Fonte: Simon Bradley, www.theredspecial.com
Traduzione in italiano di Claudio Tassone per Comunità Queeniana Italiana
Nonostante la sua esperienza come giornalista e geek della chitarra, Simon Bradley (co-autore del libro La Red Special di Brian May) si dichiara appena capace di sostituire le corde quando necessario.
Per questa parte del progetto ci si è quindi affidati a due super esperti: il liutaio Andy Guyton, artefice di tutti gli ultimi restauri periodici "minori" (se così ci pare) della Red Special, e Nigel Knight, il tecnico elettronico che si è occupato dell'impiantistica per le varie serie Brian May Signature di Brian May Guitars.
Ovviamente a queste fasi era presente anche Pete Malandrone, il fidatissimo tecnico delle chitarre al servizio di Brian May; l'unico al quale viene completamente affidata la Red Special sia in tour che durante le pause delle attività.
L'ìdea di allestire una stanza-laboratorio per smantellare la Red Special ed utilizzare le foto di ogni suo singolo componente all'interno del libro è venuta a Simon nel 2012, memore del fatto che dal 1998 la Old Lady non veniva sottoposta a una manutenzione tanto invasiva.
Durante una riunione programmata, ha esposto le poprie intenzioni al gruppo presente, compreso Brian. Pete Malandrone non fece trapelare nessuna espressione dal suo volto, ma il vero spettacolo deve essere stato il proprietario dello strumento... Brian è rimasto per qualche attimo con lo sguardo perso nel vuoto e un'espressione fra lo sconvolto e l'inorridito. Ma poco dopo ha iniziato ad emettere dei versi incoraggianti (hahah), annuendo leggermente con la testa e infine dicendo frasi del tipo «Mmmm... Sì, sarebbe interessante...». A tutti i presenti sembrò un segno di approvazione. La cosa si materializzò in due giornate nel mese di settembre del 2013, durante una delle prime pause utili da concerti ed altri impegni di Brian.
Ricordo che il libro è stato pubblicato mercoledì 1 ottobre 2014, ed è disponibile anche in lingua italiana, tradotto da Raffaella Rolla, edito da Tsunami Edizioni. I link per l'acquisto si trovano alla fine di questo articolo.
A seguire la traduzione in italiano delle varie puntate in cui Simon presenta i diversi componenti della Red Special in prima persona nel blog sulla pagina ufficiale del libro: www.TheRedSpecial.com
3 novembre 2014
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Nell'agosto 2014 Simon ottiene disponibilità da Brian per l'intervista che avrebbe rappresentato il momento focale del lavoro al libro: raccogliere quante più informazioni era possibile di prima mano sulla Red Special direttamente da chi l'aveva costruita 50 anni prima. L'incontro viene organizzato nella proprietà di Brian ad Allerton Hill, nel Surrey. Quella che però doveva essere solo l'ultima di una serie di classiche interviste condotte da Bradley a May con fogli di carta, penna, evidenziatori e magari un registratore vocale, si rivela essere invece il set per un video destinato a una possibile successiva pubblicazione online.
Pete Malandrone addirittura allestisce in un angolo di casa il banchetto da lavoro sul quale sono sate realizzate alcune fasi della creazione della chitarra. Sul posto è presente anche Richard Gray, il grafico dei Queen da quasi 30 anni.
Ci siamo incontrati appena dopo le ore 14 e in quella piccola camera faceva caldissimo, con tutte quelle luci e quei robusti signori... anche se all'esterno c'era una temperatura di appena 27°C. Io e Brian grondavamo sudore uno di fronte all'altro mentre ci accingevamo a condurre l'intervista. [...] A parte qualche sporadica richiesta del regista nel farci ripetere una o due frasi per via del rombo di qualche aereoplano di passaggio dal vicino aeroporto di Heathrow, il tutto filò liscio, come di solito avviene lavorando con dei professionisti.
