Registrato a Londra il 31 ottobre 2018 con Jim Guynan - Pubblicato il 15 dicembre 2018 su The Chinwag
Trascrizione e traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Tim parla dei giorni in cui provò la carriera nel mondo della musica insieme a un altro studente chiamato Brian May, al quale di aggiunse poco dopo Roger Taylor. Insieme arrivarono a suonare in supporto a Jimi Jimi Hendrix, ma a causa delle scarse prospettive, Tim lasciò gli Smile per accettare l'offerta degli Humpy Bong, arrivata da Morgan Fisher. Nel corso dell'intervista si parla anche della carriera successiva di Tim e dei suoi ultimi lavori, come gli album aMIGO e Two Late, per arrivare al film Bohemian Rhapsody e ai sentimenti parlando dei Queen.
Ho sentito Doing All Right. Quindi partiamo dal film? Rami Malek ha fatto un'interpretazione geniale di Freddie. Bohemian Rhapsody contestualizza alcuni eventi che io ricordo bene, solo che lo fa a colori. Il cast del film è straordinario e l'attore che interpreta Brian May è identico, perfino nella voce! È come se Brian l'avesse doppiato. Hanno ricreato Wembley al Live Aid in un modo incredibile. Il film si sofferma anche su dettagli incredibili, tipo i calzini che indossavano.
La prima introduzione al mondo della musica per me fu negli anni 50 con un 78 giri: Las Train To San Fernando di Johnny Duncan, poi comprai dischi di Lonny Donegan, Everly Brothers e alcune cose di Elvis Presley. Infine mi interessai al blues, un genere che suono ancora oggi. Chuck Berry era il più grande, secondo me resta uno dei più grandi chitarristi ritmici del rock.
Con l'avvento delle radio ci fu un boom mondiale della musica. Fin da quando avevo 14 ho iniziato a suonare in alcune band, ma non vorrei dimenticarmi di nessuno dei miei amici. Suonavamo blues e RnB, cover di Chuck Berry, Bo Diddley, John Hooker. Erano in tanti a influenzarci e non voglio fare un torto a nessuno nel caso me ne dimenticassi qualcuno. Furono tutte esperienze da precursore ai 1984, il gruppo in cui ho militato con Brian May, che conobbi nell'ambiente dei college, con Dave Dilloway e John Garnham e il batterista Richard Thompson. Insieme registrammo delle cover e, anche se il suono non è oramai più di buona qualità, resta una testimonianza di quell'esperienza. Ho rivisto uno di loro proprio l'altro giorno, ed è stato bellissimo.
I 1984 suonarono anche a un evento particolarmente prestigioso all'Olympia: Christmas On Earth Continued. Le band si susseguivano una dopo l'altra su due palchi, dei quali uno era live e l'altro veniva preparato di volta in volta: Jimi Hendrix, Pink Floyd, Traffic. I 1984 furono gli ultimi a salire sul palco, suonammo dopo Hendrix!
Le cose con i 1984 si stavano evolvendo in modo diverso. Quando conoscemmo quello straordinario batterista che è Roger Taylor decidemmo di creare una nuova band. Così nacquero gli Smile. Io e Brian nei 1984 ci dividevamo le armonie vocali nello stile di Yardbirds, Small Faces, Everly Brothers e altri grandi della scena britannica... Suonavamo cover e iniziammo a comporre alcune nostre canzoni.
Le nostre influenze erano Jack Bruce, i Cream, Eric Clapton, Jeff Beck... questo per quanto riguarda me e Brian. Roger invece credo che si ispirasse a John Bonham, Ginger Baker... i soliti sospetti, in pratica. In pezzi come Blag sento influenze dei The Who e del Motown. È del tutto normale, perchè erano il genere di cose che ascoltavamo maggiormente. Questo brano era fondamentalmente di genere live. Una volta registrata in studio ha assunto connotazioni differenti. Quella originale era concepita per un'ambientazione dal vivo, per durata, suoni e interpretazione.
Il logo degli Smile è opera mia. Quella bocca stilizzata in seguito ha conquistato una maggiore celebrità nella scena musicale, anche se ovviamente non è il nostro caso. nè esattamente quello del logo degli Smile... [Si allude al logo storico dei Rolling Stones, che in ogni caso arrivò in seguito rispetto a quello degli Smile!, Ndt]
Conobbi Freddie al college. É una delle cose che viene tralasciata nel film, ma va bene così. Lo capisco e lo accetto senza problemi. La progressione della storia di Freddie non necessitava l'enfasi sul fatto che fossimo buoni amici. All'epoca in cui gli Smile si separarono, tutti noi già conoscevamo bene Freddie. Il fatto che si sia inserito come cantante, e successivamente si formassero i Queen, fu del tutto naturale. Io avevo scelto di andarmene e lui nel frattempo era già lì. Fra l'altro nella nostra classe all'Ealing College c'era anche il famodo regista pubblicitario Graham Rose. Purtroppo è morto l'anno scorso. Aveva un grandissimo talento. Ha diretto quasi tutte le pubblicità televisive qui in Gran Bretagna.
