sul divano. Di sicuro questo è il video che preferisco tra quelli che ho girato, perchè mentre tutti gli altri sono molto legati alla loro epoca, questo invece non sembra risentire affatto del passare del tempo. Senza esagerare, ritengo che sia un'opera d'arte. E non è tutto merito mio! Io e Freddie collaborammo tantissimo per definirne le caratteristiche. Tuttavia lo storyboard del video era in origine molto diverso da quanto è stato realizzato alla fine.
A ogni modo, non potrei mai rispondere alla domanda su quale video preferisco in assoluto su tutti quelli che ho girato. Sarebbe come chiedermi a quale dei miei figli voglio più bene. Alcuni progetti a cui ho lavorato oggi non mi piaccioni più, ma sono una piccola minoranza. Il merito di questi stupendi lavori è per la maggior parte dei Queen, perchè si può anche essere un buon regista, ma sono sempre i grandi artisti a fare la differenza. I Queen lo erano con Freddie e lo sono tutt'ora. Se c'è un video che mi piace talmente al punto da desiderare di comparire in prima persona, un po' come faceva anche Alfred Hitchcock nei suoi film? No, io sono stato solo un comprimario. Le star erano loro.
All'epoca credevo che questo sarebbe stato l'ultimo video che avrei girato con Freddie. Speravo che non fosse così, ma me lo sentivo. Il rimorso che ho è di non essere riuscito a registrare un'ultima intervista con Freddie durante quelle riprese. Ne parlai anche con Jim Beach in quei giorni. Non sono neppure sicuro che Jim ne abbia parlato con Freddie. Di sicuro io non mi sono intromesso e non glie l'ho mai chiesto direttamente.
Jim Beach mi aveva anche avvisato che non avrei avuto tutti e quattro i Queen contemporaneamente presenti alle riprese, perchè Brian era negli USA per la promozione di Innuendo nelle radio, e all'epoca per me sarebbe stato un limite. Nessuno lo sa, a parte le persone in studio, ma in quel video ho commesso diversi errori, e voglio ammetterlo. Durante le riprese successive fatte per Brian avevo previsto delle grandi zoomate e molto dinamismo. Al momento di fare le riprese. quell'idea non funzionò perchè allargando l'inquadratura di Brian si vedeva troppo chiaramente che gli altri non c'erano. Ci provammo, ma era tremendo. Avevo sbagliato tutto. Mi scusai con loro e cercai di rimediare.
Ma ogni volta che penso al video di Days, non posso fare a meno di ricordare l'ultima scena di Freddie Mercury. Jim Beach mi aveva anche anticipato che non avrei avuto la possibilità di ripetere le riprese per fare il perfezionista, perchè stavolta Freddie non ce l'avrebbe fatta a causa della malattia. Il tempo doveva essere ridotto al minimo indispensabile. Ma, nonostante tutti gli acciacchi che aveva, Freddie una volta che partiva la musica era "Freddie", nonostante fosse costretto a stare fermo immobile sulle sue gambe. In genere si fanno le riprese dei primi piani con i volti all'inizio delle riprese, perchè facendolo alla fine si sarebbe notata l'ovvia stanchezza. Non so come mai, ma quella volta per Freddie vennero girate alla fine. Quando avevo detto "OK, grazie a tutti! Freddie, è bellissimo!". Ma Freddie mi chiamò da parte e mi disse che voleva girare di nuovo tutta la canzone. Arrivati all'ultima scena con il suo primo piano, lui aveva quell'espressione rilassata in cui disse "I still love you", sorridendo e facendo un gesto con la sua mano prima di spostarsi fuori dall'inquadratura. Fu una scena straordinaria! Durante il montaggio mi resi conto che era lampante il fatto che Freddie volle ripetere la ripresa perchè sarebbe stata il suo ultimo saluto al pubblico. Lui era in pieno controllo di quello che lo riguardava e volle fare quella ripresa come messaggio ai fan, prima di uscire di scena sia professionalmente che, purtroppo, nella vita reale. Il sorriso a significare di non prendersi troppo sul serio. Quel messaggio. Il gesto con la mano a chiudere tutto. E infine la sua uscita di scena. Un segno che ha lasciato per sempre a tutti voi. Lui è stato un artista a tutto tondo, un vero bohemienne, un autentico parisienne. Era un artista nel suo modo di vivere, oltre ad essere una bellissima persona.