Profondamente provati dopo 3 ore e mezzo di attività, ho posto a Brian un paio di domande rimanenti (avrei poi colmato qualche lacuna sentendolo telefonicamente in seguito). [...] Dopo di ciò, una volta terminato il necessario, mi sono sentito sollevato dall'aver fatto tutti un ottimo lavoro. Anche Brian lo era e, ancora con il sorriso sul volto, ha stretto la mano a tutti prima di andar via diretto all'appuntamento successivo.
17 gennaio 2017
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[...] Questa è la Red Special svestita [...] Sono chiaramente visibili le viti che reggono insieme il manico in mogano all'inserto in quercia della chitarra, così come i contatti elettrici del pickup centrale, uno dei tre che Brian ha costruito e avvolto prima di scoprire che i Burns Tri-Sonic facessero un lavoro migliore.
Possiamo anche vedere che, nell'incerto e lontano passato della chitarra, il pickup lato ponte è stato fatto indietreggiare verso il ponte stesso di un paio di millimetri, con l'aggiunta inoltre di una base in gomma. Greg Fryer ha installato una schermatura in rame nella cavità dei comandi, e notiamo anche quanto sia sottile l'impiallacciatura in mogano sulla sommità del più chiaro blocco listellare.
26 gennaio 2017
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Questo è il solido abbinamento dado e rondella che garantisce una delle estremità del tendimanico della Red Special. È avvitato a un robusto bullone (non mostrato nella foto) inserito nel corpo della chitarra, fissato da questi umili componenti che risalgono alla costruzione originaria…
9 febbraio 2017
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Alcune altre reliquie erano state prese in considerazione per essere incluse nel libro Brian May’s Red Special.
La scatoletta marrone un po' più in basso del bicchiere è etichettata come "Bri’s Continuity Tester c. 1959" (tester di continuità elettrica costruito nel 1959), mentre appena alla sinistra del portatile c'è una bustina in plastica con sopra l'etichetta "Red wooden dot taken from Red Special – 5th fret marker on 15th January 1998" (punta di legno rosso prelevato dalla Red Special ─ marcatore del 5° tasto ─ il 15 gennaio 1998), presumibilmente da Greg Fryer.
C'è anche una cassetta di attrezzi fatti a mano, inclusa la "template for fretboard curvature" (sagoma di curvatura della tastiera), una serie di pickup, alcuni moderni Burns bass Tri-Sonics e un'ulteriore scatola con viti e cavetti che sono stati sostituiti il 3 giugno 1998 durante le riparazioni, ancora una volta presumibilmente di Greg Fryer.
1 marzo 2017
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Questa è una foto del set costruito da Pete Malandrone per quello che si spera sia il prossimo video con parte dell'intervista condotta da Simon Bradley con Brian May per il libro "Brian May’s Red Special".
Parte di questo set sono oggetti di scena moderni, ma alcuni sono originali, come il banco da lavoro sul quale Brian e Harold May hanno lavorato alla Red Special, il martello originale di Harold (nascosto sotto le copie degli schemi originali), la roccatrice per il pickup da lui costruito e con cui Brian ha realizzato le proprie bobine.
Di grande interesse è anche l'impianto radio costruito dallo stesso Harold e lo smalto Rustin originale utilizzato per il corpo della Red Special.
7 dicembre 2014
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Una foto del barattolo di vernice trasparente Rustins con all'interno ancora parte del prodotto effettivamente utilizzato da Brian all'epoca della costruzione della Red Special.
Nel libro viene descritto in dettaglio il trattamento con Rustins realizzato da Brian. Il fatto che ancora oggi si possa maneggiare il barattolo originale è davvero incredibile.
9 febbraio 2015
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La manopola del volume della Red Special, dalla mano del vostro umile co-autore. Realizzato al tornio ed applicato alla chitarra intorno al 1970, è rimasto da allora al proprio posto.