Anche Jim McCarty, il batterista degli Yardbirds, ha frequentato l'Ealing College. Sì, a quei tempi c'era un certo fermento creativo all'Ealing.
Gli Smile registrarono ai Trident Studios di Londra. Fu anche la mia prima esperienza in assoluto dentro uno studio di registrazione. Le canzoni Earth e Step On Me, che infine furono pubblicate negli Stati Uniti tramite l'etichetta discografica Mercury, vennero incise proprio lì. Registrammo anche ai De Lane Lea in seguito.
I Queen registrarono nuovamente Doin' Alright degli Smile per il loro primo album. Per me questa scelta andava benissimo, ma ho sempre pensato che probabilmente in quei giorni dovevano essere a corto di pezzi originali da pubblicare. E deve essere stato per quello che hanno scelto di ripescare questa canzone che avevamo scritto io e Brian. Credo che si sia trattato di un fatto incidentale nella storia dei Queen. Ricordo una sera in cui avevo assistito a un loro concerto al Marquee Club, poco dopo che avevano completato il loro primo album. Una persona mi si avvicinò e disse: "Hai sentito come canta quel tipo nel disco?!". Gli risposi di no. Poi lui proseguì: "Wow! Freddie canta come te!". Ovviamente non era così, ma del resto gli Smile erano stati la genesi dei Queen.
Dal mio punto di vista gli Smile erano arrivati a un punto in cui era necessaria una svolta. Conobbi Jonathan Kelly degli Humpy Bong. Lui aveva già rappresentato un riferimento per me. Era il classico ragazzo intelligente irlandese ed un musicista fra i più integri che si fossero mai visti. Ero felicissimo di entrare nella loro band, perchè mi avrebbe offerto lo spazio per esprimere la mia creatività. Gli Smile sembravano non avere sbocchi. E poi, se non fosse andata così, i Queen non sarebbero mai nati e non avrebbero fatto niente di tutto ciò che hanno creato. Vedo da sempre e so benissimo quanto i fan dei Queen siano carini, affettuosi e di supporto nei miei confronti. È incredibile quanto siano rispettosi. Ricevo messaggi del tipo: "Sei parte della nostra famiglia". Di fronte a queste manifestazioni mi pongo in modo molto umile. Non so se davvero me lo meriti. Mi sento molto fortunato in un certo senso. OK, può darsi che sia stato io a premere il bottone... ma tutte le cose più importanti sono accadute dopo quel momento, quando io non c'entravo ormai più nulla.
In Bohemian Rhapsody viene data molta enfasi al concetto di famiglia. Ricordiamo sempre che hanno dovuto riassumere 15 anni nella durata della pellicola. Complessivamente, secondo me, questo aspetto viene ricostruito in modo marcato rispetto alla realtà. Effettivamente c'era quello spirito nei Queen, così come c'era in molte altre band. Ma in ogni famiglia ci sono dissidi, discussioni e rotture. Posso sbagliarmi, perchè non ero presente con loro. Ma dalla mia esperienza immagino che ci fossero toni molto più diretti durante le registrazioni delle canzoni.
In un certo senso gli Humpy Bong furono una nota a margine. Anche se tra me e Johnny c'era un eccellente rapporto professionale per quanto concerne la musica, la band nel suo insieme era poco più di un esercizio in stile commerciale. Colin Petersen, il batterista, era anche lui un ragazzo adorabile. Fra l'altro era l'ex batterista dei Bee Gees.
Non tutto il periodo con i Morgan richiedeva tempo per loro. Insieme a Jonathan Kelly facemmo cose per Kieran White. La sua band, gli Steamhammer era molto rispettata nel circuito londinese agli inizi degli anni 70, ma nel frattempo si proponeva anche come solista. Per me rappresentava una sorta di impegno parallelo, nell'ambito del quale suonai anche per i Tailfeather. Quello che mi interessava maggiormente era fare concerti e qualche volta andare in studio insieme a loro per registrare.