Una bella ripresa l'ho realizzata mentre Brian si spostava in automobile. Lo inquadrammo sul sedile posteriore, mentre guardava fuori attraverso il finestrino. Quella scena del video finale mi piace un sacco perchè mostra un Brian May pensieroso e riflessivo.
Ricordo che stipammo tutta la nostra attrezzatura nel backstage della location del concerto, se non sbaglio era quello a Rio de Janeiro oppure in Uruguay. In quei giorni c'era poi stata una pioggia torrenziale e la struttura non aveva retto come doveva. Così quando andammo a verificare le nostre cose, trovammo tutte le videocamere inzuppate d'acqua. Fu un piccolo dramma e dovemmo trovare in tutta fretta nuova attrezzatura nei due giorni che mancavano al primo spettacolo. La sera del primo concerto ero pronto al mio banco di regia. Ma non appena il concerto iniziò, saltò il collegamento dell'interfono. In quel modo non potevo più dire ai cameramen cosa inquadrare e anche loro attendevano le mie indicazioni che non gli potevano arrivare. Alcune scene quindi sono state girate così, con doppie inquadrature alla stessa cosa e altre cose non filmate. Durante le pause dei cameramen mi organizzai per dare a ognuno le indicazioni di massima sul da farsi.
La cosa più particolare che ricordo si è verificata a Buenos Aires. Tutti i fan dell'America Latina sono molto calorosi. Li avevo già conosciuti con i Rolling Stones. Avevo detto a Brian che sarebbe stato bello se l'avessi filmato scendere le scale dell'hotel e poi a piedi fino all'automobile. Quando quel giorno arrivai all'hotel per realizzare il tutto, trovai qualcosa come 200 fan assiepati verso l'ingresso. Non so come e non so perchè, ma avevano scoperto dove pernottava Brian e ovviamente volevano aspettarlo all'uscita. Passai in messo a quel bagno di folla per entrare e far sapere che ero lì pronto per girare. Poi sono uscito all'esterno. Quando la porta si aprii, mi ritrovai di fronte a tutta quella gente che urlava il mio nome come se fossi una star. Questo mi ispirò e organizzai con quelle persone di fare una cosa del genere anche all'uscita di Brian in modo che io potessi filmarla. Mi comportai come un vero e proprio direttore d'orchestra, indicando a tutti il momento di cominciare l'incitazione. Così Brian uscì e passò tra la folla festante, e quelle scene sono molto belle quando passano nel video definitivo.
A quel punto potevo fare dei montaggi in croma-key mettendo uno schermo blu dietro di lui e facendo dei montaggi molto belli. A differenza dal passato, in quel periodo si potevano ingrandire e rimpicciolire o spostare in primo e secondo piano singoli soggetti separatamente senza che la qualità dell'immagine ne risentisse. Era come realizzare un dipinto su tela. Roger portò lui stesso tante idee che si prestavano perfettamente alle possibilità del digitale. Girammo per 24 ore bevendo tanto caffè per restare svegli. Il video vinse anche vari premi, ma il singolo purtroppo non ebbe il successo sperato e che si sarebbe meritato.
Roger e la sua band aprirono lo show per un pubblico selezionato di duecento persone suonando una bella versione completamente rivista di We Will Rock You; aggiunsero altre canzoni dei Queen al loro set che era la promozione di un suo nuovo album solista.
Fu una grande sfida mettere in piedi il tutto tecnicamente, perchè internet non era quella superveloce di oggi dove tutto è possibile. Dovevo anche io fare delle riprese adatte alla circostanza e sarebbe stata una diretta, quindi dovevo curare tutto affinchè andasse bene al primo colpo. Ho registrato anche una intervista con Roger in cui diceva che una volta doveva andare in tour per tutto il mondo, ma ora poteva fare tutto letteralmente da casa sua. C'erano anche dei commissari del Guinnes Book of Records, ma tutto era in regola e alla fine venne certificato il risultato record di spettatori in diretta su internet per un concerto rock. Roger è stato l'unico dei Queen ad entrare in quel libro.