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1 aprile 2017
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Un bello scatto dall'evento di lancio del libro Brian May's Red Special. Qui la Red Special se ne sta accoccolata vicino alla chitarra che Brian ha ricevuto in regalo al proprio settimo compleanno: la sua Egmond acustica. Quest'ultima appare in condizioni particolarmente buone grazie a un favoloso lavoro di restauro da parte di Andrew Guyton, mentre la Red Special se ne sta comodamente a proprio agio consapevole di essere una belva rumorosissima…
All'evento di lancio, Brian ha suonato usando tre amplificatori Vox VBM1 con l'aggiunta, come al solito, di un treble booster. Il modello Fryer Touring da lui utilizzato è visibile sopra la custodia da viaggio sulla sinistra, mentre uno splitter si trova appena dietro la paletta della Red Special.
16 aprile 2017
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La parte sottostante dei sei interruttori, ancora nella loro cornice originale in metallo, così come costruita da Brian May. La fila superiore mostrata in questa foto (che di fatto è quella inferiore quando il gruppo è montato sulla Red Special) invertono la fase di ogni singolo pickup, come chiaramente mostrato dai collegamenti elettrici.
Questa configurazione apparentemente semplice consente di ottenere tonalità incredibili; ed è interessante far notare che nessun'altra chitarra in commercio possiede nulla del genere, ad eccezione della miriade di chitarre in stile Red Special.
5 maggio 2017
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Le molle del tremolo sistemate in una cavità dietro il ponte.
Non c'era altro modo per rimuovere il blocchetto del tremolo e le molle senza danneggiare irreparabilmente il corpo chitarra. Per cui li abbiamo lasciati al loro posto, in quanto fremevamo per vedere l'apparato in tutta la sua grandezza. La configurazione a lama di coltello ideato dai May è ancora sbalorditivo nella sua lungimiranza e le sue finzionalità e stabilità restano insuperate.
Qui si possono vedere tantissimi dettagli aggiuntivi, inclusa una moneta (sospettiamo sia un sixpence) adagiato sotto lo strato di rivestimento isolante in rame della cavità installato da Greg Fryer, cinque o sei sellette e parte del blocco in gomma sul quale è poggiato il pickup.
11 maggio 2017
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Due pagine prese dal quaderno di Brian, sulle quali vengono dettagliate parti del procedimento di costruzione della Red Special. Scritte di proprio pugno appena dopo che la chitarra venne completata (motivo per cui i documenti originali sono datati alla fine del 1964), aggiungono ancora maggiori dettagli alla costruzione. Sono soltanto due dei tanti fogli privati a cui il team ha avuto accesso durante la ricerca e raccolta di informazioni per il libro Brian May’s Red Special.
Questi appunti sono visibili anche alle pagine 32 e 33 del libro stesso, ma abbiamo pensato che fosse utile trascriverne una copia in un formato più leggibile. Inutile dire che il libro contiene molti altri esempi dei lavori originali di Brian, inclusi dei raffinati disegni riguardanti la progettazione dei pickup, grafici che denotano differenti scale di lunghezza e molto altro ancora.
* * *
A – Modellatura del corpo esterno
È stata definita un’idea approssimativa delle dimensioni massime del corpo chitarra. Un certo numero di fogli di carta oleata sono stati nastrati insieme e su di essi è stato disegnato a matita il contorno in dimensioni reali.
La traccia è stata trasferita con della carta carbone alle due parti di materiale (altrimenti il corpo sarebbe dovuto essere spesso il doppio) e ricalcata su di esse. Le strisce per il futuro posizionamento della tastiera sono state realizzate parallelamente a quelle del manico.
I due laminati sono stati ritagliati con un seghetto, con alcune lame aggiuntive. Questo componente che regge il manico in posizione è stato provvisoriamente tagliato dritto, lasciando un ampio margine per il processo di levigatura.