Verso la fine del 1978 la mia attuale moglie mi persuase sul fatto che 10 Sterline alla settimana non erano abbastanza per mantenerci. La musica però mi offriva solo quel guadagno. Controvoglia dovetti mettere da parte la mia passione per il mondo della musica, lasciando spazio alla mia professione. Per me fu deprimente. All'epoca poi i Queen erano al loro apice. Non sono mai stato geloso del loro successo, però in quei momenti ne ero particolarmente invidioso. L'unica cosa che mi tirò su il morale fu che sarei stato comunque un artista in un modo o nell'altro. Mi sarei potuto occupare e specializzare negli effetti speciali per la televisione. Fu l'unica ricompensa per me in cambio dell'abbandono della musica. Per i successivi 20 anni mi sono trovato immerso nel mondo della televisione commerciale, che all'epoca era una delle realtà più fervide del panorama nazionale da queste parti. Negli anni 80 ebbi la fortuna di lavorare alla serie animata per bambini chiamata Il Trenino Thomas. Dopo quell'esperienza ho diretto spot pubblicitari e qualche fiction di fantascienza, altre animazioni, stavolta per le pubblicità, ho scritto delle sceneggiature e infine mi sono dedicato al modellismo. Mi sono davvero divertito. A patto di non pensare a ciò che mi ero lasciato alle spalle, stavo bene e mi godevo quel periodo. Nel tempo libero ho continuato a suonare ed a esibirmi quando ce n'era l'occasione, ma non ho mai registrato musica.
Verso la metà degli anni 90, quando la mia carriera era tutt'altro che la musica, fondai una società che si occupava di effetti speciali. Per altri 10 anni circa lavorammo per la pubblicità e la televisione su progetti di alto profilo. Nei primissimi anni 2000 a Londra e dintorni ci fu un vero e proprio boom di mostre, musei e altro di questo genere. Quando però questa ondata passò, nel 2001 ci ritrovammo con un enorme officina in disuso. Mi sono potuto permettere di mantenere solo 150 metri quadrati di quegli spazi. Nello stesso periodo i computer fecero il botto nel mondo degli effetti speciali. Se agli inizi degli anni 90 costruivamo draghi in gomma ed enormi astronavi di plastica, dopo neppure 10 anni non c'era nessuno che avrebbe pagato più un solo centesimo per quella roba [ride]. Così decidemmo ti staccare la spina con quel mondo. Pensai di propormi come libero professionista, cosa che in effetti ho provato. Mi ricongiunsi però al mondo della musica. E siccome avevo una decina di canzoni dei passati 20 anni che non erano mai state registrate completamente, decisi che era il momento di pubblicarle in un album, sotto il mio nome. Questo diventò infine aMIGO, frutto della ritrovata collaborazione con Richard Lightman. Registrammo le basi musicali in un piccolo studio a Twickenham, non lontano dallo stazionamento dei pullman. Completammo poi il lavoro nello studio privato di Richard.
Per la maggior parte del mio tempo ho vissuto felice. Come chiunque altri, anche io ho avuto dei momenti cupi, ma una volta superati questi ultimi ritornavo sereno. La felicità ha sempre superato l'ammontare di momenti tristi nel corso della mia vita. Per rilassarmi vado in palestra, nuoto, esco a fare delle passeggiate. È bello.
Il processo creativo del mio nuovo album, Two Late, è iniziato appena dopo l'uscita del disco precedente, aMIGO. In aMIGO è evidente la presenza di mio materiale retrospettivo, combinato con nuovissimi arrangiamenti. Per me significava tornare nel mondo della musica rappresentando quello che ero stato, ma lanciandomi verso quello che avrei fatto in seguito. Alla base di Two Late c'è una mia ritrovata vena pop-groove. I testi non sono marcatamente allegri, e a volte puntano sui fallimenti delle persone, me per primo. Il mio obiettivo era di realizzare canzoni dai testi in un certo senso autobiografici, ma con in certo ritmo english-pop. Posso dire di non aver mai scritto una canzone su me stesso prima di Lady's gone; è la settima traccia dell'album Two Late. Dopo averla ascoltata ci si sente meglio [ride]. Proprio ieri parlavo con mio figlio Andrew, che ha suonati la batteria sia in Two Late che in aMIGO, e abbiamo in mente di fare un tour il prossimo anno. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è mettere in ordine le finanze per partire con il tutto.
E poi ho già circa dieci nuove canzoni per realizzare un nuovo, terzo, album. Non voglio rovinare la promozione di Two Late, che è appena uscito, ma ho bisogno di lavorare alle nuove canzoni entro la fine del nuovo anno.