Questo progetto fu perfino più difficile del precedente, anche perchè chiudeva un cerchio ideale con Days Of Our Lives e Slightly Mad. Eravamo tutti scossi in quei momenti. E quando dico tutti intendo fino all'ultimo dei collaboratori. Noi eravamo là ma lui non c'era. Avrei voluto tanto fare altri 15 video con Freddie e i Queen, perchè era davvero bello lavorarci insieme. Avevo la sensazione, e non scherzo, che da un momento all'altro la porta si aprisse ed entrasse anche Freddie dicendoci: "Hey! Eccomi, era tutto uno scherzo. Sono qui con voi!", ma non avvenne mai... se ne era davvero andato. Tale e tanta era la sua presenza tra noi! Lo sentivamo davvero tanto lì con noi. Ed è la stessa sensazione che ebbi alle prove del Freddie Mercury Tribute qualche anno prima. Però fino ad allora non credo che avessi ancora elaborato completamente la sua scomparsa. Ho pianto tantissimo ed ancora oggi non riesco a trattenere le lacrime quando ci penso.
Anni dopo ho realizzato io stesso il video per la versione RAH Mix della canzone. C'era bisogno di un video perchè questo nuovo mix comprende anche un'introduzione aggiuntiva che non era stata usata in precedenza. Quando ci ho lavorato ho voluto creare qualcosa che unisse Freddie e David cantare dal vivo la canzone nella vita reale, che ovviamente come sappiamo non si verificò mai.
Lui non voleva essere ricordato in modo triste. Per quello ho scelto di usare molte sue scene dal vivo e della vita privata.
Ho un grande rispetto per il cantante, musicista e performer, per tutti i suoi momenti di gloria con il pubblico nel palmo della mano a Budapest, Knebworth, Rio, Wembley, Live Aid... Ma il mio più grande rispetto verso Freddie Mercury è quello che ho per l'essere umano. Ancora oggi lo ammiro per come ha affrontato la sua malattia. Avrebbe avuto tutto il diritto di brontolare ed essere scortese, ma non lo ha mai fatto; al contrario! Ha saputo a lungo che sarebbe morto. Una cerchia di amici e collaboratori lo sapevano, ma facevano finta di niente perchè era quello che lui voleva. Freddie mi ha concesso di realizzare i suoi ultimi video, ma lui aveva sempre l'autorità di decidere come farli. Si impegnava anima e cuore in quei momenti, nonostante tante volte soffrisse molto anche fisicamente.
C'è un'altra cosa che voglio dire di Freddie e delle sue interpretazioni. Naturalmente lui ha scritto tantissime grandi canzoni, così come quelle che ha cantato dei Queen. Ma la cosa che più mi colpisce del cantante Freddie è il modo in cui le ha interpretate tutte. Questa, ad esempio, non era neppure stata scritta da lui, nè tantomeno era stata scritta su di lui. Ma quando l'ha cantata l'ha fatta istantaneamente sua. Sembra essergli stata cucita addosso. Credo che questa sia una delle doti dei più grandi interpreti, quale Freddie naturalmente era.
Non posso parlare molto dei loro rapporti attuali, ma so per certo che John approva tutto quello che Brian e Roger scelgono di fare. E poi non ho sono mai riuscito a instaurare un rapporto molto diretto con lui, perchè è sempre stato molto sulle sue.
È stato importante per me incontrarmi e parlare continuamente con Peter, perchè io e lui siamo fra le poche persone che sono rimaste con Freddie fino all'ultimo; lui più da un punto di vista intimo e personale, mentre io fino alle sue ultime riprese in video. E, in ogni caso, dove finiscono i ricordi di Peter iniziano i miei, e viceversa. Insieme abbiamo ricostruito un grandissimo rapporto e c'è in cantiere un progetto molto importante del quale parleremo in seguito. Lo adorerete!