Le due metà sono state avvitate insieme in modo che i loro bordi collimassero il più possibile. Il bordo composito è stato finemente sagomato mediante:
1 – Piallatura con la parte lavorata sporgente verso il bordo della tavola; tale metodo si è rivelato meno utile della
2 – Scalpellatura con la parte lavorata poggiata su una superfice rigida, lo scalpello viene spinto verso il basso finchè non raggiunge la superfice
3 – Carteggiatura. È stata eseguita, ancora una volta, mettendo il pezzo lavorato in piano su una superfice rigida ed utilizzando un pezzo di carta vetrata fissata attorno a una forma cilindrica. L’involucro del cilindro è stato mantenuto pressato contro la superfice del banco di lavoro in maniera da rendere il profilo lavorato perpendicolare
La parte che si sarebbe accoppiata con il manico è stata lasciata intatta.
B – Modellatura dell’esterno del manico
La proiezione verticale del manico è stata trasferita sulla sua sommità in legno in maniera simile a quanto fatto con il corpo della chitarra prestando attenzione a conferire una lunghezza adeguata, vista l’inclinazione dell’estremità superiore. Il contorno è stato tagliato approssimativamente mediante una sega a dorso.
I bordi del manico sono stati piallati dritti, e i bordi dritti nella parte superiore sono stati trattati in modo similare, ma ─ per il momento ─ gli angoli sono stati lasciati così com’erano.
La proiezione orizzontale, o “elevazione”, è stata tracciata sui bordi.
18 maggio 2017
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Una foto davvero meravigliosa dei componenti della Red Special. Brian ci ha dato il permesso di condividere questa immagine, risalente all'incirca al mese di agosto del 1963, in cui sono visibili il corpo della chitarra, il manico e la tastiera prima della colorazione, del fissaggio e della finitura.
È chiaramente visibile l'unione fra gli strati di impiallacciato che contengono il corpo, come anche l'inserto in quercia che ancora non era stato ritagliato su misura. Ancora non c'era neppure la filettatura dei bordi e possiamo vedere due delle viti (una alla destra dei pickup e un'altra dietro il punto in cui sarebbe stato alloggiato il ponte e il vibrato) che uniscono insieme il "sandwich" di legno.
Ci sono fori prodotti dai tarli nel manico in mogano, che Brian avrebbe poi riempito con pezzettini di fiammiferi, e la tastiera mostra segni disegnati a mano in cui sarebbero andati i tasti e i bottoni in madreperla: e comunque non sono ancora tutti presenti! Possiamo anche vedere due dei tre pickup originali più il primo set di meccaniche della chitarra.Nel libro Red Special, Brian ci ha detto che «Il dispositivo di appoggio alla sinistra dei pickup è una cosa che ho comprato in uno dei negozi dell'usato a Londra. Probabilmente è qualche tipo di supporto per qualche parte di un sottomarino, ma ci ho messo dentro dei sostegni e un tubo in acciaio inossidabile, che era il nostro progetto originale per un tremolo a bassa frizione».
Insieme ad alcune radio di Harold presenti in questo scatto, senza menzionare un sistema di alimentazione elettrica costruito in casa che include chissà come una scatola di saponette Lifebuoy, questo prova quanto fosse profondamente scientifico il progetto. È ancora incredibile pensare che meno di dieci anni più tardi Brian abbia registrato Keep Yourself Alive e sia nata ─ come minimo ─ una leggenda.
54 anni dopo lui ancora utilizza questa chitarra, e tutto iniziò da questi pezzi.
30 agosto 2017
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Questo è il sistema di switch con i potenziometri di volume e tonalità, appoggiati sul block notes di Nigel Knight. Unitamente all'esperienza e alla sicurezza nei nostri mezzi, il trucco per sottoporre con successo la Red Special all'ardua procedura di smantellamento e rimontaggio consiste nel prendere appunti, moltissimi appunti.