Nella mia carriera ho diretto 32 video dei Queen, compresi quelli dei membri solisti, come anche i The Cross. Sono questi: One Vision / Blurred Vision, Friends Will Be Friends, Living On My Own, Breakthru, The Invisible Man (extended version), Scandal, The Miracle, Time, In My Defence (nel 2000), Under Pressure (RAH Mix), Driven By You, Power Of Love, Talking Of Love (Brian con Anita, girato a Vienna), Happiness?, Innuendo, The Show Must Go On, tutta la compilation Queen Rocks (Stone Cold Crazy, Now I'm Here, Sheer Heart Attack, We Will Rock You, Keep Yourself Alive, Fat Bottomed Girls, I'm In Love With My Car, It's Late, una interessante versione di Tie Your Mother Down through the years, Seven Seas Of Rhye e Put Out The Fire). Un'altro progetto a cui ho lavorato è stato Queen Talks. Era il lato B del singolo The Show Must Go On in versione 12". È un collage di parole da loro pronunciate in interviste e video che io ho messo insieme con un video per dargli un senso artistico. Fu Jim Beach a chiedermelo. All'epoca sul lato B dei singoli si mettevano dei bonus per incoraggiare l'acquisto. Per l'album Innunendo non c'erano troppe alternative per i lati B dei singoli. Jim mi chiese di fare qualcosa di simpatico. Non so se sia mai stato ripubblicato in seguito. Infine ho realizzato un video chiamato Freddie's Last Words. Anche quello era un collage di parole dette da Freddie soprattutto nelle interviste. Non è diffusissimo. Ovviamente in questo caso il senso dell'operazione non era farla essere divertente. Al momento non si sa se e quando tutti questi loro video e tutti gli altri che hanno girato verranno mai convertiti in alta definizione per i formati disponibili oggi. Spetta a Queen Productions deciderlo. Tutto il materiale originale è perfettamente disponibile in archivio, su nastri da 35mm. Ci sono anche ulteriori riprese dell'ultimo loro concerto al Knebworth Park, anche se non è assolutamente tutto lo spettacolo completo, ma solo una porzione non ancora pubblicata. Quindi io sono a loro disposizione in qualsiasi momento. So che sono state fatte delle ricerche del mio video di Brian May live con la sua band al Royal Albert Hall nel 1998. Ora è in possesso di Brian e sono confidente che un giorno verrà pubblicato.
Cosa ho imparato da Freddie? Fai sempre le cose in prima persona, prenditi le tue responsabilità, fai le tue scelte. Questo mi ha anche insegnato Freddie, oltre ad essere un brav'uomo. Non pensare troppo alle cose che si sentono e andare sempre dritti per la propria strada. Una cosa di lui che mi è rimasta impressa è la sua genuina generosità. Una volta mi trovai nella stessa stanza mentre lui parlava con una persona che gli aveva chiesto un supporto finanziario, in quanto era in difficoltà economiche. Ricordo quando Freddie gli disse di sì, ma chiese di giurare che non lo avrebbe mai raccontato a nessuno. Questo perchè non era il tipo che si compiaceva di vedere i titoli sulla stampa riportare che Freddie Mercury aiutava una persona bisongnosa. Non era il suo stile quello di apparire per le cose che faceva in privato.
Mi manca ogni giorno e ogni minuto. Per me era più di un'artista per cui lavoravo. Era una guida ed ho avuto il privilegio di imparare moltissimo da lui e anche su di lui. La sua perdita è stata la più pesante di tutta la mia vita, ad eccezione di mia madre e mio padre. Lo sento ancora qui, non fisicamente, ma con la sua carica, le sue idee. Era più come un fratello. Aveva una mente rapidissima; era l'incarnazione della parola "velocità". Non si faceva in tempo a completare una ripresa che lui già pensava a quella successiva. Era come essere sballottolato come una pallina da ping pong. Anche se ero lì a proporgli delle idee e delle soluzioni, spesso ero costretto a fargli da segretario e prendere appunti su tutto quello che diceva e pensava. Lavorare cosìì con un continuo confronto era molto stimolante. C'era una totale sintonia tra noi. E tutto questo mi manca. Freddie era unico, così come il suo modo di lavorare e quello dei Queen.
Lo ripeterò sempre: per ricordare Freddie posso solo definirlo come il più caro, intelligente e raffinato essere umano che abbia mai conosciuto.
Ho ancora alcuni regali che mi ha fatto Freddie. Ad esempio, ho una bottiglia di champagne e una foto di noi due insieme che lui mi ha autografato con dedica.
C'era anche Winnie Kirchberger al party del 39° compleanno di Freddie che avete filmato a Monaco? Freddie stava con Jim Hutton alla festa del suo 39° compleanno a Monaco. Per cui dubito che ci fosse anche Winnie. Fra l'altro Freddie non era in perfetta forma, perchè qualcuno gli mise qualche sostanza dentro un drink nella prima parte della festa, a causa della quale restò abbastanza brillo. In ogni caso, Freddie mi avrebbe detto se ci fosse stato Winnie, perchè avrei filmato tutto per ore ed ore e lui indicava chi includere nel montaggio. Usammo anche lì tre, quattro o cinque videocamere da 35mm. Una parte vennero usate per il video di Living On My Own, ma tutto il resto è rimasto su quei nastri.
Se sono a conoscenza di altre registrazioni inedite dei Queen ripresi in concerto? Riguardo l'ultimo a Knebworth Park, nessuno poteva immaginare all'epoca che non si sarebbero mai più esibiti insieme. Personalmente però sentivo che sarebbe stato un evento memorabile. Ho realizzato moltissime riprese nel backstage di quell'evento, anche se alcune non avrei dovuto. Ma non mi pento di averlo fatto. Ad ogni modo chesi a Freddie se potevo riprendere nei camerini e lui mi indicò di sì. Oggi abbiamo la possibilità di vederlo prepararsi prima di andare in scena e tenere in pugno 125.000 persone con la sua formidabile arte. La stessa cosa l'ho realizzata nel backstage di Wembley, sempre nel 1986. Ricorderete la parte in cui Freddie scherza con una bambina in braccio alla mamma dicendo: "Non è mia, ma è davvero bellissima"; il tipico umorismo di Freddie. Oltre ai filmati già pubblicati, per la prima volta nel mio documentario in tre parti chiamato Magic Years, ci sono ancora tantissime altre riprese. Ho anche altre riprese del concerto a Budapest, soprattutto del backstage, perchè era di mia competenza. Fui anche incaricato di realizzare un mini documentario sul concerto del 2006 dei Queen+ Paul Rogers in quella città. Quello che in pochi sanno è che mi diedi da fare per rintracciare i fan che erano stati presenti anche nel 1986 ad assistere allo spettacolo del Magic Tour. Venivano da tutto il mondo e li intervistai in città tutti quegli anni dopo. Qualche anno fa ho realizzato uno speciale per l'anniversario di quell'evento; forse lo usarono solo in Giappone. Contattai anche persone che facevano parte dell'organizzazione originaria per intervistarle. Fra l'altro ricordo di essere stato un sostenitore a difesa di quella collaborazione. Dicevo ai fan che li criticavano perchè si chiamavano ancora Queen che ne avevano il diritto e che in ogni caso di chiamavano Queen+ Paul Rodgers.
Ho visto il film Bohemian Rhapsody e, innanzitutto da cineasta, comprendo perfettamente le esigenze di montaggio e di copione per cui i fatti reali abbiano subito modifiche, omissioni, ecc. Quindi non vedo in questo senso alcun problema. Sono stato invitato alla premiere a Londra del 2018 dai Queen e in quella occasione fui profetico nel dire immediatamente a Jim Beach, Roger Taylor e Brian May che questo progetto sarebbe stato azzeccatissimo perchè avrebbe consentito sia a Freddie che agli stessi Queen di attrarre il pubblico di nuove generazioni; cosa che poi è stata confermata dai fatti. Questo perchè quando vidi il musical We Will Rock You per la prima volta pensai che fosse la cosa migliore e più simile a uno show dei Queen per il pubblico che non aveva avuto la possibilità di vederli dal vivo. Da spettatore sono rimasto molto soddisfatto. Secondo il mio modesto parere, una cosa che manca ed era fondamentale nell'ottima rappresentazione di Freddie da parte di Rami Malek è la sua innata simpatia e le sue risate. Questo perchè Freddie non era solo il genio e il mito. Era anche e soprattutto una persona premurosa, accorta a tutti i dettagli sia sul lavoro quanto nel privato. E non si sarebbe dovuto ridurre questi aspetti a scene di party alcolici organizzati da chissà chi. Freddie avrebbe curato personalmente ogni dettaglio sia nel privato che nel lavoro.