Dopo le fotografie, la chitarra è stata correttamente ricablata, riassemblata e riaccordata; tutte le selezioni di tutti i pipickup hanno funzionato al primo colpo.
11 novembre 2017
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Come raccontato da Brian a Simon Bradley nel libro ‘La Red Special di Brian May’, il Doc creò a mano ulteriori tre di questi pickup partendo da componenti di scarto, con l'intenzione di adattarli alla Red Special.
Ad ogni modo, alcuni problemi con la polarità dei magneti e l'interazione fra quest'ultimi e le corde nel momento in cui le fletteva su di essi lo spinse ad acquistare tre Burns Tri-Sonics a singolo avvolgimento.
Così, a sorpresa, circa cinque anni prima della scoperta dei prodigi degli amplificatori Vox AC30, nacque il suo sound.
15 dicembre 2017
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Una bella foto del manico e della tastiera in senso longitudinale. Si nota che la monetina fissata sulla paletta dallo stesso Brian effettivamente è un sixpence "Maydusa" personalizzato e non un esemplare originale del vecchio conio inglese.
Le meccaniche originali si erano logorate molto tempo fa e sono state sostituite in svariate occasioni. Queste attuali sono delle comunissime Schaller M6 con palettine in finta madreperla.
Possiamo vedere anche la natura butterata dei tasti e, come ben noto al giorno d'oggi, i tasti della Red Special non sono mai stati rifatti durante la sua lunga e movimentata esistenza, anche se (almeno nel modo convenzionale di vedere la cosa) ce ne sarebbe davvero bisogno!
21 dicembre 2017
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Questa è l'ultima delle nuove immagini che condivideremo, almeno per adesso.
Ecco la Red Special in tutto il suo inconfondibile splendore, fotografata nel 2013. Da allora ha girato il mondo svariate volte, ha lasciato di stucco centinaia di migliaia di fanatici ed ha beneficiato di una revisione completa grazie a Andrew Guyton. Suona ancora magnificamente e sta meglio di quanto non sia mai stata.
Niente male per qualcosa che è stato progettato partendo da zero nella periferia del Middlesex a metà degli anni '60 !
[...]
26 maggio 2019
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Ecco un ottimo scatto del congegno che Harold e Brian May hanno costruito ─ da zero, ovviamente ─ con cui hanno forgiato i tre pick-up originariamente montati sulla Red Special. Purtroppo, non hanno funzionato esattamente come avrebbe voluto Brian, così optò per un tris di Burns Tri-Sonics, e il resto è storia.
2 giugno 2019
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Immagine degli intarsi del dodicesimo tasto della Red Special. Il contrasto è stato regolato per evidenziare le sottili crepe che sono apparse nel punto centrale, parte poi sostituita da Andrew Guyton durante il suo restauro della chitarra del 2016. Era, a detta di tutti, "sottile come un'ostia".
[Nella seconda immagine i bottoni in madreperla dai quali vennero ricavati i marcatori della tastiera, ndt]
9 giugno 2019
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Bello scatto della Red Special nel giorno in cui è stata ultimata, appoggiata su una sedia nel salotto di casa della famiglia May, a Feltham, nell'ottobre del 1964.
Notare le caratteristiche originali: il logo sulla paletta, quelle strane manopole da radio, le prime meccaniche della chitarra e i pick-up originali. Si vede anche il braccio del tremolo nella sua configurazione originale. Se confrontato con le immagini dei primi concerti dei Queen, qui è molto più dritto di quanto non lo sia in seguito, sviluppando una forma che è stata adottata per i bracci tremolo delle chitarre Burns e BMG svariati decenni dopo.
16 giugno 2019
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Ecco uno scatto del battipenna della Red Special, con un'angolazione leggermente diversa da quella dell'immagine contenuta nel libro. Mostra non solo i bordi smussati e il modesto spessore del materiale, ma anche le tre bordature dei pick-up e le "ferite" di oltre 50 anni nel rock 'n roll.