Dopo la premiere di Bohemian Rhapsody, chiesi a Jim Beach se ci fossero margini di trattare una riedizione del documentario The Untold Story, quello che venne nominato ai Grammy Awards nel 2002. Jim mi ha risposto che non era il caso semplicemente perchè con il film in piena ascesa avrebbe creato confusione nel pubblico il confronto con un documentario dove si racconta la storia in dettaglio. Inoltre io ho molte altre scene tagliate nel montaggio finale, nelle quali la narrazione comprende anche i Queen. E chissà che in futuro non vengano pubblicate.
Ci sarà una riedizione del documentario Magic Years? Beh, spero di sì. E abbiamo molte altre scene che non vennero incluse nella versione finale. Come al solito non è una decisione che spetta a me. Posso solo che suggerirlo a Jim Beach e alla band, e agli editori. Mostrai degli extra del documentario di One Vision a una convention del Queen Fan Club Internazionale. Jacky o Jim Beach, ora non ricordo bene, mi chiesero di portare qualcosa di speciale per i fan. Ritengo che Magic Years fosse davvero ben fatto. Mi piacerebbe molto che venisse pubblicato in DVD o Blu-Ray.
Barbara Valentin negli anni '60 era una icona del cinema e un sex symbol, specialmente grazie a film tedeschi. Era una persona estremamente generosa. A Freddie lei piaceva e fu certamente molto importante nella sua vita. Ero il regista e produttore di "4 geger Willi" sulla rete nazionale tedesca ARD, con un grosso audience. C'era l'abitudine di ospitare artisti di prima caratura, anche se si trattava di un gioco TV. Una sera chiesi a Freddie se gli avesse fatto piacere andarci con The Great Pretender. Dopo che glie lo chiesi, lui chiamò Barbara tutto emozionato per dirglielo. La sera un cui Freddie arrivò fu davvero sfrenata. C'era anche Barbara, ovviamente, della polvere bianca e tanto alcol. C'è un limite oltre il quale non mi addentrerò, ma ricordo che ad un certo punto Barbara era completamente nuda, e non certo per stare con me! Qualcosa avvenne tra loro due quella notte. Posso solo dire che Freddie era platonicamente innamorato di Barbara Valentin. Riguardo quel video, c'è anche una bella rielaborazione del mio amico regista David Mallet.
Freddie era felice con Jim Hutton? Sì, e ne sono convintissimo. Ovviamente con la malattia c'era da avere alcune precauzioni. Ma Freddie aveva sicuramente trovato la felicità. Jim mi raccontò personalmente che Freddie gli disse che visto il suo stato di salute avrebbe capito benissimo se lui avesse scelto di andarsene per un'altra strada, ma Jim gli rispose che non esisteva nè in cielo nè in terra e che sarebbe rimasto insieme a lui. Ci sono dei falsi intendimenti a riguardo in circolazione. Credo che principalmente derivino dal libro pubblicato da Jim, ma di fatto scritto da un professionista che ha leggittimamente ricamato sulle storie che Jim gli aveva raccontato. Freddie non avrebbe mai fatto nulla che andasse contro la sua volontà, neppure come compromesso. Sono più che sicuto che tra loro due ci sia stata una storia di amore. Ma, dall'altro lato, non posso essere sicuro che sarebbe rimasto per sempre con Jim nel caso fosse sopravvissuto alla malattia. Questo perchè Freddie era un tipo che si innamorava molto facilmente, così come allo stesso modo smetteva di provare amore per una persona. Sicuramente restarono insieme tutti quegli anni in qualche modo grazie alla malattia.
Se Freddie avrebbe rispettato il lockdown oppure sarebbe comunque andato in studio a registrare? No, sono certo che avrebbe rispettato le disposizioni di questi giorni. Ad esempio, quando seppe che Mary aspettava il suo secondo figlio volle che non andasse a trovarlo più di una volta a settimana. Aveva paura di metterla in pericolo. Era molto premuroso, come è stato già detto. Anche Mary si è sempre presa cura di Freddie nel corso degli anni.
Con Mary Austin avevo un buon rapporto. Si rese anche disponibile per le interviste della mia docu-fiction The Untold Story e fu di grandissimo supporto. Una delle sue dichiarazioni che ho filmato in questo documentario è fra le cose che mi fanno piangere ogni volta che ci penso, e cioè quando lei racconta dell'ultima visita che fece a Freddie prima della sua morte e lui alla fine la ringraziò dicendo: "Grazie per aver trascorso la serata con questo vecchio uomo". L'ho incontrata spesso, in particolar modo tra il 1999 e il 2000. Fu in quelle interviste che rivelò per la prima volta la storia dell'outing di Freddie. La gente ne dice di cotte e di crude su di lei. Ne ho parlato estensivamente nel mio libro. Non credete troppo alle storie di certi sapientoni. Potete fidarvi di Peter Freestone, Brian, Roger e Jim Beach. Io stesso sono stato testimone oculare della loro relazione. Lei non merita le parole cattive che qualche persona le riserva. Non sto qui a raccontare dettagli intimi, anche perchè non ero nella loro camera da letto quando stavano insieme, e inoltre non mi riguardano quelle cose. Freddie le è stato accanto da grande amico fino alla fine. Siate scettici quando sentite parlare gente che dice tante storie, come certi blogger, ecc.
Freddie non mi ha mai parlato di Elvis. E ovviamente, come sappiamo, non lo ha mai incontrato. Però l'ha fatto Paul McCartney, un altro fan reciproco dei Queen. In pratica i Queen non incontrarono mai Elvis, ma i Beatles lo incontrarono un'unica volta. All'epoca non esistevano modi per fare delle foto improvvisate. Ma c'era il bassista dell'album Imagine di John Lennon che disegnò con degli sketch quel momento!
Tutti sanno cosa erano i Queen e Freddie Mercury. Ricordiamo anche che furono i primissimi a riempire gli stadi, prima anche dei Rolling Stones. Una cosa che ricordo e mi emoziona ancora è il modo in cui Freddie e gli altri affrontarono il periodo della malattia. Ognuno aveva la parola giusta da dire. Tutti si impegnavano al massimo. Freddie dava il massimo come non mai e nessuno pensava al fatto che fosse malato. Tutti nello staff, me compreso, eravamo agli ordini di Freddie, sempre pronti a scattare per accontentarlo. Vedevamo tutti che non stava male. Mi emoziono a dire che la cosa migliore che Freddie mi ha lasciato è di essere un bravo uomo. Nel mio prossimo libro ci sarà tutta questa emozione. Non l'ho scritto per dovere o per soldi. Dal 2017, anche incoraggiato da Jim Beach e da altri dei Queen. Alla premiere di Bohemian Rhapsody mi chiesero a che punto fosse il mio libro, ma non lo scrivevo per fare affari. Quindi non badavo a che uscisse nel periodo del film.
Se ho ancora contatti con tutte le star con le quali hai lavorato? Certo che sì! [...] Sono in contatto con Jim, e i Queen. E proprio l'altro giorno o fino a stamattina [12 aprile 2020] ci siamo scritti con Brian per... ta-dan!... un nuovo progetto che riguarda i Queen !!... del quale ovviamente non posso dirvi niente! Ma è verissimo. Non posso dirvi neppure le dimensioni di questo progetto, ma... Beh.. Certamente siamo ancora amici e lavoriamo insieme.
Qualche consiglio per nuovi aspiranti registi e cosa è cambiato oggi rispetto ai vecchi tempi... Oggi con la tecnologia è tutto più agevolato. Amo tantissimo la tecnologia attuale. Me ne parlano sempre i miei figli, che sono dei grandi esperti ovviamente.
Ci vorrà poi tempo prima che venga consegnato alla distribuzione e non è neppure noto quale sia l'editore, il formato, ecc.
In particolare il costo di spedizione è sempre più alto al di fuori della grande distribuzione.
Pertanto consiglio di non avere fretta ed attendere l'ufficialità della pubblicazione con indicazione delle modalità di acquisto.
È stata attivata dall'autore una pagina internet per i preordini, ma non viene specificato nè il prezzo finale del libro nè quello della spedizione. Viene solo chiesta una caparra, che verrà immediatamente incassata dall'autore.
Questo progetto non è legato all'altro di Rudi Dolezal apparso negli ultimi anni, atteso fin dall'aprile del 2015 e poi cancellato dai circuiti di pre-vendita.
• Rudi Dolezal, intervista per la CBS a Miami [2018]
• Rudi Dolezal, intervista per il New York Post [2019]
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